PARTE 2


Ero fermamente deciso a scoprire tutta la verità, a qualunque costo! Presi sei mesi di aspettativa dal lavoro, senza dire niente in famiglia. Presi un monolocale con garage in affitto, a cento metri dalla nostra abitazione, dal quale potevo osservare con un binocolo l’ingresso del nostro palazzo. La mattina, invece di andare al lavoro, mi trasferivo lì, mettevo la macchina in garage e mi mettevo in attesa. I miei figli uscivano presto, verso le 7:15, perché frequentavano l’università a Bologna. Mia moglie usciva intorno alle 8:30 con la sua auto (il suo ufficio era a meno di un chilometro), e la cosa mi insospettì. Rientrava poi a casa verso le 19:30, sempre con l’auto e portava con sé la borsa della spesa, oltre che la borsa della palestra, o del ballo. Il secondo giorno la pedinai, ma vidi che effettivamente andava al lavoro. Apparentemente tutto sembrava quadrare: andava al lavoro, alle 12:30 usciva, probabilmente pranzava velocemente in giro, e al pomeriggio se ne andava in palestra, a scuola di ballo, e poi a fare la spesa…


Qualcosa dentro di me però mi faceva dubitare…


Il terzo giorno, dopo averla pedinata fino al lavoro, decisi di aspettare in macchina (parcheggiata in un luogo nascosto) fino a che non fosse uscita dal lavoro. Alle 12:30, puntualmente, lei salì in macchina. Io mi misi a seguirla, ad una certa distanza. Con mia sorpresa non si fermò in palestra, come avevo immaginato, e poco dopo scomparve nel traffico. Io allora mi precipitai alla scuola di ballo (che lei sosteneva di frequentare) e guardai nel parcheggio: la sua auto non c’era. La parte razionale del mio cervello mi diceva che probabilmente era andata a mangiare in qualche bistrot o take away, ma una vocina, dentro di me, non mi dava pace…


Tornai alla mia base. Ordinai immediatamente un rilevatore di posizione con la calamita su Amazon, che feci arrivare alla vicina tabaccheria, e la sera seguente glielo piazzai in macchina.


Il quarto giorno delle mie indagini quindi, invece di seguirla, feci fare tutto al GPS. Dopo il lavoro, con mia grande sorpresa, la sua auto percorreva la tangenziale fino all’uscita 6, dove imboccava la strada provinciale. A circa 6 chilometri dalla città, si fermava nei pressi di una trattoria, dove mia moglie si intratteneva per un’oretta e mezza (un po’ troppo per una pausa pranzo da sola non vi pare?), poi riprendeva a percorrere la tangenziale fino al paese di S. (a 12 km dalla città), dove veniva parcheggiata di fronte a un grande condominio… Intorno alle 18:40 (dopo essersi intrattenuta nell’edificio per circa 4 ore) vidi Leonarda uscire dal portone con il borsone della “palestra” a tracolla. Si infilò in macchina (da sola) e percorse la strada a ritroso fino alla città. Si fermò nel supermercato vicino a casa nostra, dove comprò qualcosa da mangiare, e poi rientrò a casa con la borsa della spesa. Io, come se nulla fosse, rientrai a casa verso le 20:30. Con finta noncuranza girai per tutta casa in cerca del borsone di Leonarda, ma non lo trovai. Allora con la scusa di andare a fare una passeggiata, perlustrai la cantina (non c’era niente di strano) e il garage: del borsone non vi era traccia, ma l’auto di Leonarda era chiusa,e immaginai che il borsone doveva trovarsi nel baule…


 


CONTINUA…