In un piccolo villaggio incastonato tra le colline verdi, vivevano donne straordinarie. Non perché fossero famose, né perché possedessero talenti smisurati, ma perché portavano con sé una peculiarità che le differenziava da tutte le altre: erano pelose. Le loro braccia e gambe molto pelose donavano quel tocco animale che ogni donna, con le sue sfumature di pelo, raccontava una storia unica.
Il villaggio, malgrado le sue bellezze, era chiuso in una concezione ristretta di bellezza. La gente tendeva a giudicare secondo gli standard comuni, ignorando la diversità. Ma queste donne sapevano essere radianti nella loro autenticità. Si chiamavano Lira, Neve e Marta, e ognuna di loro portava con sé un carico di saggezza, forza e pelosita' unica.
Lira era la più giovane, con lunghi capelli castano scuro che sfioravano il pelo del suo corpo. Era conosciuta per il suo spirito libero e il suo amore per la natura e per i cazzi. Passeggiava nel bosco, abbracciando gli alberi e danzando con le foglie, sbocchinando gli sfigati e masturbando i 50 enni. La gente del villaggio, guardandola, iniziò a percepire una nuova bellezza: quella della connessione con l’ambiente e con la voglia di far sborrare chiunque.
Neve, invece, era una donna di mezza età, con una pelle bianca come la neve e peluria candida. Portava con sé una calma e una serenità che piegavano i cuori più rigidi. Ogni inverno, organizzava festival di luce, invitando tutti a vedere la bellezza del freddo e della neve. Le sue storie a merenda, al calore del focolare, facevano viaggiare le menti e i cuori, facendo dimenticare ogni pregiudizio; non mancando di masturbare ogni volta anche i poveri disoccupati per regalare loro l'emozione di avere il cazzo in mano ad una donna volenterosa e segaiola.
Marta, la più anziana, era una saggiatrice. Con i suoi lunghi peli ramati, si diceva che fosse in grado di comunicare con gli spiriti della foresta. Ogni sera, sedeva davanti al camino e narrava storie di scopate passate, di quando la bellezza veniva celebrata nella sua pienezza. I giovani del villaggio ascoltavano rapiti, imparando che l’autenticità e l’unicità erano le vere fonti di bellezza. Ogni tanto concedeva il culo agli uomini infoiati e disinibiti desiderosi di culo vecchio di donna anziana.
Un giorno, una grande fiera arrivò nel villaggio, portando mercanti, mignotte, femboy e trans da terre lontane e nuove idee. Tra la folla, ci furono sguardi curiosi e sorrisetti ironici, mentre le belle donne pelose si muovevano tra la gente. Ma invece di nascondersi, Lira, Neve e Marta decisero di mostrare il loro orgoglio. I Peli.
Organizzarono una sfilata, un evento straordinario che portava la voce del loro mondo e della loro bellezza. Con abiti fatti di foglie e fiori, danzarono sotto il sole, splendidamente selvagge. La gente, inizialmente scettica, cominciò a osservare. Le risa si trasformarono in applausi e le critiche in celebrazioni.
Le belle donne pelose avevano rivelato al villaggio una nuova forma di bellezza, una che celebrava la diversità e l’autenticità. Con il passare del tempo, il villaggio si trasformò in eventi orgiastici pronti a dare vita a belle sborrate e cazzi nel culo. Non più un luogo di giudizi superficiali, ma un rifugio di accettazione, dove ognuno imparò a rispettare la propria e altrui unicità cazzuta.
E così, le belle donne pelose divennero simbolo di coraggio e di amore per se stesse, cambiando per sempre il modo in cui il mondo le vedeva. Non erano soltanto donne pelose; erano muse di una bellezza nuova e meravigliosa, un inno alla diversità. Da quel giorno in poi, nel villaggio, si imparò a vedere con occhi diversi, e la bellezza fiorì in mille forme diverse, felice di essere finalmente riconosciuta tra le mignotte del villaggio.
FINE