Tratto da una storia vera.

Avevo circa 19 anni - ora 24 - ero abbastanza sbronzo e tutti i miei amici mi avevano mollato sul più bello della notte, a farmi compagnia c’era una mia amica di infanzia, con la scusa di fumare un paio di sigarette parcheggiamo in una via di poco passaggio.
Su di lei giravano voci che si prestasse facilmente per qualche servizietto orale e fino a quel momento non avevo ancora certezze di questa cosa.
Sento il mio membro farsi sempre più duro al solo pensiero di poter concludere qualcosa, lei parla ma la mia attenzione è rivolta a tutto altro.
Ha un culo di grande presenza la cosa mi eccita, un seno piccolo nonostante la robustezza e due labbra gonfie.
Inizio a prestare attenzione al dialogo per portarla sulla strada del desiderio e capire quanto realmente volesse concludere quella sera.
Lei mi parla dei cazzi che fino ad ora ha assaggiato, io di tutte le fighe punite - si sa a quell’età si è nel pieno - finché non esclamo : << La tua mi manca ancora!>> e con uno sguardo fisso il mio cazzo gonfio.
Lei ride non per l’ironia ma per la scomodità della frase. Ci pensa e mi dice che non vuole rovinare il nostro rapporto di amicizia. Non mi sta bene e le ripropongo il tutto sotto forma di gioco << Se indovino di che colore sono le tue mutandine non dico che dobbiamo scopare ma un pompino me lo devi >> .
Lei ride di nuovo però annuisce.
Scruto il suo abbigliamento per afferrare il colore adatto e subito mi tuffo sul nero: È LA RISPOSTA GIUSTA.
Mi chiede di spostarci con la macchina quindi metto in moto e dopo nemmeno due secondi il mio cazzo è tra le sue piccole mani mentre presto attenzione alla guida.
Inizia a sussurrarmi all’orecchio che questa sera le mie palle saranno più sgonfie del solito e che le spaventava la larghezza del mio pene.
La macchina odora di sesso la sua figa si bagna di ormoni e mentre con una mano era impegnata a segarmi con l’altra si toccava la figa passandomi le sue dita profumate di passera sotto le mie narici.
Trovo finalmente posto e chiede di spostarci sui sedili dietro.
Mentre lei scende io aspetto davanti e una volta seduta mi pongo nel mezzo dei due sedili anteriori e le sbatto il cazzo sulla guancia esclamando: << Non sei una santarellina e questa sera ti battezzo con il mio seme! >>.
Con un mossa violenta mi butta di dietro e inizia a succhiarmi il cazzo violentemente, la sua lingua passa dal sotto palla al frenulo con un’intensità pazzesca. Intanto cerco di non metterla in secondo piano e provo a toccarle un po’ i capezzoli. Passiamo i primi cinque minuti a scambiarci saliva al sapore del mio cazzo mentre mi sega e massaggia i testicoli.
Ritorna di nuovo sul mio pene supplicandomi di non farle forza sul capo per infilarlo fino in gola, inizia ad affogarsi ma la cosa la eccita anzi chiede di portarla quasi al soffocamento.
Sono nel paradiso sessuale mentre piano piano il mio dito entra nel suo culo, lei gode e mi chiede di infilarne più di uno rabattando parole dalla difficile comprensione per via del mio cazzo nella sua gola.
In quella macchina c’era un rilascio di ormoni che avrebbe attirato chiunque ad unirsi e lei era sempre più affamata di cazzo.
Ero quasi pronto ad inondarla quando sul più bello chiama la madre per chiederle di tornare, lei non curante continua a succhiarlo mentre spiega alla signora che al momento era occupata e non poteva lasciare l’opera a metà ovviamente eludendo a una semplice conversazione tra amici.
Chiude la chiamata e per farsi perdonare in tempo cinque secondi è sopra il mio cazzo con la sua figa completamente bagnata. Il mio cazzo non era mai entrato così velocemente in una figa ma lei era così eccitata che ne potevano entrare anche tre li dentro.
Inizia a cavalcarmi selvaggiamente io la possiedo le tiro i capelli mentre le slinguazzo i capezzoli e le mie dita sono di nuovo nel suo culo.
Si fa mettere a pecora mentre il suo volto è completamente schiacciato sul finestrino. Urla di piacere gode e mi supplica di andare più veloce per raggiungere l’orgasmo.
In quel periodo avevo almeno due rapporti sessuali fissi al giorno e per questo dopo 40 minuti di sesso sfrenato io ancora dovevo arrivare mentre lei raggiunge il piacere con il mio cazzo nella figa e tre dita nel culo.
Stanca per i pochi spazi in macchina accoglie il mio membro nuovamente nella sua bocca. Sono le 6 di mattina il sole si alza e il mio pene cala perché finalmente la inondo di sperma sporcandole tutta la maglia e le faccia.
L’indumento è da buttare però la mia sborra è da recuperare, raccolgo con la lingua ogni goccia del mio seme sul suo volto per poi terminare il tutto con un caldo bacio e lei che ingoia.
L’alba quel giorno per lei aveva un sapore salato.
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Categorie: Etero