Premessa: è il mio primo racconto, un racconto totalmente di fantasia, sviluppato e costruito sulla base di sogno erotico che feci tempo fa.
Anche se devo ammettere che mi piacerebbe far parte di una situazione simile.


Introduzione: Giulia, la domme, nuda, con i tacchi, imbracatura in pelle, frustino e cappello da poliziotta
Io e una ragazza, sub, nudi con solo un collare e con le mani ammanettate dietro la schiena, inginocchiati su un palchetto.


Giulia gira lentamente attorno a noi.
Con il frustino, ci sfiora, ci accarezza e ci colpisce di sorpresa di tanto in tanto, in punti sempre diversi. Ogni tanto ci sfiora anche con le sue lunghe unghie.
Poi, si posiziona davanti a noi con fare autoritario, si avvicina alla ragazza, e con il frustino sotto il mento, le fa sollevare la testa, costringendola a mettersi con il busto eretto mantenendo un costante contatto visivo.
Comincia a frustarla sull’interno coscia, prima a destra e poi a sinistra, avvicinandosi sempre di più alla vagina, finché non aveva allargato le gambe fino a esporre la sua parte più sensibile.
Poi fa lo stesso con me, notando ľerezione, mi dà un colpetto sul pene.
Sussulto e mi inclino in avanti, prontamente mi afferra per il collo e mi rimette in posizione.
“Sta per darmene un altra?”, penso tra me e me.
Intanto, la ragazza, sempre più bagnata, fa cadere qualche umore sul pavimento.
Giulia lo nota, mi lascia stare, va davanti a lei e le mette il piede sotto la vagina costringendola a inarcarsi, a quel punto le passa le unghie sul petto e sul seno lasciandole dei leggeri segni rossi.
Si porta poi lentamente all’altezza della ragazza per succhiarle un capezzolo, strappandole un gemito, e infine con un ghigno beffardo glielo morde facendola urlare di dolore.
Le mette una mano al collo zittendola, poi fissa il suo sguardo su quello della ragazza.
La ragazza ricambia impaurita.
Le si avvicina per sussurrarle qualcosa nell’orecchio “che brava cagnetta, presto non sarà più solo la tua figa a bagnarsi”
Lo sguardo della ragazza passa da impaurito a terrorizzato mentre ordina a me di tenerle il frustino tra i denti: “vedi di non sbavarci sopra, altrimenti, rimpiangerai di averlo lubrificato”.
Serro le chiappe per istinto.


Torna dalla ragazza, si rimette in posizione, la squadra dalľalto, con una mano la riafferra per il collo sollevandola appena, molla la presa, le dà uno schiaffo, la prende di nuovo per il collo, le fa aprire la bocca, e con ľaltra mano le infila due dita in gola fino bagnarsele completamente.
Le tira fuori, si sposta affianco a lei, e con la mano con cui prima teneva la gola, ora le tiene i capelli, la spinge a terra ordinandole di alzare il sedere e nel mentre le va dietro.
Con uno schiaffo improvviso sulla vulva le intima: “Allarga le gambe, o te le allargo io!”.
Lo schiaffo le ha bagnato tutta la mano.
Giulia si gira verso di me: “che lurida, guarda come è bagnata” e nel mentre striscia la sua mano bagnata dalla mia faccia al mio petto.
Con la mano che aveva usato per metterle le dita in gola, con ľindice, prima le fa un cerchietto intorno alľano e inizia a fare pressione.
Nel mentre vedo che alla ragazza si inumidiscono gli occhi mentre con la testa girata verso di me, cerca conforto.
Appena le viene infilata la prima falange, la vedo chiudere gli occhi, sa cosa sta per succedere e di colpo le viene infilato tutto il dito.
Un urlo soffocato spalancando gli occhi, poi le inizia a scendere una lacrima, Giulia la sta penetrando senza sosta.
La scena mi ha eccitato troppo, una gocciolina di liquido esce dalla mia punta, rischio di venire solo stando a guardare!
Giulia mi nota ed esclama “sei proprio un porco perverso, dopo ce ne è anche per te!”
E mentre mi fissa, fa uscire ľindice e lo rimette dentro di colpo insieme al medio.
La ragazza si lascia sfuggire un urlo, inizia a piangere tra i gemiti mentre continua a guardarmi alternando il mio sguardo al il mio pene che intanto pulsa di eccitazione.
Intanto, senza pietà la penetra sempre più velocemente finché stremata e dolorante la ragazza viene infradiciando il pavimento.
La dom le toglie le dita dal sedere e le dà uno schiaffone sul fianco che le lascia il segno, abbassandole il bacino.
La lascia lì esausta, mentre esclama: “questa è la punizione che si meritano le cagnette come te, ma adesso passiamo a questo porco”


Mi prende per il collo con la mano sinistra.
Si abbassa accovacciandosi alla mia altezza e mentre mi cade ľocchio sulla leggera e ordinata peluria tra le sue gambe, con la mano destra mi massaggia un po le palle, sto per esplodere: “ti piaceva quello che stavi vedendo eh, schifoso?!”
All’improvviso mentre le ha in mano, con il pollice tira giù la pelle del pene dalla base, esponendo completamente la cappella mentre me le strizza.
La stimolazione è troppa.
Vengo!
La colpisco su una coscia con i primi schizzi, mentre gli ultimi colano sul pavimento.
Si arrabbia, si alza, riprende il frustino, che si trovava ancora tra le mie labbra e che contro gli ordini ho bagnato con la saliva, mi afferra per i capelli e mi obbliga a pulire ciò che è su di lei “adesso lecchi via questo schifo, cane!”
Riluttante ma sottomesso, eseguo in silenzio.
“Che schifo, hai anche sbavato tutto il frustino, lo sai cosa succede quando disobbedisci!”
Mi abbassa la testa sul pavimento sporco dei miei schizzi e mi ordina di stare fermo.
Rivolgo la testa verso la ragazza che intanto sembra essersi ripresa e che, sempre stesa sul pavimento, sembra piacerle ciò che vede, noto anche che sta allungando le mani per toccarsi di nascosto.
Intanto la domme si è posizionata dietro di me.
Mi accarezza il pene, le palle e infine le chiappe, stuzzicando un po il buco.
Immagino cosa sta per succedere e prendo un profondo respiro per rilassarmi, dopotutto penso “aveva appena violato quella ragazza, perché non dovrebbe fare lo stesso con me?”.
Sento che prima infila un dito quasi a tastare il terreno, lo toglie “cane schifoso, guarda come sei largo” e ci appoggia la punta del manico.
Inizia a spingere e piano entra, fa male, ma non posso mentire… Mi piace.
All’improvviso Giulia, con la vista di un falco e le intenzioni di un’aquila, si accorge di ciò che sta facendo la ragazza e mi lascia li, con frustino su per il sedere.
Le si avvicina minacciosamente, il suono dei suoi tacchi rimbomba nella stanza, la tira su per i capelli e la fa camminare sulle ginocchia fino a dietro di me: “ah, anche la cagnetta è una porca pervertita in realtà, ti piace quello che vedi?”
Lei annuisce confusamente con la testa.
“Bene.”
Mi spinge violentemente con la pianta dello stivale sul fianco e mi costringe sul pavimento.
“Iniziate a succhiarvi a vicenda, il primo che viene, paga, mentre ľaltro avrà ľonore di farmi godere. Oh e quello rimane lì!”, riferendosi al frustino ancora dentro di me.
Impacciati e limitati nei movimenti, iniziamo un goffo 69.
Andiamo avanti un paio di minuti, poi, la ragazza, già prima sull’orlo del piacere per essersi toccata, non riesce a trattenersi e per fortuna si lascia andare prima di me, che ero giunto al limite.
Giulia mi sfila di colpo il frustino dal sedere, dal dolore mi si ammoscia e mi tiro su stringendo le chiappe.
Ordina alla ragazza di mettersi di fronte a me, sdraiata a gambe aperte e larghe nel mentre va a prendere qualcosa dal cassetto, e ordina a me di venire avanti per impedirle di chiudere le gambe.
Torna con il frustino sotto l’ascella, lo poggia tra le tette della sottomessa, e mentre le monta un paio di mollette per tenerle aperta la figa, io allungo una mano ad accarezzare la gamba alla ragazza, per tranquillizzarla, ma nulla, a quanto pare Giulia si era accorta, raccolto il frustino, mi viene dato un colpo sulle palle che quasi mi piega in due.
Per ultimo si scoglie i capelli e con la forcina, prima pizzica e stringe il già sensibile e gonfio clitoride della ragazza, poi gliela in mette in modo che rimanga esposto e che la pelle non lo ricopra.
La ragazza prova a dimenarsi ma è impossibilitata a muoversi o a chiudere le gambe per via della mia presenza.
Alche Giulia ordina alla ragazza di contare le frustate finché non fossimo arrivati alla sua età.
Con voce tremolante mentre piange e urla a ogni frustata che batte direttamente su quella sua piccola perla del piacere: “1…2…3…”
Già alla decima frustata, è tutta rossa e inizia a gonfiarsi e a ogni frustata si vedono schizzetti di umori qua e là.
Appena arrivati alla sua età, la “domme” mi ordina di fare venire la ragazza un ultima volta, questa volta penetrandola.
È già bagnata, ma essendo ancora ammanettato, Giulia me lo prende in mano e mentre mi guarda con un ghigno sadico, con un colpo secco lo scappella.
“Ugh!” esclamo sobbalzando all’indietro dal male, ma prontamente mi ritira avanti, lo schiaffeggia, lo appoggia e lo strofina un po su quella pulsante e rossa entrata che io avevo aiutato a tenere aperta fino a pochi istanti fa; è caldissima.
Lo indirizza dentro poi si alza e si mette dietro di me, è il paradiso, sento che pulsa e dopo non troppe spinte, la sua faccia si arrossisce e i piedi si inarcano, si sta anche mordendo il labbro per non gemere, dopo altrettante spinte la sento cercare di stringere le gambe. Sta venendo.
Sto per venire anche io.
Indietreggio per toglierlo perché non voglio venirle dentro, ma Giulia è crudele, si mette in piedi dietro di me, bloccandomi con le ginocchia spinte contro la mia schiena per non farmi arretrare, anzi, mi spinge in avanti.
Le vengo dentro subito dopo e mi accascio su di lei, impossibilitato ad abbracciarla per via delle manette.
Tuttavia i nostri sguardi si incontrano, lei ha il viso rosso e affannato, dopo un attimo di esitazione le rubo un bacio passionale.
“Ti ho forse detto che potevi baciarla?!” Mi urla Giulia mentre mi arriva una forte frustata prima sulla chiappa, poi in mezzo alle gambe, quasi sul quel buco con cui aveva giocato prima.
Vengo ritirato su per il collare e con un colpo deciso di stivale, Giulia strappa le mollette dalla ragazza.
La ragazza lancia un urlo di dolore soffocato e di istinto tenta di stringere le gambe, non riuscendoci in quanto ci sono ancora io nel mezzo mentre Giulia sorride compiaciuta.


Riportato in ginocchio, mi aggancia un guinzaglio al collare.
“Ora è il tuo momento di essere utile piccolo pervertito, ricordi? Hai vinto tu!”
Vengo bendato e lasciato in attesa.
All’improvviso sento una pressione al collo… Mi gira e mi tira a sé per il collare fino ad avvicinarmi al suo sesso…
Sento ľodore della sua eccitazione, e intuisco che impartire tutte queste punizioni deve esserle piaciute parecchio.
Fa passare la sua gamba destra dietro alla mia schiena e mi preme più forte a sè.
“Sai già cosa fare cane!”
Inizio a leccare la sua fessura, le infilo la lingua dentro, sento che è calda e umida e inizia a bagnarsi anche fuori.
Il bisogno di soddisfare la mia padrona mi manda il sangue (non solo) al cervello e mi provoca un’erezione violenta.
Inizio a succhiarle il clitoride con più vigore, lei ansima leggermente.
“Così, mmhh sei un bravo cane”
Si stacca bruscamente e si accovaccia afferrandomi con decisione le palle, obbligandomi ad alzarmi in piedi insieme a lei.
Mentre mi sta portando davanti a una poltrona all’angolo della stanza mi intima: “Forza! Più veloce, tirando e stringendo sempre di più la presa, “vuoi forse che te le strappi?!”.
Scuoto la testa più volte ma vorrei urlare dal male.
Siamo arrivati
Mi spinge con un calcetto nel petto contro la poltrona e cadendo all’indietro mi siedo.
Mi mette una mano al collo e mi spinge contro lo schienale.
“Sei stato bravo a resistere più di quella cagna…con quel patetico pene che hai non avrei mai scommesso su di te. Vediamo se resisti abbastanza anche senza respirare, se non ci riuscirai, dovrò punire anche un altro tuo buco”, nel mentre la sento fare pressione, stuzzicare e girare con ľunghia attorno al mio piccolo e inviolato buchino sulla punta dura del mio membro.
Deglutisco sperando non succeda.
La sento salire sui braccioli, poi si siede sulla mia faccia con tutto il suo peso…
Riprendo a lavorare, non respiro, e sento i suoi umori colarmi sul collo.
Passata quella che mi sembra un’eternità… Si stacca, prendo aria e mi toglie la benda.


“Non credere che sia finita piccolo pervertito”
Riprende in mano il mio guinzaglio e mi tira per farmi alzare
“Sdraiati di schiena sul pavimento, gambe aperte.”
“Più aperte!
Urla mentre mi pesta leggermente le palle con la punta del piede.
Si volta verso la ragazza ed esclama:
“Tu cagna! Vieni qui… Questo cane è stato bravo fino ora, guarda com’è eccitato, ti piace soddisfare la tua padrona?! Forse si merita un premio!” E mi dà un calcio sul pene già eretto.


“Succhiaglielo fino all’ultima goccia!”
Immediatamente la ragazza si alza, arriva e si posiziona davanti a me, tra le mie gambe.
Giulia le toglie le manette, così può chinarsi, lo afferra alla base e timidamente me lo scappella con le labbra prendendo in bocca solo il necessario per non farlo ricoprire, risolleva la testa, lecca lentamente dalla base alla punta, soffermandosi sul frenulo, già teso come una corda di violino, facendoci su un paio di cerchietti con la lingua.
Questa cosa mi manda in ecstasy e trattengo il respiro, ha centrato tutti i punti di piacere possibile, poi mentre comincia a succhiare la punta cercando un mio contatto visivo, espiro.


Giulia esclama: “e datti una mossa cagna, non abbiamo tutto il giorno! “, spingendole e tenendole la testa giù con lo stivale facendola quasi soffocare.
“Guai a te se allenti la presa!”
La ragazza di istinto lascia scendere qualche altra lacrima dallo spavento.


Giulia solleva il piede dalla sua testa, si sfila gli stivali e vedo alle sue spalle la ragazza che mentre me lo lavora abbassa il bacino allargando le gambe lasciando colare parte del mio seme rimasto in lei dal precedente orgasmo e simulando una spaccata, prova a ricercare il piacere strofinandosi sul pavimento, ma avendo il clitoride esposto siccome è ancora bloccato dalla forcina, ogni volta che sfiora il pavimento, ritrae il bacino perchè troppo sensibile.
Giulia la schernisce:
“Sei proprio una cagna in calore.”
Poi soddisfatta si posiziona sulla mia faccia dandomi le spalle.
Fa scivolare i piedi dietro alla mia testa e dice “È ora di tornare a lavoro porco! ” E con i piedi spinge con forza la mia testa tra le sue gambe.


Inizio a leccarla e a succhiarla.
Dopo un paio di secondi sento un mix di sensazioni contrastanti, sto soffocando, mi fa male il petto ma al contempo sento che sto per venire sovrastato dal piacere, devo resistere!
Giulia solleva i fianchi per farmi prendere aria, giusto il tempo di un respiro e sono di nuovo nella sua morsa.
Per fortuna poco dopo sento che il suo respiro accelera, soffoca i suoi gemiti per non sfigurare davanti ai suoi due schiavi, i suoi piedi e la sua schiena si inarcano, la sento molto calda e inizia a pulsare, a contrarsi, nello stesso momento mi stringe ancora di più contro se mentre si tocca le tette; “se ti fermi ora, ti eviro!” Esclama affannata, e sento la mia bocca inondarsi dei suoi umori, che per timore di una punizione ingoio il più possibile mentre continuo a succhiare mentre lei allenta la presa.
Farla venire è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.
Mi concedo anche io all’orgasmo, sorprendendo la ragazza, che spaventata, mentre ingoia tutto, inizia a tossire soffocata dal mio seme.
Giulia rialza i fianchi, e mentre affannatamente respiro, se ne accorge, ed esclama alla ragazza mentre le accarezza la testa, ancora in lacrime e rossa sul viso:
“Eh brava la mia cagna che non si è persa neanche una goccia!”
Come premio la fa alzare davanti a sé, le accarezza l’intimità, poi infilandole due dita dentro la fa avvicinare verso la propria bocca.
La ragazza titubante di ricevere un altro morso, ne accompagna i movimenti.
Giulia inaspettatamente le dà un lungo bacio sul clitoride mentre con l’altra mano si riprende la forcina.
Il volto della ragazza arrossisce mentre le tremano un po le gambe perchè finalmente la sua perla del piacere può tornare a riposare sotto quel piccolo cappuccio, poi le viene detto:
Magari la prossima volta avrai tu ľonore di soddisfarmi! Mentre questo porco sarà invece punito più severamente!”, sfilando le dita dalla ragazza e portandosele alla bocca per assaggiarne in sapore.