Una volta davanti alla stanza dei giochi mi trovai indeciso se bussare o farmi avanti senza indugiare oltre.
Optai per la seconda, sperando in questo modo di recuperare almeno un pò di quel tono da maschio alfa che sentivo di aver perso dopo quella meschina figura di alcuni minuti prima.
Abbassai adagio la maniglia e spinsi leggeremente avanti la porta.
“Dai vieni, non farti desiderare…”.
La voce di Erika era calda, sensuale e allo stesso tempo materna mentre mi incoraggiava ad entrare.
“Però… complimenti davvero…” ripetè ancora una volta, fissando il mio cazzo mentre richiudevo la porta alle mie spalle.
Anche la mia sorellina lo guardava con evidente ammirazione, ma orgogliosa non proferiva parola.
Io non sapevo come comportarmi. Rimasi impietrito, spalle alla porta, davanti a quelle due splendide cerbiatte in calore in estasi di fronte al mio ineccepibile alzabandiera.
Erika fu la prima ad alzarsi dal letto. Prese per mano mia sorella senza dire nulla ed entrambe iniziarono ad avvicinarsi.
Mi accorsi che mentre avanzavano non staccavano mai gli occhi dal cazzo, senza mai guardarmi negli occhi, tradendo così quel minimo di pudore che ancora era rimasto in loro.
Mia sorella esitava ma accondiscese l’invito di Erika che senza dire nulla ma non staccandosi dalla sua mano si stava inginocchiando di fronte a me.
Diedi un colpo di perineo per far sobbalzare il cazzo di fronte a loro, tanto per ribadire il concetto.
Per tutta risposta ottenni un “Wow…” ammirato e divertito allo stesso tempo.
Percepii una goccia di liquido prespermatico uscirmi dal glande coadiuvato dall’impulso perineale appena compiuto.
“Adesso succhiatemelo TROIE…” avrei voluto scandire in quel momento, ma non sapevo ancora fino a che punto potevo spingermi senza rischiare di compromettere tutto.
Erika fu la prima ad afferrare il cazzo con la mano.
Era evidente che non era la prima volta che maneggiava un pene, ma allo stesso tempo lo guardava con evidente ammirazione il che faceva andare a mille la mia autostima.
Diedi un ulteriore impulso al perineo.
Lei allungò la lingua e con la punta raccolse la gocciolina di liquido che ne scaturì.
“Mmmm… dolce…” proferì prima di ingurgitare il mio cazzo.
Capii che la signorina non aveva mezze misure.
Aveva ingoiato buona parte del mio pene e ora, tenendolo fermo in bocca, lo stava aspirando, come se volesse risucchiare tutto il liquido lubrificante che stazionava nel mio canale spermatico.
Poi, dopo aver ripreso fiato per alcuni secondi inizio a pompare.
Guardavo mia sorella che osservava eccitata l’amica esprimersi in quello splendido pompino.
Poi ad un tratto ci scambiammo uno sguardo a metà strada fra l’eccitato e l’imbarazzato, accompagnato per entrambi da un sorriso di complicità.
Le presi delicatamente la nuca con la mano facendole intendere di avvicinarsi pure lei al cazzo.
Iniziò a leccarmi delicatamente i testicoli facendo attenzione a non essere da impedimento all’amica che nel frattempo continuava a pompare.
Poi Erika prese il cazzo con una mano e glielo offrì.
L’esitazione di mia sorella durò solo qualche istante, prima di iniziare a pompare a sua volta.
Sentivo la sua bocca calda e umida che mi avvolgeva il cazzo. Un sogno.
L’eccitazione iniziava ad aumentare e con essa proporzionalmente iniziava a scemare quel senso di pudore dovuto all’amplesso incestuoso che si stava consumando.
“Brave puttanelle… succhiatemi per bene il cazzo e le palle…” dissi ansimando.
Non so come mi uscì la frase. L’eccitazione appunto. Mi pentii subito dopo averla pronunciata e mi aspettavo un rimbrotto indispettito da parte delle ragazze. Che però non arrivò.
Anzi, come due brave cagnette obbedienti al comando del padrone iniziarono a succhiarmi il cazzo e a leccarmi le palle con ancor più foga.
La mia fantasia iniziò a galoppare come spesso mi succedeva mentre mi masturbavo. Ma in quel momento realizzai che molte di quelle fantasie ora potevano forse essere realizzate.
Decisi di non pormi limiti se non fossero state loro a mettere dei paletti.
Da fans del Rocco nazionale qual’ero presi Erika per i capelli e le feci capire che doveva appoggiare la nuca alla porta. Lei intuì subito dove volevo arrivare e obbedì. Appoggiò la testa aprendo bene la bocca in modo tale che potessi scopargliela.
Godeva. Stava vivendo un vero e proprio orgasmo orale.
Nel frattempo la sorellina dietro di me mi accarezzava e baciava li glutei e l’interno cosce.
“Si …così… leccami…” le intimai mentre flettevo le gambe e inarcavo la schiena cercando di divaricare il più possibile le natiche.
Lei per tutta risposta si aiutò con le mani.
Il mio culetto ora era completamente e sfacciatamente a sua disposizione.
La sensazione della sua lingua che mi irrorava e penetrava leggermente lo sfintere era impagabile.
Ringraziai l’orgasmo avuto alcuni minuti prima che ora mi permetteva di reggere egregiamente a quell’assalto, per la gioia delle mie partner.
“Dai, andiamo sul letto….”.
L’invito di mia sorella fu quasi una liberazione dal momento che le gambe in quella posizione iniziavano a farmi male.
“Si dai… fatemi vedere da vicino come vi leccate la fica…” risposi facendo riferimento a quanto visto poc’anzi dal mio PC.
Si posizionarono a 69 esattamente come le avevo viste poco prima e mia sorella, accomodato il cuscino sotto la nuca, iniziò a leccare profondamente la fica ad Erika mentre quella faceva lo stesso dopo aver affondato la testa fra le sue cosce.
Avvicinai a mia volta la bocca alla vulva gocciolante di Erika e inizia a leccarla alternando i miei colpi di lingua con quelli di mia sorella,
Ogni tanto le due lingue si incontravano e mi resi conto che il sapore della sua mi inebriava.
Presi l’iniziativa e baciai mia sorella con decisione.
Sul momento lei ebbe un attimo di esitazione, poi rilasso le labbra e socchiuse la bocca permettendomi di entrare.
La sua lingua aveva un sapore dolcissimo e non avrei mai smesso di assaporarla se non che: “... adesso scopala…prendi un preservativo … nel mio cassetto”.
L’invito di mia sorella, appena sussurrato fra un gemito e l’altro mi colse un po di sorpresa.
Mi catapultati alla sua scrivania, aprii il cassetto e presi fuori la prima scatola di profilattici che mi ritrovai fra le mani.
Non mi chiesi che ci faceva mia sorella con una collezione di scatole di profilattici.
La risposta era ormai evidente.
Lo indossai velocemente e tornai verso le ragazze che nel frattempo continuavano a leccarsi a vicenda.
Ovviamente non era la prima volta che facevo sesso. Qualche “puttan tour” con gli amici lo avevo già fatto e anche qualche amichetta che dopo qualche spritz di troppo in discoteca era diventata una scopamica per una sera. Ma due ragazze insieme e con questa carica erotica… no. Era la prima volta.
Mi accomodai sul letto con le ginocchia appoggiate ai lati del viso di mia sorella, una da una parte e una dall’altra. Mentre avvicinavo il cazzo alla vagina di Erika scorgevo fra le mie cosce il viso arrossato della sorellina che osservava l’operazione dopo essersi accomodata meglio sul cuscino per lasciarmi spazio.
Prese l’asta del cazzo con una mano e la puntò verso l’obiettivo mentre io mi appoggiavo alle natiche della sua amica.
Iniziai lentamente ad entrare. Provavo una sensazione come se il cazzo fosse avvolto in un guanto troppo stretto. Mi resi conto con gli anni che era tipico delle ragazze di quell’età.
“Mmmmm….siiii…” fu il segnale che mi mandò Erika per farmi capire che era tutto ok.
Non ce n'era bisogno perché una volta entrato col glande mi resi conto che stavo affondando come nel burro fuso, da tanto era bagnato e lubrificato l’antro in cui mi stavo addentrando.
Mia sorella continuava a tenermi il cazzo con due dita alla base dell’asta e lo abbandonò solo per sostenere i testicoli nel momento in cui l’intero membro fu dentro.
Iniziai a scopare.
Dapprima con un andirivieni lento per poi aumentare la frequenza.
“Sciaff..sciaff…” il rumore che faceva il mio bacino quando sbatteva contro i glutei di Erika si faceva sempre più incisivo mano a mano che gli affondi si facevano più violenti.
La fica grondava umori che colavano sul viso di mia sorella e che io riuscivo a vedere fra un colpo di bacino e l’altro.
Il suo viso era estasiato, mentre fissava il cazzo entrare ed uscire dalla fica.
Iniziò a leccarmi i testicoli accompagnando con la lingua il mio andirivieni dentro e fuori il ventre dell’amica del cuore.
Ad un tratto uscii completamente dalla fica e rimasi alcuni istanti a guardarmi il cazzo che singhiozzava di piacere, mentre mia sorella da sotto faceva altrettanto.
Svettava imperioso e completamente fradicio degli umori di cui si era caricato facendo scorribande all’interno della vulva di Erika.
L’espressione della sorellina era di quelle che non davano adito a fraintendimenti. Avrebbe voluto mangiarselo.
Decisi di accontentarla. Mi spostai con le ginocchia un po all'indietro e aggiustai il cuscino sotto la sua nuca, fra testa e spalle, in modo tale che la sua fronte scendesse un po all'indietro.
Lei intuì immediatamente le mie intenzioni e aprì la bocca.
Non le lasciai il tempo di prendere fiato perchè affondai immediatamente e senza soluzione di continuità il cazzo nella sua gola.
Lei accennò un piccolo rantolo ma compresi subito che era di piacere.
Attesi qualche istante e uscii completamente, per poi dare un ulteriore colpo di reni e affondare.
Sentivo il glande e quasi l’intera asta del cazzo completamente avvolti dalla sua bocca bollente.
Iniziai a scoparle la bocca con frequenza sempre più alta.
Smisi solo quando mi resi conto che continuando in quel modo sarei venuto.
Quando mi ritirai definitivamente lei emise un sospiro profondo per incamerare tutta l’aria di cui aveva bisogno ormai da alcuni minuti.
“Adesso scambiatevi il posto”... ordinai perentorio.
Non potei non vedere l’occhiata che mi diede mia sorella mentre eseguiva l’ordine ricevuto. Sembrava dire “...siamo sicuri di quello che stiamo per fare…?”
Io feci finta di nulla e mi dedicai ad accomodare il cuscino sotto la nuca di Erika che intanto stava già iniziando a leccare la fica che aveva di fronte.
Mia sorella in quella posizione a pecorina era stupenda e invitante.
Inizio ad inarcare la schiena spingendo i glutei verso l’alto come se volesse agevolare quello che stava per accadere.
Presi posizione a cavalcioni del viso di Erika, un ginocchio da una parte e uno dall’altra del suo viso.
Fissavo estasiato la vagina arrossata e gocciolante mentre con una mano mi sostenevo il cazzo che già puntava l’obiettivo.
Fu in quell’istante che scorsi gli occhi di mia sorella, la quale girato il viso dietro di se mi fissava. Gemeva per il piacere che la lingua di Erika le stava procurando.
La fissai a mia volta sorridendo come per cercare un suo cenno di approvazione.
Lei sorrise a sua volta e con un cenno del viso mi indicò la scatola di preservativi che poco prima avevo preso dal suo cassetto e che ora giaceva sul letto a poca distanza da noi.
Cazzo.. non mi ero reso conto che quello precedente lo avevo tolto prima di scoparle la bocca.
Mentre indossavo quello nuovo lei mi fece un ultimo cenno di approvazione, prima di girarsi nuovamente e affondare il viso fra le cosce di Erika.
Non potei fare a meno di notare che facendolo impresse un ulteriore colpo di bacino verso l’alto in modo tale da inarcare ancor di più la schiena.
“Dai…scopala…!”
L’esortazione di Erika mi colse di sorpresa e io non resistevo più.
Puntai l’asta verso la vulva e appoggiai il glande violaceo e gonfio all’inverosimile sulle piccole labbra della vagina che Erika teneva allargata con le dita.
Stavo per scopare mia sorella.
Iniziai ad avanzare molto lentamente ed esitai nel momento in cui sentii la fica fare un minimo di resistenza.
Lei gemeva e io diedi un leggero colpo di reni.
Il glande entrò mentre mia sorella replicava con un “aaahhhh…mmm….siiii…scopami….” che non lasciava spazio a fraintendimenti.
Anche in questo caso lo sentivo come stretto in una guaina bollente e completamente fradicia.
Attesi alcuni istanti prima di dare un ulteriore leggero colpo di reni.
Improvvisamente il senso di compressione attorno al cazzo scomparve.
Mi sembrava di affondare nel burro fuso.
Era come se la vagina, completamente lubrificata, mi stesse risucchiando.
Mi fermai solo quando fui completamente dentro di lei.
Erika iniziò a leccarmi le palle e io sentivo la vagina pulsare intorno al mio cazzo.
Mi ritrassi lentamente, quanto bastava per fare in modo che restasse dentro solo la cappella e lasciare che la troietta sotto di me potesse far scorrere la lingua anche lungo l’asta.
Poi affondai un nuovo colpo, questa volta un pò più irruento del precedente.
Stavo scopando mia sorella.
Credevo di impazzire di piacere mentre sentivo Erika che fra una colpo di lingua e l’altro la incitava : “ ti piace vero … porcellina…. te l’avevo detto che sarebbe stato divertente”.
Compresi in quel momento che le due troiette avevano pianificato tutto e io ero stato solo uno strumento nelle loro mani.
Con una mano afferrai i lunghi capelli che mia sorella aveva sciolto prima di iniziare quel gioco incestuoso e iniziai a cavalcarla furiosamente, utilizzando la sua criniera come fossi un fantino attacato alle redini.
“Aaahhhh ….cazzoooo….godooooo…”.
Mi ero reso conto che stava per avere un orgasmo e il suo grido non fece che confermare la cosa.
Il suo corpo era come scosso da convulsioni e le pulsazioni della sua vagina sembravano non finire mai.
Uscii per non sborrare anch’io. Non volevo che quel momento fantastico finisse.
Preso dall’eccitazione non capivo più niente.
Abbassai il viso sul suo splendido sfintere e iniziai a leccarlo furiosamente mentre Erika faceva altrettanto con la fica.
Ogni tanto le nostre lingue si incrociavano scambiandosi gli umori che avevano raccolto.
Ad un tratto mentre stavo baciando Erika mi resi conto che stavo affondando il dito medio nel culo di mia sorella.
La sorpresa per la facilità dell’operazione venne meno quando feci mente locale su quanto avevo visto poco prima sul mio PC mentre la spiavo giocare col suo dildo.
A quel punto sovrapposi il dito medio all’indice e li spinsi dentro entrambe.
Lo sfintere non fece una particolare resistenza.
Mi resi conto che la troietta doveva avere usato il culetto anche di più della fica.
“Cambia il preservativo….” rantolò Erika gemendo.
Aveva capito subito le mie intenzioni ed evidentemente, conoscendo mia sorella, non aveva dubbi sul fatto che la mia idea sarebbe stata apprezzata dall’interessata.
Indossai il nuovo guanto e puntai decisamente il glande verso lo sfintere che pulsava come se chiedesse di essere violato.
Questa volta non ebbi le attenzioni usate poco prima considerando che il buchetta era più che lubrificato dalla mia saliva così come il nuovo preservativo lo era per merito di quella di Erika che con un gioco di bocca da puttana scafata mi aveva aiutato ad indossarlo.
Spinsi il cazzo dentro senza soluzione di continuità fino a che non sentii le palle appoggiarsi sulla fica, ottenendo per tutta risposta un “aaahhhh …..siiiiii…. non fermarti…”
Stavo inculando mia sorella!
Iniziai a scopare quel culetto fantastico come un cavallo monta la sua puledra.
“Siiii… non fermarti… sborrale dentro….togli il preservativo”.
Rimasi interdetto.
L’ordine arrivava da Erika, eccitata oltremodo per la scena che stava vivendo dal suo privilegiato punto di osservazione e dalla lingua che le devastava la vulva.
Anche questa volta il suo invito non trovò repliche da parte di mia sorella e …chi tace acconsente.
Onestamente stavo pregustando una bella sborrata sul viso delle due scolarette ma…
“Troia…leccami il culo mentre la sfondo…”
L’ordine, rivolto ad Erika, mi uscì spontaneo, probabilmente dovuto alla situazione che non lasciava più spazio ad alcun freno inibitore, né al sottoscritto né tantomeno alle due puledrine.
Lei da brava cagnetta ubbidiente si aggiustò, scivolando leggermente all’indietro e facendosi strada attraverso le mie cosce.
Sentii le sue mani morbide che si appoggiavano sui miei glutei e iniziavano a fare una leggera pressione verso l’esterno.
Poi la sua lingua, caldissima e bagnatissima, iniziò ad esplorare il mio sfintere.
Mi penetrava con la lingua la troia.
IL cazzo mi era diventato di marmo e sembrava implorarmi: “mettimi dentro…mettimi dentro…”.
La sensazione che provai appoggiando il glande al buchetto di mia sorella fu indescrivibile, ora che non c’era più nemmeno il piccolo serbatoio in lattice a frapporsi fra la mia e la sua carne.
Potevo percepire il calore del suo buchetto che pulsava avido di cazzo.
Erika accompagnò il suo ennesimo colpo di lingua con una altrettanta (non saprei dire quanto involontaria) spinta in avanti sulle mie natiche.
“Aaaaahhhhh …..siiiii….ti sento dentro….” rantolò mia sorella mentre affondavo spaccandole il culo.
Quando fui completamente dentro mi fermai.
Il cazzo che pulsava dentro il culo di mia sorella, altrettanto palpitante.
La lingua di Erika che mi inondava il deretano di saliva; dentro e fuori.
Volevo godermi appieno quella sensazione e facevo di tutto per rimandare il più possibile il momento dell’orgasmo, ma…: “aaahhhh …sto venendo di nuovo…non ce la faccio più…fallo sborrare…fallo sborrare…”
Sul momento pensai che mia sorella si stesse riferendo a me e non diedi seguito alla sua richiesta.
Mi resi però immediatamente conto che le cose non stavano così e che l’intesa fra le due puttanelle era ancora più forte di quanto credessi.
A seguito dell’ordine di mia sorella, Erika iniziò a massaggiarmi lo sfintere con un dito, imprimendo nel contempo una leggera e piacevolissima pressione.
Poi all’improvviso aumento la spinta e affondò il dito dentro di me.
Non mi ero mai penetrato l’ano nemmeno per gioco (non conoscevo ancora i piaceri del secondo canale dal punto di vista maschile) e stavo per protestare, ma in quel momento, il dito di Erika mi provocò una sensazione di piacere devastante.
Capii subito che non sarei riuscito a trattenermi.
“Aaaahhhh…troieeeee…così mi fate sborrareeeee!!!!”
“Siii dai riempimi….”
“Siiii dai porco…riempi di sperma questa cagnolina in calore…"
Il piacere provocato dal massaggio prostatico sommato da quello sensoriale provocato dal turpiloquio delle due mignotte in erba mi mandò in estasi.
Il cazzo inizio a pulsare all’impazzata dentro il culo di mi sorella.
“Aaaahhhh …ti riempio….troiaaaaaa”
“Aahhhhh….si …lo sento scarica tutto quello che hai nelle palle…aaahhhhhh”
Fu un’eiaculazione molto prolungata.
Mentre finivo di svuotare il mio nettare dentro di lei non potei fare a meno di pensare come sarebbe stato bello vedere il suo viso e quello di Erika inondato da tutto quello sperma.
“Aspetta ad uscire…”.
L’ordine, perentorio, arrivò da Erika che nel frattempo allungava una mano per prendere un pacchetto di kleenex sapientemente appoggiato sul comodino, ad ulteriore riprova di come tutto fosse stato programmato nei minimi dettagli.
Raccolse un grumo di fazzoletti e li appoggiò alla fica di mia sorella quasi infilandoli dentro a mo di tappo.
“Ora puoi uscire” disse “mentre mia sorella allungava la mano per tenere fermo quel turacciolo improvvisato.
“Cazzo… avete imparato già parecchio guardando i film di Rocco” dissi mentre mi accasciavo esausto sul letto.
“Siamo delle brave studentesse noi…” replicò Erika accompagnando la frase con un sorriso biricchino.
“Dai..veloci a rivestirvi… che mamma e papà fra un pò arrivano” replicò a sua volta mia sorella mentre, vestiti i panni della brava figlioletta, correva in bagno a svuotarsi il culetto da tutta la sborra che ci avevo riversato dentro.
.... segue: (AFFARI DI FAMIGLIA - Io, mia sorella, mamma e papà)