8) - 1990


E’ una domenica mattina di primavera, mamma è venuta a svegliarmi: “Sono  già le 10, alzati pigrona!”. Mamma ha aperto le tapparelle e le finestre, il sole che entra dà una bella sensazione di calore. Rimango un poco a poltrire, sotto la coperta mi stiro un po' e poi mi accarezzo e sento i miei capezzoli diventare duri, li stringo tra le dita. La voglia di godere è come sempre tanta e le mie mani non stanno ferme, infilo la destra nelle mutandine e sento le labbra umide, le accarezzo piano, toccarmi il clitoride mi dà dei brividi di piacere incredibili. Chiudo gli occhi e fantastico che sia Lucia o Riccardo o mamma ad accarezzarmi, a darmi queste sensazioni. Mi scopro per sentire le mie braccia libere, indosso solo le mutandine e i miei seni sembrano chiedermi di essere toccati ed eccitati. Mi immagino di sentire le labbra di Lucia succhiarmi i capezzoli, le dita di Riccardo che mi stimolano il clitoride, ho voglia di provare ancora una volta il piacere. Le mie dita scivolano lentamente dentro e fuori dalla mia figa per poi spostarsi fino al mio buchetto del culo, entrano piano anche lì per poi uscire e riprendere le carezze. Sono in estasi e aspetto il momento di godere, ora le mie dita si muovono in modo frenetico. Rallento le mie carezze, voglio assaporare le sensazioni del mio corpo che si stà risvegliando; mi è sempre piaciuto masturbarmi o scopare appena sveglia, le sensazioni mi sembrano amplificate. Che voglia di un cazzo dentro, è da mesi che non ne provo il piacere. Infilo due dita fino in fondo, inarco la schiena per andare ancora più in profondità e mi sfugge un sospiro. “Ti aspettavo per la colazione ma vedo che hai di meglio da fare” mi dice mia madre mentre si siede sul letto. Ormai tra di noi c’è la massima libertà e complicità, il sesso per noi è un argomento naturale e ne parliamo senza vergogna, capita anche abbastanza spesso che lo facciamo insieme, a volte la sento quando si masturba, alcune volte sono anche andata da lei per godere con lei, altre volte come quella mattina lei è venuta da me, è il nostro segreto, nessuno sa di noi!  “Oddio mamma, ne ho voglia” le rispondo senza smettere di toccarmi. Si avvicina e mi bacia, la sua lingua entra nella mia bocca e gioca con la mia. Le sue mani prendono il posto delle mie e le mie cercano il suo corpo, i suoi seni sono nudi sotto la casacca del pigiama, li accarezzo a mani piene e sento i suoi capezzoli crescere. “Spogliati dai, vieni a letto con me” le dico mentre mi abbasso e mi sfilo le mutandine. Mamma si alza e toglie la giacca ed i pantaloni del pigiama: nuda è bellissima. Si stende al mio fianco e ci abbracciamo, mi bacia ancora: “Ti manca Riccardo vero”? “Beh si, mi manca tutto di lui, in questo momento mi manca il sesso che facevo con lui” “Lo so, non è facile”. Le sue mani mi accarezzano la schiena e mi stringono a lei, sento i suoi seni schiacciati sui miei e le nostre gambe intrecciate. Rimaniamo così a coccolarci un poco ed a parlare: “Sai, anche a me manca papà, è via da quasi due mesi e tornerà solo tra due settimane”. La mia mano si insinua tra le nostre due pance e scende a cercare la sua figa. Mamma si stacca un attimo per darmi spazio e finalmente arrivo alla sua figa. E’ umida, accarezzo leggermente le labbra dopo essere scivolata sul suo clitoride. “Hai voglia anche tu”? le chiedo come se ci fosse bisogno di una risposta. “Certo” e anche la sua mano scende dalla schiena e comincia ad accarezzarmi le natiche per poi spostarsi verso il buco del culo, le sue dita scivolano sul perineo e indugiano lì. Un piacere ovattato sembra invadere sia la figa che il buco del culo, vorrei continuasse così, mi piace. Mamma sembra averlo capito e continua con le sue carezze mentre le mie dita entrano ed escono dalla sua figa ora completamente bagnata. Le succhio piano i capezzoli mentre assaporo le sue carezze. “Ma con papà fai anche sesso anale”? le chiedo mentre le mie dita si avvicinano al suo buchino. “Si, ma non spesso, a lui non piace” mi risponde sospirando. “Certo che tu sei una bella porcellina, a 18anni non essere più vergine ed hai anche fatto sesso anale” e ride. “Fermati un attimo, aspettami, devo presentarti un amico” e scatta giù dal letto, la sento aprire la porta di camera sua e poi ritornare. “Guarda cos’ho qui”? e mi mostra un cazzo finto, un dildo. “Oddio mamma, ma da che parte arriva? E’ la prima volta che ne vedo uno” “Me l’ha comprato papà quando è stato in Danimarca e regalandomelo me l’ha presentato come il mio nuovo amico”. Me lo passa e per la prima volta in vita mia maneggiai un dildo. Era una riproduzione perfetta, le dimensioni erano leggermente più grosse di quello di Riccardo con una cappella ben delineata e addirittura le vene in rilievo. Mamma mi guardava maneggiarlo: ”Che dici, lo proviamo”?. “Beh, credo che tu l’abbia già provato”. Lo prese in mano e lo portò alla bocca, lo bagnò per bene con la saliva, sembrava fargli un pompino, poi lo accese e il dildo cominciò a vibrare, aprì le sue cosce e se lo infilo. “Si fa così mia”. Lo fece scorrere due o tre volte avanti ed indietro si soffermò un attimo sul clitoride e poi me lo porse: “Ora prova tu”. Lo presi in mano, era viscido dei suoi umori, mi allargai le labbra della figa e lentamente cominciai ad infilarmelo: “Ma è bellissimo”. Lo infilai fino in fondo e mi fermai, volevo assaporarne la presenza, ogni più piccola vibrazione, sentirlo, stringerlo con le contrazioni della mia figa. Mamma spostò la mia mano e si impossessò del dildo, cominciò a farlo scorrere dentro e fuori con una lentezza quasi esasperante. Sentivo il piacere crescere, cominciai a toccarmi il clitoride ed a stimolarlo, non sapevo resistere e dopo solo pochi minuti un orgasmo mai provato mi fece sobbalzare sul letto. Mi ci volle qualche minuto per riprendermi, mamma continuava a scoparmi con il dildo. “Fermati, adesso voglio vedere te godere” le dissi. Sfilai il dildo dalla mia figa, mamma si stese sul letto ed io glielo infilai, con la stessa lentezza e delicatezza che lei aveva usato con me. Lei con una mano si masturbava e con l’altra si stuzzicava i capezzoli, io la scopavo lentamente e con l’altra mano le stuzzicavo il buco del culo. Sentivo dai suoi movimenti che le piaceva così con il medio spinsi un poco e, vinta l’iniziale resistenza, entrai. Ora la scopavo con il dildo e la inculavo con il dito, i suoi movimenti si fecero più decisi. “Muoviti più in fretta, scopami” mi diceva. Sentivo il suo respiro farsi affannoso, volevo sentirla godere. Infatti dopo poco spalancò le gambe e il suo bacino si mosse incontro al dildo ed i suoi gemiti erano segno di un piacere che le esplodeva dentro. Mi strinse a se e mi bacio, la sua lingua nella mia bocca sembrava non volersi fermare fino a che la sentii rilassarsi. “Dio mio Grazia, ho davvero goduto parecchio, guarda, ti ho bagnato tutto il lenzuolo”.

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Categorie: Incesti
Tag: Incesto