A CASA DI VALERIA
Le due ragazze erano appena uscite da scuola e si trovavano in un centro commerciale vicino che a quell’ora era quasi deserto quando ad un tratto Sara riconobbe da lontano i due migliori amici di Fabio.
“Vale, raggiungiamo subito quei due!” “Chi, quei piccoletti? Perché, chi sono? Sembrano due sfigati.” “Sono due amici di Fabietto e sono ricchi come lui. L’anno scorso mi sbavavano dietro e, quelle poche volte in cui scambiai due parole con loro, mi fissavano sempre le tette ed erano così nervosi che temevo avessero un infarto. Quei due non vedono una donna da anni e con noi usciranno completamente fuori di testa. Non sarebbe male aumentare le nostre entrate, no? Anche tua madre approverebbe. Col colpo di oggi ci possiamo fare un piccolo parco di ometti, ristretto, ma di qualità e siamo a posto”.
“Grande, portiamoli oggi stesso da Fabio!”
“Mmmh…non so, essendo un primo contatto dovremmo anche parlare con loro di soldi e non sarebbe il caso di farlo con Fabio presente. Dovremmo, peraltro, anche capire quanto poter chiedere. Per ora pensiamo ad un posto per l’incontro perché loro, vista la nostra età, non potrebbero portarci in un hotel”.
“Che dici se facessimo a casa mia?”
“A casa tua? E tua madre?”
“Beh, le spieghiamo la situazione”
“Ma dove ci sistemiamo? Avremo poi bisogno di avere due spazi per lavorarci separatamente i tipi.”
“Usiamo il salone dove c’è un bel divano e la camera mia dove c’è il mio lettone e diciamo a mamma di uscire o, se resta a casa, di chiudersi in cucina”.
“Perfetto! Fai parlare sempre me”, disse Sara mentre si incamminavano rapidamente verso i due, “perché tu sei figa, ma un po’ scema”.
“Oh stronza”!
““Eh dai”, fece all’amica, “scherzo!” e poi, a voce più alta, rivolta agli uomini: ”Renato! Michele!”
“Pensa che una volta”, disse ancora Sara all’amica a bassa voce quando ormai erano vicine, “sgamai quello con gli occhiali che mi fotografava di nascosto il culo e feci finta di nulla perché mi faceva pena, sapevo bene che quella foto l’aveva fatta per usarla quando si faceva le seghe. Quello, appena gli metto una mano tra le gambine, farà subito un bonifico”.
“Ahaha, sembra Giacomo Leopardi! Che tipetti ridicoli, guarda come ci guardano! Sembrano terrorizzati!”
“Li faremo diventare diventare totalmente addicted”.
I due amici sgranarono gli occhi vedendo quelle due incredibili e giovanissime adolescenti evidentemente uscite da scuola che si dirigevano verso di loro. Avevano riconosciuto subito la bruna che li aveva chiamati: era Sara, una ragazzina bellissima, con due occhi verdi da gatta, straordinariamente alta e super maggiorata che l’anno prima, nonostante la sua età, aveva avuto una breve relazione col loro amico Fabio facendosi fare un sacco di regali costosissimi. Sarebbe stato impossibile per loro non riconoscerla perché era stata un’ossessione per entrambi. Quando l’anno prima l’avevano conosciuta avevano invidiato tremendamente il loro amico e si erano massacrati di seghe ogni giorno per mesi interi pensando al suo culo e alle sue tettone e ancora adesso la sua immagine statuaria alimentava le loro fantasie solitarie.
La sua amica, una giovanissima adolescente bionda con gli occhi chiari, era anche lei incredibilmente figa e forse persino più giunonica, una super vichinga con due tette enormi.
Renato aveva 39 anni ed era un web marketing manager. Dimostrava più dei suoi anni a causa di una forte stempiatura, era bruno, alto appena 1.63 e di corporatura magra. Trascorreva le sue serate con amici quasi tutti maschi.
Era single e non aveva rapporti da due anni, da quando era finita la sua ultima relazione, la terza della sua vita, con una ragazza che lo aveva ripetutamente tradito e che non era neanche questa grande bellezza.
Michele aveva 40 anni ed era un consulente finanziario. Era un uomo brizzolato, anche lui di bassa statura (1.61) e magrissimo. Le sue frequentazioni erano le stesse dell’amico. Aveva avuto solo due relazioni nella vita e non aveva rapporti da ben 5 anni. Aveva considerato spesso l’idea di incontrare qualche escort, ma all’ultimo momento ci aveva ripensato temendo di poter avere qualche brutta esperienza ed essere rapinato o persino picchiato.
Avevano entrambi il complesso del pene piccolo visto che non erano esattamente ben dotati e nei pochi rapporti che avevano avuto avevano sempre sofferto di eiaculazione precoce, tutto questo, assieme al loro modesto aspetto, li rendeva profondamente insicuri e rinunciatari con le donne, ma morivano terribilmente dal desiderio che cercavano di soddisfare non con ragazze vere, ma masturbandosi vedendo immagini di ragazze rappresentate con dei pixel sugli schermi dei loro portatili.
Quando furono raggiunti dalle due imponenti amiche si sentirono letteralmente sovrastati e si guardarono attorno con imbarazzo pensando cosa avrebbe potuto pensare un loro conoscente se li avesse visti, loro, due piccoli uomini single sulla quarantina con due belle e altissime studentesse di scuola media così formose.
“Ciao Sara!”, disse Renato mangiandosi le parole per l’emozione, “Come stai?”
“Renato, Michele, ciao!”, rispose Sara chinandosi per salutare entrambi con dei baci sulle guance, “bene, grazie e voi?”
“Be…bene, grazie”, rispose Michele. “Bene”, disse un po’ balbettando anche Renato.
Non era mai accaduto le poche volte in cui l’avevano incontrata che lei li salutasse in modo così affettuoso. Le due ragazzine erano talmente vicine che rischiavano muovendosi di sfiorare i loro corpi giovani e voluttuosi ed entrambi, troppo timidi per guardare la splendida Sara negli occhi, non sapevano dove dirigere lo sguardo, anche perché con la loro esigua statura arrivavano appena alle tette, peraltro enormi, delle due tre…..nni. Avendo lo sguardo basso Michele si trovò a guardare le loro gambe. Anche una sola delle lunghissime cosce tornite di quelle tr….nni era grande quasi quanto il suo esile torace e il pensiero di essere rispetto a loro così piccolo ed insignificante lo avvilì e nel contempo lo eccitò. Si sentiva morire di desiderio e conoscendosi immaginava che, se mai avesse potuto fare sesso con Sara o con quest’altra incredibile adolescente così prosperosa sarebbe miseramente venuto in meno di un minuto.
Sara e Valeria ammiccarono e fecero un risolino e questo aumentò esponenzialmente il disagio dei due piccoli uomini, già così nervosi ed impacciati.
Perché si trattenevano a parlare con loro che erano tanto più grandi d’età e pure così poco attraenti? Forse Sara lo faceva solo perché li riteneva due piccoli sfigati e la divertiva metterli a disagio per poterne poi ridere con l’amica? I due amici si sentivano sottoposti ad una pressione insostenibile e, pur trovandolo assurdo, non vedevano l’ora che le due enormi e splendide ragazzine andassero via.
Sapevano anche che, quando questo sarebbe successo, si sarebbero separati il più in fretta possibile per scappare, ciascuno nella propria casa a masturbarsi e pensarono entrambi con rabbia, ma anche con eccitazione che questo lo dovessero sicuramente immaginare divertite anche le due tr….nni che, malgrado la loro età, sembravano decisamente navigate.
“Siete appena uscite da scuola, vero? Che classe fai quest’anno?”, chiese, non sapendo che dire, Renato, sempre più rosso per la vergogna e sudando vistosamente.
“Si siamo uscite ora. Facciamo la terza media”, rispose Sara facendo l’ennesimo risolino.
“Ed hai deciso…”, le chiese balbettando Michele sperando che le giunoniche ragazzine non notassero il suo piccolo pene eretto, “…hai deciso in quella scuola andrai l’anno prossimo?”
“Farò il liceo scientifico. Sino all’anno scorso i miei, siccome la mia è una famiglia molto modesta, avrebbero voluto indirizzarmi ad un professionale che mi avrebbe assicurato uno sbocco lavorativo rapido, ma adesso dispongo di molti più soldini e, siccome mi piace studiare, dopo vorrei fare l’università. Ieri dicevo a Fabietto che mi piacerebbe fare veterinaria”.
“Si, soprattutto per prenderti cura degli uccelli, di quelli molto grossi che ti piacciono tanto e pure di quelli piccolini e bisognosi”, le disse ridendo Valeria
“Lo vedi che sei scema?”, rispose ridendo Sara all’amica
“Ah, vedi ancora Fabio ogni tanto?”, le chiese imbarazzatissimo Renato.
“Si, non abbiamo più una relazione come quella dell’anno scorso, ma vado regolarmente a casa sua e spesso anche con lei che è una mia compagna di classe perché in due ci divertiamo ancora di più. All’inizio l’ho coinvolta perché avevo bisogno di una vice che andasse da lui quando ho altri impegni”
“Ma…come vice?”, protestò Valeria.
“Dai, scema, scherzo”, rispose all’amica, “comunque aver fatto venire anche lei da Fabio”, rivolgendosi a Renato e Michele, “è servito per evitare che lui si attaccasse troppo morbosamente a me. Ehi, ma non ve l’ho ancora presentata! Si chiama Valeria! Lei è nata in Italia, ma la sua famiglia è moldava. Come la trovate? Non è fighissima? Potete immaginare come se la spassa Fabio anche con lei!”, esclamò Sara indicandola, “E’ alta 1.90, due centimetri più di me”.
“Piacere”, disse Valeria abbassandosi per dare due bacini sulle guance dei due uomini che, del tutto inebriati dal suo profumo, riuscirono a malapena a scandire i loro nomi.
“Ma, ma non capisco…”, riuscì a balbettare Renato , “cosa fate esattamente quando andate da lui?”
Le due tr…nni si guardarono. “In realtà”, intervenne Valeria sorridendo, “Posso dirlo?”, chiese a Sara, “Certo, a loro possiamo dirlo, sono i suoi più cari amici”, rispose l’amica”. “Ecco”, riprese, “sinceramente immaginavo lo aveste un po’ intuito. Quando andiamo a casa sua Sara ed io siamo molto carine con lui in cambio ovviamente di un piccolo compenso. Non c’è nulla di male e ne è a conoscenza anche mia madre. Fabio non ha una ragazza ed è un ometto molto insicuro, incapace di andare alla ricerca di avventure, ma ha pur sempre dei bisogni fisiologici e noi… posso scendere nei particolari, Sara?”, chiese all’amica. “Ahaha si” “Ecco”, riprese Valeria, “noi siamo davvero molto brave, non ci limitiamo a svuotargli le palline, ma lo facciamo venire in tutti i modi possibili. Andiamo a casa sua tutte profumate, gli facciamo delle lapdance con dei costumini da gattine sexy, lo mettiamo come un piccolo salsicciotto tra le nostre tette, a volte ci stendiamo semplicemente tutte e due nude sul letto dandogli la possibilità di infilare il pisellino ovunque voglia”
“Ahaha non pensavo raccontassi tutti questi dettagli, Vale! Comunque si, gli facciamo fare delle grandi scorpacciate!”, aggiunse Sara, “Lo facciamo godere davvero tantissimo!”.
“Poi non so se dipenda dal fatto che siamo così alte e formose, ma è sempre così bisognoso! L’altra volta era così eccitato che, mentre ballavo, - lui ha più o meno la vostra corporatura - me lo sono trovato arrampicato su una coscia come un ragnetto ed è venuto nelle mutandine in pochi secondi!”, disse ridendo Valeria.
Il volto dei due uomini era imperlato di sudore, erano assolutamente sconvolti dall’incredibile rivelazione sul loro amico e dalla disinvoltura con cui queste tr…..nni ne parlavano ed erano ormai entrambi eccitatissimi.
“Come ha detto Vale, non c’è nulla di male, Fabio è un ometto insicuro e con un pisellino proprio micro, ma la vita è una e, se si è benestanti e ci si può permettere di fare qualche regalino”, osservò Sara premendo ormai le sue tettone sul viso di Renato, “credo sia decisamente più bello godere di due adolescenti alte 1,90 e con le tette enormi, piuttosto”, aggiunse osservando sia Renato sia Michele, “che stare da solo a casa col pisellino in mano, no?”
“A me mettono una tristezza gli ometti soli col pisellino micro in mano!”, commentò Valeria guardando insistentemente il piccolo gonfiore nei pantaloni di Michele e accarezzandogli i capelli ridendo.
“Da lui siamo state giusto ieri, Fabietto è l’unico ometto con cui ci incontriamo, ma oggi siamo libere. Vorreste venire a trovarci a casa di Valeria intorno alle 17:00?”, propose Sara continuando a tenere premute le sue tettone sul viso di Renato, “Lei vive sola con sua madre che, però, come vi ha detto, sa di Fabietto perciò non si farebbe alcun problema sapendo che, dopo aver fatto i compiti, giochiamo con altri due ometti benestanti come voi, anzi, ne sarebbe felice. Potremmo fare una specie di festa. Abbiamo anche - ma questo la madre di Vale non deve saperlo - un po’ di erba che Vale ha avuto dal tipo da cui lei ama farsi scopare”.
“Eh, il mio grosso bomber nero!”, commentò con un sorriso Valeria guardando Sara e mordendosi il labbro.
I due uomini si guardarono per un istante come se cercassero vicendevolmente aiuto. Ciascuno di loro sperava che l’altro avesse la prontezza di rispondere. Erano impietriti. Mai erano stati così eccitati.
“Ahahah, ma che buffi che siete! Guarda lui che faccia ha tra le tue tettone!”, disse Valeria ridendo indicando Renato a Sara, “è così sudato che ha gli occhiali appannati! E poi mi fanno troppo tenerezza i loro piccoli gonfiori tra le gambette! Sono eccitatissimi tutti e due da quando siamo arrivate!!! Cioè io morta, non ce la faccio! Non ce la posso fare!”, esclamò Valeria ridendo rivolta all’amica.
Sara si guardò velocemente attorno per controllare che non ci fosse nessuno e poi si abbassò per dare un bacetto in bocca a Renato e, mentre lui sconvolto sospirava il suo nome, gli infilò decisa la mano nei pantaloni. “Eh si, Vale, ha proprio un cosino durissimo, piccolo, ma durissimo!” disse la tr…..enne giocherellando col pistolino del quarantenne che per l’emozione non riuscì più a stare in piedi e le si appoggiò al seno iniziando subito ad ansimare.
Michele aveva il cuore che gli batteva forte e gli tremavano le gambe, lanciò uno sguardo implorante all’ immensa Valeria e lei, dopo essersi divertita facendolo penare nell’attesa qualche secondo, lo abbracciò e infilandogli una coscia tra le gambe lo sollevò dal pavimento accogliendolo tra le sue braccia. “Davvero dei quarantenni piccoli e disperati! Che figura sta facendo il tuo amico con una ragazzina di terza media, sta già ansimando! Tu stai tremando tutto.”, sussurrò la tr…..nne, “siccome sono certa che tra qualche ora verrai a giocare a casa mia, voglio farti sapere che ti farò salire con tutto il tuo corpicino sul mio grande culo palestrato e farò letteralmente esplodere il tuo piccolo pisellino. Te lo immagini, ometto?”.
Sospeso da terra, a cavalcioni sulla coscia imponente di quella bambolona bionda e con tutto il corpo premuto sulle sue curve da sballo, Michele balbettò qualcosa di incomprensibile.
“E’ stata davvero una fortuna incontrarci”, osservò Sara mentre masturbava Renato sorreggendolo, “Con noi non dovrete preoccuparvi di nulla, saremo tanto carine con voi, vi daremo tanti tanti bacini e faremo fare tanti tanti shot ai vostri pisellini in cambio chiaramente anche da parte vostra come fa Fabietto di un piccolo compenso”.
“E non certo peluche e gomme profumate”, aggiunse ridendo Valeria che continuando a far dondolare dolcemente Michele sulle sue tettone lo stava mandando sempre più su di giri, “perché siamo delle bambinone monelle”.
In quel momento una signora anziana passò in fondo al corridoio spingendo il suo carrello e si fermò davanti alla loro corsia a guardare da lontano prima con stupore e poi con turbamento e disapprovazione l’incredibile scena.
Non aveva mai visto nulla di simile. Un’adolescente gigantesca e con due seni enormi, con ancora con lo zaino della scuola sulle spalle, stava facendo ansimare un uomo sulla quarantina che era la metà di lei tenendolo sollevato senza alcuno sforzo e strofinandoselo sul corpo come se fosse una spugnetta da bagno, Lui era totalmente in sua balìa e lei rideva.
L’ amica, un’altra studentessa, sua coetanea e altissima
come lei, aveva una mano nei pantaloni di un altro piccolo tizio completamente sprofondato sulle sue tettone e lo masturbava divertita. Era impressionante! La signora comprese che per quelle due giunoniche ragazzine quei due non potevano che essere piccoli, innocui polletti da spennare.
Trovò assurdo che facessero quelle porcherie in un luogo pubblico e pensò che sarebbe stato il caso di chiamare la polizia quando ad un tratto fu apostrofata da Sara che si era accorta di lei.
“Ehi nonnina, che cazzo hai da guardare?”, le disse la tr….enne staccandosi da Renato e accennando un movimento verso di lei, “Sparisci subito o finisci male”.
“Dai, Vale”, disse poi Sara all’amica mentre la signora si allontanava impaurita, “adesso fermati e staccatelo di dosso sennò lo fai venire nei pantaloni. Guarda come sta! Andiamo via.”
“E’ che mi spiace”, rispose Valeria sempre più divertita staccando Michele dal suo corpo, ma continuando a tenerlo sospeso da terra dalle ascelle, “Vuoi che la smetta, ometto? Il tuo pisellino sta già per esplodere?”. “Oddio, sei troppo bona, sei uno schianto! Un sogno!”, riuscì a dire con tono quasi disperato Michele scatenando l’ilarità delle ragazze nel buffo tentativo dimenando le gambette a mezz’aria di avvicinarsi a lei e strofinare ancora il suo pene sulle sue tettone.
“Dai Vale, mettilo giù, qui ci sono pure le telecamere e forse ci staranno guardando”.
“Madonna, Sara”, rispose ridendo Valeria, ma ti sei accorta di quell’altro ometto? Guardalo!
Renato, eccitatissimo, le si era gettato addosso e adesso era praticamente arrampicato su di lei e le si strusciava senza alcun ritegno ansimando.
“Dai Renato”, gli disse staccandoselo, “altrimenti rischiate di essere arrestati”.
“Certo, bastava solo sbloccarli, ahaha!”
“Facciamo giusto un rapido scambio di ometti per un saluto?”, propose Sara a Valeria.
“Si, dai”
Valeria passò Michele all’amica come se fosse un bambolotto e sollevò Renato. I due uomini, completamente sconvolti in braccio alle due incredibili adolescenti super maggiorate, furono salutati entrambi con un bacio con la lingua e quando furono messi dolcemente a terra erano eccitatissimi e frastornati e con i pantaloni umidi di liquido pre-eiaculatorio.
“Sarebbe stato divertente, però, lasciarli andare con i pantaloni bagnati”, disse Sara
“Ehi, non scappate nelle vostre case a farvi delle seghe adesso!”, consigliò Valeria, “Vi voglio belli pieni oggi!”
Dopo che Sara dette il suo numero a Renato e l’indirizzo di casa di Valeria, prima di salutarli, precisò: “Ah, non vi abbiamo detto che noi abbiamo un dress-code: oggi indosseremo degli intimi a rete rosa con reggicalze che ci ha preso Fabietto e avremo degli stivali con tacco 12. Saremo delle bambolone gigantesche, alte 2 metri! Voi potrete restare in mutandine e canottierina. Chiaramente avviseremo la mamma di Valeria e lei non sarà a casa alle 17:00 per non mettervi a disagio”.
“Siamo molto professionali quando ci occupiamo dei pisellini!”, aggiunse ridendo Valeria.
Ora dobbiamo scappare. A dopo, ometti!”
Michele e Renato le videro allontanarsi ridendo e le seguirono a lungo con lo sguardo soffermandosi in particolare sui loro grandi culi, tondi e sodi e poi si guardarono increduli e anche molto imbarazzati. “Sono assolutamente sconvolto! Sembra un sogno!”, disse Michele col pene ancora eretto a Renato anche lui ancora eccitato, “non sono mai stato così eccitato in vita mia! Oddio, Sara e questa sua amica!”
“Anch’io e, se ci pensi, per noi due è stato il momento più eccitante della nostra vita, ma anche il più umiliante. Hanno riso per tutto il tempo. Noi eravamo terribilmente coinvolti, loro, invece, ci dominavano. Ci hanno ridicolizzati, declassati ad ometti sin dall’inizio. Non ci posso pensare, delle ragazzine di appena tr….nni!”.
“Che, però, sono delle strafighe incredibili e, cavolo, anche enormi e fortissime. Non lo sapevamo, ma Fabio se la passa davvero bene! Oddio, sento ancora i loro profumi! Non vedo l’ora che arrivino le 17:00!”.
“Non ci hanno detto quale compenso vorrebbero”.
“Dobbiamo considerare che non sono delle escort, ma pur sempre delle ragazzine tr….nni. Questa madre dell’amica di Sara sa tutto, insomma, è una situazione molto delicata, per non dire rischiosa, perciò io direi che la somma giusta sia 1000 euro a testa”
“Si, hai ragione”.
Valeria rideva ancora ripensando ad alcuni degli episodi più buffi dell’incontro appena avvenuto quando Sara le disse di chiamare subito sua madre: “Chiama Tamara, informala della situazione e poi passamela perché abbiamo poche ore. Dobbiamo avere entro le 17:00 una richiesta di compenso da presentare e lei può aiutarmi a elaborarla. Per spillare più soldi possibili dovremmo riuscire ad ottenere da quei due un sostanzioso fisso mensile, ma, siccome potremo riuscirci solo quando li metteremo nelle condizioni di non poter fare a meno di noi, è necessario presentare un’alternativa che loro all’inizio troveranno economicamente più accettabile: la tariffa ad incontro singolo che, risulterà poi svantaggiosa quando li renderemo totalmente dipendenti”.
“Wow Sara, io una cosa così non l’avrei mai potuta pensare!”
“Lo so bene, amo, perché tu sei scema! Per questo voglio consultarmi con tua madre”, rispose Sara sorridendole e accarezzandole il viso, “Sei scema, ma bona!”, aggiunse dandole poi una fortissima e rumorosa pacca sul culo.
“E daaaaaiiiiiiiii!!!”
I due amici avevano davvero seguito il consiglio che pure era stato dato scherzosamente da Valeria. Erano stati il meno possibile a casa per evitare di avere la tentazione di masturbarsi. Dopo esserci andati solo per fare una rapidissima doccia e cambiarsi, erano poi stati, ciascuno per conto suo, a pranzo fuori e poi in giro in città con i peni eretti per tutto il tempo pensando solo a quelle due enormi ragazzine super maggiorate, e provando, mentre camminavano, un forte senso di pesantezza ai genitali per la mancata eiaculazione. Alle 17:00 in punto si incontrarono sotto il portone di casa di Valeria che abitava in una zona un po’ degradata in un quartiere periferico. Renato, emozionatissimo, citofonò.
“Chi è?”, chiese Valeria.
“Siamo Renato e Vittorio”, rispose Renato balbettando
“Salite, vi apro, secondo piano” disse la tr…..nne e poi la sentirono dire prima che appoggiasse il ricevitore: ”gli ometti! Sono arrivati”.
Si erano già eccitati di brutto dopo aver semplicemente ascoltato la voce dell’adolescente e, quando uscirono dall’ascensore e la bellissima Sara aprì la porta facendoli entrare, non credettero ai propri occhi.
Con quei completini rosa erano esplosive! Quel fortissimo contrasto tra i loro stupendi visi adolescenti e i loro corpi maestosi con quelle curve da pornostar le rendeva delle creature uniche. Non avevano mai visto due strafighe del genere e, nonostante quello che era successo poco prima nel centro commerciale, si sentirono un po’ intimiditi anche perché con quei tacchi le tre….nni alte 2 metri sembravano come irraggiungibili.
Le ragazze risero vedendo la reazione dei due uomini e Sara guardò dolcemente Renato facendolo immergere nei suoi bellissimi occhi verdi e sfiorando con un dito il suo pene durissimo.
“Ok, Sara!”, disse all’improvviso Valeria dopo che l’amica chiuse la porta, “Ci basterà picchiarli giusto un po’ e ci daranno un sacco di soldi!”
Renato e Michele trasalirono. Sfilatasi i tacchi, a piedi scalzi, Valeria si diresse velocemente verso di loro con un saltello facendo ballonzolare le sue tettone, ruotò intorno a se stessa e sferrò un rapido, violentissimo calcio rotante sopra le loro teste.
Michele cadde a terra per la paura e le ragazze risero.
I due amici erano terrorizzati, avevano sentito il forte spostamento d’aria generato da quella gamba giovane e vigorosa proiettata con quella incredibile potenza su di loro e pensarono che, se lei avesse voluto davvero colpire uno dei due, gli avrebbe creato un danno davvero serio. Nessuno di loro sarebbe mai stato capace di evitare quel calcio perché era stato velocissimo e, se avesse provato a proteggersi con le sue esili braccine, nell’impatto se le sarebbe fratturate.
“Ehi, era solo uno scherzo!”, disse Valeria ancora ridendo ed aiutando il povero Michele a rialzarsi. “Valeria”, disse Sara, “ha iniziato da qualche mese a fare kick boxing assieme a me ed è già un po’ fanatica.”
“Ha avuto tanta paura l’ometto?”, chiese Valeria al quarantenne chinandosi per dargli tanti piccoli baci.
“Mia madre”, disse la giovanissima adolescente, “non potrebbe mai lasciare me, che ho solo tr….i anni e la mia compagna di classe in casa da sole con due uomini di 40 anni se non fossimo due ragazze palestrate alte 1.90 che praticano sport da combattimento, cresciute praticamente in strada. Le ho detto comunque che voi due siete due ometti distinti e che non potreste farci del male neanche se voleste perché siete molto piccoli e deboli, totalmente inoffensivi, proprio così ho detto”, aggiunse sollevando Michele come un e tenendolo con la faccia affondata sulle sue tettone. “Lei è qui”, disse poi a bassa voce indicando una porta chiusa, “in cucina. Non è uscita più perché sta preparando un dolce da portare stasera a casa di un’amica, ma non ci darà fastidio”.
“Tua madre è qui? Ma può sentire tutto!”, esclamò Michele a bassa voce preoccupato.
“No, no, andiamo nel salone”, disse Valeria tenendo in braccio l’eccitatissimo Michele e dirigendosi assieme a Sara e Renato verso una stanza ad appena qualche metro dalla cucina.
“Comunque che vigliacchetti, davvero patetici, vi fate spaventare da una tr….enne!”, disse scherzando mentre camminavano, “alle ragazze non piacciono i vigliacchetti!”
“Voi, però, non preoccupatevi, vi coccoleremo lo stesso perché siete dei vigliacchetti, ricchi”, concluse Sara ridendo e toccando con un dito il pisellino durissimo di Renato e quello, altrettanto duro, di Michele in braccio alla sua amica.
“Ci divideremo tra questa stanza”, disse poi Sara appena giunsero in salone, “dove metteremo la musica così avrete la certezza che la signora non possa sentirci e la stanza di Valeria”
“Dove vi faremo i giochini nel mio letto dove ci sono i miei peluches di quando ero piccola!”,
“Vale, tesoro”, disse Sara all’amica, “adesso metti giù Michele perché prima di giocare faccio conoscere loro le nostre richieste. Allora”, disse rivolta ai due quarantenni, “abbiamo pensato a due formule diverse: o vi regalate solo questo pomeriggio ed ogni altro futuro incontro singolo pagando 500 euro a shot o fate un mensile di 2000 euro con incontri bisettimanali e shot illimitati (un vero paradiso degli ometti) con obbligo di caparra di un mese”. Questo”, disse consegnando un foglio di carta ai due amici, “è l’iban della madre di Vale per il bonifico. Per le prossime volte chiaramente vi chiederemmo il piccolo compenso in cash”.
“2000 euro e pure con la caparra?! Sarebbero quindi 4000 euro! Ma è davvero tanto, troppo per me”, osservò Michele,“ e poi io pensavo di darvi un compenso per l’incontro e non un tot per ogni orgasmo. Noi pensavamo di darvi 1000 euro a testa.”
“Beh, Michelino, 1000 euro li hai, intanto goditi questa bambinona e poi, dopo che ho fatto esplodere il tuo piccolo pisellino due volte, decidi che altro regalarti”, gli disse Valeria sciogliendolo con dei bacini,.
“Un po’”, disse Renato alle ragazze, “approfittate di noi”
Sara rise.
“Ma certo che ce ne approfittiamo e il più possibile”, rispose Sara chinandosi su Renato per dargli un bacio e poi una carezza che gli fece venire la venire la pelle d’oca , “due belle tre…nni altissime e super maggiorate”, gli disse fissandolo con i suoi bellissimi occhi verdi, “non possono che approfittare di due ometti quarantenni insicuri e bisognosi”
“Stiamo prima un po’ qui assieme e magari mettiamo un po’ di musica e poi ci separiamo?, chiese Valeria,
“Certo”, rispose Sara.
Dopo aver messo su youtube music un lento di musica latina, le adolescenti invitarono Renato e Michele a ballare e, nella gioia di sapere che quelle ragazzine giunoniche erano a loro disposizione, si avventarono come dei disperati. Erano assatanati.
Michele si andò ad attaccare come un ragnetto a Valeria, mentre Renato premeva il suo corpicino su quello di Sara palpandola ovunque.
“Certo che sono dei romanticoni!”, disse Valeria ridendo a Sara mentre Michele le strofinava il suo pistolino durissimo addosso.
“Ma quante mani hanno? Ahaha”, esclamò Sara.
“Quanto sei bona, Sara!”, disse Renato a Sara col suo corpo premuto a quello della tre…enne e tenendosi ben stretto con le manine al suo bellissimo culo che si trovava all’altezza del suo petto. “E’ dalla prima volta che ti ho vista assieme a Fabio in quel bar che desideravo di bombarti a sangue”
Sara cercò di reprimere un risolino e abbassò lo sguardo per guardare negli occhi l’ometto che non arrivava neanche alle sue tettone. “Bombarmi? Tu? Oh, non vedo l’ora!” L’uomo era sempre più infervorato e le strofinava a più non posso il suo pisellino mentre lei ballava. “Hai un visino magnifico, delle tette gigantesche, sei una strafiga incredibile!” “Oh, lo sento sul mio corpo il tuo bestione! E’ con questo che mi vuoi bombare? Ma rischio di farmi male oppure potrei innamorarmi.”, rispose lei dandogli un bacino.
“A…aspetta un attimo”, disse lui, “smetti di ballare, non…non ti muovere”. “Che succede?”, chiese lei fermandosi. “Aspetta!” “Che devo aspettare?” “Oddio, sto venendo nei pantal…”.
“E vai, primo shot! Subito 500 euro!”, disse Sara facendo un risolino e accarezzandogli i capelli.
“Eri davvero tanto eccitato, ma stai sereno, non devi preoccuparti di nulla". “Vale”, disse poi all’amica, “mentre Renato mi stava impressionando dicendomi che mi avrebbe bombata, è venuto nei pantaloni”.
“Renatino, non è un problema, togliteli e dalli a me, uscirai di qui con i pantaloni lavati. Abbiamo la lavatrice e l’asciugatrice.”, gli disse Valeria che aveva in quel momento Michele ancora arrampicato che cercava disperatamente di non venire anche lui nei pantaloni.
Valeria se lo staccò di dosso e lo consegnò tra le braccia dell’amica: ”Toh, ti incollo questo ometto, stai attenta perché mi sembra che stia anche lui in ebollizione! Accompagno Renato in bagno e metto i suoi pantaloni in lavatrice”.
I muri della piccola casa non erano molto spessi, perciò la musica, per quanto a volume sostenuto, non riuscì a coprire la voce di Valeria che in cucina diceva: “Mamma, dobbiamo fare un lavaggio in lavatrice! Uno degli ometti è già venuto nei pantaloni mentre ballava con Sara”. Sara e Michele, che stava attaccato al suo corpo, sentirono anche la sonora risata della madre.
Trovando la cosa buffa Sara, che aveva appena ripreso a ballare, sorrise a Michele che le era arrampicato immaginando di ricevere da parte sua un sorriso di risposta, ma il quarantenne col viso tra le sue tettone aveva gli occhi socchiusi e la bocca aperta e improvvisamente pronunciò il suo nome ”Saaaaara!!!” e lei sentì il suo corpicino sussultare. Non era riuscito a resistere e stava venendo anche lui in quel momento nei pantaloni.
“Ma che cavolo!”, dichiarò spazientita Valeria quando lo seppe appena rientrò nel salone.
Quando Michele, tutto avvilito, andò in bagno per lavarsi, incrociò l’amico che stava rientrando nel salone ed entrambi, nudi come vermi, sentirono Valeria che in cucina diceva
“Mamma, hai già fatto partire la lavatrice? Anche l’altro ometto è venuto nei pantaloni mentre ballava con Sara” e poi sentirono la voce di sua madre che rispondeva ridendo “no dai, non ci posso credere.”
“Io faccio il mensile”, disse nel corridoio Renato a Michele mentre entrava col telefono nella sua home banking, “ci stavo pensando prima in bagno. Anche per me 2000 euro fisse al mese non sono uno scherzo. Loro hanno combinato le cose per svuotarci un po’ il conto assieme alle palline, ma la cosa va vista come qualcosa che può cambiare totalmente la qualità della nostra esistenza, una svolta decisiva per la nostra vita sessuale. Avremmo rapporti regolarmente due volte a settimana proprio come i nostri amici, e soprattutto non con delle donne ordinarie come lo sono le loro ragazze e mogli, ma con due adolescenti da sogno. Non riesco ad immaginare ragazze più fighe di loro, non le ho mai viste neanche in un video porno”.
“Non so”, rispose Michele, “io non penso di potermelo permettere. Per ora cerco di godermi l’orgasmo che mi è rimasto e poi penso di tornare sporadicamente. Certo quanto sono strafighe!”.
Quando gli uomini nudi tornarono in salone, Renato si precipitò sulla bellissima Sara annunciandole che aveva appena inviato il bonifico di 4000 euro.
“Adesso, però”, le chiese con tono quasi piagnucoloso premendole una gamba col suo pistolino eretto, “andiamo, ti prego, nell’altra stanza? Voglio goderti nel lettone!”.
“Ma certo, Renatino”, rispose, dopo avergli dato un bacio, la meravigliosa adolescente conducendolo per mano nel corridoio.
Appena furono nella stanza, lei si sedette sul letto con lui di fronte in piedi e, dopo essersi levata il reggiseno, avvolse con le sue tettone il suo pene eretto.
“Oh, ma il pisellino è sparito?”, chiese scherzosa col suo tono di voce da femme fatale, “ah no, eccolo”, disse poi facendolo fuoriscire.
“Compare pisellino, scompare pisellino, compare, pisellino, scompare pisellino”
“Sara, ti prego”, la implorò, “non mi far venire così, stenditi nuda, per favore!”.
“Oh, mi vuoi bombare!” La tr….enne si alzò baciandolo, incappucciò il suo pene e poi si stese aprendo le gambe e offrendo il suo grande, meraviglioso culo a Renato.
“Non è più bello dal vivo che in foto?”, gli chiese.
“Sei stupenda, ti amo!”, le disse il quarantenne facendola ridere
Si stese col suo corpo minuto su quello grande e voluttuoso che aveva sempre desiderato e iniziò a muoversi su di lei. Molto era proprio come aveva immaginato nei tanti momenti in cui da solo, a casa e col pisellino in mano, aveva pensato alla bellissima tr….enne (la sensazione del contatto con quel corpo grande e tonico, il profumo della sua pelle), ma nelle sue fantasie aveva visto sempre la giovane adolescente godere sotto i suoi colpi e arrivare poi ad un orgasmo intenso, mentre adesso si trovava solo lui ad ansimare e a doversi fermare chiedendo anche a lei di non muoversi più perché stava venendo troppo presto.
Andò avanti così per un po’ sino a quando, lei, che era una tr…enne monella, all’ennesima richiesta di non muoversi, non decise di chiudere la pratica scuotendo il culo e ridendo mentre sentiva il piccolo corpo del quarantenne tremare di piacere mentre le esplodeva dentro.
Nel salone si svolgeva una scena più o meno simile. Michele, che aveva deciso di lasciare come compenso solo i 1000 euro in contanti, non avrebbe voluto altro che prolungare il suo momento con la bellissima Valeria prima di arrivare a quell’unico altro orgasmo che aveva deciso di concedersi, ma erano sufficienti poche sollecitazioni da parte della giovane adolescente per portarlo pericolosamente vicino al culmine perciò da tempo faceva su di lei delle toccate e fuga che si concludevano poi con dei distacchi lunghi nei tentativi disperati di trattenere l’eiaculazione.
Anche la madre di Valeria, la signora Tamara, affaccendata in cucina nella preparazione del buonissimo Cappello di Guguta, sentì dal salone sua figlia che, preoccupata, ad un tratto, arrivò ad urlargli: ”Michelino, ma così ti rovini la prostatina!” e ne rise.
Quando Sara e Renato rientrarono nel salone trovarono la bionda tr…enne molto contrariata.
“Sappi che adesso mi sono scocciata!”, annunciò Valeria a Michele, Vorrei restaste qui”, disse poi rivolta all’amica e a Renato, “perché vorrei tenere una piccola lezione magistrale”. “Michele”, chiese poi all’uomo, “ti dà molto fastidio se assistono?”
“Preferirei un po’ di intimità”, rispose lui
“No, dai, è importante. Restate qui”.
Detto questo, avvicinandosi ballando davanti a Michele in quel momento col pisellino moscio, lo sollevò e se lo strofinò dolcemente sulle sue tettone a tempo di musica eccitandolo terribilmente, poi lo fece sedere sul divano con la piccola asta ben eretta, si sfilò le mutandine, prese un preservativo e continuando a ballare spiegò a Sara e Renato: ”Io non capisco questa volontà da parte di un ometto ricco di voler essere parsimonioso con gli shot quando potrebbe godersene in rilassatezza di illimitati due volte a settimana! Gli shot degli ometti sono come i cioccolatini, uno tira l’altro”. Incappucciò il pistolino di Vittorio e, sedutasi a cavalcioni su di lui, se lo infilò nella fica e prese a cavalcarlo seguendo il ritmo del brano trap sballottandogli le tettone in faccia. Era troppo per lui! Michele non aveva mai provato una gioia simile in tutta la vita! Stava impazzendo di piacere, mentre lei, evidentemente abituata a membri di ben altre carature, sembrava non sentisse minimamente il suo pisellino e addirittura canticchiava alcune parole della canzone. Il pensiero così imbarazzante che questa umiliazione sessuale da parte della biondona, una studentessa di terza media, avvenisse davanti a Sara, la sua compagna di classe, e al suo più caro amico intensificò la sua eccitazione e venne, proprio come aveva immaginato sarebbe successo, in meno di un minuto tenendosi con le manine a quel culone da sogno mentre la tr….enne ballava sfrenata agitando le braccia in aria e cantando ormai a squarciagola: ”Lui si fa una chain con il mio name, sono la best bitch ever”. Valeria si alzò, sfilò il cappuccio, lo annodò e, mostrandolo a Sara e Renato, disse: ”ecco: cioccolatini! Sono andate via 500 euro in tipo due minuti, sono la best bitch ever!”.
Subito dopo riprese Michele, ancora stravolto, in braccio e muovendosi ancora a ritmo, disse: ”A scuola non l’abbiamo studiato quando abbiamo fatto la riproduzione quest’anno, ma so bene, anche per esperienza personale, che c’è un periodo dopo l’orgasmo, detto refrattario, in cui non è possibile per un uomo avere un’erezione. Per alcuni dei miei amici questo tempo non è poi così lungo, ma anche per gli ometti questo tempo è più ridotto rispetto alla norma soprattutto se la sollecitazione erotica è particolarmente intensa”.
Sempre continuando a ballare sollevò quindi ancora Michele in alto, lo mise a cavalcioni sulle sue spalle tenendolo dolcemente con le mani e iniziò a leccare e a mordere con le labbra il suo pistolino moscio ripulendolo e portandolo presto ad una nuova erezione. Dopo aver iniziato a spompinarlo a ritmo, si fermò all’improvviso. “Rimetti quella canzone di prima, Bbe di Anna e Lazza, per favore?”, chiese a Sara e, poi, sempre ballando, riprese col pompino mugolando il ritornello della canzone e portando dopo qualche minuto Michele ad un nuovo orgasmo a tempo di musica a circa due metri e mezzo d’altezza dal suolo.
Staccata la bocca dal pistolino, sentì l’esigenza di dire una parola che, avendo la bocca piena, risultò incomprensibile, ma tutti intuirono dovesse trattarsi della parola “cioccolatini”.
Lei volle, però, ripeterla con chiarezza. Riportato quindi il povero ometto a terra, mentre lui si sorreggeva a lei per il forte capogiro, sputò su un fazzoletto di carta il suo sperma e mostrandone il contenuto: ”cioccolatini dicevo, ecco andate via altre 500 euro che con i 2 shot di prima fanno 1500 euro”.
La madre di Valeria, intanto, copriva di crema i cannoli e ascoltando provenire dal salone quella canzone due volte di seguito pensava: ”Ma Vale è proprio fissata per questa canzone!”
La vivace tr….enne afferrò nuovamente Michele che non si era ancora ripreso del tutto, lo fece sedere sulla poltrona e gli ordinò di non muoversi ed aspettarla. Dopo essere andata in bagno a sciacquarsi i denti, tornò, lo prese in braccio e si sedette sul divano con lui sulle sue cosce avendo cura di far stendere il suo viso sulle sue tettone.
“Restate ancora qui cortesemente”, chiese a Sara e Renato e poi disse dolcemente a Michele, “Scusami se ti ho fatto venire di seguito così velocemente, sono una bambinona monella ed una pagliaccetta, ma devi ricordare che ho pur sempre tr.... anni”. “No, vabbè, sei una strafiga pazzesca e sei stata magnifica”, rispose Michele.
“Adesso”, disse Valeria solleticandogli il petto con le dita, “siccome sei un ometto quarantenne, non avrai più cartucce, immagino. Avrei tanto voluto farti fare un giro di montagne russe facendoti salire sul mio grande culo palestrato per poter cantare, mentre esplodevi e sentivo il tuo corpicino tremare, che sono la tua best bitch ever. Avrei riso tanto!” “Eh, mi sento un po’ frastornato” “Oh, è frastornato l’ometto?”, chiese Valeria con finta voce ingenua dandogli dei bacini dolcissimi. “E’ stata proprio monella questa bambinona con l’ometto!”, ripeté continuando ad accarezzarlo sempre più in basso sino ad arrivare al pistolino che stava diventando sempre più duro.
“Sono la tua best bitch ever”, gli sussurrò continuando ad accarezzargli petto e pancino e a giocherellare giusto di tanto in tanto col pistolino che ormai sembrava di marmo e prese a baciarlo con la lingua dolcemente e a lungo anche quando ormai aveva preso a masturbarlo. Lui ad occhi chiusi col viso su quelle magnifiche tettone, si godeva intensamente tutto e si chiedeva se forse non si stesse innamorando, lei, invece, continuando a baciarlo gettava ogni tanto uno sguardo furbetto e divertito al suo pistolino e, quando giunse l’orgasmo, staccò bruscamente la sua bocca da quella dell’ometto che eiaculava e, trionfante tra gli schizzi di sperma che sembravano fuochi d’artificio, urlò a Sara e Renato: ”Cioccolatini!!! Cioccolatini!!! Cioccolatini!!! Altre 500 euro e sono 2000! Rivolgendosi poi a Michele col tono dolce di poco prima chiese: ”allora, dopo questo pomeriggio, oltre a darci 1000 in contanti, fai il bonifico di altre 1000 e ci vediamo tra un sacco di tempo o fai il mensile anche tu e ci vediamo tra 3 giorni con shot illimitati?” “Fa…faccio il mensile”, rispose con voce flebile il povero Michele, “adesso prendo il telefono e faccio subito il bonifico di 4000 euro a tua madre”
“Bravo il mio ometto!”.
Un’oretta dopo, svuotate interamente le palline degli ometti, arrivò il momento del congedo.
Valeria tornò nel salone con i pantaloni e gli slip di Vittorio e Michele.
“Mamma li ha anche stirati. Adesso ha visualizzato anche il tuo bonifico, Michelino. Mi ha chiesto di chiedervi se desiderate un pezzo di dolce ed un caffè”.
“No, grazie, ringraziala molto, è stata molto gentile”, rispose imbarazzatissimo Michele prendendo i suoi pantaloni.
“Si, ringraziala anche da parte mia”, disse rosso di vergogna Roberto.
“Allora, oggi è lunedì”, disse Sara mentre Renato e Michele si rivestivano, “io direi che il prossimo incontro possiamo fissarlo per giovedì. Immagino passerete la giornata di domani a farvi le seghe pensando a noi, ma vi consiglio mercoledì di non toccarvi i pisellini, così arrivate qui belli carichi. Vi metteremo in competizione: l’ometto che avrà più orgasmi vincerà un giorno bonus a fine mese con entrambe. Adesso fatevi dare due bacini. A presto”.
Quando gli uomini se ne andarono, dalla cucina uscì Tamara, la madre di Valeria.
Era una donna estremamente bella di 50 anni, alta, bionda e formosa come la figlia.
Sara la salutò con due baci e poi le disse: “Tamara, grazie di tutto. Scappo in bagno a farmi una doccia perché ho un appuntamento. Quest’anno, quando avremo le vacanze di natale a scuola, ce ne andremo tutte e tre a fare un bel viaggio in Giappone o a New York e solo in hotel a 5 stelle come nei film”.
Appena uscirono dal portone Michele e Renato ebbero l’impressione che gli odori fossero più intensi del solito.
“Che pomeriggio fantastico!”, disse Michele a Renato
“Già”,
“Ti va un gelato?”
“Certo”.