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Dopo la sessione a casa di Mario, i contatti con Carla si erano diradati per qualche mese, perché doveva subire un piccolo intervento chirurgico, nulla di trascendentale, ma le avevo concesso una pausa.
Per riprendere il suo percorso di sottomissione le ordinai di andare al cinema col cornuto. Lei avrebbe dovuto vestirsi con gonna corta, calze e reggicalze senza intimo e camicia senza reggiseno, con un cappotto che arrivasse sopra al ginocchio, smalto rosso e rossetto dello stesso colore, mentre lui con la gabbietta e plug nel culo. Avrebbe dovuto toccare il cazzetto e le palle del cornuto e punirlo a fine serata con la spazzola se avesse sborrato nonostante la gabbietta
Mandai un’amica di Roma al cinema per controllarli. Appena seduti in sala, appena spente le luci lei iniziò a giocherellare con le sue palline mosce e rattrappite, verso la fine del film il cornuto era praticamente fradicio, mentre lei prestava più attenzione a una coppia seduta vicino a loro, e soprattutto a lui un ragazzo molto giovane.
Usciti dal cinema il cornuto era molto imbarazzato e umiliato visto che aveva la parte bassa della tuta piena di macchie. Arrivati a casa come da mio ordine aveva preso il mestolo in legno, messo supino il cornuto sulla poltrona e aveva iniziato a colpirlo sulle natiche facendogliele diventare rosse. Mentre lo colpiva il cornuto fu obbligato a ripetere: grazie padronebastardo perché stai dominando il sottoscritto e la tua schiava mia moglie Carla. Per finire fu concesso al cornuto di leccare il clitoride della moglie, ma senza farla godere, perché non aveva più il diritto di far godere la moglie.
Come primo avvenimento della ripresa della schiavitù di Carla dopo la convalescenza era andata molto bene, ma era il momento di alzare il tiro.
Mi ricordai che Carla conosceva una coppia con lui alto circa 1,90 molto grasso e muscoloso e lei molto focosa e dominante a cui piaceva scopare, umiliare e infierire sadicamente. Le ordinai quindi di contattarla dicendole che il suo padrone avrebbe avuto piacere che facesse una sessione con lei, facendole presente che le avrei dato carta bianca e nessun limite se non quello di non farsi impietosire.
Francesca il nome della signora le chiese: “posso farle un trattamento anale con supposte di glicerina una ogni 6 ore, perché non sappiamo se i buchetti siano allenati in questo periodo di convalescenza, data anche la condizione del marito che sappiamo bene non essere in grado di soddisfarla essendo ormai praticamente impotente?”
Le risposi “effettivamente da quello che so, sono tre mesi che non scopa, anche se c’è un mio cliente un viscido avvocato milanese con una panza enorme che la vorrebbe scopare, ma non credo gliela abbia data. Ti concedo di farle il trattamento.”
L’appuntamento era stato fissato due giorni dopo. Il giorno dopo Carla andò, prima dall’estetista e poi dal parrucchiere.
Il giorno dopo Carla va da Francesca.
Appena arrivata Carla si avvicina a Francesca per baciarla e questa le sferra uno schiaffone in viso e le dice “Puttana Vacca mettiti in ginocchio e salutami con devozione leccandomi gli stivali” e così Carla fece. La fece spogliare completamente nuda e le mise un collare di pelle nera al collo con catena ed iniziò a strattonarla con forza per 10 minuti circa.
Poi la fece alzare in piedi a gambe larghe, mani legate dietro la schiena, la bendò e le applicò una mollettina per capezzolo con catenella e iniziò a tirare con forza causandole un dolore lancinante. Carla iniziò ad urlare e Francesca prese le sue mutandine e gliele mise in bocca, sentì talmente mancare il respiro che quasi le venne da piangere.
Carla sentì una mano avvolta in un guanto di pelle che iniziò a trastullarle il clitoride e Francesca le intimò di non godere altrimenti l’avrebbe frustata a sangue. Carla cercò in tutti i modi di trattenersi e ci riuscì, poi Francesca le infilò a secco un dito nel culo e poi due tanto che tremò prima dal dolore e poi dal dolore e dal piacere, ma soprattutto dal dolore perché da dietro sentì che Francesca tirò la catenella facendo alzare i capezzoli in alto.
Dopodiché fece mettere Carla a 4 zampe ed iniziò a sculacciarla imponendole di contare ad alta voce e ringraziando il padrone che le dava l’onore di essere una sua schiava.
Per Carla era una situazione strana tra dolore forte e piacere che arrivava e poi spariva, ma quello che sentiva più forte era il dolore. Aveva il culo rosso violaceo e le faceva male.
Francesca la fece sedere a terra e iniziò urinare sul suo viso. Carla provava un sentimento di schifo e cercava di divincolarsi, ma Francesca era spietata e violenta, Carla sapeva che era dominante ma non fino a questo punto. Finiti i suoi bisogni Carla fu costretta in ginocchio con la sua lingua a pulire gli stivali di Francesca.
Carla la implorò in silenzio di smettere, ma Francesca le disse “Il tuo Padrone mi ha dato carta bianca.”
Francesca quindi si sedette sul divano e le disse di salire a pancia in giù sulle sue ginocchia ed iniziò a penetrarla prima con le dita in figa e poi nel culo intervallando la cosa da sculacciate sempre più forti. Carla capiva che doveva rimanere in silenzio per non peggiorare la sua situazione, intanto però aveva la figa che grondava di umori.
Francesca le dice ridacchiando “per godere c’è tempo”. Le tolse tutto dalla catena, alle mollette e la benda. Portò Carla in bagno, che gli chiese se potesse fare pipi, ma prima la obbligò a pulire con la lingua il water e mentre era inginocchiata le prese in mano la testa e la infilò dentro il water scaricando lo sciacquone, poi la fece entrare in vasca in piedi e la obbligò a farsela sotto con le gambe chiuse. Carla iniziò ad urinare e l'urina iniziò a scendere dalle cosce fino ai piedi. Francesca si sedette sul water e la obbligò a farla venire con la lingua mentre le strattonava per i capelli.
Francesca vide che era tardi e disse” rivestiti vacca”. Prima che Carla potesse infilare le mutandine, le infilò un plug vibratore nel culo e della palline sempre vibranti in figa
Uscirono con la macchina di Carla e si recarono in un ristorante, distante circa 20 km. Entrando tanti avventori videro il viso arrossato e i capelli arruffati. Appena sedute Francesca le fece alzare la gonna con il culo a contatto con la sedia, sentiva che il plug vibrava dentro la figa facendola tremare e le palline aumentavano e diminuivano l'intensità in base alla volontà di Francesca. Mentre il cameriere portava le insalate che avevano ordinato Carla raggiunse un orgasmo talmente devastante che le sembrò di pisciare. il cameriere chiese se andasse tutto bene e Francesca disse” il suo Padrone vuole così”.
Finito di mangiare, Carla va alla cassa barcollando e godendo nuovamente pagò e uscirono tutte e due.
Riaccompagnò Francesca a casa e lei senza salutarla disse: “ringrazia il tuo Padrone da parte mia con affetto e mi raccomando racconta tutto”.
Quando Carla mi raccontò quello che era successo non mi reputai troppo soddisfatto: solo due mollette sulle tette e le sculacciate a mano e non con un paddle o una frusta, era stato un momento troppo alto di misericordia da parte di Francesca e dissi che la cosa si sarebbe ripetuta dopo un adeguata istruzione di Francesca come dominante e con la mia presenza per evitare ci fosse ancora tutta questa indulgenza con Carla.
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