Dopo la splendida serata al cinema io e la mia cognatona ucraina oramai abbiamo ricominciato a fare sesso alla grande. Ogni momento è buono. Anche se lei continua a convivere con Matteo il dentista molto facoltoso, l’idea di farlo cornuto mi eccita sempre di più e mia cognata che ha sempre molta voglia di cazzo, ora è ancora più ingorda, di quando viveva con me; ora è quasi insaziabile. La chiamata è quotidiana come ieri: un vocale: “voglio il cazzo vieni ti aspetto”. Ormai è abitudine e io preferisco sempre fotterla a casa di lui, in zona Prati. La voce di mia cognata ieri era roca, vogliosa, mi ricordava le scopate migliori per cui mi sono sentito dentro eccitatissimo. Sono arrivato senza problemi, ho suonato, lei ha aperto quasi subito e ho raggiunto il 5 piano. La porta era socchiusa e non appena entrato la sua lingua aveva invaso la mia bocca, lei era tra le mie braccia, le carezzai le spalle, la schiena, scendendo sui fianchi e quindi puntando diritto al culo di cui mi impadroniì, senza che lei provasse a resistermi, nonostante la sua fisicità prorompente. Le baciavo il collo, conoscendo le sue fragilità e i suoi desideri oltre che la sua voglia. Era diventata rossa in volto e io ho continuato la mia azione con baci e carezze molto languidi badando a mettere le mani al posto giusto e poco ci era voluto che lei iniziasse come il suo solito a affannare e a gemere, con piccoli gemiti e poi ad ansimare. Il mio cazzo duro iniziava a puntare, ero eccitato e senza particolari difficoltà La denudai. Sfoggiava un tanga a laccetto di pizzo nero trasparente, straordinario, che era tutto divorato dallo spacco dei glutei, mentre al tocco delle mie dita la figa era un brodo caldo. Le sue belle tette erano coperte da un reggiseno minuscolo in pizzo nero, stretto, che le faceva debordare. Non riuscii a trattenere oltre la mia eccitazione, e le ho fatto sentire il cazzo in tutta la sua consistenza. Jana ha sentito l’asta, e io ho capito di essere stato molto convincente. Il suo culone nudo era tutto per me sempre un’istigazione a delinquere, così l’ho spinta su un divanetto con forza e con sicurezza. Ho continuato a baciarla senza mai darle la possibilità di pensare. Questo era il modo di fare che le è sempre piaciuto mentre io le dicevo parole ucraine e la forzavo con autorità. Le sono salito sopra e l’ho rivoltata supina, ho deciso di lavorale la figa e come avevo previsto lei si era posizionata per subire il mio assalto. Le ho fatto divaricare le gambe. Sono sceso con la bocca iniziando a leccarla con intensità, in profondità come sapevo che piace anche a sua sorella Ukra ed è stato un trionfo, perché ha iniziato a grondare umori da tutte le parti, la mia lingua provocava ma non riusciva a succhiare tutto quello che scendeva a cascata. Jana teneva stretta la mia testa e il mio viso dentro, rispondeva a tutte le sollecitazioni in modo scomposto, convulso ma se la stava godendo e mi si offriva in maniera sempre più impudente, aveva perso la testa ed ora gemeva a voce alta, quasi perdendo il fiato ogni qual volta io le succhiavo il clitoride. L’avevo in pugno, le sue cosce erano ormai larghe e stese pronte per qualsiasi cosa avessi voluto. Ormai tranquillo ho visto Jana torturarsi i capezzoli cresciuti duri, e ho deciso di godermeli, succhiandoli con intensità. Jana allora aveva iniziato uno splendido ditalino con più dita in fica. Mi ha implorato di infilarle il mio cazzo nella vagina. Sapeva cosa volevo. L’ho rivoltata e mentre lei carponi con il bacino inarcato, gambe larghe il culo all’insù si era già sistemata, io ho iniziato a succhiarle la zona perianale slinguandola. Mugolava Jana mentre con la lingua le leccavo la figa e il buco del culo e seguiva i miei movimenti e ascoltava quello che le dicevo, facendo quello che volevo. Ho giocato con il suo ano, l’ho allargato con le dita l’ho baciato, succhiato profanato con la lingua, e poi perentorio dopo aver messo dentro un bel po’ di liquidi, umori, saliva, le ho infilato il cazzo e sono andato giù profondo, profondissimo godendomi le sue urla. Ho assestato il mio possesso con pochi colpi di reni possenti e ripetuti con tutta l’energia di cui ero in grado. Lo spacco fra le natiche si era aperto all’inverosimile entrava e usciva tutto. L’ho inculata senza scampo, questa era una vera sodomizzazione più uscivo più rientravo prepotentemente e con foga, tutto con Jana che mi incitava e che aspettava il rinculo con l’affondo feroce sino all’intestino. Sapevo in questi momenti di essere un porco; grugnivo dal desiderio. L’unico mio pensiero era quello di spaccarle il buco del culo. Non sentivo lei ma il mio desiderio, la voglia di sfogarmi al suo interno; del resto più lei si contorceva, fremeva quasi avesse le convulsioni, più il mio cazzo entrava in profondità sfondando, e i colpi che le assestavo erano forti e lei doveva reggersi con entrambe le mani mentre emetteva urla di godimento. Non erano più gemiti. Avrei voluto sbranarla in quel momento, se avessi potuto e lei aveva aperto al massimo il culo. Avevo preso un ritmo di pompata che Jana non riusciva a seguire, era già sfiancata ma io continuavo a scoparla mentre sentivo che tutto si è riversato nella vagina. Jana era venuta di brutto, i gridolini che emetteva segnalavano schizzetti di orgasmo continui, costanti quindi una fuoriuscita di liquido vaginale molto abbondante. La cavalcavo ma ero ben lungi dal raggiungere l’orgasmo, riuscivo ancora a trattenere bene il suo ano oramai mi calzava a pennello, lo avevo allargato benissimo era un tubo della mia misura mentre lo stimolo continuo lo sentiva Jana, che aveva inarcato la schiena offrendomi il suo di dietro più di quanto non avesse già fatto, chiedendomi se mi piaceva, se era questo che volevo da lei questa volta con stizza, quasi con rabbia, forse perché esausta, stanca di prenderlo così ma con me non c’era altro sistema: doveva prenderlo bene e tutto. Lo tolsi per il solo gusto di sentire il suo disappunto non so quante volte e ogni volta le proteste erano sempre più rabbiose, lei cercava il cazzo, lo voleva dentro ma io non glielo davo, poi entravo a sorpresa lancinandola con colpi fortissimi e riuscivo, di nuovo per poi rientrare quasi perversamente, anzi malignamente. La sentivo quasi isterica urlare posta come era alla pecorina. Lo reinfilai con tutta la forza che avevo e lei urlò di un urlo acuto, ripartendo più forte e trattenendola in segno di possesso per i fianchi. Le dissi che avrebbe dovuto capire che era mia, mia, mia, che la volevo così sottomessa; le toccavo l’interno delle cosce e le allargavo le naticone al mio ritmo, metodico, sfibrante con lei che gemeva e sculettava sempre più forte. Ancora più eccitato la forzai al massimo strizzandola per le tette con tutta la forza che avevo in corpo e lei aveva gridato. Sentivo finalmente di possederla totalmente, anche se ancora non ero arrivato. La leccai ovunque: la schiena, le spalle, il collo e i lobi delle orecchie, in maniera animalesca come era animalesco l’atto che compivo con quella inculata ingorda, famelica, selvaggia. Un’inculata completa come lei non l’aveva mai preso e ora forse se avesse avuto la possibilità e la forza avrebbe voluto protestare. La morsi, e la pompai ancora mentre lei gemeva e le mie spinte erano sempre più vigorose tutto in culo. Ad ogni colpo affondavo nel suo intimo mentre i suoi orgasmi si sprecavano colando sul divano. Anche lei sbrodava come una vacca. Ho aumentato il ritmo ad ogni affondo le mie palle assaltavano l’ano la sbattevo, sbattevo, sbattevo, sbattevo e poi nella furia inculatoria le strizzavo le tette perché lei era la mia vaccona… Mi incitava, mi voleva. Questo volevo sentire, anche se non le credevo. Ero molto vicino all’orgasmo e solo il tempo di pensarlo che lo scaricai devastandola, tanto che Jana dopo gli ultimi colpi in sequenza cadde dal divanetto con la sborra calda che vedevo ribollire dentro il suo buco del culo enorme, talmente abbondante da riversarsi sulle natiche, scolando sotto verso la figa. La inseguii sul pavimento giusto per infilarla con un altro paio di colpi ben assestati gli ultimi zampilli lasciandole l’asta in culo, in quello che doveva sempre essere il suo posto. Solo quando l’ho estratto, iniziai a sentire il forte odore di culo che Jana emanava. Lei era già esausta ma io avevo appena iniziato. A questo punto, però, per quello che avevo in mente non bastava il divanetto, così lei mi disse che avrei potuto fotterla nel lettone dove lei dormiva con Matteo. Giunti nella camera da letto e buttatala sul letto le ho infilato la mia mano sinistra tra le cosce, in figa, titillandola tutta. Jana era ripartita subito con fiotti di miele, allargò le cosce e io divenni suo padrone anche nel letto di Matteo. Lavorai le labbra della sua magnifica figa, prendendo il clitoride tra il pollice e l’indice e sgrillettandolo con molta energia. Aveva ricominciato a godere, a muovere il suo bacino desiderando le carezze. Questo è stato il momento che aspettavo, scesi giù con la lingua, le labbra e iniziai a leccare e a succhiare a più non posso. Le riaprii con le dita il secondo canale ovviamente ancora molto dolorante, ma mitigando il dolore con le frizioni al clitoride. Avevo nuovamente una erezione molto possente mentre Jana muoveva il bacino e inarcava la schiena con movimenti spasmodici, sinuosi, tenendo il mio viso tra figa e culo. Lavorai bene di lingua, tanto che lei ha mostrato di cedere e ho sentito un suo orgasmo arrivare imperioso, il consueto ansimare, le urla e poi tanto, tanto liquido. Ho continuato imperterrito e lei mi ha risposto con un’altra serie di orgasmi multipli, poi distesa, mi ha sorriso, anzi i suoi sorrisi hanno iniziato a sprecarsi. Ad un certo punto era stata lei a prendere il mio pene turgido senza che io glielo avessi imposto e ha iniziato a masturbarmelo in maniera furiosa. Ho iniziato io ad ansimare così l’ho spinta verso il cazzo per un pompino accogliendomi nella sua bocca larga. Con la mano sinistra sono, invece, ritornato al culo con lei che iniziava a protestare, mentre con le dita ero ritornato al clitoride, e le si era acquietata. Per l’ennesima volta le sditalinai la fregna e lei gradì molto molto perché la vidi chiudere gli occhi e mungere le sue tettone cosa che faceva solo quando aveva raggiunto il massimo dell’eccitazione pienamente eccitata. Io mi ero impadronito nuovamente del suo culo con l’altra mano. Jana stava perdendo la testa, sapevo che era il momento migliore per agire e prendere ciò che volevo con tutto me stesso ancora. La vagina era ritornata ad essere un oceano pieno di liquidi, umori e orgasmo femminile che scendeva a cascata. Lavoravo così la figa sebbene pensassi al suo culo ancora….. Presi liquidi vaginali e li inserii nel buco anale che oramai era largo mentre Jana gemeva e con decisione entrai, di nuovo, nel secondo canale con lei a pecora che mi accolse ancora una volta con un nitrito. Ho ricominciato con colpi duri e potenti, mentre Jana ha iniziato ad incitarmi mentre io ero impegnato a sconquassarle il culo. Dominavo il suo ano completamente anzi le ho infilato e tolto la nerchia più e più volte e ogni volta che la riprendevo lo facevo con sempre maggiore potenza . Ogni colpo era sempre più forte. Desideravo quel fantastico culo, e lei continuava a orgasmare fra i suoi molteplici gemiti e le parole in ucraino. Jana era ormai tutta sesso era tutto fiotti di orgasmo. Io affondavo la volevo spaccare e lei faceva dei lamenti che sembrano nenia eccitandomi ancora di più, sempre più. L’ano aveva ceduto era prolassato e io come un’impetuosità che mi appartiene da sempre la martirizzavo. Jana non riusciva più a resistere le braccia cedettero e lei cadde a faccia avanti sul letto. Così il culo mi si presentò ancora più alto e non ci vidi più. Mia cognata mi diceva di essere piena, ma io affondavo fino alle viscere, non so dove, dovevo spaccare e pensando a spaccare ero arrivato in fondo, dentro, sempre più dentro con lei che sculettava, ancheggiava per godere maggiormente. Io gridavo ma lei all’unisono mi aveva raggiunto e così potei innaffiarla nuovamente col cazzo che era un idrante impazzito, allagandole il canale. Anche in questo caso le rimasi dentro fino alla fine. Lei era davvero stanca, la sentii e la vidi, ma sapevo che non mi sarei voluto fermare. Ritornai alla carica lavorando le poppe, lei mi subì, ma io volevo prendermi quello che mi andava dai suoi seni e scesi con la mia bocca a darle piacere in figa, calda, sciolta, liquida sfatta. Le ho succhiato il clitoride, le ho aperto le grandi labbra, le ho succhiato e leccato gli umori che aveva e l’ho fatta venire ancora, poi sono risalito mentre lei era soddisfatta, appagata, in mio potere abbracciandomi e ringraziandomi per tutto quanto le avevo dato. Volevo il pompino, l’ho presa e malgrado la sua ritrosia in poco tempo con autorevolezza le ho imposto il pene in bocca e lei ha iniziato a succhiare. Ero grosso, duro, forte, e io ero finalmente contento di vedere la mia cognatona impegnata a prendere tutto il mio cazzo nella sua bocca. Mi era mancato tanto quel suo magnifico modo di succhiarmi e accarezzare i testicoli, spremerli senza farmi male. Mi ha lavorato con la lingua e ho goduto, ho raggiunto l’apice, non l’ho avvertita, l’ho trattenuta con la forza e Jana ha preso tutto il mio orgasmo sino alla gola. Era piena della mia sborra in bocca colante sul viso sulle tette e sulla pancia. Una ottima occasione per succhiare i capezzoli, lavorare sulle sue tette, riprendere quel discorso che non ho mai portato a termine su quella parte del corpo. Jana sembrava inanimata, subiva tutto le ho morsicchiato i capezzoli, li ho succhiati, ma quasi a proteggersi Jana si era rivolta di spalle e allora io ho approfittato infilandole il cazzo nell’ano ancora, lei ha fatto dei gemiti quindi ha iniziato a mugolare, non voleva ma l’istinto le ha fatto allargare le natiche, inarcarsi e alzare il deretano ritornando nella posizione che ho sempre pensato fosse la sua posizione. I miei colpi erano precisi, profondi ancora una volta prepotenti e si alternavano per intensità, lenti e veloci entra ed esci con mia cognata che si era arresa. Anche le mie dita che lavorano la figona provocavano orgasmi che la spossavano, ma per i quali lei non aveva più energie per rispondere. Aveva ceduto di schianto, anche se arrivava ad ogni sollecitazione con fiotti di liquido. Le mie dita la suonavano davvero bene mentre i miei testicoli assaltavano le natiche è la mia nerchia sodomizzava l’ano in maniera ossessiva. Jana non reggeva i colpi che erano forti affondavo e affondavo sempre più possente con lei che era aperta, indifesa mentre io la devastavo, demolivo come avevo voglia di fare e senza rallentare. La voglia di sottometterla, di darle una lezione magistrale era tanta, con lei che gemeva, frignava ed io che mi sentivo la trivella del suo culo. L’ho sculacciata, volevo delle risposte e lei mi è sembrata ripartire. Le ho aperto sempre più le natiche il mio cazzo stava lì dentro e apriva si agitava, mi sono dimenato per sfondare lo sfondabile che era già ampiamente sfondato. Aveva un buco vero finalmente. Ripartivo sempre con una maggiore carica ripetendo dentro sempre più dentro. Le avevo promesso che l’avrei inculata a sangue, che l’avrei spaccata e lo stavo facendo aumentando ritmo e potenza, mentre lei a bocca aperta ansimava, arrancava, si lamentava. Le sbattevo il culo con autorità. Le mie sollecitazioni con le dita al clitoride finalmente oltre agli scrosci di orgasmo avevano iniziato a farla mugugnare nuovamente ed era ritornata a partecipare. I suoi succhi erano davvero molti, le mie mani erano zuppe, l’odore era sempre più forte e ora lei accennava a sculettare mentre io sentita la sua rinascita sentivo che non avrei potuto resistere a lungo. Jana gridò che le piaceva non l’avevo mai sentita dire questo e non potetti trattenere l’orgasmo, ingenerando in me il desiderio di urlare che le avevo fatto il culo, che l’avevo fottuta nel culo ancora. L’ano era pieno di crema calda e ho pensato che l’avevo farcita bene. Eravamo rimasti ancora in posizione e ora stemperata la veemenza e la passione potemmo darci alle coccole, ai baci, alle slinguate, alle carezze mentre tanto il posteriore della donna quanto la sua fica grondavano sborra. Quando ci siamo ripresi Jana ha preso la vestaglia è andata nel bagno, e mi ha invitato a seguirla. Ha aperto la doccia e siamo stati in doccia a toccarci e a leccarci. Jana bagnata era uscita dalla cabina della doccia e era tornata portando con sé trionfante un flacone, lo ha aperto e l’aroma era splendido, l’ho riconosciuto subito era l’essenza di magnolia che si diffonde nell’aria e che mette in maniera copiosa su tutte le parti da me preferite del suo corpo, in particolare, lo spacco dei glutei, la fica e le tette. Sorridette, mi guardò ammiccante e aspettò. Io impazzisco, quell’essenza mi fa letteralmente perdere la ragione. Vorrei ripartire seppure sono stanco. Non resta che uscire mentre lei si accarezza con quello splendido liquido profumato per tutto il corpo sorridendo. Esce anche lei si posiziona di fronte allo specchio allarga le cosce, inarca la schiena e si prepara per il finale sa tutto e quando io baciandola le infilo il cazzo in fica, sorridendo mi chiama porco adorabile, ti stai fottendo un’altra donna: si chiama Anzhela, lo sai che è la ex di Matteo? E io le dissi che si lo sapevo… e dopo oggi anche tu sei una ex di Matteo. Sorrise dicendomi che ero un porco stronzo e continuò: Sei un porco, fotti, mia sorella, mia zia, tua suocera e tua cognata…. Sorrisi: non dimenticare che fotto anche la figlia di tua sorella e le tue cugine oltre ad Anzhela… Lei non rise ma ripetè: sei un Porco, sei uno stronzo. Cercò di liberarsi dalla mia presa. Sembrava volesse togliere il mio cazzo dalla sua figa ma in realtà non voleva e comunque se avesse voluto non lo avrebbe potuto fare. Non glielo avrei permesso io. Si dimenava ancora, si contorceva, poteva chiamarmi porco quanto voleva ma io ora volli fotterla ancora di più. Ci volle poco per farla gemere e Jana gemette godendo di nuovo. Da dietro le aprii le cosce, entrai ed uscii con le labbra della sua vagina morbide e pronte ad accogliere le mie dita che scavano dolcemente ma con decisione. L’avrei chiavata così in piedi. Pompai subito forte con colpi secchi, possenti. Lo infilai tutto e lei fece una smorfia per ogni colpo. Le ho ripetuto quattro o cinque volte che lo stronzo maiale l’aveva inculata ed ora la stava inficando e lei sembrava sapesse solo dire Da, Da, Da, Da e ansimare. Ansimava e diceva Daaaaa. I gemiti erano sempre più forti. Sentivo la figa affogata dal suo orgasmo, il maiale stronzo le piaceva proprio. Mi incitava, mentre dallo specchio vedevo come il mio e il suo desiderio si esprimeva in tutte le sue forme mentre la cascata di orgasmo continuava ed era ormai un fiume in piena. Mentre lei mi implorava di scoparla. Guardando il suo viso stravolto dalla passione le sborrai ciò che avevo in vagina. La baciai intensamente sul collo e le spalle, le orecchie, il collo ancora mentre le torturavo il seno in maniera dura, rude. Il desiderio di sfinirla mi spinse a puntarle nuovamente con la mia asta il culo. Forse voleva gridare no ma entrai subito e pompai freneticamente sgrillettando o meglio sviolinando il clitoride, si accartocciò e disse i suoi Da….ancora frenetici, intensi, profondi. Il culo era larghissimo e le mie dita possedevano la sua figa. Era a novanta gradi e io la inculavo ancora una volta violandola come un animale. Spremevo il clitoride, lo sollecitavo e lei spruzzava liquido. Sbatacchiavo la naticona. I suoi Daaaa Daaaa erano pieni espressi dai suoi orgasmi, dalle sue parole e dagli atteggiamenti. Voleva il suo porco cognato stronzo eccome se lo voleva e quando decisi di toglierle la nerchia ecco che lei iniziò a disperarsi e scongiurarmi leccandomi quando rimisi il cazzo nel suo culo con la stessa violenza con cui lo avevo tolto. Mi disse di metterlo tutto dentro. Non capivo più nulla, con le mani continuavo a tormentarle il clitoride. Vedevo Jana che con la lingua insalivava le sue labbra, gesto massimo di eccitazione. Volevo concludere nel suo ano e lei mi implorava di prenderlo, tanto lo avevo già conquistato ma di riempirla come sua sorella. Voleva essere riempita e partii senza un attimo di pausa e poi tutto dentro. Jana incitava e io pompavo. Era l’ultima e la più selvaggia stavo arrivando lo dissi e lei accolse la notizia come un atto liberatorio iniziò a ancheggiare freneticamente massaggiando il cazzo in maniera irresistibile. Rallentai ma spinsi in profondità tutto. La stantuffai con altri quatto o cinque colpi, poi il sesto portò con sé la sborra con lei che ormai sfinita aveva il suo viso all’altezza del lavandino mentre io le ero ancora dentro ben piantato. Il sorriso era stampato sulle sue labbra, si girò, mi prese nelle mani il cazzo e lo massaggiò. Che cognato porco che ho disse in ucraino ma quanto è bello avere un porco così. Oggi è domenica e sono stato con un mal di palle straordinario, ho il pene che mi sembra si sia spezzato, mentre Jana ho visto che non riesce a stare seduta. Sono i postumi di una giornata fantastica
La Cognatona Ucraina scopata a casa del cornuto
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Aggiunto: 3 mesi fa
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