Era un sabato sera, eravamo ubriachi e, come previsto, eravamo appena arrivati a casa sua. Quella notte avremmo dormito da lei, una nostra amica, una gran figa, della nostra età: 20 anni. Noi tre, single, appurato che ormai lei non capisse più nulla a causa dell'alcol, volevamo approfittarne per scoparla.

Non ci volle molto, anzi, fu lei a fare il primo passo. Cominciò a spogliarsi e a dire, sbiascicando, frasi come: "Scopatemi" o "Voglio godere". Così, senza esitare un secondo, i miei amici, dopo essersi tolti i vestiti, cominciarono a masturbarsi, a strusciarle il cazzo addosso e a penetrarla, a turno, provocandone i primi gemiti, mentre offriva anche la sua bocca a chi era in attesa di poterla scopare.

Tuttavia, dopo essermi spogliato, al contrario degli altri, mi concentrai sulle sue estremità. Appena entrata in casa, si era subito tolta non solo le scarpe, ma, inspiegabilmente, anche i calzini, camminando scalza finché non si stese sul divano.

I suoi piedi, smaltati di nero e abbastanza piccoli, avevano raccolto parecchia sporcizia da terra e le piante erano piuttosto nere. Alla viste di quelle meravigliose estremità, non resistetti: essendo molto disinibito dall'alcol e disinteressato di ciò che avrebbero pensato o detto i miei due amici, cominciai a leccarle i piedi.

Stetti lì per diverso tempo: mentre i miei amici la scopavano per bene e lei gemeva, manifestando apertamente di star godendo, io me approfittavo per leccarle ogni singola parte delle sue estremità, ripulendole completamente dallo sporco. Le mie leccate, sulle piante o tra le dita, insieme alle mie succhiate, mi permisero di rimuovere e mangiare tutta la schifezza e la sporcizia che quei piedi avevano raccolto da terra poco prima o accumulato durante il giorno.

La mia eccitazione, dovuta all'aver assaporato quei piedi sudati ed aver leccato ed ingoiato ogni singolo granello di sporco che ci avevo trovato, era indescrivibile. La nostra amica manifestò approvazione, ricordandomi che, dopo averli lavati, i piedi andrebbero anche asciugati. Così, presi un fazzoletto e lo passai sui suoi piedi finché non finii di asciugarli dalla mia saliva.

Terminato il lavoro, mentre sentivo ancora il sapore dei suoi piedi nella mia bocca, ero pronto per infilarle il cazzo dentro, come gli altri stavano già facendo da tempo. Non riuscivo, però, a non continuare a fissare quei meravigliosi piedi, appena puliti.

Così, decisi di continuare ad approfittarne: rinunciai alla figa e preferii cominciare a strusciare il mio cazzo sulle dita e sulle piante dei suoi piedi. Continuai poi, impugnandole entrambe, a segarmi con il cazzo avvolto tra quelle stupende estremità.

Uno dei miei amici urlò di star per venire. A quel punto, mi guardò e mi fece notare come la mia sega con i piedi mancasse di lubrificazione e il mio pene strusciasse troppo sulle piante. Dunque, afferrò entrambi i piedi della nostra amica, li congiunse, li portò all'altezza del suo membro e, dopo essersi fatto una breve sega, sborrò copiosamente sulle sue piante.

Mi invitò quindi a proseguire. Tuttavia, poco dopo, l'altro mio amico si avvicinò anch'esso ai piedi della ragazza e, masturbandosi, arrivò presto all'eiaculazione: questa volta, il seme fu cosparso, sempre sui piedi, ma sul dorso e sulle dita.

Mi trovai davanti le estremità della mia amica completamente ricoperte dello sperma degli altri due partecipanti. Mentre manifestavo sconforto per non poter continuare, tuttavia, la ragazza, ancora fortemente ubriaca, che fino a quel momento era rimasta sostanzialmente distesa senza muoversi (le spostavamo noi il corpo all'occorrenza), ricominciò a controllarsi e decise di poggiare, di sua volontà, i piedi sul mio cazzo.

Da quel momento, la mia amica cominciò, senza che dovessi in alcun modo intervenire, a segarmi coi piedi ricoperti del seme dei miei amici, accarezzandomi il pene e i coglioni e scoprendomi ritmicamente la cappella.

Mi sedetti accanto a lei sul divano e rimasi fermo a godere del lavoro della mia amica, che continuò a masturbarbi in questo modo, mentre lo sperma degli altri ragazzi svolgeva la funzione di lubrificante.

Così, dal non voler continuare dopo le copiose sborrate dei miei amici, mi ritrovai ad approfittare del loro seme, che aiutò i piedi della ragazza a segarmi con disinvoltura.

Alla fine, tutto era cosparso con lo sborro dei miei amici: il mio cazzo, le mie palle e i piedi della nostra amica. Arrivato all'apice dell'eccitazione, decisi di voler aggiungere il mio contributo a quella sorta di "impasto" di sperma: anch'io le sborrai vigorosamente sui piedi e mentre lo feci godetti come mai prima d'allora.

Noi tre ci dirigemmo quindi verso il bagno, per ripulirci: ne avevo bisogno soprattutto io. La nostra amica, ubriachissima, rimase stesa sul divano: dai suoi piedi gocciolava copiosamente il nostro seme.
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