Mi sento la donna più fortunata del mondo. 


Sono stata in ferie ai Caraibi, non ho fatto altro che bere, ballare e scopare, il sole mi ha regalato una meravigliosa abbronzatura, la vacanza è stata offerta dal mio capo che è rimasto tutto il tempo con me insieme al mio dolce marito che approva e sostiene questa relazione a tre facendomi sentire sempre coccolata quando serve. Da un lato ho l'amore e la stima che desidero, dall'altro il sesso e i soldi che voglio


Sono giorni che hanno lasciato il segno nel mio animo e continuo a ripensarci ora che l'aereo ci sta riportando a Milano.


Due sere prima di partire sono stata con un local; o meglio quel porco di Daniele mi ha fatto scopare con lui e quel cornuto di mio marito ha accettato come sempre senza dire nulla. Forse erano pure d'accordo i due porci. Io comunque non mi sono tirata indietro: ho sempre avuto il desiderio di farmi prendere da un lungo cazzo nero e quando avrei più potuto se non a Cuba? Rientrando in camera dopo la consueta festa serale io ero più brilla del solito e non avevo fatto caso che oltre ai miei uomini c'era pure un giovane cameriere del ristorante. Arrivati sul pianerottolo della stanza, non ho avuto nemmeno bisogno di fare domande: mio marito che mi bacia, Daniele che mi alza il vestito e mi mette le mani sul culo e il ragazzo che prende le chiavi e apre la porta. Come ogni sera qui, come ogni giorno a casa, il disegno del mio capo è già pronto e io e il cornuto non dobbiamo far altro che eseguire.


Eseguo: lascio il vestito (l'unica cosa che indossavo) nelle mani di uno, i sandali nelle mani dell'altro ed entro in camera a quattro zampe come una cagnolina lasciando la porta aperta per permettere a loro di ascoltare visto che rimarranno sul pianerottolo (anche Daniele, incredibile come mi abbia "venduto"!) Il ragazzo mi aspetta in piedi, evidentemente già istruito da quei due maiali. Già nudo, col cazzo in tiro mi fa alzare quando gli arrivo di fronte; ha un bel fisico, è giovane (credo 20 anni o poco più) e mi bacia con trasporto. Immagino già la sua lingua che ho in bocca, tra le labbra della mia figa...


Al termine di quei secondi, quando riapro gli occhi mi accorgo di un particolare che mi fa letteralmente infoiare come una troia: oltre il vetro della veranda chiusi fuori sul balcone ci sono quattro uomini seduti che ci guardano pronti a segarsi. Mi sento venduta, mi sento usata e mi sento in vetrina per tutti quei camerieri dello staff. Ma la cosa non mi pesa, anzi mi eccita e se Daniele e mio marito vogliono questo io sarò la troia italiana di questo ragazzo. Lui capisce che tutto questo mi gusta e mi porta proprio vicino alla vetrata. Mi fa inginocchiare e io mi piego sulle gambe pronta per prendere il suo palo in bocca. Lo guardo dal basso e attendo le sua mano: prima mi solleva il mento, poi mi preme la fronte con due dita e me lo infila tenendomi ferma. Mi scopa la bocca, me lo spinge quasi in gola e poi ritorna e continua. Io sono eccitata e bagnata: mi metto le mani sulle tette e continuo a toccarmele; mi piace il cazzo, lo sento duro in bocca, mi sento addosso gli occhi di quei quattro oltre il vetro ma a pochi centimetri da me. Succhio e lecco, metto la lingua in bella mostra, poi prendo un pò di iniziativa e vado più sotto a baciargli le palle. Risalgo dall'interno per leccargli tutta l'asta da un lato ma soprattutto per guardare oltre il vetro e vedere che quei maschi non tolgono lo sguardo dalla mia bocca e se lo menano di gusto. Quanto mi sento puttana, deliro di piacere.


Il ragazzo mi porta nel letto, ci tocchiamo e ci baciamo ovunque: so che sarà indimenticabile per me, ma voglio che lo sia anche per lui. Nella mia mente perversa ho deciso che voglio dargli il culo senza dargli la figa... Gli faccio capire che voglio essere sculacciata e lui mi soddisfa anche se lo vedo sorpreso. Mi prendo la mia decina di schiaffi sul sedere ma continuo ad incitarlo ad andare avanti! Abbaio come una cagna ad ogni sberla apposta per farmi sentire dai miei uomini, mentre dall'altra parte vedo già una sborrata sul vetro. Vogliosa come mai vado a prendere un preservativo dal comodino e glielo srotolo sul cazzo: è duro come il marmo, bello lungo, fortunatamente non molto largo. Mentre gli massaggio le palle lo cerco con gli occhi e cerco di farmi capire: "fuck my ass, only my ass" sono le mie parole prima di mettermi a pecora ad aspettarlo. Quanto sono vacca!?!


A me piace prenderlo nel culo. Mi fa sentire posseduta, preda del mio uomo. Quando sei a 90 e ti offri tutta non puoi sapere con che forza verrai presa; sai che ci sarà dolore e non solo piacere ma ti metti nelle mani di quello che diventa il tuo padrone e decide per te. Mai come in quei momenti io mi sento la troia del mio uomo e mai come quella sera mi sono sentita troia di un ragazzo di cui non so il nome, troia di quei maschi che guardavano, troia del mio bull che mi ha fatto sentire venduta e troia del mio cornuto guardone.


Lui è stato bravissimo. Mi ha accarezzato dalle spalle fino a scendere verso il sedere, poi si è aiutato con le mani ad aprirmi e lentamente ha prima appoggiato e poi fatto entrare il suo uccello nel mio culo piano piano ma senza sosta e sempre più in fondo; mi sono sentita prima aperta e poi riempita, tutta riempita di cazzo. Passata la paura ho iniziato a godere dei suoi colpi. Lo incitavo, gemevo e gridavo in italiano perchè mi ero accorta che i miei uomini erano sulla soglia della porta a guardarmi. "Scopami il culo, scopami tutto il culo" non facevo altro che ripetere mentre lui mi pompava tenendomi a pecorina per i fianchi. Sono stati minuti meravigliosi, non volevo finissero mai.


La foga dei suoi colpi cresceva e ha finito per farmi sdraiare tutta coperta dal suo corpo mentre il suo uccello non si stancava di incularmi. Ho sentito orgasmi continui soffocando le mie grida nel cuscino, prima di capire dal suo ritmo che stava per venire. Sono stata sua, mi sono offerta ai suoi affondi più profondi, mi sono sentita tutta tutta scopata fino a farlo svuotare di sborra... è stata un'inculata memorabile per me. Prima di rialzarsi dal mio corpo mi ha sussurrato solo due parole all'orecchio: puttana e italiana mi ha detto. Poi si è sfilato lentamente dandomi ancora del piacere e ha lasciato il preservativo pieno sul comodino.


Quindi ha aperto la porta del balcone ed è uscito dalla stanza attraversando la camera insieme ai suoi quattro amici, mentre io sono rimasta sdraiata e immobile, come sventrata nel letto. Non hanno parlato ma io ho come sentito i loro sguardi che avrei poi incrociato il mattino dopo senza vergogna nella sala della colazione, desiderata come mai da tutti loro. Il mio bull se ne è andato con loro, mentre il mio cornuto ha chiuso la porta ed è venuto da me. Mi ha dato un dolcissimo bacio sul culo e poi mi ha accompagnato in bagno per sistemarmi prima di dormire.


Ora che l'aereo sta per atterrare sento di portare dentro il ricordo di quella sera e delle parole di Daniele del giorno dopo: la fine della storia.

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