Cercare di Raccontare le proprie avventure, specie quando queste sono state scritte su dei pezzetti di fogli e senza riferimenti di tempi e luoghi, e un'impresa titanica. chiamatemi titana ma ci sono riuscita, o perlomeno, sono riuscita a dare una completezza a quelli che potevano essere letti benissimo come deliri di una Troia in preda ad astinenza da cazzo. si perchè nella mia fortunata vita, ho avuto modo di provare pure cosa vuol dire essere sesso dipendenti compulsivi. se non conoscete questa malattia, e presto detta, dipendenza da sesso compulsiva, e il desiderio irrefrenabile di alzarsi la mattina e di trovare subito chi ti spacca il culo e la bocca con un bel palo di carne duro e lungo, gli effetti in caso contrario, possono essere devastanti, da tremende crisi di ira, a crampi tremendi per l'ipertensione in tutto il corpo. fino al bisogno urgente di infilarsi dentro di tutto pur di calmare la voglia incontrollata, insomma come una vera astinenza da droga in tutto e per tutto. ed ecco che per non pensarci, provi di tutto senza riuscirci, o almeno cerchi una soluzione temporanea per riparare al danno. ecco come mi son messa a scrivere e sistemare le mie avventure scritte i quel diario pieno zeppo di annotazioni senza senso a cui ho dato completezza fino a farli diventare i racconti che state leggendo. prima che arrivassi alla mia dipendenza sessuale, ho vissuto esperienze fantastiche, scopando con chi unque e dovunque, vivendo avventure anche a volte, al limite del credibile, ma assolutamente reali. potrei riassumere tutto con la semplice frase che ero una Troia in cerca della mia sessualità, che stavo crescendo e cercavo la mia strada sessuale o minchiate simili, ma la verità, e che il cazzo mi e sempre piaciuto, dalla prima volta che lo provai, ne rimasi drogata a vita. e come la droga, piano piano ti rende schiava. fui sverginata la prima volta da un signore di sessant'anni, con cui ebbi il mio primo vero rapporto Gay all'età di 17 anni. fu meraviglioso e da allora credo non abbia piu voluto allontanarmi dal piacere che si prova a sentire un bel cazzo duro e lungo che ti sfonda e ti stantuffa dentro e fuori dal culetto, o che ti apre la bocca e ti riempie la gola di calda sperma. molti di voi so che sanno di cosa parlo, per chi ha provato queste meravigliose sensazioni paradisiache. ho trovato la mia strada poco alla volta, mi hanno dato il Nome Greta, che ho sempre portato con onore e fierezza, dato poi ricorda una famosa attrice di successo negli anni d'oro del cinema (Greta Garbo). ma ho sempre saputo di essere molto di piu' che una semplice Trav con trucco e parrucco, tanto per iniziare, non ho mai portato parrucche di nessun genere, avendo per mia fortuna sempre avuto degli splendidi capelli lunghi e folti da sfoggiare, in secondo luogo, il travestimento per me, e stata sempre una forma d'arte, non una mascherata da carnevale. assomigliare il piu possibile ad una vera femmina, pur non essendola, e sempre stato il mio vero obiettivo. ho conosciuto parecchie Drag Queen che lavoravano in locali nel Milanese, e con cui ho scambiato piu volte, pareri e imparato molto sull'arte del travestimento. chi lavora con questo, deve infatti essere piu perfetto di chi si traveste solo per scopare con qualcuno. non basta una parruccona bionda o mora, un intimo per esser donne, ci vuole di piu', molto di piu'. e quel di piu' io lo imparai velocemente, il Sex Appeal di attirare i maschi con poche mosse, il rendere il mio fisico super sexy e femminile, con le forme al posto giusto. imparai tutto questo, e lo misi in pratica molto bene con ottimi risultati dal primo istante, attirando uomini come api al miele. intanto la mia voglia di sesso e di Troiaggine, cresceva di giorno in giorno. e alla fine, arrivò il momento di mettere al corrente della mia nuova identità, anche chi mi aveva messa al mondo, ovvero Mia Madre, che poi e stata mia complice molte volte in tante scopate fatte negli anni. anche se farle accettare il fatto che suo figlio, si fosse tramutato in una Troia travestita da diva di serie B, non è stata una cosa semplice. ma come si dice, per i propri figli, le madri farebbero di tutto pur di vederli felici e sereni, e cosi' e stato anche per la Mia di madre. pur non accettando mai del tutto le mie scelte e quello che combinavo, cercava sempre di assecondarmi, e starmi dietro piu che poteva,evitandomi cosi' molti guai che altrimenti avrei sicuramente incontrato sul mio cammino. Mamma per me, e stata una specie di angelo custode, una complice e una confidente tutti insieme. se penso a quante gliene ho fatte passare, dalle telefonate nel cuore della notte facendole ascoltare mentre gli uomini mi scopavano in tempo reale, alla volta che mi feci rompere il culetto dal suo primo spasimante, quello che doveva in teoria diventare Mio padre, prima che mia madre conoscesse il mio padre vero. mi son sposata in svizzera, con lei al seguito, le ho fatto assistere di persona a tante scopate fatte in casa con uomini maturi che nemmeno conosceva, e lei ha accettato tutto per amore mio. ma queste cose credo le avrete già lette in altri racconti che ho già pubblicato. arrivai perfino a farmi rompere il culo da uno zio calabrese che passò con me a Milano le vacanze estive. insomma la mia Troiaggine non aveva proprio limiti, una volta scoperto che ero una bomba del sesso pronta ad esplodere, mi lasciai semplicemente esplodere, senza pensare alle possibili conseguenze. Forse a qualcuno, potrebbe sembrare che la stia tirando un po troppo per le lunghe, prima di arrivare al punto cruciale, ma e semplicemente per farvi un quadro generico della situazione. non si può capire la trama di una storia senza averla prima raccontata negli elementi essenziali. sono stata stuprata molte volte da gruppi di Neri per questa mia spericolatezza e leggerezza nel fare certe cose, e ogni volta mi maledicevo per essermela cercata, ma poi la volta dopo me ne ero già dimenticata ricascandoci nuovamente. sono sempre stata una selvaggia senza regole, ciò che mi passava per la testa al momento facevo, in barba a leggi o prudenze. per questo ho una lista infinita di denunce per attiosceni in luoghi pubblici, anche se fortunatamente mai un processo, e la mia fedina penale e immaccolata. ormai molte di quelle denunce con gli anni, sono cadute in prescrizione, e mi son salvata per il rotto della cuffia come si dice. ho ingoiato tanta di quella sperma, e fatto il pieno nel culetto, fossi stata femmina, avrei dovuto abortire non so quante volte per le gravidanze che avrei subito, avessi avuto una vagina. perchè ero cosi'? perchè facevo tutto ciò? vi stupirò dicendo che non lo so nemmeno io, o meglio potrei dirvi che ero in fase sperimentale, dove tutto o quasi per me era permesso, potrei dirvi tante altre cazzate ma non le dirò. semplicemente non so perchè mi comportassi a quel modo. una volta, presi il Tram, ero uscita a fare una delle mie solite passeggiate notturne d'estate a notte fonda, quando il caldo non ti fa dormire e cerchi di star sveglia fino al mattino pur di non sudare l'inferno. salendo sul Tram decisa a farmi un giretto per le zone del mio quartiere periferico, notai dei Neri seduti infondo alla panca del Tram. forse extracomunitari che tornavano a casa da chissà dove, erano tre, uno con gli auricolari dello smartphone sulle orecchie, e altri due che parlavano tra di loro ad alta voce nella loro lingua. non so cosa mi passò per l'anticamera del Cervello, ma senza pensarci troppo, iniziai a stuzzicarli e provocarli, mettendomi a novanta piegata a guardare il finestrino del Tram aperto, che mi sventolava i lunghi capelli, in piedi allargando le gambe, ed avevo le calze a rete con giarrettiere, perizomino nero, stivaloni lucidi alti fino a metà coscia neri, indossavo un chiodo in pelle corto nero sotto avevo una T shirt nera senza Maniche tipo canotta nera con la scritta Glitterata sul davanti ANARCHY e il simbolo della famosa A cerchiata di rosso, degli shorts in Jeans trucidi sgambatissimi e stretti che lasciavano intravedere le natiche, ben truccata in viso, mani con unghie smaltate di rosso, e lasciai che potessi attirare l'attenzione dei tre Forse nordafricani o senegalesi, che già all'entrata sul Tram, mi avevano fissata intensamente. dunque rimasi li in quella posizione, mentre il Tram percorreva il suo tragitto, e l'arietta fresca della notte dal finestrino mi scompigliava i lunghi capelli sul viso. Ogni tanto con la coda dell'occhio li guardavo per vedere le loro reazioni. anche quello con le cuffiette se le era tolte, e i tre stavano parlando ora a bassa voce tra loro, era evidente si conoscevano. continuai a provocarli restando in quella posa sconcia, mettendo bene in vista le mie chiappe sbucanti dagli Shorts, la cosa non durò a lungo, dato salirono altri uomini e i tre neri non si decidevano ad approcciarmi, scesi ad una fermata, voltando la testa scostandomi i lunghi capelli dal viso, vidi che anche i tre erano scesi alla mia stessa fermata. feci finta di nulla, e prosegui' il mio cammino, dirigendomi alla ferrovia della stazione 'Certosa', che era a pochi passi, e in giro era tutto silenzio e deserto, a parte qualche auto ogni tanto che passava solitaria nelle vie. arrivata su un binario decisi di fermarmi sulla bachina. non avevo nemmeno la piu pallida idea di cosa stessi facendo, ne dove stessi per andare, sapevo solo che volevo quei tre negri e li volevo dentro prima di mattina. se continuavano a seguirmi, dissi tra me, presto li avrei avuti. intanto che facevo tra me questi ragionamenti malati, senza contare i pericoli a cui potevo incombere, accesi una sigaretta, e vidi con la coda degli occhi, che anche i tre mi avevano seguita sul binario. dubito fosse una coincidenza, e dubito che i tre dovevano prendere il pendolare, ma ancora non si decidevano ad avvicinarmi, rimasero li a parlottare tra di loro bisbigliando e fissandomi. li ignorai, intanto arrivò il treno pendolare, guardai l'ora sul cellulare, erano quasi le due di notte. non sapendo cosa fare, appena il treno apri' le porte, balzai su e andai a cercarmi un posto nel lungo scomparto vuoto. come avevo previsto, ecco i tre arrivare in fila indiana nel mio scomparto, mentre il treno chiudeva gli sportelloni e ripartiva lasciando la stazione di 'Certosa'. voltai il viso verso il finestrone a guardare la notte, mentre finalmente i tre Ragazzotti neri si decisero ad avvicinarmi dopo un lungo pedinamento. il primo di Loro si fermò al mio sedile e in un italiano abbastanza buono mi disse: 'Ciao Bela...' certi neri sembra parlino con un limone infilato in bocca, mi sono voltata e fingendo indifferenza gli ho risposto un sussurrato 'Ciao'. guardandoli con distacco, mi sono nuovamente scostata dal viso i lunghi capelli, mentre quello prosegui': ' Dove Vai? Voi Compagnia?' potevo rispondergli male, dicendo che dove andavo non era affar suo, ma non volevo offenderli e magari rischiare di farli andar via, o peggio di innervosirli. alla fine, decisi di rispondergli che andavo al capolinea, anche se dubito sapessero dove si trovasse il capolinea del Treno per Varese. non so neppure di che zona fossero. il secondo negro a fianco del primo, mi chiese a quel punto esplicitamente di Scopare. non aspettavo altro in verità, ma mi feci desiderare ancora un po, e forse stavo giocando con il fuoco, se quelli si fossero innervositi, avrebbero potuto violentarmi li seduta stante, che nessuno sarebbe intervenuto in mia difesa. ecco riemergere la mia spericolatezza di cui vi accennavo poco fa. fortunatamente per me, i tre non si irritarono, ma si sedettero li vicino a me, cercando di convincermi e anche devo dire corteggiandomi molto gentilmente. mi dissi forse che ne avevo trovati tre diversi dai soliti selvatici bruti che al primo rifiuto, ti prendono a sberle e ti stuprano. quei tre sembravano ragazzi tranquilli con cui tutto sommato ci potevi anche parlare senza problemi. scopri' dunque che erano come immaginavo, nordafricani, che lavoravano fino a tardi ed erano rincasati dopo una lunga giornata di fatica. anche se non mi dissero dove lavoravano, non ebbi problemi a credergli sulla parola. arrivati a tre quarti del viaggio, anche se non ero mai stata in treno a Varese, pensavo non avremmo impiegato molto tempo per raggiungere il capolinea della provincia, e se volevo scoparmeli, dovevo agire in fretta. quindi messa da parte tutta l'educazione, feci capire ai tre ragazzotti, che era arrivato il momento di fare sul serio, misi una manina dalle unghie smaltate, sulla patta dei pantaloni di quello seduto accanto a me, per vedere la sua reazione. il maschio nero,non aspettava altro che un mio gesto, d'istinto iniziò a zittirsi insieme agli altri due, mi tirò verso di lui, mi scostò i lunghi capelli dal viso, e mi baciò sulla bocca, mentre le sue mani mi palpavano le coscie con le calze a rete. il ghiaccio era finalmente rotto, sono riuscita a staccarmi a fatica dalle sue labbra nere, per togliermi il chiodo e lasciarlo sulla seggiola, mentre mi veniva tolta la T shirt facendomi restare in reggiseno nero, scivolarono giu' anche gli shorts, con fatica tanto erano stretti ed aderenti, ma alla fine scivolarono a terra, restando in intimo completamente. il treno correva sui binari nel buio della notte, e non credo ci fosse stato nessuno negli scomparti avanti o dietro al nostro a quell'ora. per sicurezza, uno dei tre negri ha fatto una breve corsetta da un'entrata all'altra dei vagoni comunicanti, e dato L'ok agli altri due con un gesto della testa, si son tutti e tre abbassati pantaloni e boxer, rivelandomi i loro bei cazzi lunghi e duri. avevano proprio dei bei pali, molte volte ne avevo presi simili da altri negri, e li conoscevo molto bene ormai. mi son riseduta sulla seggiola, prendendo due di quei cazzi in pugno da entrambe le mani, e aprendo bene la bocca ho iniziato a infilarmeli dentro uno alla volta succhiandoli con avidità e gioia. sentivo l'adrenalina aumentarmi, i battiti del cuore, aumentare di botto, ero già in estasi cosi'. quella che vi sto descrivendo, e una tipica situazione, di drogata da sesso. piu succhiavo queli bei pali neri, piu cresceva la mia eccitazione, se non mi prese un infarto e da spiegare ad un vero miracolo, perchè in certi casi studiati poi in terapia, ho scoperto che quell'eccitazione malata, può a volte anche in soggetti sani, ma con alto tasso di stress fisico, portare a infarti anche pericolosi. ero malata e non me rendevo minimamente conto, il mio unico desiderio era farmi riempire da tutti e tre avevo una fretta come se dipendesse dalla mia vita. una situazione davvero assurda vista da fuori, ma che da dentro, non te ne rendi minimamente conto. dal canto loro i tre negri, erano invece ben felici di offrirmi i loro bei cazzi lunghi anche se dubito avrebbero continuato, se avessero solo saputo che ero malata. la mia era una malattia di dipendenza non infettiva, ma vallo a spiegare a chi di ste cose non ne capisce. avessi detto loro ero malata, sarebbero scappati al volo, o forse nemmeno mi avrebbero creduta. mi fecero alzare dalla seggiola imbottita del treno, mi fecero mettere in piedi al centro della corsia del vagone tra i sedili destri e sinistri, appoggiata con le braccia sui poggiolo di entrambi i lati, le gambe larghe a fomare tipo una X poi uno di loro, credo fosse stato il primo, quello che mi aveva avvicinata per primo, da dietro di me mi mise le sue grosse manone nere sui fianchi stretti, ero impaziente come una bimba che e in trepida attesa di ricevere il suo giocattolo preferito, senza nemmeno scomodarsi ad usare dei preservativi (li avevo ma non li usavo mai e non ne portavo dietro piu di uno o due alla volta), il ragazzone con l'aiuto del secondo, che mi tenne aperte le chiappe, mi appoggiò dritta la sua cappella grossa e turgida nel buchetto del culetto e spinse piano piano facendomelo entrare con un po di dolore. ero disposta a sopportare ogni tipo di tortura pur di farmelo riempire da loro, vedete com'ero combinata. alla fine devo ammettere che sono stati anche abbastanza gentili e premurosi nei miei confronti, non me lo sarei mai aspettato da quei tre. in sostanza il primo negro, mi penetrò e chiudendo gli occhi, mi son lasciata baciare dal secondo davanti a me in piedi, che mi segava e masturbava continuamente, mentre quello dietro ora iniziava a stantuffarmelo dentro e fuori fino a farmelo entrare tutto. iniziai a gemere e godere sospirando forte come un'infoiata ad ogni sua spinta, e piu di una volta, quello davanti, dovette scostarmi i capelli dal viso, perchè continuavo a dimenare la testa da una parte all'altra, mentre l'amico dietro ci dava dentro a rompermi il culo a colpi di cazzo. il terzo guardava per il momento, e ogni tanto faceva dei giretti correndo a verificare non arrivasse qualche ospite indesiderato. non riesco a descrivervi come stavo in quel momento, perchè ero sotto trans ipnotica, e non mi rendevo nemmeno conto di cosa stesse accadendo, se non che mi stavano scopando alla grande, ero come cosciente ma incosciente allo stesso tempo, non so se rendo l'idea. quando ho deciso di mettere insieme questo Racconto dagli scritti di quella notte, ho capito di com'ero combinata emozionalmente e fisicamente. non ero una persona normale che si stava godendo una sana scopata con dei Negri, no, ero una malata di sesso che stava prendendo la sua dose per star bene, sapendo che qualche ora dopo, avrei avuto ancora bisogno di altri cazzi dentro o sarei stata malissimo. iniziavo a sudare e colare sudore, tipico di una persona fisicamente ad alto tasso di stress emotivo, i lunghi capelli iniziarono ad appiccicarsi sulla mia schiena nuda, e sulla mia faccia, mentre adesso anche il terzo si prese la sua parte mettendosi al posto del primo, che gli lasciò il posto per farmi affondare un secondo cazzo lungo tutto dentro e farmi stantuffare nuovamente, nel frattempo a forza di essere masturbata, ero venuta sborrando piu volte a terra. fui scopata a dovere fino a quasi terminare la corsa in treno, l'ultimo a rompermi il culo ormai slabbrato come una caverna, fu il secondo negro che mi aveva masturbato per tutto il viaggio, mi venne dentro come avevano fatto i loro due amici,svuotandosi bene le palle dentro al mio sederino rotto,prima di uscire il suo cazzo ancora duro e pulirselo sulle mie calze strusciandolo, cosi' fecero pure gli altri due, che si ricomposero in un lampo, salutandomi con una carezza sul viso sudaticcio e dal trucco colato, filarono via correndo tra gli scomparti del treno, lasciandomi ancora li mezza nuda con addosso solo l'intimo e colante di sperma da dietro, in piedi a gambe aperte che non riuscivo nemmeno a raddrizzare. mi ci volle un po per capire la situazione, fosse arrivato qualcuno in quei momenti, non so cosa avrebbe pensato. fortuna vuole che nessuno attraversò nuovamente i corridoi dei vagoni del treno, e io poco alla volta, realizzai che il treno stava rallentando forse per l'arrivo in stazione. dovevo muovermi e alla svelta. con l'ultima scarica di adrenalina rimastami in corpo, raddrizzai le gambe, cercai di tornare a sedermi sulla seggiola, rinfilandomi alla buona la T shirt e gli Shorts che infilai a fatica dato il sudore da ogni parte, mi sistemai i capelli, e indossai alla buona il chiodo, filai in bagno, quei bagni che i treni hanno anche a corta percorrenza tra un vagone e l'altro, e cercai di darmi una sistemata sciaquandomi un npo e ritruccandomi come potevo giusto in tempo, per scendere a Varese senza sapere come sarei rientrata a casa ne quando sarebbe passato il treno che mi avrebbe riportata dalla parte opposta. guardai l'ora, erano quasi le Quattro di mattina. ero come si dice in quei casi, sotto Shock, spaesata e quasi in preda al panico, tipica reazione di una persona instabile, e in preda ancora alla dipendenza sessuale, non riuscivo a controllare le mie emozioni, stavo quasi per piangere, per cosa poi non saprei dirvi. ritrovato un barlume di lucidità, ho fatto la cosa piu logica, ho barcollato all'interno della stazione buia e deserta,illuminata solo dai lampioni, trovando la sala di attesa aperta con lo schermo con gli orari dei treni, mi lasciai cadere su una sedia fissando gli orari, il primo treno per Milano Certosa, era alle Quattro e Mezza. assurdo, avrei dovuto passare li piu' di mezz'ora buona. tanto valeva riposarsi e tentare di riprendersi un po ricomponendosi almeno meglio che potevo. da notare, che nemmeno una volta mi e venuto in mente che mi stavo trovando in una situazione assurda, per me era tutto normale, tanto che la voglia stava ritornando a galla, e trovare altri maschi a quell'ora, e in quella stazione era cosa da maghi o illusionisti. intanto che mi sistemavo meglio gli Shorts vidi una figura scura passare davanti alla vetrata della salatta di attesa. pensai ad una guardia notturna della stazione, e mi alzai di scatto ma posti per nascondermi li dentro non ne avevo, intorno alla piccola nsaletta solo sedie e quella vetrata con l'unica porta di entrata/uscita. rimasi immobile fissando la figura maschile che entrava ora illuminata dalla luce al neon della saletta. con mia nsorpresa e il cuore in gola, vidi non era nessuna guardia, ma un semplice signore di mezza età che mi fissò assai male. o almeno cosi' mi parve al primo sguardo, l'uomo evidentemente un Vagabondo o un barbone in cerca di un riparo per la notte, aveva scelto la saletta della stazione per appisolarsi, e certo non si aspettava di trovarmi li a quell'ora. vedendomi impaurita e in quello stato pietoso, mi si avvicinò preoccupato, chiedendomi se avessi bisogno di aiuto. all'inizio non risposi, limitandomi a fissarlo ansimando come avessi fatto una lunga corsa, poi l'uomo riformulò la domanda: 'Hey.. ma stai bene? vado a chiamare qualcuno?' tornata in me, gli presi un braccio e lo pregai di non farlo, di stare li con me che mi sarei calmata subito. l'uomo sembrò prendersi a cuore il mio stato, e cercò di calmarmi abbracciandomi e una volta seduti sulle seggiole, mi chiese piu volte di raccontargli cosa mi era accaduto. lo guardai con occhi che credo in quel momento potendo guardarmi in uno specchio, sarebbero stati di una psicopatica. piu calma, gli dissi che era tutto apposto, avevo inventato una scusa per non dirgli i fatti miei, inventai che mi avevano derubata e che dovevo tornare alla stazione di 'Milano Certosa' al piu presto per fare denuncia. l'uomo parve abboccare, parlammo un po e nonostante fossi ridotta assai maluccio e truccata alla buona, il vagabondo italiano, mi fece capire che ero comunque 'carina' e una bella 'Ragazza'. Ovviamente capi' al volo che ero una trav, ma la cosa sembrava non infastidirlo, anzi, una volta calmata del tutto, fece anche degli apprezzamenti sulle mie gambe e sul mio fisico femminile e Sexy. tutti quei complimenti inattesi, mi fecero risalire in tutta fretta la voglia di scopare. non mi ci volle molto alla fine per convincerlo ad un rapporto, chinarmi sulle sue gambe, estrargli il cazzo moscio dai pantaloni sgualciti e polverosi, e farglielo diventare duro con un bel pompino da urlo. l'uomo mi venne in bocca in pochi minuti, e io ingoiai tutto come sempre, ringraziandolo per la bevuta del suo sperma. l'uomo che tutto sommato era si di mezza età, ma sembrava reggere bene ancora un rapporto sessuale, mi chiese gentilmente se poteva aprofittare di me, dato non gli capitava spesso di fare del sesso. era come invitare a nozze la sposa... l'unico problema era dove andare, dato li dentro sembrava un posto poco sicuro. in stazione posti non ve ne erano oltre la saletta di attesa, e uscire dalla stazione significava andare chissà dove, meglio restare li a quel punto e rischiare. a quell'ora era tutto bsilenzio e deserto, il treno sarebbe arrivato tra meno di venti minuti, e c'era tutto il tempo per farsi una bella sveltina senza problemi, per poi prendere il treno per Milano. anche l'uomo alla fine si convinse, aveva voglia di infilarmelo dentro. ci decidemmo, chiudemmo la grossa porta della saletta, dato era tutto offuscato da una vetrata opaca e non trasparente. ci mettemmo su delle seggiole comodi, anzi lui si sedette, io tolsi al volo Chiodo e feci scivolare via nuovamente gli Shorts, scostandomi da un lato il filo del tanga, e estraendo il preservativo non usato prima, che porsi all'uomo. questo mi guardò tristemente come se gli avessi mostrato un coltello. 'qualcosa non va?' gli dissi preoccupata vedendo la faccia che aveva fatto. l'uomo disse che sperava non lo usassimo... altro invito a nozze per la sposa. a quel punto però, la mia mente malata di sesso dipendenza, mi disse di prendere il cellulare, comporre il numero di Mamma, e di chiamarla seduta stante. era quasi mattino fatto, ma fuori il cielo era ancora abbastanza scuro, non curante se la avessi disturbata o svegliata all'improvviso, attesi che mamma rispondesse. ci mise un po in effetti, mentre attendevo la sua risposta, mi ero già preparata a gambe aperte sopra l'uomo che aveva il cazzo nuovamente duro e dritto, e che teneva con la sua mano destra. Finalmente mamma rispose: 'Pronto Cara sono io, ti ho svegliata? scusami sai.. ma e urgentissimo...' le dissi, mentre lentamente mi sedevo sul cazzo dell'uomo, misi in vivavoce il cellulare, e lo appoggiai in una seggiola accanto a noi, continuando a parlarle. lei mi chiese dove mi trovassi, e cosa avessi da dirgli di tanto urgente da svegliarla cosi' in piena notte. la mia risposta fu solo un gemito e un sospirone forte, mentre il cazzo dell'uomo scivolava dentro al mio culo rotto e slabbrato dai negri di poco prima. di nuovo Mamma mi chiese cosa stessi combinando, e in risposta mia un'altro gemito di piacere e altri sospironi, mentre saltellavo sul cazzo dell'uomo che mi teneva per i fianchi, stantuffandomi come poteva. non son riuscita a dire altro che gemiti sospiri e versi di godimento, prima che mamma evidentemente al solito infastidita, chiudesse la telefonata, lasciandomi continuare da sola a scopare con il vagabondo. finiva sempre cosi', Mamma era abituata a queste storie, anche se se la prendeva sempre. ormai doveva conoscere le mie abitudini, ma continuava a prendersela, invece di cercare di capirmi o farsi una risata come quando le girava bene. Mia mamma ha sempre avuto due caratteri, se le girava bene, era disposta ad accettare di tutto, se le girava male, apriti cielo. inutile dire che la scopata con il Barbone, durò pochissimo, dato non era abituato a far sesso, e venne quasi subito riempiendomi il sederino con altra calda sperma. un po delusa dalla situazione, cercai di non mortificare il poveretto, che mi ringraziava come avesse ricevuto un dono dalla madonna in persona. cercai di mentire, dicendogli che scopava ancora da dio, e che avevo goduto molto. in realtà avevo piu voglia di prima, ma non lo dissi ovviamente. guardai il tabellone della saletta mentre mi ricomponevo, e vidi che il treno per Milano Certosa, era in arrivo sul primo binario, proprio dove mi trovavo. ringraziai ancora l'uomo e indossato il giubbotto, corsi fuori ad attendere il Treno che già stava per transitare sulla banchina numero Uno. non appena le porte si aprirono, salii e presi posto in un vagone deserto, sedendomi stanca, assonnata ma ancora vogliosa di Cazzo. quella notte, sembrava non terminasse mai,e io forse per la prima volta, mi resi conto della mia situazione attuale. stavo male e dovevo farmi aiutare, stavo degenerando ogni giorno di piu', e mi resi conto che dovevo avere una dipendenza sessuale avanzata. il punto e che non sapevo che fare ne a chi rivolgermi, non essendo esperta di certe situazioni, ero spaesata e anche spaventata. le porte si richiusero nel frattempo, e il treno si rimise in movimento per direzione 'Milano Certosa'. ero davvero esausta, quella passeggiata notturna, si era rivelata a metà, tra incubo e piacere, e mentre riflettevo su cosa avrei dovuto fare per curare questa mia insana voglia di sesso, ormai arrivata ad uno stadio avanzato, e calcolandone tutti i rischi del caso, la sorte mi mise nuovamente alla prova. guardandosi intorno con passo stanco e avanzando come uno che non vede l'ora di andare a dormire, nel mio vagone, entrò un tizio ben vestito, nonostante il caldo che faceva fuori, l'uomo indossava giacca cravatta, camicia e aveva una valigetta piatta stile vecchia 24 ore sottobraccio. lo guardai, aveva i capelli brizzolati, nemmeno un filo di barba, ma dal viso si capiva che era stanco e assonnato quanto lo ero io. doveva essere un uomo d'affari mi dissi o roba del genere. l'uomo incrociò il mio sguardo incuriosito, e mi fissò, accennandomi un lieve sorriso, che non gli ricambiai. voltai la testa al finestrone e lasciai l'uomo ai suoi affari seduto poco piu in la da me. cercai di riposare un po e rilassarmi, non volevo creare altri problemi, avevo il sederino che mi doleva e bruciava, slabbratissimo dalle scopate di quella notte, ero truccata male dato mi ero ritoccata alla buona, e non avevo certo l'aspetto decoroso che avevo all'inizio. i miei capelli erano stropicciati e stavano apposto a malapena, le gambe mi tremavano, le calze a rete, si erano per metà bucate o strappate in vari punti, sembravo appena scappata da un manicomio criminale, o peggio, una che ha appena subito uno stupro. con la coda dell'occhio sinistro, tenevo lo sguardo sull'uomo, che piu di una volta, si era voltato indietro per guardarmi. ma ero troppo stanca per farci caso, non vedevo l'ora di arrivare in Stazione per rincasare e dormire, il giorno dopo avrei cercato aiuto per la mia brutta situazione sessuale. non dev'essere passata nemmeno mezz'oretta, da quando partimmo, che ad un certo punto, lo strano uomo ben vestito, si stancò di voltarsi a guardarmi, ma decise di togliersi il dubbio che lo rodeva evidentemente. si alzò, fece quei pochi passi dalla sua poltroncina alla mia, e con aria seriosa in un fil di voce mi chiese: 'scusa... non sono affari miei, ma stai bene?' voltai la testa verso di lui, e lo guardai con una faccia assai stupita. ' Certo che sto bene le sembra il contrario forse?' ho risposto seccamente. l'uomo mi guardò sorpreso da quella risposta, come per dirmi, volevo solo sapere se avevi bisogno di aiuto, mi scusai quasi subito, e gli dissi che avevo passato una nottataccia, non ce l'avevo con lui. l'uomo capi' il mio discorso, e chiese di sedersi accanto a me. parlandoci ho scoperto casualità, che era uno psicologo, un dottore privato insomma,che stava rincasando dal suo studio. fprse la sorte stavolta mi aveva dato una mano. ne aprofittai per confidarmi, e raccontargli tutto quello che mi era accaduto in quella nottata. dai tre negri al vagabondo in stazione. ma gli raccontai anche della mania di chiamare mia mamma ogni volta mi stavo facendo scopare da qualcuno, e altri episodi che avevo passato, durante quegli anni. l'uomo ascoltò ogni particolare senza aprir bocca, e solo alla fine, parlò, consigliandomi uno studio privato, di un suo stimato collega a Milano. uno psicologo/sessuologo,di cui non farò il nome per rispetto della sua privacy. lui mi assicurò, avrebbe potuto darmi una mano a radrizzare la mia vita. lo ringraziai di cuore, intanto il treno era giunto alla mia Fermata. scesi e senza problemi di altro genere, rincasai che si era ormai fatta l'alba. da li in avanti, e iniziato il mio lunghissimo percorso di riabilitazione sessuale. Come dicevo all'inizio di questa assurda e lunga esperienza, se non avessi avuto quei fogliettini, su cui mettevo nero su bianco, tutto quello che mi succedeva, mai mi sarei resa conto di com'ero conciata alla fine, e mai avrei avuto la possibilità, di narrarvi le mie esperienze sotto forma di Racconti.
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