Dopo avere vinto il concorso che le avrebbe liberato la strada professionale, che attualmente sta percorrendo, Valentina pienamente appoggiata da Emanuele, ha vissuto due anni a Roma, in accademia per la formazione dovuta al ruolo che avrebbe rivestito.
Ha vissuto liberamente e senza nessuna pressione del suo compagno, questo periodo: serate di qualsiasi tipo, tra cene, concerti, discoteca che rendevano le patetiche giornate di lezione, riposo per essere pronte alla serata.
Ha costruito rapporti ed amicizie che si porta dietro ancora oggi: in particolare con Anna, sua compagna, con cui ha condiviso la stanza per tutto il periodo di permanenza nella caserma e Adolfo, terzo vertice con cui è stato creato un triangolo indissolubile.
Anna, sposata e Adolfo legato sentimentalmente, hanno vissuto una storia fedifraga, di cui Valentina ha portato a conoscenza Emanuele: ciò che lui non ha mai capito, è la particolarità che questo soggetto le abbia trasmesso, se non banalmente essere un uomo che indipendentemente dai legami che ha, continua a fare il Latin Lover, in maniera egregia e scoparsi chi ha voglia di essere scopata.
Misteriosamente, tutto ciò che lei ha sempre ripudiato, è diventato un modello: misteri della vita.
Ogni domenica sera l’accompagnava all’entrata dell’Autostrada, dove compagni di corso la caricavano in auto per Roma; ogni venerdì sera l’attendeva sempre al parcheggio fuori dell’autostrada, quando i compagni di corso la lasciavano dopo il tragitto di ritorno dalla Capitale.
Durante le vacanze estive, hanno fatto il loro più bel viaggio, visitando On The Road, Siria e Giordania: quasi un mese, di completa simbiosi, a giro in auto, mangiando e dormendo dove capitava.
I viaggi insieme in Medio Oriente rimarranno per sempre scolpiti nei loro ricordi: affinità, empatia, completa convergenza nel vivere, pensare e adattarsi a qualsiasi situazione.
Due Boys Scout a giro per il mondo, non una coppia di amanti: Emanuele avrebbe voluto vederla legata, bendata, scopata, inculata, finendo con il suo cazzo in bocca a succhiare ogni gocciola del suo sperma.
Tutto rimasto nei suoi film mentali.
Una volta rientrata in caserma, Valentina diventava la trascinatrice di tutto il plotone, organizzando serate, tirando fuori tutta la sua consueta voglia di vivere, spesso fraintesa come voglia di lasciarsi andare ed essere la donna da portarsi a letto: lei si farebbe portare a letto, però per portarcela devi andare oltre l’ordinario, devi veramente guadagnartela e pochi si avventurano in questa impresa.
Niente di tutto questo è mai emerso con Emanuele: quello che rende un uomo, un animale, estraendo dall’anima ogni istinto primordiale è sempre stato con lui confinato, abortito, e lasciato solo alla sua immaginazione.
L’immaginazione è il progetto, dopo però devi renderlo vivo, e per renderlo autentico, è necessario, con determinazione e dominio, comandare ogni azione successiva, esercitando potere su chi è indispensabile al raggiungimento di quello scopo: tutto ciò che lui non ha mai fatto.
Vuole e deve essere domata, ma il compito non è facile: lei è unica e trovare chi è in grado di gestirla è difficile.
Di quei due anni di corso, probabilmente i più belli della sua vita, una vacanza retribuita, niente è dovuto sapere, se non l’affinità creata con alcuni soggetti, che hanno condiviso insieme a lei quel periodo.
Nei messaggi rubati al suo cellulare, oltre alla storia con il collega, c’erano anche delle chat con Anna e Adolfo, in cui Emanuele non avrebbe riconosciuto la persona che aveva sempre avuto a fianco: messaggi lontani anni luce dall’integerrima sensibilità che aveva sempre professato e antitetici ai giudizi con cui aveva sempre etichettato certi scambi di battute tra amici.
“Rispondimi dai. Anche ieri mi hai riattaccato. Non sarai mica con lui??”
“Ho già detto a mia moglie, che dovrò essere a Roma da giovedì. Ci prendiamo un giorno in più rispetto al corso. Siete d’accordo?”
Finalmente si è ritrovato di fronte una donna in carne ed ossa: meglio dire un’adolescente alle prime esperienze fedifraghe, mal celate.
Come di sua consuetudine, per domande di chiarimento su questi messaggi, ma in generale su tutto ciò che riguarda aspetti della sua intimità e non solo, non ha mai rilasciato interviste: mai le rilascerà, fino a quando non troverà qualcuno, che attraverso la terapia del cazzo e del sei semplicemente una grande puttana, indifferentemente e con freddezza le faccia capire chi comanda.
Non ho questo tipo di esigenza, ma con me il rapporto è limpido come l’acqua che sgorga dalla fonte Dolomitica: la faccio godere molto, la faccio sentire troia, sono distaccato (non è vero, ma fingo bene), riesco per attitudine ed agevolato dalla posizione che rivesto a dominarla completamente.