Avevo circa22 anni quando nel mio quartiere venne aperta una grande filiale di una famosa azienda estera. Seppi da una mia amica  gia' loro dipendente, che stavano ricercando nuovo personale da assumere. Decisi quindi di proporre la mia candidatura che, con mia immensa gioia venne subito accolta. Fui assegnata nel reparto mensa poichè in passato avevo avuto qualche piccola esperienza nel settore food. Essendo giovane e neo assunta, mi facevano fare eseguire compiti che nessuno voleva fare e venivo trattata come fossi una sguattera soprattuto da parte dei cuoichi, i quali erano padri e padroni di quel reparto. Soprattutto il piu anziano di servizio di loro (un'uomo di circa 45 anni) era particolarmente arrogante, presuntuoso e cafone. Si mi sentivo un po infastidita ed anche intimorita da questo discriminante atteggiamento che assumevano gli "anziani", ma ero comunque felice e fiera per aver ottenuto quel lavoro, ed inoltre adoravo indossare la divisa di quella famosa azienda, anche se normalmente libera dal lavoro, mi sentivo a mio agio indossando pantaloni esclusivamente a vita molto bassa, pertanto arbitrariamente mi feci modificare in questo modo anche quelli della mia uniforme, con il tremendo risultato che ogni qualvolta mi chinassi per espletare qualche tipo di faccenda, praticamente avevo mezzo sedere di fuori, mettendo in mostra i miei perizomi dei quali avevo una ricca e svariata collezione. Questi particolari inconvenienti giornalieri, evidentemente non erano sfuggiti a quel "simpaticone" del capo cuoco, il quale puntualmente mi assegnava compiti che guarda caso implicavano un mio particolare piegamento. Avevo perfettamente intuito che le sue richieste erano mirate ed ache appositamente preparate per guardarmi il didietro che usciva fuori dai pantaloni, e spesso notavo il suo visibile stato di eccitazione nel farlo, ma questa cosa non mi dispiaceva e mi garantiva anche un trattamento migliore da parte sua, quindi lo lasciavo fare. Una mattina però, prima dell'orario di apertura, mentre stavo sistemando gli utensili della cucina, il mio depravato capo cuoco, mi chiese di seguirlo in magazzino per prelevare alcuni prodotti alimentari che gli sarebbero poi serviti in cucina. Senza esitare lo segui in quella enorme dispensa dietro la mensa. Quando entrammo però notammo subito la presenza di un'altra persona (cosa che sorprese anche lui), era un'altro cuoco che conoscevo abbastanza bene poichè era il marito dell'amica che aveva sponsorizzato la mia assunzione. Lo salutai con un dolce e affettuoso sorriso, poi chiesi al mio capo cosa dovvessi prendere li. Lui un po imbarazzato, mi chiese di prelevare dei barattoli di pomodoro, che guarda caso erano collocati tra il pavimento ed il primo ripiano di un grosso scaffale, tanto che non era sufficiente che mi chinassi normalmente ma dovetti quasi straiarmi in terra per sfilare quei barattoli da sotto il ripiano. Assumendo quella contorta posizione, praticamente avevo quasi tutto il sedere scoperto, coperto soltanto dal sottilissimo sottile filo di finti diamantini di cui era composto posteriormente il perizoma che idossavo quel giorno. Alla vista di questa erotica situazione che aveva ben architettato, lo vidi ansimare e diventare rosso dall'eccitazione, si toccava ripetutamente la patta dei pantaloni e sebrava quasi che sbavasse come una lumaca. Feci finta di nulla e continuai nel mio articolato lavoro provocandolo sempre di più. Non mi resi conto però l'altro cuoco era ancora li ed assitette defilato a tutta la scena. Poi si avvino' molto a me ed esclamo: GUARDA QUESTA TROJETTA CHE BUCO DI CULO HA! Non mi aspettavo che esordisse così poichè lo conoscevo come persona seria e riservata, ma la cosa mi fece inspiegabilmente eccitare poichè detta da lui che era il marito della mia cara amica. Poi quasi contestualmente, si chinò verso di me, scanzò quel filo di diamantini ed infilò delicatamente quel suo cicciotto dito nel mio buchino posteriore. Il capo cuoco quasi atterito dall'atteggiamento spavaldo del suo collega esclamò: MA CHE CAZZO FAI? SEI MATTO? e lui molto pacatamente gli rispose: MA NON VEDI CHE QUESTA PUTTANELLA LO FA APPOSTA ED E' IN CERCA DI CAZZO? Mi sfilò la magliatta, diete un pizzicotto alla volta ai miei giovani capezzoli, tiro'fuori il suo attributo ed iniziò a sbatterlmelo sul viso fintanto che gli divenne duro come il marmo, quindi mi afferrò per i capelli me  lo mise tutto in bocca! Ero quasi ipnotizzata e tutti i miei sensi erano sconvolti da cosa stava accadendo e con chi!  iniziai così a succhiarlo come una pazza, leccandogli quelle palle belle grosse e gonfie di passione. Alla vista di di questo travolgimento erotico, il capo cuoco ando' subito verso la porta del magazzino e la chiuse sbarrandola poi con un carrello porta vivande, poi torno verso di noi nel mentre si tirava fuori l'uccello  già bello in tiro, si posizionò dietro di me, abbassò ancor di più i miei pantaloni e con un colpo secco e deciso lo affondò nella mia vagina. Non posso descrivere cosa provai in quel momento, mi sentivo davvero al centro delle attenzione con quei due uomini maturi che stavano impazzendo dall'eccitazione per una ragazzina come me, pensavo che probabilmente le loro mogli non erano mai state in grado di eccitarli così tanto. Continuavo ad assaporare l'uccello che era' di "proprietà" della mia amica, mentre l'altro porco insisteva nel sbattermi violentemente da dietro, fin quanto ad un certo punto, lo estrasse e rovesciò una copiosa colata di sperma caldo sulla mia schiena. Visto quanto appena accaduto, il suo collega mentre lo affogava nella mia gola esclamò: MA GUARDA, SEI DAVVERO UN COGLIONE! DOVEVI RIEMPIGLI LA FREGNA A QUESTA FINTA VERGINELLA ED INGRAVIDARLA COME UNA CAGNA! Poi lo tirò fuori dalla mia bocca, si mise dietro di me, mi afferrò per i fianchi facendomi alzare e mi appoggiò a pecorina sullo scaffale "incriminato" facendomi infilare la testa tra i ripiani un po più alti, poi sentii che con le dita raccolse un po di sperma del suo amico, ci sputò sopra e lo spamò sapintemente sul mio orifizio posteriore. Dopo averlo massaggiato ed allargato un po con le sue dita, ci appoggiò la sua gonfia cappella e lo spinse dentro lentamente con decisa capacità. Sentii un po di dolore, ma la cosa mi piaceva davvero tanto, ci sapeva fare il porco. Iniziò a scoparmi il culo con colpi decisi e ben affondati, sentivo le sue palle sbattere sulla mia passera completamente fradicia di umori, mentre lui l'accarezzava delicatamente con la mano. Di colpo lo tirò fuori dal mio secondo canale che aveva ben allargato e lo infilò tutto nella mia passerina. Questo suo successivo atto non durò molto a dire il vero, era davvero troppo su di giri, improvvisamente dopo un suo forte gemito, sentii le sue palle pulsare ad ogni spruzzo della sua sborra che riversava con passione dentro di me dicendomi: SPERO DI AVERTI MESSO INCINTA CARA TROIETTA, COSì POI VOGLIO PRORPIO SENTIRE COSA RACCONTERAI ALLA TUA AMICA QUANDO VERRAI A CENA DA NOI LA PROSSIMA VOLTA... Qeste parole mi eccitarono a tal punto che ebbi un'atro orgasmo senza neanche toccarmi! Teriminata la mia ardente estasi, cercai di ricompormi tirandomi su i pantaloni che praticamente avevo sulle ginocchia, mentre dalla mia passera colava ancora abbondantemente una quantità industriale di sperma. Mi sentii davvero felicemente soddisfatta per averli fatti godere cosi tanto, consiederando soprattutto che per me era la prima esperienza del genere. I due porci invece visibilmente soddisfatti, si pulirono l'uccello con la mia maglietta che poi mi aiutarono ad  indossare mentre ridacchiavano. Tornai al mio lavoro anche se  intrisa di un forte odore di sperma che fortunatamente, si mescolava agli intensi aromi della cucina.  Terminato il mio turno, mi recai subito agli spogliatoi per cambiarmi, quando mi tolsi i pantaloni blu, completamete macchiati di bianco nel mezzo, mi accorsi che non indossavo più il mio mini perizoma. Realizzai subito che probabilmente si fosse rotto e fosse caduto sul pavimento durante tutto quel "trambusto". Tornai subito in magazzino per cercarlo ma senza successo. Sicuramente qualcuno lo aveva trovato e raccolto, dapprima mi vergognai un po, ma poi la cosa mi eccitò, immaginando che magari chi lo avesse raccolto si stesse appassionatamente masturbando con quelle  mie mutandine intrise di intensi odori di sesso.

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