Quando è il fine settimana mi sento rigenerare. Io oramai frequento Anzhela con il consenso di zia Toma, e soprattutto di Ukra, e con lei sono riuscito ad ottenere una intimità fortissima. Direi una complicità animalesca. Con Anzhela facciamo oramai sesso quotidiano, in ogni attimo possibile, in ogni posto, e in ogni occasione. Capita sempre più spesso che lo si faccia anche in tre considerando la voracità di zia Toma, che adora essere oggetto di desiderio e attenzioni anche da parte di Anzhela e Anzhela, che si è scoperta spudoratamente bisex, gode della femminilità di Toma, che di natura è un soggetto facile a farsi sottomettere con quelle sue tettone e quella sua voglia continua di godere facendo sesso. Anzhela ha capito che con zia Toma si può spingere molto oltre nei suoi giochetti erotici e lo fa senza alcuna inibizione, a volte solo per fare eccitare me, dimostrando di essere un’ottima carnefice per Toma. Più volte ragionando sul fatto che io sono molto difficile a sborrare Ukra mi ha detto che avrei bisogno di una badante del cazzo e senza tanti complimenti tenuto conto che è una donna molto concreta ha scelto per questo compito la sua amica Anzhela sapendo che a me piace molto il suo culo, le sue tettone e soprattutto il suo essere donna. Anzhela ha subito preso coscienza di questo suo impegno e ha deciso di portarlo a compimento assecondando ogni mio desiderio. In effetti con Anzhela mi sento libero di fare qualsiasi cosa abbia in mente, fosse anche la voglia erotica più pazzesca. Lei ci sta sempre e godiamo molto, fino a quando abbiamo il desiderio, nella stessa maniera di come faccio con Ukra e di come facevo con sua sorella, la mia cognatona ormai andata a vivere con un altro uomo. Con Anzhela a volte andiamo in albergo, a volte a casa sua, a volte a casa di mare di qualche amico per il gusto di goderci intensamente, a volte a casa mia specie quando vi è zia Toma che vuole fare sesso a tre. 


Sabato


Sabato Anzhela mi ha detto che avrebbe preferito che ci incontrassimo da lei, per cui sono arrivato nella tarda mattinata, dopo aver soddisfatto Ukra e Zia Toma che hanno sempre bisogno di essere godute e soprattutto di godere. Anzhela mi aspettava fremente. Aveva un accappatoio di spugna e aveva da poco fatto la doccia. Mi aveva detto che per raffreddare il suo desiderio aveva adoperato il vibratore e in effetti lo avevo visto sul letto insieme a due dildo di differenti misure e avevo sorriso, lei vedendo il mio sorriso accennò ad un sorriso. Il suo corpo aveva un profumo per me assai afrodisiaco, inebriante: il profumo di magnolia. La strinsi prendendole le poppe in mano e il grande capezzolo destro iniziò ad inturgidirsi come accadeva sempre quando veniva presa d’assalto. Anzhela aveva puntato a togliermi i pantaloni jeans cercando di impugnare il cazzone giustiziando i miei boxer. Come le accadeva spesso era arrapata e godeva di vedere il mio nerchione ingrossarsi tra le sue mani, mentre io iniziavo a succhiarla. Il bersaglio della mia lingua era molto più semplice da arpionare e i capezzoli ora erano puntuti e pronti. Anzhela era una maga nell’eccitare un uomo e così aveva preso i suoi capezzoloni fra le dita e me li aveva offerti sapendo che io avrei perso la testa, iniziandola a succhiare, leccandola, e se avessi potuto avrei voluto succhiarle l’anima... La mia saliva e la mia lingua si impastarono al profumo di quelle tettone che ora mungevo e di cui gustavo la consistenza mentre l’aureola mammaria la rendevano per me irresistibile. Mugugnavo mentre lei gemeva e produceva i suoi soliti gridolini ansimando, segno che iniziava ad essere sempre più eccitata. Anzhela era veramente su di giri e ora diceva di volere essere lei a succhiare… e succhiare significava il suo solito fantastico pompino…Mi ripetè la stessa cosa e io le lasciai prenderlo in bocca. Si abbassò e con voglia avida iniziò a spennellare con la lingua l’asta, poi sorridendo mentre mi guardava negli occhi iniziò a succhiarlo sino a farlo scomparire nella sua bocca e cominciò a pompare, mentre io carezzavo i suoi capelli sino a raggiungere la nuca; poi la aiutai nel movimento tenendola dai capelli. Il cazzo era tutto dentro e lei era una ottima bocchinara. La lingua guizzava senza limite ed era un ulteriore segno del suo godimento, infatti era rossa in volto. La cercavo, la feci rialzare, la baciai e la leccai sul viso, sul collo, dietro la nuca, le spalle e poi di nuovo scampanellandole quei fantastici seni e lei cercava di rispondere come meglio poteva e sapeva a questo assalto fremente. La sua lingua era un serpente che sapeva contorcersi magnificamente insieme alla mia e lei gemeva sempre di più mentre io mungevo le sue tettone impadronendomi del suo corpo. Mi accompagnò tenendo il mio cazzone ritto nelle sue mani sino al bagno e li facemmo una fantastica doccia, con lei che si sosteneva a me che inginocchiato le ricordavo perché lei era la mia badante del cazzo. Avevo iniziato a prenderle d’assalto sotto la doccia la figa tempestandola di slinguamenti e giocando con le mie dita infilandole a ritmo serrato, poi la lingua a spillo e poi di nuovo quei giochi che le piacevano tanto quando succhiavo il clitoride e lavoravo il suo piercing sino a farla impazzire di desiderio… e allora le sue cosce cedevano ed io diventavo padrone di lei, mentre lei si dava agli orgasmi multipli, uno dietro l’altro, senza poter respirare. La sentivo finalmente pronta ed era bagnata come non mai…come quando la potevo lavorare molto approfonditamente sino a fotterle l’anima. Ci asciugammo alla meno peggio, sentivo il suo odore, il profumo di sesso che emanava e volevo toccarla in continuazione. La presi e la portai sul divanetto tra baci e carezze estremamente porche e lascive. Anzhela mi voleva, lo urlava parlava una strana lingua mescolando parole in ucraino e in italiano ma era chiaro che lo voleva il mio cazzone e io ero eccitato; la mia lingua non aveva padrone, si infilava in ogni parte del suo corpo, i suoi buchi erano tutti miei e io continuavo a leccarla, come non vi fosse un domani e le succhiavo il clitoride facendola venire e lei si sditalinava ossessivamente il piercing. Era pronta oramai per un amplesso travolgente mentre Anzhela mugolava mordendosi le labbra e cercando un piacere continuo. Decisi di rallentare e poi di sospendere la mia attività di leccaggio, di succhiamenti continui e vidi Anzhela rantolare, innervosirsi, contorcersi in preda al desiderio, urlava che voleva essere presa. Sembrava impazzita e io godevo della sua ricerca del mio cazzo…godevo del sentire che lei mi pregasse di continuare. Sentivo il suo desiderio, la sua passione e mi rituffai sul suo inguine oramai in tempesta, il suo oceano pieno di schiuma. Continuai ossessivamente a sollecitarle la figa con le dita, con le labbra, con la lingua, succhiandola ancora. Poi iniziai con lunghe carezze fatte con le dita, delicate e forti e lei impazziva, mi cercava ossessivamente, voleva le mie mani e finalmente le raggiunse. Io le lasciai leccare le mie dita inserendole nelle sue labbra vogliose….Era calda, vibrante sensuale…ricominciai a leccarla e lei venne nuovamente. Voleva il mio cazzo e per ora trovava la mia lingua e le mie dita che la facevano impazzire, mentre ancora il suo corpo non si era ripreso dall’ultimo orgasmo, con me che continuavo a leccarla. Ero alla ricerca del suo miele, quel suo fantastico sapore di donna che si raccoglie dopo tanti orgasmi consecutivi e lei in ucraino mi disse: “ti voglio” e io ricominciai a succhiarla. Le proposi un fantastico gioco, le chiesi se potessi bendarla e lei curiosa me lo fece fare. Dopo che le bendai gli occhi ricominciai da sopra, a partire dal volto indugiando sulla bocca, leccando la sua lingua e le sue labbra avide arse dal piacere intenso, poi puntai al collo e indugiai ancora mentre lei singhiozzava un nuovo desiderio, un nuovo orgasmo. Anzhela vibrava tutta per accentuare il suo piacere, la sua voglia. Ora si offriva totalmente a me e io lavorai i suoi fantastici seni mentre lei languida iniziava a dire i suoi si nella sua lingua…tak, tak, tak, poi Da, Da, si, così   e io che sentivo il suo desiderio, il suo piacere e iniziavo a mungerla. I capezzoli già grossi erano divenuti enormi e godevano delle mie toccate…si stavano appuntendo, secondo il mio piacere, come dei chiodi. Anzhela cercava la mia bocca in maniera famelica ma non riusciva a trovare né l’una né le altre. Desideravo Anzhela da morire in quei momenti, così carnale e così sottomessa, le urlai che era la mia badante del cazzo e lei ripeteva badante, badante, e poi cazzo, cazzo, cazzo, le piacevano queste parole. Questa volta fui molto audace scendendo con la mano destra prima sulla pancia, poi lungo le cosce, mentre le dita della mano sinistra erano tra i capezzoli e la bocca. Le feci succhiare e leccare le mie dita piene di lei, mentre la destra aveva preso possesso del pube. Scendevo ancora giù e più scendevo più Anzhela ansimava e torturava le sue labbra. Ero giunto alla figa e ora le mie dita premevano mentre lei mi diceva: sono bagnata. Sono zuppa, ho voglia di te. Io ero andato più giù, ricordandole il suo impegno di badante..e sempre alla ricerca del suo piacere più intimo ancora più giù sino ad arrivare al bucotto del suo culone, e lì mi fermai, vi era molto da fare. Avevo iniziato a torturarla dolcemente, prima con la lingua, poi con le dita, la carezzavo, senza penetrarla, la slinguavo, circondavo il buco del culo con spennellate e leccate circolari, mentre lei impazziva di nuovo. Senza curarmi del suo nuovo orgasmo ero pronto a riempire di saliva tutta la zona tra la figa e il suo culottone. Ero sceso ancora nell’area del magnifico clitoride, avevo scampanellato con la lingua e le dita il piercing e sentivo ancora più forte il suo desiderio e il suo odore inconfondibile che ora è inarrestabile. Ero all’ingresso della figa e poi avevo ripreso tra i denti il clitoride una, due, tre volte, anche quattro mentre lei non riusciva più a stare ferma. Anzhela oramai allargava le cosce e si aprirono anche le grandi labbra della sua figona. L’ostrica era pronta per essere succhiata, leccata assaporata tutta, me ne potevo cibare bevendo i suoi liquidi. Ormai Anzhela era tutta un unico brodo di umori mielati. La sentii allargare le cosce ancora di più. Ero pronto e la sua vulva era magnifica. Entrai con le mie dita, la esplorai nuovamente a fondo, muovevo freneticamente le dita, poi la penetrai con la lingua e lei esplose mentre mi diceva in ucraino che non ce la faceva più a resistere…voleva il cazzo e lo voleva dentro…. Dentro la sua figa e dentro il suo culo…e urlava. Anzhela si inarcò per il piacere, mentre io la penetravo finalmente seppure con le dita, con la lingua, con il naso. Ero molto attento al clitoride, ero uscito ma la dolce tortura non era finita e il clitoride pulsava nella mia bocca, tra la mia lingua e i miei denti. Anzhela era esausta….una serie di orgasmi liquidi e intensi credo l’avessero svuotata almeno in parte. Non volevo prenderla così. Avevamo tutto il tempo che volevamo. Le tolsi la benda andammo in cucina e vedemmo cosa vi era…il frigo era quasi vuoto ma c’erano le uova. Facemmo una rapida doccia mentre io non resistetti e andai in ginocchio a cercare il suo nuovo miele. Il pomeriggio di sabato fu tutto per le coccole, dopo aver mangiato una mega frittatona. Anzhela non era però riuscita a riprendersi; l’avevo sconquassata di orgasmi, mentre la serata dopo una bella cenetta la ritrovai pimpante e potemmo avere una notte di fuoco in cui la presi di figa e analmente senza pietà, sino a quando non cedette totalmente al sonno. 


Domenica


L’indomani mattina svegliatomi prima iniziai a baciarla e leccarla come il mio solito, lavorandole prima le tettone e poi sditalinandola per aprire la strada alla mia lingua fra le sue cosce…. Avevo voglia di lei e il suo odore era molto forte. Ci volle poco e lei era bagnatissima. Lei nel dormiveglia si era posizionata di fianco e mi aveva concesso nuovamente il suo culone e i suoi splendidi fianconi enormi …da tempestare…le entrai dentro in figa, poi di nuovo analmente mentre lei godeva, ancora e ancora riprendendo sonno mentre io facevo la doccia. Quando uscii dal bagno la trovai con due dita nella bocca che mi sorrideva, facendomi vedere che si sta ciondolando il suo piercing, torturando il suo clitoride e sditalinandosi. Sorrideva, e il suo sorriso era un invito molto evidente. Io lo colsi immediatamente. Iniziai a baciarla sulle labbra e le labbra si aprirono, le mordicchiai continuamente. Iniziai a leccarle il viso finché fu lei a baciarmi e a questo punto fui io che mi lasciai prendere e lasciai che la sua lingua si impadronisse della mia. Continuava a baciarmi. Nel letto lei prese una posizione dominante mentre io accarezzavo e palpavo quei seni cosi pieni ed eccitanti. La baciai selvaggiamente mentre lasciavo lei condurre il gioco, mentre io le succhiavo i capezzoli, le mungevo le tette e impazzivo con lei che aveva iniziato a cavalcarmi. Aveva infilato benissimo il mio pennone nella sua figona e ad ogni movimento si inarcava sempre più per prenderlo meglio dentro, specie con il bacino che si muoveva. Ad un certo punto si staccò si posizionò con la figa sul mio viso e mise la sua vulva a contatto con le mie labbra. Ero molto eccitato e la slinguai tenendola per i fianchi fino a quando fui inondato dal suo piacere. Era magnifica Anzhela accartocciata su di me, mentre io la leccavo e la succhiavo. Mi piaceva quella posizione dove lei era dominante ma nello stesso momento dominata da me. Fu bravissima a cambiare posizione, lavorava molto bene con le anche, offrendo il culo alla mia bocca, posizionando perfettamente il suo ano sulle labbra. Iniziai a succhiarla in maniera ossessiva e poi la penetrai con la lingua a spillo e tra la saliva e i suoi succosi liquidi venne con due orgasmi consecutivi, mentre il mio viso era una maschera di umori vischiosi che colavano sulla barba. Era fantastico vederla dimenarsi così. Continuava ed io la assecondavo facendola venire ancora e ancora. Ad un certo punto fu lei che decise che toccava a me e io iniziai a succhiarle il collo, baciarle il viso, ma soprattutto le tettone che munsi e leccai rendendole piene di saliva. Scesi tra le cosce e mirai dritto con la mia lingua sul clitoride mentre con le dita scampanellai il piercing e come prevedevo esplose e fu una esplosione continua con lei che prima gemeva e poi iniziò ad urlare, cercando di trattenersi. Io continuavo la mia opera leccatoria succhiando il suo orgasmo…andai più profondo, più dentro, sempre più dentro e lei perse la testa e iniziò a venire ancora, di seguito…erano orgasmi, uno dietro l’altro; amplessi che lei non sapeva come bloccare, trattenere…erano violenti e io vedevo in lei l’esito di questi amplessi.. Quando la tempesta di sovreccitazioni passò i suoi occhi ritornarono sereni io le baciai di nuovo il clitoride e poi la bocca. Mi chiese di prenderle un po’ di acqua e io andai a prendere una bottiglia nel frigo, ma al ritorno la trovai nuovamente addormentata. Sorrisi, la lasciai dormire. Era ora di pranzo e io andai a comprare varie cose che sapevo le potevano piacere in una tavola calda. Quando ritornai a casa lei si era svegliata e mi accolse con un magnifico sorriso. Apparecchiammo la tavola in cucina e mangiammo tutto quello che avevo comprato, poi Anzhela piena di gratitudine mi portò nel soggiornino dove rimanemmo abbracciati guardando la televisione. Eravamo nudi nuovamente e ci volle poco perché Anzhela iniziasse a masturbarmi. Io la baciai e lei mi rispose con la lingua. Iniziava ad eccitarsi ancora una volta, aveva i capezzoli turgidi, duri. Stringeva il mio cazzone, iniziava a farmi male. Le chiesi di prendermi il nerchione in bocca e lei lo fece con grande gioia in maniera molto avida, mordicchiava e leccava il pene, ci giocava, se lo infilava in bocca poi lo leccava come fosse un magnifico gelato scappellandolo con gusto. Era meraviglioso tutto. Mentre lei mi godeva anche le belle palle grosse e piene io avevo iniziato a baciarle il collo, il viso, le poppone che a me in quella posizione apparivano ancora più enormi. Gemeva la cavallona porca, specie quando leccai il lobo delle orecchie e la nuca, mentre la trattenevo sul mio cazzo. Mi avvicinai al suo orecchio destro e le dissi in ucraino: ti voglio, ti desidero. Lei smise di spompinarmi, mi guardò negli occhi e mi disse: prendimi. Quello che si scatenò fu un magnifico gioco di possesso in cui iniziammo a baciarci, toccarci, leccarci, morderci, graffiarci. Era desiderio allo stato puro. Lei allargò le cosce lunghe e robuste era di nuovo morbida, umida, calda e poi bagnata. Si io sentii il bisogno di possederla, volevo scoparla per fotterla e lei ora lo sapeva volevo sentire il suo orgasmo. Era piena di umori femminili e io le infilai due dita della mano destra nel buco dell’ano, mentre con la mano sinistra giocavo con il clitoride e con il suo piercing…L’ano mi dava grandi soddisfazioni, come sempre, mentre la figa era bagnatissima. Io continuavo a farla impazzire, mentre i suoi occhi mi imploravano e Anzhela mi diceva: dammi cazzo, dammi cazzo, ma erano le mie dita che la scopavano in culo e nella figa. Avevo iniziato a fistarla con estrema decisione e i gemiti della donna erano rochi. La portai sul letto, entrai con la lingua nella sua bocca mescolando la nostra saliva in baci liquidi. Le mie mani erano molto attive, la toccavo in ogni dove e in ogni momento. Era troppo bella e accogliente Anzhela tra le cosce, per cui mi tuffai ancora cercando la sua anima. Adoravo il sapore della figa di Anzhela e il sapore e l’adore del suo ano imbevuto di liquidi, mentre sentivo il suo piacere, i suoi gemiti, e i suoi urletti. Ero pazzo mentre la leccavo a tutta lingua e con le dita la titillavo facendola godere come una porca, sconvolgendole il clitoride. Finalmente la sentii vicina all’orgasmo e allora accelerai tutte le mie azioni e lei perse ancora la testa e raggiunse l’orgasmo che venne seguito da una sequenza successiva di orgasmi mentre io come un diavolo ossessivamente la slinguavo e la titillavo, la sditalinavo, la fistavo senza pietà. Era sfiancata…una donna possente come lei piena di forza e di resistenza era distesa sul lettone a cosce larghe distrutta dai ditalini e dalle leccate, mentre io ero soddisfatto di averla resa così sottomessa. Mi guardò, sorrise e mi disse che sapeva che ero un diavolo e poi dolcemente mi disse sorridendo: è vero che sono tua badante. Si lei era oramai la mia badante, la mia badante del cazzo, mi aveva dimostrato una voglia e un desiderio speciale. La lasciai riposare qualche attimo, giusto il tempo di fare un’altra doccia. Ritornato tolsi l’accappatoio, lei sorrise e io la baciai. Le chiesi di mettersi a pecorina e iniziai a lavorarla da dietro leccandola succhiandola e toccandola meravigliandomi che lei fosse nuovamente con la figa bagnata e calda; ancora una volta pronta. La penetrai senza esitazione e Anzhela sospirò con convinzione il suo piacere gemendo e sussurrando parole in ucraino molto eccitanti. Iniziai a penetrarla con ardore e passione finalmente scaricando tutto il mio desiderio. Anzhela era veramente una grandissima porca e volle partecipare attivamente iniziando a sditalinarsi clitoride e piercing mentre io la montavo. Anzhela mi sentiva entrare ed uscire sempre più forte e sempre più veloce e mentre si sditalinava figa e clitoride io uscii dalla vagina e andai a onorare con il cazzo l’ano. L’attrazione animale era feroce. Il pene era duro e lei era morbida carnale con il suo solito culo abbondante, i fianchi pieni, possenti. il buco, il suo odore, le mie dita dentro. Le imposi le mani sul culo e le schiaffeggiai i glutei. Le ho conficcato prima due e poi tre dita umettate dentro il buco. Ho infilato il mio cazzo nuovamente in figa ed era ancora caldissima. Si era proprio infoiata. Il pene era scomparso fino alle palle tra tanto ben di dio. Mungevo quelle tettone che ballonzolavano a seconda dei colpi inferti. La figa calda permetteva splendide cose. Le sue cosce lunghe e grandi mi incitavano seguendo il ritmo dei miei colpi. Avevo ormai voglia senza limite mentre la troia gemeva, squittiva e affannava. La mazza era sempre più dura e finalmente Anzhela era venuta di figa e si godeva il suo orgasmo multiplo mentre io con due mosse approfittando della sua eccitazione bagnato dei suoi orgasmi di figa entrai senza difficoltà finalmente nel suo adorato culo. Anzhela farfugliava parole incomprensibili, emotive prive di nesso logico, ma forti e vibranti, eccitanti carnali, erotiche che io non avevo il tempo di sentire, che non volevo e non potevo sentire. Le mie dita erano padrone del clitoride e continuavano a fare il loro dovere, la donna divenne un orgasmo continuo. Il suo buco era generoso, largo, odoroso ed io spadroneggiavo fra i suoi glutei, dentro l’orificio anale ero in paradiso. Che domenica spettacolare. La mia arma diveniva sempre più poderosa sentendo i muggiti, della troia….. ero scatenato, folle. Ero pronto ad orgasmare. Con le mani stringevo il suo culo. Ero preso dall’intenso apice del godimento assoluto e irrefrenabile, nulla mi poteva fermare e il mio seme esplose nel culone poderoso di Anzhela, dopo una serie di colpi, scaricando tutto il mio piacere, mentre Anzhela sfiancata si era distesa godendo ancora. A questo punto anche io ero scarico, grato a quella splendida troia. Rimanemmo in silenzio a riposare. Forse dormimmo. Al risveglio chiesi ad Anzhela che ore erano e lei mi rispose che erano le 21. Anzhela si avvicinò mise in bocca il cazzo e sorridendo mi disse….stai pensando di andare via??? Non risposi, ma fu lei ad abbracciarmi e a dirmi: no non ti lascio andare rimani con me questa notte… continuò a succhiarmi con maggiore vigore….dimmi di si e ti faccio venire… Le dissi si… e lei mi fece esplodere come non credevo potesse avvenire dopo due giorni così intensi… Facemmo una doccia e cenammo in una pizzeria.  poi tornammo a casa. La notte fu un unico grande orgasmo. Lei era stata calda e bagnata tutta la serata, senza mutandine. Il desiderio di entrambi era tanto. Già dall’uscita del ristorante io inizio a baciarla avevamo fretta di arrivare in casa, fortuna che è un piano terra. Anzhela era di nuovo infoiata mi volle spogliare e io la lasciai fare mentre i suoi baci erano sempre più umidi. Mi mungeva i glutei la porcona e aveva infilato due dita nel mio buco del culo. Il cazzo era ritto. Infilò due dita sotto lo scroto mentre accarezzava il perineo, iniziò a soppesare i testicoli e poi si diede a lavorare il pennone. Anzhela giocava con la bocca salì e scese, infilandolo poi dentro tutto e iniziano i conati che tanto mi facevano godere. Per la prima volta credo di essere stato io ad impazzire. Anzhela era troppo troia per non godermela tutta io. Passò sapiente tra prepuzio e testicoli, e sapeva cosa fare. Succhiava avida la cappella, poi scendette all’asta. Eccitatissimo decisi io di cambiare gioco. Fui brutale…e le dissi: ora ti voglio inculare mentre lei sorridendo e mi disse: come sempre. Fu lei ad aprire le  natiche, mentre io iniziai quella splendida opera di leccaggio adorando il suo buco, con lei che gemeva e mugolava in maniera interminabile. Inserii le mie dita…lo abbiamo fatto molte volte ma questa volta volevo farlo con più calma…aggiunsi un altro dito, Anzhela si era inarcata e io a questo punto tolsi le dita ed entrai con il mio trapano. Trattenni i suoi fianchi mentre la donna si sditalinava la figa. Sentiva i miei colpi che presero consistenza e ritmo, poi velocità. Lo spinsi dentro tutto fino alle palle che sbatterono ad un ritmo frenetico e lei iniziò a godere come sempre. La sentii muoversi, contorcersi ed eccitarmi in ucraino, in russo, in italiano, non mi imteressava la lingua…volevo che lei godesse e volevo godere. Le inserii anche io una mano ad aiutarla nel titillare la figa e lei iniziò a gemere senpre più forte…segno che iniziava a sentire l’orgasmo vicino. La possedevo per i fianchi in un andirivieni continuo ed era una cavalcata pazzesca mentre lei iniziava ad urlare…erano urla di piacere.. Lei godeVA e io continuavo a martellarla, volevo venire dentro il suo culo in maniera esplosiv, volevo sborrarla mentre lei veniva ancora e era un torrente sul letto…uno zampillo continuo mentre io agevolavo il suo squirting, continuando a colpire il suo culo a picchiare sulle sue natiche e lei mi chiedeva di sfondarla, di aprirla. Io sapevo come si faceva e lo volevo fare. La acchiappai per i suoi lunghi capelli neri e la trascinai in questa mia folle cavalcata dentro il suo intestino sempre più forte, sempre più duro sempre più sconvolto dal mio stesso desiderio. Lei si era voltata più volte  con la testa rivolta a me e continuava a incitarmi: Da da, da, da   e io finalmente sentii l'orgasmo montare urlai e sborrai, come un idrante impazzito tanta crema fino a quando lei dopo l’ultima sollecitazione non si svuotò totalmente e cadde giù esausta… Rimanemmo senza forza poi la guardai e la baciai in bocca...le dissi che sarebbe stato bello se avessimo registrato e lei sorridendo mi disse ...si è tutto registrato... La porca ha imparato anche questo.. è veramente fantastica