Premetto che tutto quello che scriverò, è realmente accaduto.
Spero che il mio precedente padrone non la prenderà male, ma ho incontrato una persona speciale e io avevo bisogno di avere un padrone vicino a me e non a distanza... Le puntate precdenti le trovate.
Ero andata venerdì sera a fare il giro dei locali con verme, il mio ragazzo sfigato e sottomesso che mi aveva scelto il padrone e che io mi divertivo ad umiliare. Ero vestita come ordinato, ormai ero sempre vestita così: scarpe tacco 12 che ormai ho imparato a portare bene, colore rosso, parigine nere traforate a fiori, minigonna rossa cortissima e aderente in modo da risaltare il mio bellissimo culo da diciannovenne, camicetta traforata nera. Ovviamente senza intimo, in modo che si vedessero bene i capezzoli e mostrare la figa sempre e a tutti, da vera cagna. Quella sera avevo l'ordine di non concedermi a nessuno, dovevo solo mostrarmi e provocare il più possibile, davanti agli occhi del verme che ormai era abituato ad avere una ragazza troia.
Tra tutti quelli che mi guardavano, aveva attirato la mia attenzione Valerio, un uomo molto più grande di me (51 anni) alto, occhi spettacolari, bel fisico, rasato, molto ben vestito, spiccava tra tutti soprattutto per il suo sguardo penetrante. Mi sono seduta al suo tavolo e abbiamo iniziato a parlare, in pochissimo tempo mi sono aperta completamente, gli ho raccontato tutto. La mia voglia di provare ad essere una schiava dopo aver letto dei racconti su questo sito, il mio padrone a distanza, tutti i limiti che ho superato, le cose che mi faceva fare. Gli ho parlato a cuore aperto, confidando le mie emozioni e sensazioni. Lui si è mostrato molto scettico, non riusciva a credere che una ragazzina come me avesse fatto una gang con 5 adulti, sesso con un sessantenne e tutte le altre cose che gli avevo raccontato. Perciò mi ha chiesto in maniera ferma, direi ordinato, di togliermi la camicetta. Io ho subito eseguito e sono rimasta in topless nel locale pieno di gente. non ci ho neanche pensato, l'ho fatto e basta. Sentivo che con lui avrei potuto fare tutto e mi chiedevo se volesse essere il mio padrone, ma non osavo domandarlo. Senza dire nulla mi ha preso per mano e attraversando tutta la sala sotto lo sguardo dei clienti increduli, mi ha portata in bagno. lì mi ha fatto togliere la mini e mi ha esaminata minuziosamente, tutto il corpo. Mi palpava e toccava ovunque, stringeva i capezzoli, infilava le dita in figa e in culo. Io ero fradicia, mi sentivo come una vacca al mercato esaminata dai contadini che la vogliono comprare, ma in effetti era proprio così. Mi sono sentita un oggetto in mostra. Usava le dita non per farmi godere, ma per esaminarmi e quindi non mi ha fatta venire e questo aumentava l'eccitazione tanto che i miei fluidi colavano sulla coscia, lui li ha presi con la mano e me l'ha messa in bocca. Io l'ho leccata e pulita tutta per bene. "Brava cagnetta, ora girati!" mi ha detto sorridendo. Mi sono girata e appoggiata al muro. Lui me lo ha messo subito dentro al culo, così senza preparazione. Un cazzo molto grande, non lunghissimo ma molto largo, quasi come quello del cameriere jamaicano che mi aveva inculata qualche sera prima. Me lo ha piantato tutto dentro, io ho urlato forte e lui mi ha ordinato di muovermi, di incularmi velocemente e ha iniziato a frustarmi con la cinta finchè non ho raggiunto una grande velocità. Appena rallentavo un po, altre cinghiate. Mi faceva malissimo, ma iniziavo anche a provare piacere, molto piacere... Non finiva mai, è durato tantissimo e io sono venuta ben tre volte. Poi all'improvviso ho sentito uno schizzo copioso di sborra che mi riempiva il culo, ha iniziato a gemere e non finiva mai, un orgasmo lunghissimo mentre io continuavo veloce, volevo farlo godere il più possibile. la sborra mi usciva dal culo colando ovunque, finchè ha finito e lo ha tolto da dentro. Ho pulito il suo cazzo gocciolante con la lingua, godendomi ogni goccia. Abbiamo lasciato il verme a leccare il pavimento con la lingua mentre mi sono rivestita e siamo tornati nel locale, io avevo le gambe sborrate e tutti mi guardavano.
Lui mi ha detto "Devo ammettere che sei una brava troietta. Ora ti metterò alla prova. Se superi la prova ti prendo come mia schiava e apparterrai a me, sarai di mia proprietà, altrimenti niente. Ma tu potrai tirarti indietro in qualsiasi momento" Io ho accettato la prova e lui mi ha dato un indirizzo, appena parcheggiato dovevo mandargli un messaggio e lui mi avrebbe dato via via gli ordini. Il palazzo antico non era lontanissimo ma non si trovava parcheggio, a quell'ora erano tutti rientrati in casa. Ho parcheggiato sulle strisce sulla parallela e ho avvisato. L'ordine è stato di restare nuda, solo scarpe e parigine e di andare al portone. Il cuore mi batteva a mille, lo sentivo in gola, avevo paura di uscire per strada nuda, ma il suo messaggio "ragazzina ricordati che puoi sempre tirarti indietro" mi arrivava come un pugno nello stomaco. Io non sono ragazzina e volevo dimostrargli di essere degna di lui, non volevo fallire la prova. Nonostante il freddo e la pioggerellina, camminando il più in fretta possibile, sono arrivata davanti al portone, ma era chiuso. Mi ha lasciata là almeno 10 minuti, ogni tanto passava qualche macchina ma non so se mi hanno vista, la luce era fioca. Poi il portone si è aperto e mi ha detto di andare al secondo piano. Mi ero un pochino più tranquillizzata, anche se avessi incontrato qualcuno sulle scale, sarebbe stato meno preoccupante, al massimo mi avrebbe scopato no? Altri 10 minuti fuori finchè si è aperta una delle tre porte "Ciao sono Alessandro, entra!" io ho balbettato "Piacere Federica", cercando di non far trasparire le emozioni che mi assalivano. "Lo so chi sei" mi disse con un sorriso. Alessandro è un uomo di 45 anni, bruttino, alto poco più di me, magrissimo. Io avrei voluto scappare avendo capito che dovevo scoparmelo, ma invece sono entrata. L'appartamento era in pessimo stato, sporco e polvere ovunque, umidità sull'intonaco. sul corridoio c'erano delel porte, ne passiamo due e entriamo nella terza. Ho capito che lui non viveva solo lì, ma c'erano altre due stanze. Lui mi tratta doclemente, mi bacia in bocca poi si spoglia e ci mettiamo sul letto. Pensavo peggio, invece ha un cazzo abbastanza grande e si era lavato. Lo succhio come so fare io, un bel pompino con ingoio da farlo impazzire, poi mi va a prendere da bere in cucina e ricominciamo. Con poco lavoro di bocca ritorna duro e lo cavalco, mi sono goduta la scopata, urlando come faccio di solito, sono venuta due volte poi mi ha preso da dietro e mi ha inculata. Anche lì ho urlato parecchio, ma non era come Valerio... Mi ha detto che è divorziato e che non scopava da parecchio, che adora metterlo nel culo e che la ex moglie non glielo dava mai. Non mi è sembrato stupito che Valerio gli abbia mandato me, nuda e pronta ad essere scopata. Ho pensato che forse non era la prima volta, ma non ho chiesto niente. Sono una schiava e devo solo obbedire, il resto non è un mio problema.
Pensavo fosse finita e invece mi è arrivato l'ordine di bussare ad entrambe le stanze e dire"Ciao sono un regalo di Valerio, l'amico di Alessandro. Ti piaccio?" Un'altra prova, non era contento, ma ormai ero in ballo e dovevo ballare, mi sono eccitata tantissimo e ho bussato alla prima porta. Lui era a letto, ma sveglio, lo avevano svegliato le mie urla mentre Ale mi sbatteva e quindi era già eccitato, non si è fatto pregare e dopo pochi secondi avevo già il cazzo in bocca e lo succhiavo. Lui anche è un quarantenne, grasso con una pancia enorme e il cazzo piccolo, puzzzava pure. In altre circostanze mi avrebbe fatto schifo anche solo toccarlo, ma ora lo stavo spompinando alla grande! Dopo il pompino mi ha scopata, non lo sentivo molto, sentivo solo le palle sbattere su di me, per fortuna è durato poco e ha voluto schizzarmi in faccia. Così sborrata ho bussato alla terza porta, lui 48 anni, piccolino, con gli occhiali molto timido. Era anche lui eccitato dalle mie urla e nel vedermi così, nuda e sborrata, ha sborrato dopo pochi secondi, non riusciva neanche a parlare, balbettava... ho dovuto fare tutto io, ho provato a rianimare il cazzo con la bocca, ci ho dovuto lavorare parecchio con la lingua finchè è diventato barzotto e ho iniziato a cavalcarlo. Piano piano si è indurito abbastanza per farmi godere la scopata, l'ho fatto venire dentro perchè avevo paura che se lo facevo uscire si ammosciava di nuovo.
Ero molto orgogliosa di aver obbedito agli ordini e di essermi comportata da brava schiavetta troietta. L'ordine successivo è stato di tornare in macchina, di non rivestirmi e andare in un altro locale. Al ritorno pioveva sempre, ma non mi importava, ero così carica! Sono andata a passo lento, orgogliosa e incurante di eventuali passanti. Una machcina mi ha suonato e mi ha urlato qualcosa, ma non ho capito. Mentre guidavo, ero contentissima di aver superato la prova e di essere la sua schiava, o lameno così credevo.
Segue
«Molto eccitante complimenti»