Grazie. Racconto selezionato per il nostro sito riservato alla narrativa in TRASGRESSIONI
Giovanna Esse
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Sto tornando a casa da lavoro quando le auto davanti alla mia iniziano a rallentare con le 4 frecce lampeggianti accese. In brevissimo tempo mi trovo fermo sulla statale . Sulla corsia di sinistra si affianca un auto blu. Erano anni che non vedevo quel tipo di automobile. Alla vista della Fiat ulysse blu mi torna alla mente un episodio del passato ormai rimosso.
Alle scuole medie avevo una compagna di classe e l'auto di famiglia era proprio una Fiat Ulysse blu.
Erano i giorni che seguono le vacanze natalizie, la scuola era ripresa per tutti ma non per me. Non volevo ritornare e finsi un malanno di stagione.
Quando feci ritorno a scuola , i compagni mi comunicarono che l'insegnante di storia aveva assegnato un compito da svolgere in coppia, e siccome nel giorno dell'assegnazione delle coppie non ero presente fui accoppiato con l'unica rimasta sola. Nessuno l'aveva scelta.
Maria in classe e a scuola non aveva amici , passava l'intera giornata quasi del tutto in silenzio, sentivamo la sua voce o quando rispondeva alle domande dei professori o quando in quei rari casi con pochi versi e parole monosillabi interagiva con noi.
I compagni di classe non riuscivano a capirla fino in fondo e non riuscivano a capire che tipo di persona fosse e dopo il primo anno ci hanno rinunciato. Questo è il primo anno che faccio con loro ma li conosco praticamente da tre anni, da quando sono entrati alle medie.
Si perché ero un ripetente. Ero più grande di loro di 3 anni. Ero stato bocciato per ben 3 volte. Non che fossi stupito è solo che avevo un comportamento anticonformista e mi trovavo sempre in disaccordo con tutti i professori mettendo in discussione ogni cosa che dicevano.
L'unica con cui mi trovavo bene era la professoressa di lettere. Lei aveva un debole per me , mi trattava bene , mi capiva e cercava sempre in tutti i modi di prendermi le parti. Al mio ultimo anno era diventata la preside della scuola ed ogni occasione era buona per farmi mandare nell'ufficio della preside, dove passavo intere ore in sua compagnia. MA QUESTA È UN'ALTRA STORIA CHE RACCONTERÒ IN FUTURO.
Maria non mi stava né antipatica e ne simpatica, ma non mi era indifferente come al resto della classe. Ogni tanto cercavo di scambiarci 2 parole solo per guardarla da vicino.
Aveva il seno più grosso della scuola. Era in carne ma non grassa , era molto alta per essere una ragazza. Era un po' trasandata aveva sempre i capelli sporchi e i vestiti pieni di toppe puzzava anche un po', aveva sempre un odore forte di sudore acido.
Giravano delle voci sul suo conto che i genitori fossero cugini e lo zio l'aveva violentata. Dicevano che era per questi motivi che non parlava, perché era ritardata e abusata. Altre voci volevano che viva dentro una baracca con 10 fratelli e avevano casa piena di animali e che faceva le seghe al suo cane domestico.
Venne il giorno stabilito il quale ci saremmo visti dopo scuola per fare il compito di storia.
Voleva a tutti i costi farlo a casa sua perché doveva badare ai fratelli visto che la madre lavorava.
Maria ed io fuori scuola aspettavamo la madre che ci venisse a prendere, eravamo rimasti solo noi , una volta soli tiró fuori dalla tasca dello zaino un pacchetto di camel light da 10.
Fumi?
Si. Non sapevo fumavi.
Non sai tante cose di me.
Credo non abbiamo mai parlato.
Ti sbagli sei l'unico che mi parla, o meglio sei l'unico a cui rispondo.
Perché rispondi solo a me?
Perché sei diverso dagli altri.
In che senso?
Gli altri non vedono quello che vedi tu.
In che senso?
Gli altri mi vedono dall'alto verso il basso , gli faccio schifo. So benissimo cosa si dice su di me.
Ed è vero?
Che i miei genitori sono cugini? No! Hanno solo lo stesso cognome per pura coincidenza.
Che faccio le seghe al cane? Bhe questo è vero ma è successo un paio di volte quando ero più piccola.
E di tuo zio?
Mio zio cosa?
Ti ha violentata?
Non era proprio un vero zio, era un amico di famiglia e non è stato lui a violentarmi, sono stata io a convincerlo a scoparmi....E comunque so bene perché ti avvicini per parlarmi , lo fai solo per guardarmi le tette.
Si vedeva in lontananza la fiat Ulysse blu.
Piena di graffi e ammaccature lungo tutta la carrozzeria. Se fuori faceva schifo, dentro era anche peggio. Appena salivi venivi investito da una puzza tremenda di fumo e di cane bagnato.
A stento trattenni il vomito.
Alla guida c'era la madre di Maria , una giovane donna di 30 anni che ne dimostrava almeno 40.
Rimase incinta di Maria a 16 anni, e nei successivi 14 anni aveva avuto altri 7 figli. In tutto erano 8.
Maria la più grande di 16 il piu piccolo luca ne aveva 3 ed era nuovamente incinta.
Ci sedemmo nei due posti in fondo poi che gli altri sedile erano occupati da 4 dei 7 fratelli.
Abitavano a 15 minuti dalla scuola , furi dalla città, in una casa di campagna.
Durante il tragitto, Maria allungo la mano e mi afferrò il cazzo. Avvicinò la al mio orecchio e lo leccò.
Sapevo lo avevi duro è da quando siamo saliti che mi guardi le tette . Se vuoi ti faccio una sega.
Ma cosa dici? Qui in macchina?
Si adesso.
Ma ci sono i tuoi fratelli e tua madre.
Non ci faranno caso.
Ma sei matta e se ci vedono?
Non succederà, ora rilassati...Sinceramente me lo immaginavo più lungo, ma in compenso è ciotto , hai un bel cazzo... Duro... Molto duro...
Penso che mia madre se ne sia accorta...
Solitamente parliamo, ma adesso sta in silenzio e mi lancia delle occhiatacce...
Non ci credo sei venuto. Sei un maiale, ti eccita farti guardare! E bravo!
Arivammo a casa dove ad aspettarci c'erano i fratellini più piccoli e il secondo genito Ettore che aveva frequentato un anno per poi abbandonare la scuola e lavorare come meccanico nell'officina dello zio. Sembrava natale per quante persone ci fossero. Mi sentivo anche un po' in imbarazzo, e l'aspetto caotico della casa rendeva tutto meno a mio agio.
Salimmo in camera da letto, Maria condivideva la stanza con le sue sorella che per l'occasione ci lasciarono la stanza per noi. La camera era grande e conteva tre letti due singoli e uno a castello. Una vecchia poltrona che adesso era diventata un armadio. Una montagna di panni a terra che a stento si vedeva il pavimento, e un forte odore di sudore e puzza di piedi. Una cosa veramente disgustosa.
Prima di iniziare a studiare Maria mi porta in camera della madre.
La stanza a differenza degli altri ambienti della casa era decisamente più ordina e perfino profumata. Odorava di vaniglia e gelsomino, era inebriante. Un profumo caldo e sensuale.
Entrati nella camera Maria, chiuse la porta e sibl diresse verso l' armadio in fondo alla stanza.
Lo apri e all'interno c'era un enorme baule. Mi fece vedere cosa ci fosse al suo interno.
Tornati in camera di Maria ci sedemmo alla scrivania con l'intento di iniziare il compito di storia.
Per un po' ci lavorammo, finché non ne ebbi più. Pensavo e ripensavo a quello che era successo in macchina. Alla sega che mi aveva fatto e alla sborrata che avevo dentro le mutande. Per non parlare del contenuto del baule in camera della madre.
Una quantità esagerata di cazzi finti di ogni dimensione e colore, vibratori, manette e una svariata di sex Toy.
Mi divenne duro come il marmo.
Dalla tuta si vedeva benissimo la mia erezione. Guardai Maria e poi gli afferrai una tetta così forte che sussultò dalla sedia, ma non disse nulla. Quindi proseguii e infilai la mano sotto la felpa , la mano salì lentamente fino al seno non c'era tessuto ma carne
Non indossava il reggiseno.
Sentii la tetta. Pensate. Massiccia. Enorme. Gonfia e morbida allo stesso tempo.
Portai la sua mano sul mio cazzo.
Volevo vedere le sue tette.
Morivo dalla volgia di vederle e magari baciale. Metterci la faccia in mezzo.
Alzai la maglia ma non me lo permise , disse non ora più tardi.
Prima voglio vedere il tuo cazzo.
Si ma tu poi però ti devi spogliare completamente nuda.
No, se vuoi ti faccio vedere solo le tette.
Gli metto una mano li sotto e la afferrò per bene , ho detto che ti devi spogliare.
Mi piace violento , ma non ti allargare. Ti ho già concesso troppo. Ora basta torniamo a studiare.
Forse avevo esagerato.
Tornammo a studiare praticamente tutto il tempo. Maria aveva cambiato atteggiamento, era diventata la Maria silenziosa della scuola e rispondeva solamente alle cose del compito.
Erano quasi le 18 quando rietrò in casa la madre. Avevamo appena finito e Maria stava riponendo le cose nello astuccio quando una penna cadde a terra. Maria si chinò sotto la scrivania.
Iniziò a toccarmi il cazzo.
Dai abbassati i pantaloni che te lo succhio.
Non me lo faccio ripetere 2 volte.
Spero che diventi come prima e non rimanga così piccolo.
Appena sento la sua bocca calda avvolgem il cazzo, esplode e sento lei emettere un conato di vomito .
Ecco qui il mio cazzone, in bocca si sente molto di più la larghezza.
Se con la mano mi era piaciuto, ora con la bocca mi stava facendo impazzire. Fu il pompino migliore ricevuto fino all'ora, lo prendeva tutto infondo e non a metà come le altre che lo hanno succhiato " è troppo grosso " ( divevano) , ma lei no , era diversa passava la lingua attorno alla cappella e faceva dei movimenti strani con la lingua. Leccava l'asta. Prendeva in bocca le palle, una alla volta perché entrambe non le entravano.
Eravamo talmente presi che non sentimmo salire dalle scale la madre che entrò senza bussare o forse non avevamo sentito neanche quello.
Ho bussato non avete risposto... Dov'è Maria?
In bagno. Fu la risposta. Secca. Diretta.
Tutto bene ? Ti senti male?
Si! No... Cioè, sto bene no maleee...
Capisco... Chiudo la porta!
Cazzo per poco tua madre non ci beccava!
Ma quanto ci metti a venire? Dai concentrati! Che inizia a farmi male la mascella.
Eravamo sul letto a vedere la TV e nel frattempo erano salite le sorelle.
State insieme?
Quanti anni hai?
Hai fratelli?
Sorelle?
I tuoi sono separati?
Le sorelle avevano iniziato il terzo grado ma Maria le minacciò ordinalndole di stare in silenzio e vedere la TV o altrimenti scendere.
Riprendemmo a parlare.
Cazzo sei lungo a venire , però peccato per la lunghezza non lo hai tanto lungo ma tranquillo lo hai nella norma, ne ho visti di più corti te lo assicuro.
Iniziammo a parlare di sesso e mi racconto un po' di storie , che faticavo a credere, guardandola a scuola mi ero fatto un'idea del tutto sbagliata di come fosse realmente.
Se vuoi puoi raccontarlo a tutti a scuola, non mi importa , tanto ne dicono di cose sul mio conto, una in più non importa.
Resterà tra me e te, questo è solo l'inizio, se vuoi possiamo continuare a farlo.
E perché?
Non ti è piaciuto?
Si mi piace il tuo cazzo e sei una brava persona ma oggi è stato solo divertente.
Si ma io voglio scoparti la fica.
Impossibile... Non scopo con nessuno. Faccio solo seghe e pompini.
Perché?
Perché poi non è più divertente se scopiamo.
Non capisco. Ma non hai detto che hai avuto molti cazzi.
Si ma nessuno dentro la mia fica.
Non sto capendo...E quello dell'amico di famiglia?
Non mi sono fatta mica scopare in fica...A nessuno ho ancora concesso questo onore. Lui come tanti altri mi hanno scopato in culo.
La mia verginità la darò solamente a chi se la merita.
La darò solamente a chi mi amerà.
Ma io ti amo.
Si come no...
Però mi sei simpatico e a te posso darti il culo. Anche se penso mi farà male, è passato molto tempo e tu hai un cazzo largo.
Dal piano di sopra sento la madre che mi chiama è ora di andare .
No Maria tu resta qui e finisci di preparare la cena e di apparecchiare.
Ma mamma dai vengo anche io.
No tu resta a casa e non si discute.
Su andiamo!
In macchina dopo alcuni momenti di silenzio la madre ruppe il silenzio.
Il padre di Maria aveva 30 anni quando nacque.
Era il fratellastro del mio fidanzatino dell'epoca
È stata concepita praticamente la prima volta che abbiamo scopato, lui si è introfolaro nella stanza dove dormivo e mi ha scopata.
Achille porta i camion all'estero e sta praticamente fuori mesi interi per ritornare a casa e ripartire dopo pochi giorni. Viene mi scopa e se non sono incinta mi ci mette. Mi fa male la testa per quante corna ho ma a me sta bene così perché non ci fa mancare i soldi e non ho nessun uomo che mi ronza intorno a casa.
Che storia.
Ascolta devi lasciare in pace mia figlia. Ho visto prima in macchina mentre Maria ti faceva una sega. E ho visto anche quando sono entrata in camera che era sotto la scrivania e non in bagno come hai detto tu, visto che ci ero appena stata.
Silenzio imbarazzante.
Presi lo zaino e lo portai sulle ginocchia.
Posa lo zaino, l'ho già visto che ti sei eccitato. Ti è diventato duro...E come mai? E poi pensi che non me ne sono accorta che mi guardi...Sei un maiale e tu mia figlia non la devi più vedere...Lei ha bisogno di gente tranquilla e no tipi come te...
Pensi che non lo so che stai fantasticando su di me, e magari di farti entrambe.
Me ne sono accorta che siete entrati nella mia camera e avete rovistato nelle mie cose.
Allora ti sono piaciute?
Ti ho detto di non coprirti , lascia che la tua vergogna si veda bene.
Quanti anni hai?
17.
Peccato...
Se avessi avuto un anno in più non mi sarei fatta problemi a giocare un po' con te.
Hai tuoi clienti chiedi di mostrarti un documento?
Cazzo quella troietta ti ha detto anche questo?
No, Maria non ha detto nulla al riguardo. La gente parla.
E cosa dice?
Che sei una puttana e scopi per soldi. Ora rispondi alla domanda di prima... Hai tuoi clienti chiedi un documento?
No, ma è diverso.
Se non si racconta non è successo.
E cosa non si dovrebbe raccontare?
Che una puttana me lo ha preso in bocca.
Diciamo che una puttana non si è fatta pagare per prenderlo in bocca e poi non se lo è fatto nemmeno mettere in fica e nel culo... Sempre se riesci a resistere fino a quel punto...Si dice che sia la
migliore con i lavori di bocca.
Allora tua figlia a preso da te.
Adesso stai zitto e cerca di non venire subito. Lasciati spompinare questo bel cazzone.
«Complimenti per il racconto spero presto di leggere il seguito.»
«Bello. Ben scritto.
Bravo»