Complimenti! Questo racconto è stato selezionato per il nostro spazio esclusivo per racconti, genere SADOMASO Iscriviti, ti aspettiamo. Giovanna Esse.
Era un venerdì di una tiepida giornata primaverile. Lara e Marco si erano presi un weekend di ferie per festeggiare il loro decimo anniversario di matrimonio. Non avevano pianificato niente nè prenotato hotel dove dormire. Volevano passare due giorni come quando erano fidanzati, decidendo al momento dove andare e cosa fare. Desideravano stare da soli, lontani da parenti, figli, amici e colleghi di lavoro, volevano rilassarsi e rompere la monotonia della loro vita quotidiana. Alle 8 avevano accompagnato i loro due figli dai genitori di Lara che furono ben felici di avere i loro nipoti tutti per loro. Domenica sera sarebbero poi passati a riprenderli. Avevano imboccato la A4 in direzione Venezia. Lara optò per andare sul lago di Garda e così fecero fermandosi a Sirmione. Lara e il marito avevano trascorso la mattinata passeggiando tra le vie poco affollate di quella bella località. Avevano pranzato in un ristorantino che si affacciava sul lago. Fu un pranzo delizioso accompagnato dal classico vino bianco frizzantino ghiacciato della casa. Forse esagerarono un po' con il vino, fatto sta che quando uscirono dal ristorante erano discretamente brilli, ridacchiavano abbracciandosi e sorreggendosi a vicenda. Erano felici. Camminarono finché non trovarono un bel parco, si distesero sull'erba che li accolse come un morbido materasso. Tenendosi per mano restarono con gli occhi chiusi a godersi i piacevoli raggi di sole sui loro visi. Si assopirono per un'oretta risvegliandosi quasi all'unisono. Ormai si era fatta quasi sera ed era ora di cercare un posto dove passare la notte. Trovarono su internet un mini appartamento su due piani in un hotel ad un buon prezzo in una zona collinare ad un'ora di strada. In due minuti prenotarono e partirono. In macchina parlarono della bella giornata che avevano trascorso assieme. Come ciliegina sulla torta lui pensò che una bella scopata sarebbe stato il top. Marco posò la mano sulle cosce di lei. Lara che indossava una gonna allargò le gambe e lasciò che la forte e calda mano di lui accarezzasse dolcemente l'interno coscia. " Mi piacerebbe fare l'amore con te stasera. Ti andrebbe? " sussurrò Marco. Lei, come risposta, si tolse le scarpe, i collant e quando si tolse le mutandine allargò ancora di più le gambe. La mano di Marco risalì lentamente fino a raggiungere la parte più intima di lei. Marco accarezzò il soffice cespuglio ben tosato. Lara con due dita si allargò la vulva e appoggiò i piedi sul cruscotto mettendosi comoda. Marco cercò e trovò il clitoride e prese a solleticarlo. Dopo poco le dita di Lara presero il posto di quelle di lui e iniziò a masturbarsi. Lui allora le infilò due dita in quell'apertura rosea e calda che rispondeva inumidendosi sempre più. Lara era stata sempre piuttosto timida sessualmente e a lui non pareva vero che adesso stesse guidando nel traffico del venerdì sera mentre sua moglie si masturbava e lui la fotteva con le dita. Probabilmente Lara non si rendeva conto che alcuni camionisti avevano visto per un'istante dall'alto delle loro cabine quello che stavano facendo in auto. O forse ne era consapevole e lo faceva di proposito? Marco era stupito da tutto ciò. Lara ebbe un'orgasmo che le fece sollevare il bacino quasi all'altezza del finestrino. Marco fece per togliere le dita dalla fica ma lei glielo impedì: le dita di lui rimasero in quel caldo e umido rifugio. Marco era eccitatissimo e decise di cogliere quel momento in cui lei sembrava disinibita chiedendole per l'ennesima volta di rivelargli una sua fantasia sessuale. Non l'avesse mai fatto! Lei si incupì e tornò la solita Lara. Quell'argomento la metteva sempre a disagio. Allontanò la mano di Marco, si rimise le mutandine, accavallò le gambe, incrociò le braccia e disse in tono seccato: " Sei riuscito a farmi incazzare….. Stava andando tutto bene. Vaffanculo!! " Restarono in silenzio per il resto del viaggio. Marco pensò " Niente sesso stasera. Facevo meglio a stare zitto! Ma non avrà davvero nessuna fantasia sessuale? O sarà troppo timida per dirmelo? E se invece le realizzasse con qualcun altro?! " Lara guardava i colori del cielo che cambiavano continuamente durante il tramonto ripensando a quell'orgasmo che aveva avuto da poco. Pensò a tutte le volte che suo marito le aveva fatto quella richiesta e decise che alla prossima occasione le avrebbe finalmente rivelato quella fantasia sessuale che le frullava in testa da tempo: era giunto il momento di realizzarla. In cuor suo sperava che accadesse presto. Arrivati all'hotel si recarono alla reception dove, dopo aver sbrigato le pratiche burocratiche, ricevettero le chiavi dell'appartamento che si rivelò essere semplice ma caldo ed accogliente. Al piano terra c'era la zona giorno con un grande divano con un'enorme tv di fronte, una tavolo da pranzo vicino alla mini cucina. Il bagno era in marmo nero con una grande cabina doccia. Un'enorme finestra conduceva al terrazzo da cui si godeva una vista meravigliosa sul lago Una scala a chiocciola portava alla zona notte dove al centro del soppalco c'era un'enorme letto in legno. Dopo il vaffanculo di Lara nessuno dei due aveva più aperto bocca. Lui si fece una doccia mentre lei controllava le email di lavoro. Quando lui uscì dal bagno toccò a Lara docciarsi. Si ritrovarono sul divano: lui guardava la tv mentre lei si mise a leggere un libro. Il silenzio tra di loro proseguiva, ma era un silenzio strano, sembrava chiedere di essere interrotto. Lara e Marco percepivano quella sensazione. Dopo una mezz'oretta Marco decise di rompere quel silenzio assordante ed esclamò: " Cazzo Lara, avrai pure tu una fantasia sessuale! ". Il cuore di Lara ebbe un sobbalzo. Prese coraggio e rispose decisa: " Si ce l'ho! Ma prima facciamo un patto. Io ti propongo un gioco. Ci penserai bene e se sarai d'accordo dovrai fare tutto quello che ti dico. Ma se non starai alle mie regole ti giuro che non farai più sesso con me. Pensaci bene." Marco rispose che era d'accordo. " Che gioco sarebbe? ". Lei fece una respiro profondo e disse che voleva fare la dominatrice con costringendolo a sottomettersi a lei completamente. Lo avrebbe trattato come uno schiavo e lui sarebbe dovuto essere obbediente in tutto e per tutto. " Ricordati che se accetti devi rispettare le regole o ne pagherai le conseguenze! Adesso sali di sopra, rifletti per dieci minuti e poi fammi sapere la tua risposta con un messaggio." Marco salì e si sdraiò nel letto: non gli era sembrato vero sentire quelle parole… I loro rapporti sessuali stavano diventando sempre più rari ed erano sempre uguali: un po' di coccole, qualche massaggi, una leccata di figa mentre lei si masturbava. Naturalmente sesso orale solo per lei, erano anni che Lara non gli faceva un pompino. Quando lei era venuta un paio di volte la penetrava, quasi sempre alla missionaria. Di tanto in tanto lei esaudiva la sua richiesta e si metteva a pecora. Marco in realtà aveva sempre desiderato farsi sottomettere da lei. Nell'estate del 2002, due giorni dopo aver ottenuto la maturità a stento, era partito con lo zaino e poche centinaia di euro in tasca alla volta di Barcellona dove aveva intenzione di trascorrere un periodo lontano dalla sua famiglia e dai suoi pochi amici. Voleva starsene da solo e vivere alla giornata. Si ricordava poco del suo primo giorno a Barcellona. Aveva girovagato senza meta in quella città piena di vita, aveva bevuto molto e si era addormentato su una panchina in un vicoletto. Si svegliò stordito quando la saracinesca di un ristorante si era alzata facendo un baccano infernale. Aprì a fatica gli occhi e vide una persona che appendeva un foglio accanto all'ingresso di un ristorante italiano. Incuriosito si alzò a fatica e lesse il foglio. Era scritto in italiano: CERCASI RAGAZZO ITALIANO DI BELLA PRESENZA, VOLENTEROSO PER LAVORO COME TUTTOFARE IN QUESTO RISTORANTE. MASSIMA SERIETA'. 200 EURO SETTIMANALI ( VITTO E ALLOGGIO GRATUITI). NO PERDITEMPO " Che colpo di fortuna" pensò e decise di cogliere l'occasione al balzo. Scese nei bagni della metropolitana e cercò di mettersi in ordine. Poi entrò nel ristorante deserto. Si sedette e poco dopo un cameriere gli chiese cosa voleva. " Sono qui per il posto di lavoro. Mi chiamo Marco e ho tutti i requisiti richiesti" rispose con tono deciso. Il cameriere, che si presentò come Luigi, appuntò il suo nome su un foglio e lo invitò a tornare a mezzogiorno per parlare con la proprietaria. Uscendo Marco staccò l'annuncio di lavoro e se lo mise in tasca. Nessun'altro si sarebbe dovuto presentare al colloquio. Quel posto doveva essere assolutamente suo. Alle dodici in punto entrò nel ristorante, Luigi lo invitò ad attendere nel salottino. Di lì a poco la voce di una donna con uno spiccato accento siciliano lo chiamò invitandolo ad entrare in specie di ufficio. La proprietaria si presentò come Anna Maria ed era una bella quarantenne siciliana, mora con un fisico statuario. Lei gli rivolse le solite domande di rito. La signora indossava una canotta bianca che metteva in bella mostra il seno sodo con dei bei capezzoli scuri. Lei si accorse che lui le guardava le tette e sembrava compiacersi di ciò. Quando lei si alzò e si girò per prendere alcuni documenti da compilare mise in bella mostra il suo grosso culo coperto a malapena da una minigonna in pelle nera. Poi lei si piegò in avanti per prendere un foglio che le era scivolato dalle mani e Marco notò che non indossava le mutande. Così piegata lui vide chiaramente il pelo nero e folto della fica. Lei si girò e gli fece un sorriso che fece capire a Marco che le piaceva farsi guardare e magari non solo. Lui arrossì. " Sai che sei proprio un bel ragazzo. Mi dici che cazzo aspetti per avvicinarti e guardarmi la fica da più vicino?! Ti serve un invito scritto per fottermi?" Esclamò lei. " Dai non essere timido....fammi godere e il posto sarà tuo". Marco balzò in piedi, si slacciò i pantaloni e si fiondò su di lei. La signora guardò attentamente il suo pisello tastandolo con decisione poi aggiunse: " Che bel cazzo duro e grosso che hai! ". Lei sollevò la minigonna, si distese sulla scrivania e allargò le gambe. Lui rimase immobile vedendo quanto era bella la sua vulva. In confronto a quelle poche che aveva visto prima quella della signora era una Signora Vulva: un bel pelo nero ispido metteva in risalto le sfumature rosa delle grandi e piccole labbra e aveva un grosso clitoride di rosa scuro. Quando Marco si avvicinò per penetrarla lei lo fermò. "Prima vediamo come te la cavi con la lingua". Lui si inginocchiò e iniziò al leccare delicatamente le grandi labbra, passando poi alle piccole. Il clitoride pulsava e lui prese a succhiarlo facendogli una specie di pompino. "Niente male " disse lei "Adesso voglio sentire il tuo cazzo. Vediamo se lo sai usare come si deve. Marco la penetrò con decisione facendola sobbalzare e iniziò a sbatterla per bene. La scopò per una decina di minuti stimolandogli anche il clitoride con le dita. Quando lei venne per la seconda volta, lei lo spinse via facendolo uscire da lei. Poi si sedette alla scrivania. Marco rimase immobile come un ebete con le braghe calate e il cazzo duro non sapendo cosa fare. "Direi che hai superato la prova, il posto è tuo". Poi aggiunse: " Vai da Luigi che ti mostrerà il tuo alloggio e ti spiegherà tutto. Ricordati che dovrai fottermi ogni volta che te lo chiederò. Adesso puoi andartene". Marco si riallacciò i pantaloni a fatica, il suo pene restava duro. La signora se ne accorse e con tono beffardo disse : " Se vuoi svuotare i testicoli, il bagno è in fondo a destra". Marco uscì dall'ufficio umiliato ma si recò in bagno dove fece quello che la signora gli aveva consigliato. Marco lavorava con impegno al ristorante. Tutti erano contenti di come svolgeva diligentemente le mansioni che gli venivano assegnate. Specialmente la proprietaria era contenta del suo toy boy. Marco doveva essere sempre disponibile alle voglie di lei. Quando la signora voleva chiavare lui doveva correre subito da lei e fotterla a dovere. Alcun volte anche più volte al giorno. E se il pene non era duro come lei esigeva lo insultava. Allora doveva lavorare di lingua e dita per farla godere.Quando lei aveva goduto abbastanza lo mandava via in malo modo. Marco però era felice: scopare tutti i giorni era il sogno di ogni ventenne. Quel sogno durò per quasi due mesi finché una notte Marco scoprì che Anna Maria era sposata con un senegalese di quasi due metri, grosso e cattivo. Lo scoprì nel peggiore dei modi: lo scoprì mentre gli stava fottendo la moglie a pecorina. Il senegalese era tornato da uno dei suoi loschi viaggi senza avvisare nessuno e quando trovò quel ragazzo bianco che montava sua moglie lo prese per il collo, lo trascinò in strada e lo pestò fino a fargli perdere i sensi. Luigi, che abitava di fronte al ristorante, aveva assistito di nascosto al pestaggio. Soccorse Marco e lo portò al sicuro in casa sua. Il giorno dopo Marco scoprì di essere stato licenziato. Restò ancora a Barcellona ospite di Luigi finché non scomparvero i segni del pestaggio, poi tornò in Italia. Passò un'ultima volta davanti al ristorante della signora Annamaria notando un foglio appeso accanto all'ingresso. Sul foglio c'era scritto: CERCASI RAGAZZO ITALIANO DI BELLA PRESENZA, VOLENTEROSO PER LAVORO COME TUTTOFARE IN QUESTO RISTORANTE. MASSIMA SERIETA'. 200 EURO SETTIMANALI ( VITTO E ALLOGGIO GRATUITI). NO PERDITEMPO. Marco capì che il marito di Annamaria era ripartito per uno dei suoi viaggi…. ridendo scese nella metropolitana. Non ebbe più esperienze sessuali di quel tipo. Marco riemerse da quei ricordi e guardò l'orologio: mancava solo un minuto allo scadere dei dieci che Lara gli aveva concesso per decidere. Inviò il messaggio a sua moglie dicendo che accettava. Lei rispose: " Ti voglio nudo nel letto a pancia in su. Non potrai parlare e prendere iniziative senza il mio permesso". Lui obbedì. Lei si recò in bagno e si fece attendere per una ventina di minuti poi salì lentamente la scala e si presentò davanti a lui: Lara indossava un completo in latex nero, lucido e aderente che aveva acquistato tempo prima online e che aveva nascosto in soffitta. Aderiva perfettamente al suo bellissimo corpo e lo copriva quasi totalmente. Aveva dei buchi da dove uscivano i suoi capezzoli scuri e una grande apertura in corrispondenza della zone intime. Indossava delle fantastiche scarpe nere con tacchi alti e sottili in acciaio. Adesso lui è legato al letto, mani e gambe divaricate, imbavagliato, impossibilitato a parlare e con una fascia elastica alla base del pene. Lei si struscia la passera sul pube di lui. Poi si siede sul suo viso facendogli sentire l'odore delle sue zone intime. Lui le annusa avidamente . Lei gli prende il cazzo in bocca e lo succhia per un paio di secondi. Il fallo di risponde con un erezione ma lui geme di dolore poiché l'elastico stringe dolorosamente il suo membro. Lei gli ordina di stare zitto. Si siede sul suo torace e divarica le gambe mostrandogli la vulva in tutto il suo splendore: " Ti piace? Guarda che fica che ho, non la trovi bellissima? Con le grandi labbra gonfie e quelle piccole rosee. So che vorresti leccarmela ma adesso puoi solo guardarla. Forse, se ti comporterai come un bravo schiavetto, più tardi te la lascio toccare. Lo vedi il buco dove vorresti infilare il tuo cazzo... ti garantisco che è caldo e umido. Guarda come riesco a dilatarlo e restringerlo. Immagino che non vedi l'ora di fottermi. Guarda il mio clitoride com'è turgido e voglioso. Adesso mi masturbo. Tu guarda e aspetta". Lara prese a masturbarsi lentamente. Marco era eccitatissimo, sembrava un sogno, non credeva che dalla bocca di sua moglie potessero uscire certe parole; lei che non usava termini volgari e mai era stata così sessualmente disinibita. Di lì a poco lei venne gemendo ad alta voce. Lara si girò verso il cazzo di lui che ormai era violaceo. Con un movimento deciso che quasi fece piangere Marco per il dolore, Lara tolse l'elastico dal cazzo e iniziò ad accarezzarglielo delicatamente per lenire il dolore. Il pene tornò roseo, allora lei iniziò a masturbarlo con movimenti lenti ma decisi. Quando capì che di lì a poco lui avrebbe eiaculato si fermò e guardandolo negli occhi disse sadicamente : " Non è ancora il tuo momento! Ho voglia di godere ancora. Adesso ti tolgo il bavaglio ma tu devi stare zitto! Devi solo usare la lingua per farmi godere. Ok?! " Marco annuì. Lei gli liberò la bocca e mettendo la sua fica sopra la sua bocca iniziò a masturbarsi. Lui leccò in silenzio. " Tutto qui quello che sai fare?! Lecca più forte, dai!" Lui aumentò il ritmo. Lei gemeva " Bravo, continua così….. Adesso penetrami con la lingua….. Fammi sentire quanto è dura la tua lingua. Dai lecca….. Ottimo…. Siiii, così…. Dai che vengo. Mio Dio è fantastico....vengo...vengo!" Lara venne copiosamente sopra la sua bocca e lui succhiò avidamente quel caldo nettare. Dopo aver ripreso fiato Lara gli prese il glande in bocca e iniziò a masturbarlo. Lui stava per venire ma lei improvvisamente smise e sorridendo gli disse: "Non è ancora il tuo momento". Lui soffriva ma stava impazzendo di piacere…. Sua moglie lo stava usando come un giocattolo e questa cosa gli piaceva. " Forse" pensa Lara " Sto esagerando un po' con lui ma mi sento sempre più arrapata e mi sembra che a lui non dispiaccia". Lara adesso si siede sul suo pube dandogli le spalle. Afferra il cazzo e inizia a strusciarsi il clitoride con la cappella durissima. Lei geme ad alta voce mentre lui deve gemere in silenzio. Ecco, Marco sente l'orgasmo rimandato più volte che sta per arrivare ma lei lo precede venendo prima e lasciandolo ancora una volta ad un passo dal piacere. Poi gli sussurra all'orecchio. "Non è ancora il tuo momento". Scende ed esce dall’appartamento. Marco soffre: i polsi e le caviglie gli fanno male. Anche i suoi testicoli gli fanno molto male: sono talmente gonfi e duri che sembrano esplodere. Dopo una decina di minuti Lara rientra, sale lentamente le scale a chiocciola e si presenta davanti a Marco con in mano una valigetta nera. Con una voce sensuale si rivolge a lui: " Sei stato bravissimo, ora puoi decidere se vuoi vedere il contenuto della valigetta, fare l'ultimo gioco e avere il tuo meritato orgasmo oppure avere il tuo orgasmo con la solita scopata alla missionaria. Decidi tu. Da adesso puoi parlare". Marco ormai vuole andare fino in fondo e risponde con un filo di voce: " Voglio vedere il contenuto della valigetta e continuare a giocare come tu desideri sperando di farti godere. Sono il tuo schiavo" . Lara soddisfatta sorride. Lo slega e aprendo la valigetta dice: " Mi hai sempre detto che volevi incularmi ma io ho sempre rifiutato. Bene, adesso proverai cosa vuol dire prenderlo nel culo e poi mi farai sapere se ne vale realmente la pena. Niente in contrario, vero?". Lara fa mettere Marco a carponi, lui si volta e vede Lara maneggiare un oggetto strano. Lei spiega che è un vibratore Strap-On di ultima generazione. " Mi infilo la parte più corta nella figa ed ecco che adesso ho un cazzo con cui scoparti il culo. Quando lo accendo lui inizia a vibrare in tre punti stimolando il punto G e il clitoride mentre la sua punta ti stimolerà la prostata". Lui è nello stesso tempo preoccupato ed eccitato. Lei gli molla un ceffone sul culo, gli ordina di girarsi e di divaricare le chiappe. " Mi sento buona quindi ti lubrifico con la vaselina il tuo foro. E' vergine giusto? " Sussurra premurosamente. Marco annuisce. Poi la voce di lei voce assume un tono deciso e autoritario: " Adesso di inculo. Voglio fotterti per bene e in profondità. Voglio stimolarti la prostata e farti godere in una maniera nuova. Non opporti o sai cosa succederà". Lui attende trepidante. Sente la punta del dildo puntargli l'ano poi Lara spinge facendo scivolare lentamente il fallo in lui. Marco cerca di rilassarsi. Lara con un telecomando aziona le parti vibranti del dildo e inizia a scoparlo con delicatezza. Marco prova un po' di dolore ma poi comincia a piacergli. Lei capisce che il suo schiavo apprezza la penetrazione e allora inizia a fotterlo sul serio, sempre più forte e con più decisione. Lui geme ad alta voce. Lara adesso è il maschio e le piace fottere il culo del marito potendo decidere il ritmo, l'intensità e la profondità. Lui tra un gemito di piacere e uno di dolore si rivolge a Lara: " Scopami forte mia padrona e mio amore. Grazie per tutto questo nuovo piacere che provo. Anch'io sognavo di farmi dominare da te, di provare tutto ciò, di sentirti usare espressioni volgari...Dai spingi più forte, continua a fottermi, mi piace essere inculato da te e poi la mia prostata apprezza molto. Ho il cazzo durissimo. Posso masturbarmi?". " Si " risponde ansimante lei : " Adesso è il tuo momento di godere. Anzi è il nostro momento di godere insieme!". Lui si prende in mano il fallo duro come non mai e inizia a masturbarsi. " Mhhh sto per venire" esclama lei gemendo. Il suo punto G e il suo clitoride sono stimolati magnificamente. Il clitoride le da un'orgasmo breve ma intenso. Ma appena finisce l'orgasmo clitorideo il punto G le fa avere un'orgasmo che viene dal profondo e che si espande per tutto il corpo. E' un'orgasmo lungo che non sembra finire più. Sente il piacere raggiungere ogni parte del corpo. Ansimando esclama: "Dio mio, non capisco più niente. Tutta me stessa sta godendo. Non credevo di poter venire in questo modo e per così a lungo" . Ancora in estasi, Lara afferra il cazzo del marito mentre continua penetrarlo con decisione. Con colpi decisi stimola la prostata sempre di più e masturbando forte il cazzo lo fa sborrare. Lui finalmente viene e gode. Il suo caldo sperma schizza fuori da lui copiosamente. Lentamente lei smette di fotterlo. Restano ancora un po' uniti a pecora poi lei esce da lui. Si sdraiano sudati, esausti e si abbracciano. Si baciano appassionatamente. Entrambi vorrebbero parlare di quello che è appena successo tra di loro ma entrambi, senza dirsi nulla, decidono di tacere e di rimandare magari tutto ciò a domani. Adesso vogliono solo restare abbracciati in silenzio. Marco pensa all'indomani: chiederà a Lara di rivelargli se ha altre fantasie sessuali da mettere in pratica o le proporrà di realizzare una delle sue !? Di li a poco si addormentano con un'espressione felice sul loro volto.