Ebbene si!... Alle fine ho ceduto.
Anche oggi mi sono ritrovata a pranzo con la Scrofa!
Ho dovuto mangiare quella carne unta e salata che LEI tanto adora in un " locale etnico " .
L' opzione vegana non c'era (ovviamente!) e il posto... Beh!
Non so se ci fosse piu' grasso a sgocciolare dagli arrosti sugli spiedi o a incrostare le vetrate...
Dio quanto mi manca la vita in centro!!!
Si lo so, lo so, ho detto, o meglio, ho scritto ieri che avrei finalmente posto un limite, che me la sarei scollata di dosso... ma sai come sono fatta:
Mi da fastidio contrariare le persone e cerco sempre di evitarlo quando e quanto piu' possibile!
...Alla fin fine un tatto sufficiente per dirle una cosa del tipo:
"Mona cortesemente evitiamo di vederci per i prossimi due o tre secoli visto che la tua sola visione e' abbastanza da causarmi instantaneamente una svariata gamma di malattie veneree" non esiste!
Non mi piace neanche l'idea di ferire cosi' una persona... per quanto laida e infima come quella di cui stiamo parlando.
Lucia sei troppo buona!
Forse.
Ma adesso basta, ho sopportato abbastanza.
Penso, oggi a pranzo, di aver avuto la piu' surreale e volgare discussione di tutta la mia vita e CREDIMI, questa settimana sara' l'ultima che passero' a farle compagnia...
Meglio se entro piu' nel dettaglio e ti racconto:
-----------------------------------------------------L'omicidio della scarpetta.-----------------------------------------------------
E' un lunedi' caldo.
Caldo abbastanza da farmi sentire le labbra secche e la testa che gira.
LEI pero', sembra non sentirlo.
Inesorabile come l'acqua di una cascata che precipita in eterno, cosi' Mona con la sua voce potente continua ormai a parlare senza fermarsi, pare, neanche per riprendere fiato.
Sicuramente non per pensare!
Per tutto il tempo, non ho potuto fare a meno di fissare la goccia di sudore che prima imbilico sul suo indice e' discesa lenta, a tratti e sinuosa quasi carezzevole lungo il contorno piacevole fra il dorso del suo piede bruno la pianta ocra.
Non ho portato con me il telefonino, non so che ora e'. La goccia ha scandito quel momento sgradevole e dilatato come la sabbia della clessidra,
Invitante, mentre il sole di agosto per brevi attimi la fa luccicare, pare un rivolo di resina stillata dal dorso ambrato e venato del suo piede.
Le piante invece sono ruvide, spaccate e al contempo viscide, vero specchio del suo io.
Bleah... ancora pochi centimetri e mi finiscono quasi nel piatto!
Penso, ancora una volta, a quanto intenso sia il sentimento di disgusto e rabbia che quella donna riesce a suscitare in me.
Voluttusosa, gonfia, arrostita dalle lampade e buttata li' contro lo schienale mentre mi schiaffa quei piedi dalle piante giallognole praticamente sotto al naso.
Eppure... eppure mentre languiscono li', libere dalle ciabatte rimaste in terra, oscene, non posso fare a meno di rendermi conto di quanto quelle estremita' vigorose, indurite e di odore sgradevole mio malgrado mi tengano prigioniera.
Non fiato.
Non le faccio notare la maleducazione del gesto.
Ancora una volta rimango li, a degnarla del mio tempo e di tutte le mie attenzioni.
"Ma che ci faccio con lei?!"
La guardo ancora.
Con poco ormai a separarla dai quaranta, Mona DePasquale e' sicuramente il tipo di donna che rimane piacente per molto tempo.
A un viso sensuale che giusto incomincia ad essere un po' appesantito, sono stati regalati una bella bocca, degli occhi intriganti e dei lineamenti pronunciati, ma eleganti che le danno un' aura quasi aristocratica.
Un contrasto netto coi suoi modi volgari e rozzi. Anche nella maniera in cui si concia, impietoso per la sua eta', dalle trecce afro che porta raccolte a carciofo e che le ricadono ai lati del viso, al modo di vestire kitsch e pretenzioso allo stesso tempo, sembra di avere a che fare con un paradosso vivente.
Questo pomeriggio, porta una gonna dalla tonalita' severa , ma di lunghezza quasi inesistente e che stride con i leggins militari messi sotto!
A una giacca sportiva di marca, elegante e dello stesso colore della gonna, ha abbinato un orrendo top smanicato verde marcio come i leggings con una sagoma che dovrebbe ricordare il continente africano se non fosse semurisucchiato nell'incavo dei seni. Scelta di taglia tattica davvero di cattivo gusto, visto che, a ogni suo respiro, lo smanicato sembra sempre sul punto di scoppiare!
Giuro di aver visto quello schifo in una pubblicita' alla TV, lo stesso modello che danno via gratuitamente in altre 2 varianti colorate se compri anche la rivista.
Tutto ovviamente devoluto a popalazioni meno fortunate. Che imbarazzo!
E io sono qui, a frequentare una cosi'.
Cosa mi impedisce di alzarmi e come tante altre volte ho fatto nella mia vita, con persone anche meno sgradevoli (che e' dir nulla!), mandarla al diavolo e uscire sbattendo la porta?!
- CARA chiaramente io non sono brava a fare a gara di paroloni e " principi morali " come lo sei tu!
Ma dammi sette giorni a partire da oggi e io ti garantisco che quando ci ritroveremo qui a parlare, sarai CURATA. Niente piu' fedelta'... intimita' o altri di quegli schifosi concetti antiquati che adesso non puoi fare a meno di parlarmi!
Tu abbraccerai o meglio... Ti FARO' abbracciare quella che in questo meraviglioso millennio e' la vera definizione di Amore:
Un sentimento a cui ci si da illimitatamente e sopratutto indiscriminatamente!
Vedrai che quell'orrendo anellino pian piano te lo faccio sentire cosi' stretto che alla fine sarai tu stessa a chiedermi di buttarlo! -
...Praticamente dice che vuole trasformarmi in una puttanella sottomessa, un Barby ambulante che esce con tutti tranne che col marito. Che schifo!
Non hai idea della repulsione che quella donna vile e cinica mi ha sempre fatto!
O meglio ce l'hai... visto che te l'ho scritto fino ad adesso! Ma dimmi tu se questo te lo saresti aspettato!
Fin dalle prime volte che ci siamo frequentate, fiera a raccontarmi di come le piaccia frequentare "fidanzati" educati e rispettosi per poi uscire solo con tipi di colore, possibilmente piu' per volta e, rigorosamente, tutti insieme!
Di come la gratifichi, solo in presenza di questi "gentiluomini", interrompere la rude, severa e aggressiva maschera della femminista milleniale per essere la perfetta schiava-zerbino.
Se da un lato sia io che lei ci consideriamo, piu' o meno ferventemente, delle attiviste del movimento, tu sai anche che io sono sempre stata una sostenitrice della parita' e il reciproco rispetto!
Non finiro' mai di scrivere quanto il mio Marco sia un angelo!
Mona invece non e' una di quelle donne che si batte perche' delle qualita', dei diritti o delle virtu' le vengano riconosciuti, lei vuole un mondo in cui la sua lussuria, i suoi vizi siano scusati, difesi e celebrati.
Come lo e' dei suoi tradimenti, lei e' anche orgogliosa dei suoi seni mastodontici, dei fianchi smodati e dei glutei rigonfi. Santo cielo! Da quando essere incapaci di seguire una buona dieta e' diventato un vanto?!
Me la posso vedere davanti anche adesso!
Magari mentre inclina il collo oscenamente roteando gli occhi all' indietro e mi dice di come il sentirsi... la scrofa, ( Non scrivo neanche l'epiteto che mi ha detto lei, non voglio essere volgare! ) offesa, usata eppure esibita come riscatto, come ripicca verso un paese che non da abbastanza, la faccia impazzire.
Nonostante il mio pudore io ho sopportato, sempre.
Anche quando incrociandoci con Marco, non si risparmia, poi, commenti sottili su di lui tentando di tentarmi a tradirlo coi tipacci con cui esce , ho fatto la tonta fingendo di non capire.
La calma e' la virtu' dei forti alla fine. O no?
Sempre oggi mangiando, con un' agghicciante disinvoltura, mentre degluttisce un boccone di carne e si leva col mignolo uno schizzo di maionese colato sul seno, riprende l'argomento spiegando di come qualche anno fa ha mollato il marito e figlio piccolo per mettersi con uno spacciatore nigeriano qui a S** S***.
Io rimango di colpo di sasso, inorridita.
E lei piu' disgustosa che mai, oscenamente disinvolta e compiaciuta della mia reazione, racconta anche di altre " compagne " sue amiche, ( fra virgolette io cito le sue parole, fosse per me avrei usato ben altro epiteto! ) si sono lasciate convincere ad abbracciare il medesimo stile di vita.
Presto occidentali e patriarcato, a sua detta " fonti di tutti i mali" saranno estinti.
Per il momento, mi ha detto, tiene una lista delle coppie/matrimoni che ha rovinato.
Poi sfila un libretto in pelle nerastra dal Blazer e me lo porge tutta sorridente.
"Omicidio della Scarpetta" -Morte al romanticismo!-
Tre nomi completi e ovviamente le date, due o tre righe fra questi per scrivere cose tipo facile, divertente, commenti compiaciuti e qualche considerazione sulla vittima (si' lo dico io!) come testarda, ingenua ecc...
C'e' una voce senza la data.
Lucia Belli ///// Romantica.
E' stato a quel punto che sono sbottata dicendole quella parola che inizia per "P" e che noi donne odiamo!
Non e' stata solo rabbia quello che ho iniziato a provare, disgusto o tristezza.
Ho sentito del gelo. Di storie cosi' orribili, tanto uniche da finire per essere scritte o raccontate se ne sente in continuazione.
Capitano davvero.
Per quanto, come dico sempre, quella donna ha il cervello di un oca, so anche che ha un modo di fare, di parlarti, che ti avvolge, ti annichilisce... e' difficile da spiegare cosi'.
Una volta facendo zapping capitai su Canale 5, durante quel programma che si occupa solo di portare controversie per lo piu' insulse, assistei all' inquietante scena di una corpulenta madre dai modi a dir poco plebei scagliarsi contro un anonimo medico usando come spauracchio il pericolo occulto del vaccino.
Non era importante quanto il medico fosse preparato, ovviamente professionale, facesse presente che l'autore dei famosi studi sui sugli effetti collaterali, avesse poi tentato di vendere delle sue versioni venendo quindi incriminato o quanto tremende siano le malattie che si possono prevenire con una semplice punturina, spesso per un bambino anche mortali.
Quando la madre, a quanto pare tanto ignorante e stupida dal non essere in grado di comprendere una cosa cosi' semplice, prendeva parola, lo faceva con una sicurezza, un' instintiva conoscenza di come, cosa e che tasti toccare nel pubblico tali da riuscire a terminare quasi tutti i suoi interventi con fragore d' applausi anche senza essere in grado di controbattere davvero a nulla che il medico affermasse.
Un angolo del libricino di Mona ancora sporge dalla sua tasca. La pelle luccica per il sole. Sembra ammiccare.
Non le ha dato fastidio che le dessi della mercenaria. Non ha bisogno di razionalizzarlo. Lo e' e le piace.
Un suo schiocco di dita imperioso mi riporta al presente.
Mona insiste.
-...-
Rispondo qualcosa per sembrare spavalda e divertita. Minimamente toccata dal suo cinismo.
Ma un bluff fatto con uno sguardo incapace di reggere il suo, attratto irresistibilmente verso le sue forti estremita', tentando di scuotere via di quell'odore acre, e' perso sul nascere e lei lo legge facilmente proseguendo compiaciuta:
- Una come te, bianca, privilegiata, snob... ha bisogno di qualcosa... qualcuno... di che la rimetta al suo posto! -
E il suo sguardo cattivo si fa seguire dal mio mentre va a posarsi oltre le mie spalle.
Mi volto.
Il proprietario del locale, un individuo dalla pelle scura e la pancia enorme e' intento ad asciguarsi il sudore sulla testa pelata con uno strofinaccio che spero non sia lo stesso usato per pulire i tavoli. Si accorge di essere a guardato e ricambia il sorriso di Mona con intesa.
- Tu non fai sul serio... -
Sostiene il mio sguardo con un' espressione gelida.
I suoi occhi si sono fatti piccoli, scuri, rapaci.
Sembrano attraversarmi, leggermi dentro. Li sento sulla nucca.
- Ahem... Ed esattamente... come vorresti convincere un architetto in carriera per di piu' felicemente sposato a lasciare tutto per mettersi con un essere che sembra farsi il bagno nel grasso della carne che vende? -
- Ma tu non lo vuoi! Tu vuoi essere trattata come la sgualdrinella che sei! -
- Allora Cara? Non dici nulla? Ti vuoi mica tirare indietro? -
- Tu sei pazza! -
- ... -
- Completamente pazza... Ma poi... Ma poi se anche accettassi, cosa ci guadagnerei io? -
- Be'... nulla! -
Sorride come una che la sa lunga.
- Ma d'altronde, il non accettare, sarebbe la prova definitiva di una totale insicurezza nascosta dietro una crosta di moralismo. -
Esito.
Che scrofa!
Capisco che l' accettare, l'assecondare quella donna prepotente sarebbe fare il suo di gioco.
Ma poi... mi dico che rifiutare le permetterebbe di portarsi a casa un trofeo, un'ennesima conferma con cui nutrire la visione del mondo angosciante e squallida di cui piu' volte mi ha dato un asssaggio.
- Che... cosa dovrei fare? -
- Be'... visto che tu sei tanto bianca, beneducata e superiore, ti chiedero' di assecondare solo questa povera plebea senza mai rifiutarti per sette giorni. -
Mona si carezza la striscia di seno lasciata scoperta dal top.
- Se dopo una settimana esatta a partire da oggi, non saro' riuscita a fare di quel bel cervelletto sofisticato una pappetta capace di pensare solo prenderlo da qualche bel ragazzo di colore... complimenti mi avrai dimostrato che " lealta' " " dignita' " e queste cose qua di cui parli... per alcune persone in effetti esistono davvero. In caso contrario, beh... il prossimo lunedi' ci saranno molti cambiamenti da fare e mi aspettero' da parte tua un diverso atteggiamento nei confronti miei e di tutto cio' che rappresento... -
Ride.
Guardo' per terra dove giacciono lerce le infradito dell' arpia. Sotto aloni di sudore, su uno sfondo che non sarebbe stato verde pisello per ancora molto, vi si legge il disegno di un pugno nero e la scritta AFRICA.
" Non posso darla a vinta a una cosi' "
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Martedi' 6 Agosto 2018
Caro Diario,
E' strano, tutto e' cosi' assurdo.
Come al solito sto scrivendo di sera.
Ieri mentre Marco dormiva beato sono rimasta sveglia pensando con rabbia alla Scrofa. E ancor di piu' a me che mi lascio letteralmente mettere i piedi in faccia.
Perche?
Penso a noi, penso a me e mio marito, che sposati da poco per poter vivere assieme, siamo andati a stare a a S** S***, e a quanto tempo passera' prima di poterci permettere la vita in centro dove sono cresciuta:
Qui in periferia, senza amicizie, la mia cultura, i "miei moralismi" come li chiama lei, non mi danno nessun tipo di vantaggio.
Fra coetanee occupate a dare la colpa di tutti i problemi al proprio popolo ma non a loro e troppo impegnate a tingersi i capelli e da donne straniere invece preoccupate a nasconderli, mi sento persa e sola.
Forse per questo, mi dico, sia pure con riluttanza, sono incapace di rifiutare la compagnia dell' insistente donna che sfortunatamente vive sopra di me!
Alle 8 di mattina mi arriva un messaggio.
E' lei.
Un vocale in cui con una voce unta e appoccicosa mi chiede di venire su da lei.
Quando le rispondo affermativamente, il suo tono si fa piu' spavaldo.
- E' meglio che ti tieni libera per tutta la settimana Cara! -
- Scrofa! -
- Mmmm... Amore? -
Marco mi direbbe che e' un'idea assurda... Ma se avesse potuto vedere, ieri, la meschinita' di quella donna disgustosa, il suo cinismo, sicuramente mi capirebbe.
- Ah niente caro, scusa se ti ho svegliato, ma... vado... sto andando a lavorare. -
Peccato che lui non puo'. Non capirebbe e si preoccuperebbe per me. Non voglio dargli pensieri.
O dare all'arpia il potere di metterlo di cattivo umore come fa lei con me.
- Pensavo che almeno ad agosto saresti rimasta a casa. -
Nel suo tono c'e' un qualcosa di supplichevole che ricorda quello di un bambino a cui e' stato fatto credere di ricevere proprio il suo giocattolo preferito scoprendo solo all' ultimo l'inganno.
- Infatti... ma... ma sta settimana sara' un po' cosi', fino al prossimo lunedi', scusa Amore, e' una cosa complicata... burocratica... e' lunga da spiegare, ma tu non ti preoccupare. Ti amo. -
Mi sento un mostro. Non dico mai bugie a Marco.
Poi ripenso al viso gonfio e vile di quella donna.
"Lucia Belli ( 12 agosto?!)"
- E' per una buona causa! -
Salgo le scale riluttante, l'appartemento della Scrofa sta a qualche piano sopra di me... sopra di noi.
Su un pianerottolo sento quasi con chiarezza lo speaker di un documentario, ma sono troppo stanca per distinguerne le parole.
- Ah... eccoti Cara! -
Mona e' li' in piedi direttamente sul pianerottolo.
Mi coglie di sorpresa mentre sono stanca e ansimante. Ancora non ho finito di salire l'ultima rampa di scale.
Dentro al chiuso, mentre salgo gli ultimi gradini, ho una chiara percezione della sua fisicita'.
Certo e' una donna prosperosa, ma comunque energica, sostenuta, sembra quasi una amazzone con quei capelli tribali e la pelle abbronzata.
Davanti alla porta, in contrasto con la linea verticale e dritta, il suo corpo e' una linea sinuosa morbida, come quelle che le contornano il viso, gli zigomi, le guance, lati delle labbra e il mento,
Porta un completo composto da una giacca sportiva e una gonna color champagne. Un dolcevita a sbocco di un rosa molto delicato rendono la sua carnagione bronzea piacevole, oltre che a dare un ulteriore accento alla densita' del busto massiccio.
Comincio, arrivata in cima, a sentirmi vulnerabile.
Io sono slanciata, ma lei e' piu' alta.
Di nuovo, mentre sorride soddisfatta, mi incalza con quello sguardo penetrante e ferino, vagamente minaccioso.
Mi sento risucchiata verso il suo viso.
- Entra pure CARA. -
Le dita avide di Mona mi passano piacevolmente fra i capelli lunghi e serici mentre, riluttante, vengo spinta con apparente delicatezza nel salotto.
Trovo la forza di scostarmi dagli artigli dell'arpia solo quando lei ha gia' deciso di lasciarmi.
Le sue mani odorano come i suoi piedi odoravano ieri. E' proprio una scrofa!
Mi guardo intorno, e non sorprendendomi di trovare un arredamento essenzialmente spoglio e quasi del tutto bicromo e anonimamente minimalista proprio come detta la moda.
A una parete, una libreria grande quanto un portadischi e' occupata da qualche volume sparuto di cui per fortuna non riesco a distinguere il titolo e varie cianfrusaglie di aspetto tribale.
Un'altra, lunga quanto il muro, e' destinata invece a una delle passioni di Mona. Scarpe.
Tacchi, sandali sottili, ballerine, tutte e solo scarpe aperte...
Lei calza un paio di tacchi brillantinati rosa dalla punta a dir poco minacciosa. Le ciabatte le ha lasciate da parte per sta volta, ma la bandiera dell'africa e' ripresa su piu' volte fra poster, libri e sculture che sembrano prese all'edicola dell' aeroporto. Unica traccia di colore che spicca fra quelle tonalita' di grigio e rosa di pareti, mobilio e scarpe.
Mi sembra di essere entrata nella sua testa! Un contenitore formalmente organizzato, sterile, in cui un tentativo di esotismo gridato a pieni polmoni prova a distrarre dalla totale mancanza del contenuto stesso.
- Brava, ero preoccupata che all'ultimo rinunciassi. Non vedo l'ora di iniziare il "trattamento". -
Mi sento ancor piu' a disagio.
- Seguimi. -
In uno studio vengo fatta sedere a una comoda poltrona mentre Mona abbassa le persiane fino a far si che filtri luce appena sufficientemente da intravedere le sagome e null'altro in piu'. Poi accende delle candele profumate che dispone sui mobili intorno.
Ammetto di essermi lasciata sprofondare nella schienale soffice mentre la sonnolenza dopo la notte passata male si fa risentire di colpo.
Una grossa lampada fatta da un minerale rosa viene appoggiata sulla scrivania davanti a me e il riverbero piacevole riscalda il mio viso stanco.
Mona mi parla da dietro.
- Ricordati CARA. I termini sono che dovrai seguire tutte le indicazioni che ti verranno date! -
Blah,blah,blah...
Le sue dita abili riprendono a passarmi fra i capelli e questa volta non mi scosto o non tento di oppormi.
- Si' ricordo, cosa devo fare? -
- O nulla di che per oggi, lasciati andare e fai un bel sospiro... ecco cosi'... Brava! -
Mi sento debole, mentre vengo meravigliosamente premuta sulle spalle,le tempie e lo scalpo.
Mi sento impotente e penso che alzarmi e andare via a quel punto sia impossibile: non solo perche' mi piace ma anche perche' stranamente mi ritrovo a pensare che se volesse Mona potrebbe trattenermi facilmente.
A quel pensiero che incredibilmente non mi infastidisce mi si lascio affondare ancor piu' nella sedia.
Chiudo gli occhi.
- Ah no, cara, rimani sveglia! -
- Si'... -
- Tieni gli occhi aperti! -
Si e' permessa di schiaffeggiarmi sia pure con delicatezza, ma io sono troppo assonnata e rilassata per farne una questione.
Mona ruota la poltrona in maniera che io sia davanti a lei. La lampada ora alle mie spalle illumina il suo viso perfettamente.
Una vocina dentro di me sembra volermi avvisare per un attimo.
Ma quella vocina arriva da lontano, flebile, smorzata e... e io sono troppo stanca e impegnata a tenere le palpebre alzate.
Se abbasso appena appena lo sguardo vedo le ginocchia e i polpacci della donna che sta torreggiando su di me, nella penombra scuri come l'ebano che nei punti in cui il riverbero caldo della lampada va a baciare sembrano avere i riflessi di una statua di bronzo, sodi, robusti e dall'aspetto forte.
Con delicatezza le sue mani tiepide mi riprendono il viso in maniera che guardi in alto verso verso il suo.
- Dicknotize...
- Come ?! -
Un sorriso sardonico torna a incresparle le labbra piene.
Basta guardare il mio viso riflesso nei suoi occhi per capirne il motivo: all' occhio di un cacciatore io ho lo sguardo lucido e languido di un cerbiatto febbricitante.
- Qui in Italia se la tirano tutti cosi' : tanto orgoglio per una linguia " complessa", ricca e ricca di sfumature... ma cio' che conta e' la sostanza Cara, e gli americani che trasformano una parola in un verbo come se nulla fosse, riescono sempre a rendere efficacemente un concetto... "
- Io... non capisco -
- Dicknotize Cara, rimanere ipnotizzata guardando un bel cazzone nero... Oggi ti raccontero' di come mi sono elevata, di come mi sono liberata dalle catene che una societa' patriarcale impone a tutte le donne, ti raccontero' di come ho combattuto, ho sofferto e ho vinto, di come...
"Di come sei diventata il tubo di scarico di liquido seminale per uno spacciatore, di come hai lasciato e spezzato il cuore di un marito che ti trattava come una regina per finire schiavizzata a battere tentando di pagare il vizio di uno abbastanza stupido da usare la roba che spaccia, e infine di come ti sei fatta scaricare per poi farti usare e passare pure da quest'ultimo da amico in amico fino a ritrovarti qui...
Scusa Mona ma ti ci vorrano ben piu' che due lucine e la tua voce morbida per farmi entrare in testa che una storia cosi' sia un vanto! Ma bel tentativo!"
Finito per oggi Caro Diario. Domani sera ti scrivero' cos'altro ha in serbo per me la megera!
Mercol............................................................................................
" Vedi CARA,
Io lavoravo per mio marito come segretaria in una compagnia di spedizioni... si parla di 2-3 annetti fa.
Non ero sua dipendente quando lo conobbi. Ovviamente lavoravo per conto mio, ma pensammo che se avesse pagato me con lo stipendio di una possibile segretaria... be saremmo stati contenti tutti!
Alla fine sembra proprio che lo sia stata solo io!
*Ride*
Ti dico subito che non era il tipo di marito capo che tenta di essere severo per salvare le apparenze! Avrebbe dovuto, ma proprio non gli riusciva... poveretto:
Premura, caffe' pronto, paste alla crema e massaggi ai piedi sotto la scrivania, difficile capire chi fosse in realta' il capo o l' uomo! E dire che all'inizio lo trovavo pure carino... anche se ormai gliela davo sempre meno!
*Ride*
"Ah gia'... tagliando per arrivare al dunque, a un certo punto, si solleva un polverone, qualcuno di quei porci maschilisti incaricati delle pubblicita' ha l'infelice idea nello spot che finisce in TV, di associare al ritiro dalla consegna rapida una bella famiglia borghese mentre in quella regolare, a ricevere il pacco e' una famiglia mulatta.
C'e' bisogno di correre ai ripari, urgentemente, assumere gente dall'aria "esotica" e nei giorni che vengono mi ritrovo intorno un paio di messicani o peruviani... Ah! Io QUELLI non li so proprio distinguere Cara!...
* lo dice con l'innocenza di una ragazzina un' espressione vagamente schifata *
E tre inquietanti indiani-asiatici con la faccia da topo e di un servilismo nei miei confronti che rasenta il patetico!"
"Sto parlando di un sentimento genuino Cara sai?!
Quando gli passo davanti addirittura abbassano lo sguardo pudici... se gia' non lo sopportavo dal mio maritino come credi che mi potessi sentire a quel punto MMMMM?!
C' e' anche un nero...
E' alto quanto una montagna e largo... di piu'. Lui' e' brutto, piu' di tutti gli altri e con uno sguardo truce che sembra deformarlo ulteriormente.
Coi suoi pari e' aggressivo e sgarbato, ma sa chi tenersi buono. Chi lusingare.
E non mi toglie gli occhi di dosso.
Non e' per nulla intimorito dalle curve imponenti che il mio dolcevita costoso palesa... o dallo chinon e le calze di nylon formali... o dal fatto che piu' semplicemente sono la moglie del capo, anzi viene sempre da me ogni volta che puo' con qualche scusa, non ha capito questo e quello... e tocca a me rispigarglielo mentre lui sta seduto comodo sul bordo della scrivania: prima sono io l'alibi poi... il trofeo!
Ogni volta che arriva cado in trance Cara!
O sono persa il quel viso sgradevole e quei tentacoli rasta che mio malgrado mi affascinano o sono rapita dai suoi avambracci forti e scuri, ma piu' spesso, anzi, quasi sempre, gongolo mentre il mio sguardo si posa li' sul cavallo, dove una gobba imponente sembra esplodere anche da un paio di pantaloni poco attillati come quelli da lavoro.
Lui lo nota. Lo fa con sempre meno discrezione man mano che i giorni passano cone piu' palese soddisfazione.
Inizia a far battute, battute giusto un po' volgari, amichevoli, ma che non passano ancora il labile confine fra flirt e molestia... sempre meno pero'!
Ha un modo innocente di dire certe cose, fare certi apprezzamenti, mi rendo conto che se fosse un altro, magari anche un dipendente caro sia a me che a mio marito lo avrei fatto licenziare in tronco.
Lui invece riesce a farmi certi suppur rispettosi complimenti in maniera tanto ingenua che puo' arrischiarsi anche in presenza di mio marito.
Lui lo considera come un simpatico ragazzone, una presenza solare decisamente benefica per l'ambiente.
Penso che Jamal tenti, gradualmente, di saggiare il terreno solo per capire se puo' portarmi a letto o no.
Io, ogni volta che richiude la porta del mio ufficio alle sue spalle, mi sento dentro gia' pronta a sfilarmi i tacchi e prenderglielo in bocca guardandolo negli occhi."
- Me lo si leggeva in faccia Cara! Se ai tempi avessi avuto una coda, avrei letteralmente scodinzolato vedendolo entrare! -
" Comincia a prendere l'abitudine di massaggiarmi le spalle, il collo e i capelli, mi chiede anche com' e' andata la giornata, ma io non apro bocca e lascio che sia lui a dirmi come mi sento:
Sappiamo entrambi che QUEL ruolo e' un ruolo riservato a quelli come mio marito che sto seriamente iniziando a non sopportare!
Infatti quando sono con lui o con quegli altri lavoratori non faccio altro che sbraitare rimproveri.
La loro gentilezza mi stomaca!"
"Un giorno stiamo parlando, non sento neanche quello che dico visto che occhi e mente sono stregati dalla protuberanza sotto i pantaloni della tuta e lui di colpo mi prende il collo con una mano, serrandomi il mento fra l'indice e il pollice.
Non tenta di sollevarmi.
Posso respirare.
Respiro.
Ma sono costretta verso i suoi occhi.
Mi chiede con un tono di sincero interesse se sto bene, ma il suo sguardo e' gelido e penetrante..
Se mi scosto', se protesto o se almeno tento un piccolo gesto sono ancora in tempo!
Lo potrei fare licenziare in tronco... o peggio!
- Mai stata meglio! -
Rimango cosi', ferma col viso rivolto all'insu' e le braccia distese... obbediente.
Nei giorni che seguono Jamal mi da un nuovo nome... "Puttana".
La sua puttana.
A quel punto protesto debolmente, ma ogni volta che lo fa, che lo dice, ecco mi sbatte il suo enorme, meraviglioso fallo nero sotto al naso e presto quel termine mi entra in testa.
Mi addestra.
Non sono un bide'.
Non sono una Barby.
Sono una donna fiera che esige la massima professionalita', sopratutto dai nuovi impiegati.
Sono l'archetipo della donna forte! Quella che negli show americani odierni, alle gentilezze e alle premure del fidanzato/marito risponde abbiando... quella in carriera...
Sono il SUO bide'.
La SUA Barby..
Proprio come quella degli show americani."
Gli Presto soldi.
Con gli altri sono arrabbiata. Intrattabile. Devono fare di piu'!
Coprire i suoi turni: Lo devo fare anche io! Se posso aiuto.
Sono una donna che si fa rispettare... ma devo aggiungere all'inventario i pacchi che mi porta Jamal di modo che vengano poi spediti tramite l'azienda con facilita'.
Sono una Puttana discreta.
Avevo torto. Non voleva portarmi solo a letto."
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Perdonami Diario, ho provato a mentire, a pretendere che sia il 7 ma ancora per un'ora questo sara' scritto nella pagina di Martedi'.
La verita' e' che sono sprofondata in un sonno agitato continuando ad avere la storia della De Pasquale in testa.
Lurida scrofa. Mi sento tesa come la corda di un violino e non riesco a dormire.
Mi sento come la febbre.
Ho provato a riscriverne una parte qui per tentare di averla meno in testa.
Che schifo! Che squallore!
E' come se mi fossi resa conto solo ora di cio' che mi e' stato raccontato per delle ore su da lei!
Adesso va un po' meglio... tentero' di dormire un po' sperando di non aver svegliato Marco.
Cissa' a quale subdolo tranello quella scrofa avra' pensato!
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Racconti Cuckold