Complimenti. Questo racconto è stato selezionato per il nostro spazio su erotika nel genere SADOMASO
Avevo una fantasia, ma non trovavo mai le condizioni che mi sembravano necessarie per realizzarla. 1) lontana da casa 2) presenza di soli uomini 3) entrare il più svestita possibile. La 1 non è mai stato un problema. La due si, al punto da riuscire a realizzarla solo di rado, la tre riuscitadolo a Roma ma com gente alticcia. Mi immaginavo vestita come mostrano le mie foto. Immaginatemi con un bodystocking (li adoro...) oppure qualcosa con trasparenze abbastanza evidenti o parti scoperte, di quelle che di solito non si osa. Vengo a sapere in periodo di olimpiadi parigine, che nella zona di Saint Denis ci sono dei bar in cui le donne non entrano. Ormai quello è considerato un brutto quartiere e l'idea che ha iniziato a martellarmi con fantasie sempre diverse ed estreme, l'idea di entrarci quasi nuda, era diventata talmente pressante che il rischio mi rifiutavo di considerarlo. E se mi avessero buttato fuori? Maltrattata? E ancor peggio picchiata? Ci penso ora, ma prima no, esisteva solo la mia fantasia che secondo me esagerava gli aspetti positivi e mi piaceva troppo. Mi era capitato qualcosa di simile a Milano e a Roma, l'ho raccontato, e so dove andare per farlo riaccadere, ma entravo vestita quasi normale... ma li a Parigi forse era possibile ... avendolo già provato volevo osare di più e diversamente. Parto in auto da sola con le olimpiadi in corso e senza prenotazioni. Viaggio lungo, ci penso sempre a come osare mentre guido. Ora, mentre mi avvicino alla meta, ho anche un po' paura ma mi rendo conto che mi eccita. Arrivo. So che trovare da dormire è impossibile ma fa parte del mio desiderio di osare. Trovo un parcheggio coperto custodito, mi cambio mettendo qualcosa di sexy con sopra una camicetta nera per ora chiusa, lascio la macchina e cerco un taxi. Per semplificarmi almeno l'inizio lo vorrei di colore e riesco a intercettarne uno pure abbastanza giovane che mi ha lanciato subito uno sguardo che mi dimostrava che ero piaciuta. E' un van non recente e grandino. Chiedo se posso stare di fianco perché si vede meglio. La camicetta salendo l'ho aperta e con noncuranza chiedo di essere portata alla chiesa di Saint Denis che è famosa. Mi chiede se so che non è un buon quartiere. Chiedo cosa rischio e mi dice che così mezza nuda qualcosa di sgradevole potrebbe accadermi. Gli dico che certe situazioni per me non sono sgradevoli e rido. Mi da il biglietto e mi dice di chiamarlo quando ho bisogno del taxi. Gli dico, sai il mio sogno è trovare un locale, un bar, di soli uomini ed entrare così. Sorride. Avvia una telefonata in viva voce. Dice che ha una cliente che è mezza nuda e che ha bisogno di una lezione. L'altro dice dammi venti minuti poi vieni qua. Termina la chiamata e mi dice frappoco ti porto al bar dei miei amici. Non sorride aspetta la mia reazione. Sorrido e dico che va bene. Mentre si gira allunga la mano. Ho la mini e niente sotto, mi dice di toglierla. Si ferma vicino a una panchina. Ci sono tre tipi. Vai dietro! Ho solo la camicetta aperta, scendo fra la gente e il traffico e vado dietro. Non guida più lui e ha fermato il tassametro. È di fianco a me e sull'altro lato un altro. Mi ritrovo a succhiare e delle dita che frenetiche si infilano dappertutto. Si ferma di nuovo, su altri due. I sedili si possono spostare. Sono al centro con cinque ragazzoni che sanno cosa fare. È caldo, e mi sorprendono spengendo l'aria condizionata e abbassano i finestrini. Non siamo più in centro ma di poco e c'è traffico, da fuori potrebbero vedere facilmente e infatti colgo degli sguardi. Questo li rende più intraprendenti. Penso, sono lontanissima da casa, la situazione è strana ma mi piace. Mi vergogno quando mi vedono. Fermi al semaforo dei ragazzi in moto li ho a due spanne dal viso che già cola e non di sudore mentre ho un cazzo nero in bocca e uno infilato dietro con le tette che ballano per via dei colpi che ricevo a ogni affondo. Mi vergogno ma non riesco a tirarmi indietro. Ci provo perché la situazione è veramente troppo imbarazzante ma sono forti e mi costringono a continuare. Scatta il verde, ho la sensazione che il peggio sia passato e invece dopo forse nemmeno duecento metri ecco un altro semaforo. Gli stessi motociclisti con qualcuno che per curiosità si è aggiunto. Mi seppellirei dalla vergogna ma nel frattempo quella situazione li eccita oltre all'inverosimile e capisco che gli piacefar vedere che usano una bianca in quel modo. Quello che ho in bocca si toglie e mi viene sul viso. Una parte di me reagisce, lecco le ultime gocce, succhio con foga, mi sono sbloccata. Un altro in bocca, si parte ... un altro semaforo... ma ormai non ho più freni. Voltano in un parcheggio e vanno fino in fondo. Le moto mi seguono. Mi fanno scendere e appoggiata al sedile, col portellone scorrevole aperto, me li trovo intorno, forse una quindicina e li soddisfo con un gusto che in me non conoscevo. Qualcuno che passa, anche se siamo veramente in fondo al parcheggio, vede. Qualcuno mi grida putain! E anche questo mi eccita e accentua il mio gusto nel farmi vedere e nell'esagerare. Saliamo di nuovo sul taxi. Situazione di prima. Lo fanno apposta a fare la strada con molti semafori e mi riportano al medesimo parcheggio per una seconda ondata di giochini. Poi su di nuovo e partono velocemente. Mi dicono che siamo in ritardo. Dovevano essere venti minuti ed è passata un'ora e mezza. Mi dicono che al loro bar c'è molta gente che li aspetta. Poiché ho detto che mi imbarazza la presenza di altre donne, anche se al parcheggio e ai semafori mi hanno vista e alcune anche insultata, e ho detto anche che che mi piacerebbe che non sapessero di me per vedere la loro reazione, hanno deciso di agire di sorpresa. Donne non ce ne sono, questo non è un problema, io entrerò vestita come mi pare, quelli che lo sanno già staranno in disparate e con loro terranno la situazione sotto controllo se per caso qualcuno avesse intenzione di reagire male. Arriviamo. Nella via il bar con molti tavolini fuori sotto un tendone per fare ombra, di fianco un meccanico, un elettrauto una ferramenta e insomma quel tipo di attività in cui prevalentemente vanno uomini. Ormai sono senza freni, una situazione così non mi è mai capitata. Avevo voglia ... su ogni cosa che volevano farmi fare, di osare un pelino più di loro. Dico di fare marcia indietro. A una cinquantina di metri dico che per me va bene. Mi sono messa il vestitino trasparente che avevo in borsa e che si vede in foto (quella stesa nel letto ma senza mutandine), scendo e come niente fosse, con dieci euro in mano, cammino sul marciapiedi mentre loro parcheggiano proprio davanti al bar e scendono. Sorrido e faccio finta di parlare sl telefono. Mi avvio sotto il tendone con lo sguardo di una cinquantina di persone addosso. La porta, entro, vado al bancone. Chiedo un caffè freddo. E appoggio i soldi. Mi guardano, si guardano fra di loro chi è seduto si alza, si avvicinano. Mi viene paura. Forse ho esagerato. Stanno in silenzio, si avvicinano. Ora ho veramente paura. Ho esagerato, sono andata troppo oltre. Quella paura mi eccita comunque da morire. Ora mi butteranno fuori a calci. Parte una qualcosa che mi fa male al sedere, non capisco. Ora sono terrorizzata. Da dietro sollevano il vestito. Chiudo gli occhi. Un colpo, un altro e capisco. Cingiate. Un paio di loro si sono sfilati le cinture. Uno mi piega in avanti, mi ritrovo a gambe dritte un cazzo in bocca e le cinghiate continuano. Apro un occhio. È il tassista che ho in bocca, allora andrà tutto bene! Lo penso subito e sento che mi lascio andare. Le cinghiate iniziano a piacermi ma terminano e qualcuno di colpo mi penetra. Estasi. Mi hanno detto che sono entrata verso le 14 e sono uscita verso le 20. Facevo fatica a camminare ma ero soddisfatta di me. Il tassista vive con altri tre li vicino. Mi ha detto dormi da noi. Purtroppo per lui ho dormito fino a mezzogiorno del giorno dopo ... sono stata 10 giorni, gestita da loro. Posso dire che ho osato tutto. È stato bellissimo e partire veramente triste. Bella Parigi. E anche molto Interessante.... !
Un particolare curioso. Nella loro mentalità non si deve gettare il seme. Quando hanno capito che mi piace mandarlo giù, ecco che diventavo utile non solo per godere ma anche per risolvere un problema morale al quale tengono molto. È accaduto così che ho dovuto fare, dovere piacevolissimo, più volte al giorno quel servizio che si è dimostrato utile alla comunità. Ho detto che tornerò a Natale e stanno già organizzando gli incontri per non buttare via il seme, come dicono loro. Li ho aiutati talmente tanto sotto questo aspetto che spesso ho avuto nausea perché ero veramente sazia, ma .... una buona azione la si fa volentieri anche se con così tanti stava diventando una fatica e posso dire che quella dieta, mi nutrivo solo di quello e qualche caffè, fa ingrassare poiché nonostante la gran quantità di "attività sportiva" che mi hanno fatto praticare a qualsiasiora del giornoe della notte, la bilancia mi ha rivelato che ero ingrassata due chiletti abbondanti!