Devo dire che Ukra è davvero l’ennesima essenza della porcaggine. Questa mattina è iniziata con un tentato pompino che non mi ha visto sborrare ma in compenso ha fatto squirtare di brutto la mia vaccona porca. Avevamo approfittato del fatto che zia Toma e mia suocera erano andate a fare da baby sitter a Svetlana, tenendo i e così permettendo a Sveta di farsi un fine settimana con il marito e con alcuni amici in montagna in Abruzzo. Certo zia Toma e mia suocera erano andate a malincuore, sapendo che avrebbero passato un week end senza il mio cazzo, visto che entrambe sono terribilmete cazzo dipendenti ma questi sono gli impegni di famiglia a cui le donne ucraine non si sottraggono mai. Ukra ha avuto la fantasia di fare sesso nel letto delle due e si è dimostrato per lei un vero tour de force in cui sono stato molto esigente. Sapevo di non riuscire a sborrare, perché avevamo poco tempo ma Ukra ha apprezzato molto questo incontro erotico. Lei aveva un appuntamento di lavoro con una donna ucraina e così entro i limiti di tempo che ci eravamo dati ho fatto tutto il mio dovere facendole squirtare l’anima. Alla fine la mia compagna era più che soddisfatta e dopo il tempo per riprendersi e tutto quello che era conseguito ad un suo quasi svenimento, avevo preparato la colazione. A quel momento il telefono di Ukra aveva squillato e lei mi aveva detto che quella amica che avrebbe dovuto incontrare era sotto casa. Sebbene seminudo le dissi di farla salire e lei mi sorrise. Mi disse che si chiamava Anzhela, mi disse che mi sarebbe piaciuta molto fisicamente e la fece accomodare. Lei fece colazione con noi. Anzhela era un gran bel donnone alto come la mia compagna e una magnifica bbw bruna con un gran bel culo e un seno abbastanza abbondante. Ukra e Anzhela ridevano e scherzavano e io cercavo di comprendere tutto, ma soprattutto ero colpito da quella donna alta e possente come Ukra che emanava un profumo da impazzire, un profumo che mi attraeva in maniera irresistibile. Quel profumo mi inebriava e Ukra lo aveva capito e sorrideva. Anzhela mi sorrideva molto, ma c’era quel profumo che mi rendeva a dir poco matto. Ukra, mi sorrise ancora, si avvicinò e mi disse che aveva capito che lei mi stava sbranando con gli occhi, ma c’era da capirla, perché erano più di sei mesi che non scopava. Mi disse che aveva cercato di trovarle un uomo tra i suoi ex amanti, ma di fronte a tanta voglia e soprattutto davanti a tanta abbondanza l’amico di Ukra aveva fatto cilecca più volte…. Venendo troppo presto e a ripetizione lasciando Anzhela delusa. Ukra cambiò subito discorso,  parlò prima con la donna in ucraino, poi si rivolse a me in italiano e con nonchalance mi disse vado a fare una doccia e a prepararmi. Fu un attimo, Anzhela parlava poco l’italiano, io male l’ucraino, ma quel profumo di donna mi invadeva il cervello, l’anima, e soprattutto mi faceva rizzare il cazzo in modo incredibile. Lei accavallava le gambe, mi parlava, non comprendevo nulla o quasi di ciò che mi diceva e soprattutto non comprendevo quasi nulla di ciò che stavo facendo ma mi rendevo conto che lo stavo facendo. Le presi le cosce e le diedi un caldissimo bacio a tutta lingua in bocca. La sua mano sinistra fu subito in azione, costantemente a frizionare il mio cazzo che miracolosamente uscì dai miei pantaloncini e io fui ancora più certo di quello che volevo. Anche lei che mentre mi baciava mi stava masturbando. La presenza della sua mano in segno di possesso mi eccitava molto. Il cazzo, infatti, cresceva a dismisura, mentre Anzhela dovette subire la visita delle mie mani tra le cosce. Il profumo di Anzhela si faceva sempre più forte, veniva dalle cosce quel profumo, quell’afrore irresistibile che sapeva di donna marinata. Con la sua complicità avevo alzato le mutandine ed ora mi godevo l’effluvio dei succhi che la sua eccitazione ingenerava. Quanto era buono il suo sapore. Era bagnata fradicia, zuppa e pronta per l’uso. Ad un certo punto arrivammo che la stavo facendo godere con le sole dita. Volevo prenderla ma temevo che Ukra uscisse all’improvviso. Lei stringeva a sè la mia mazza e la mise in bocca facendola sparire. Ruppi gli indugi pensando che Ukra lo avesse fatto apposta a lasciarmi con lei e iniziai la festa baciando e succhiando tutto quello che potevo portare a contatto della mia bocca e della mia lingua con Anzhela che di fatto subiva questa mia iniziativa. La cosa se possibile surriscaldò ancor più i nostri animi per cui Anzhela era diventata un oceano di quel sugo denso e vischioso che avevo imparato a succhiare con entusiasmo e di cui volevo nutrirmi. La donna sapeva come fare e mentre ci succhiavamo a vicenda le lingue lei ebbe un primo rapido amplesso guidato dalle mie dita. Eravamo sul divano e io avevo aperto le cosce, tuffando il viso dentro esse. Ecco il centro di quel magnifico profumo era lì. Mi accolse, socchiudendo le cosce, ma facendomi entrare. Sapeva che avrei potuto farle belle cose con i preliminari…i suoi occhi incrociarono i miei. La mia lingua compiva un percorso noto lungo le sue grandi labbra che erano belle gonfie aperte è tutte pregne di umori. La figa era grondante, gocciolava e io succhiavo il suo nettare senza tregua. Lei aveva lo sguardo liquido e voglioso. La assaporavo in ogni parte e lei rispondeva come poteva con fremiti, mugugni e gemiti. Sapevo come trattarla e lei sapeva come farsi trattare. Andavamo oramai all’unisono, con un accordo perfetto, non dovevamo parlare; eravamo complici. Le mie labbra erano stampate a pressione alla sua figa. La lavoravo e lei ansimava e schizzava schiuma, la vedevo insalivarsi le mani, cercava di mettere le dita nella sua bocca per tranquillizzarsi, per regolarizzare i suoi fremiti, per cercare di tenere sotto controllo il suo desiderio, la sua passione, ma non ci riusciva, nonostante si mungesse le tette in modo esagerato. Ritornava a rovistarmi i capelli impastandoli con la sua saliva. Ormai tutto era un lago su quel divano. Gli umori vischiosi erano colati e facevano bella mostra. Le mie dita suonavano il clitoride di Anzhela come un’arpa fra clitoride e la vagina, poi entravano nelle grandi labbra, si insinuavano e provocavano altri fiotti di liquidi che Anzhela non sapeva più come tenere a freno. La vagina secerneva indipendentemente fluidi e lei che di suo era pesante, voluminosa come era appariva già spossata e in balia mia. Questo io volevo e mi ci volle davvero molto poco per prendere il sopravvento. Oramai potevo agire come mi pareva e lei era inebetita, forse dal troppo desiderio che l’aveva messa subito in debito di ossigeno e soggetta ad orgasmi continui. Il profumo era sempre più intenso. Una buona occasione per posizionarla alla pecorina. Il mio istinto era più forte di tutto volevo aprirle quel cazzo di culo. Le avevo aperto le natiche e lei aveva iniziato a gemere, aveva iniziato a capire che l’avrei montata. Io ero già dentro che spingevo con forza e martello nel buco anale. Per come era messa non poteva divincolarsi ed io ero dentro con lei che apprezzava la mia presa ruvida. Le mungevo le tette e la mordevo al collo, graffiandole la schiena, i glutei. Lei si era accasciata e così facendo mi aveva reso le cose ancora più facili il suo culo in aria adesso era davvero osceno da vedere. Ed era totalmente sfranta con il viso infossato nel bracciolo del divano. Io le ero sopra e infierivo dentro il culo con lei che gemeva per non farsi sentire. Non poteva fare altro che guaire laida ad ogni colpo. Le mie dita erano energiche nello sditalinarle il clitoride. La vacca esplodeva a ripetizione, ansimava e i miei affondi andavano tutti a segno. Non articolava nulla che non fossero lamenti e mugolii. Le intimavo di parlare ma lei con la voce rotta dagli orgasmi sapeva solo sorridere. Diceva delle frasi in ucraino ma non la capivo e volevo sentirla godere, ma lei esplodeva di nuovo, in continuazione parlando solo nella sua lingua ucraina. Il culo resisteva bene d ogni assalto mentre io le dicevo di farmi sentire come lo prendeva in culo e lei singhiozzava con la voce rotta dall’affanno. Non pensavo altro che sfondarla e sentirla urlare, questi cazzo di affanni mi avevano rotto, come anche i gemiti. Stava finalmente perdendo ogni controllo ed ogni inibizione. La sentii contorcersi, sentivo sotto le mie dita la sua figa gonfia, bollente, un mare di umori le colavano tra le cosce. Non reagiva più ma il culo era mio  e lo avevo rotto definitivamente, con le mie palle che toccavano le sue naticone. Entravo e uscivo ad un ritmo forsennato ma non sborravo e lei era sempre più sfondata, remissiva e sottomessa. Così la posso dilaniare a vita, lei era sfatta non gemeva neanche più, ma io continuo per mio gusto in quella massa informe di carne e finalmente sento che tira. Sono vicino a riempirle l’intestino. Mi muovo ancora più freneticamente lascio la pozza di umori. Le mani ora mi servono ad altro. Le tiro i capelli con forza e lei finalmente ha dato segni di vita ribellandosi proprio nel momento in cui trionfavo inondandole il buco anale mentre io ero eccitatissimo. Per un attimo ho alzato lo sguardo e ho visto Ukra che aveva filmato tutto. Mentre Anzhela era ancora eccitata Ukra si era avvicinata e aveva leccato tutti i suoi umori, carezzandola e slinguandola. Ad Anzhela piacque sentirsi desiderata così anche dalla mia compagna e Ukra sorridendole disse che poteva fare una doccia, poi sarebbero usciti per andare all'appuntamento. Anzhela baciò me, baciò Ukra e andò. Adesso sono uscite. Ci siamo baciati e toccati ancora. Anzhela sarà una nostra nuova compagna di giochi, potrà godere le gioie del sesso. Ora sono qui che scrivo questa splendida nuova realtà...Le mie dita hanno ancora l'intenso sapore e odore di Anzhela... mi eccito...sono molto eccitato...il desiderio di quel profumo voglio esaudirlo...voglio il corpo di Anzhela e voglio la sua anima