Mi chiamo Giulia, ho 46 anni, sono di media statura, bionda naturale, occhi chiari, un seno opulento di una buona quarta misura, un bel culo alto e tondo, posto al culmine di due cosce lunghe e ben tornite. Sono seduta al bar e sto aspettando quel cornuto di mio marito, che deve venirmi a prendere. Mentre sorseggio il mio caffè, la gonna si è un po' alzata e le mie splendide cosce, fasciate da calze autoreggenti, sono in magnifica mostra. Un bel signore, più o meno della mia età, se ne gode la vista e mi sorride alquanto con fare sornione. È un bell'uomo e quel suo osservarmi mi provoca una certa umidità tra le mie gambe e, tutto sommato, penso che, se lui si proponesse, potrei anche accettare di far sesso con lui. Dentro di me penso che, tutto sommato, nella vita sono stata alquanto fortunata. Ho vissuto in un quartiere di una grande città e, fin da ragazza, dai 16 anni in poi, il sesso mi è sempre piaciuto al punto che, a soli 18 anni, ero già la puttana del quartiere. Penso, tra me e me, come sarebbe stata diversa la mia vita se non avessi incontrato mio marito e mi avesse dato dei figli. Lui è un uomo molto comprensivo, poco dotato sessualmente, ma di immense vedute. A lui piace sapermi libidinosa con tutti e vive le corna come un piacere, non come una umiliazione. Per lui è una grande gioia aver una moglie bella e di facili costumi. Giusto ieri sono andata a trovarlo in fabbrica, è un industriale che produce materiali ricavati dal riciclaggio della plastica e, appena entrata, l'ho trovato insieme a due clienti che, quando mi hanno vista entrare, son rimasti a bocca aperta. Indossavo una gonna abbastanza corta, attillata, di colore scuro, che modellava il mio provocante culo. Sopra avevo una camicetta di seta, aperta fino all’incavo del seno, sostenuto da un reggiseno che sollevava al meglio le tette. Sotto la minigonna, solo un sottilissimo, quanto microscopico perizoma e, ai piedi, tacchi altissimi. Sapevo che erano nuovi clienti e, in ballo c'era un'enorme commessa, che mio marito voleva in qualche modo aggiudicarsi, avendone già parlato nei giorni precedenti, così mi son presentata lì per dargli il mio contributo. Appena entrata lui ha fatto le presentazioni.
«Miei cari signori, questa splendida signora è mia moglie Giulia! Amore, lui è Antonio e l’altro suo fratello Giuseppe. Amici è a vostra disposizione!»
Ho visto lo sguardo che si sono scambiati i due e, poiché ero in piedi davanti a loro, ho guardato mio marito che mi ha fatto un cenno con il capo, mentre si è avvicinato alla porta e l'ha chiusa a chiave. Mi son avvicinata ad essi, li ho guardati in faccia ed ho allungato la mano, impugnando il cazzo di Giuseppe. Questi, dopo un attimo di incertezza, mi ha messo subito una mano tra le gambe, mi ha spostato il sottilissimo perizoma e, in un attimo, mi son ritrovata due sue dita in fica, che me la trastullavano alla grande; allora mi son data da fare anch’io. Mi ha masturbato per un po' e poi mi ha fatto inginocchiare, mentre mio marito mi guardava in silenzio.
«Inginocchiati troia, che adesso ti faccio vedere con che cazzo hai a che fare!»
Subito mi son trovata davanti un gran bel cazzone! Grosso, con la punta ricurva, che mi ha riportato alla mente quello che, a circa diciassette anni, mi aveva rotto il culo. Un cazzo che ti rompe il culo, provocandoti una perdita di sangue che è dapprima doloroso, ma poi ti inondata di immenso piacere, tra sperma e sangue che usciva dal mio buchino, diventato una voragine che non potei più dimenticare! Questo porco aveva anche una vaga somiglianza con quello del mio ricordo, quindi ho aperto la bocca e subito dopo lo tenevo tutto infilato in gola!
«Brava, puttana, succhialo bene che te lo pianto in culo!»
Mi ha afferrato la testa e mi ha scopato con forza la gola. Ho avuto subito un orgasmo! Adoro esser dominata ed usata con brutalità! Dopo essersi divertito a scoparmi la gola, mi ha fatto sollevato e girare, in modo da farmi appoggiare alla scrivania. Ha sollevato la gonna e me lo ha piantato con forza in culo.
«Troia, te lo sfondo! Ti spacco questo culetto meraviglioso!»
Io ho voltato lo sguardo e gli ho sorriso, mentre il suo cazzone è entrato senza alcuna difficoltà nel culo.
«Dici? Parli così perché non sai quanti cazzi sono entrati lì dentro, prima del tuo!»
Lui mi ha guardato con una certa curiosità.


«No, non lo so, ma dimmelo lo stesso, troia!»
«Almeno una cinquantina, e tutti grossi e duri!»
Ha sorriso.
«Si sente che sei aperta almeno quanto il traforo del Monte Bianco. Allora vuol dire che il mio sarà il cinquantunesimo e ti aprirà ancor di più!»
Ho girato lo sguardo ed ho visto mio marito sorridere contento. Intanto anche Antonio ha tirato fuori il suo ed ho visto un VERO SUPER CAZZO!
«Ma… accidenti, quello sì che è un cazzo!»
Me lo ha parato davanti alla faccia e stentavo a credere che fosse reale. Una bestia enorme! Lungo circa venticinque centimetri e dello spessore del mio polso.
«Apri al bocca, troia, che ti svergino prima la gola e poi la fica e, se resti viva, anche il culo!»
Ho avuto un orgasmo immediato. Ho visto lo stupore negli occhi di mio marito. Ho spalancato la bocca e lui mi ha davvero devastato la gola. Lo sentivo enorme! Più lo spingeva dentro in profondità e più mi bagnavo.
Ad un tratto, quello nel culo è venuto.
«Sborro, cagna! Te lo farcisco per bene, così lui potrà incularti meglio!»
Avevo avuto un orgasmo, ma avevo la bocca così piena da non poter urlare. Subito si è sfilato e, dalla voragine del mio culo, è fuoriuscita un'abbondante quantità di crema, che mi è colata tra le cosce. Un attimo dopo mi hanno fatto mettere di lato sulla scrivania e il mostro di Antonio mi è penetrato tutto in corpo. Lo ha spinto dentro con un affondo deciso e potente, senza farne restare un solo millimetro fuori. Lui stesso ne è rimasto sorpreso.
«Accidenti, com’è sfondata questa vacca! Guarda, Giuseppe, lo ha preso tutto dentro!»
Ho sentito la mia fica piena di quel cazzo fino all’inverosimile; poi ha preso a pomparmi forte e quel movimento mi toglieva il respiro. Intanto Giuseppe mi si è messo davanti ed ha infilato il suo cazzo ancora duro nella mia bocca. Mio marito ci guardava allibito, incredulo di come lo stavo accogliendo tutto dentro. Adesso ero piegata in due a farmi chiavare da quel mostro che mi sventrava la fica, mentre avevo in gola l’altro che sembrava non aver ancora sborrato.
Ero sconvolta dal piacere al punto che ho preso a spompinare di brutto; ormai non ero più presente a me stessa. Senza alcun preavviso, Giuseppe mi ha riversato in bocca un vero mare di sborra, sebbene quel cazzo fosse già venuto poco prima; era talmente tanta che non son riuscita ad ingoiarla tutta.
«Manda giù, troia! Senti come ti inondo la gola? Voglio riempirti lo stomaco!»
Ho cercato di ingoiare, ma un po' di sbroda mi ha sporcato camicetta e reggiseno. Nel frattempo Antonio, preso dal piacere, mi ha riempito la fica anche lui di tantissima crema.
«Tieni, vacca! Senti come si riempie una troia come te?»
Ho sentito un'ondata di calore invadermi la vagina e lui, mentre schizzava, lo ha estratto e, tenendomi ferma, me lo ha puntato al culo e spinto dentro, mentre proseguiva a schizzare. Ho sentito lo sfintere dilatarsi e ho urlato di dolore.
«Aaahiii! Cazzo, fa piano che mi rompi!»
Mi ha mollato una sculacciata che sembrava un pugno da quanto era dura.
«Zitta, vacca! Ti sei vantata di averne presi tanti e di più grossi; ora puoi dire di aver il culo rotto! Adesso ti faccio godere di culo!»
È vero! Poco dopo, mentre me lo stantuffava, ho avuto un orgasmo devastante! È stato così forte che le gambe mi hanno ceduto e lui mi ha sorretto, appoggiandomi alla scrivania. Poco dopo, ho ricevuto un clistere di sborra nel culo. Quando se ne è uscito, son crollata in ginocchio stremata. Ridendosela, si sono ricomposti, mentre mio marito mi ha accompagnato al bagno dove, seduta sul water, ho evacuato di tutto da quella voragine che era diventato il mio culetto. Naturalmente l’affare è andato in porto e oggi ho fatto shopping a spese di mio marito che sto ancora aspettando. Un po’ annoiata, mi giro e vedo il mio simpatico signore che indugia con lo sguardo sul mio corpo. Mi alzo, gli faccio un cenno con il capo e me ne vado alla toilette, seguita da lui. Appena dentro, mi inginocchio, gli tiro fuori un bel cazzetto, non troppo grosso, ma di buone dimensioni e glielo succhio di gusto. Lui mi vorrebbe scopare, ma io ho ancora i buchi in fiamme e così invento che ho le mestruazioni; allora si accontenta, si fa per dire, di un bocchino. Lo succhio e mi diverto un po'; poi mi sborra in bocca una buona dose di crema, che fatico un po’ ad ingoiare. Subito dopo, esco, vedo mio marito e salgo in auto con lui, che mi chiede dove fossi finita.
«Ho appena fatto un bocchino a quel signore che ora sta uscendo dal bar! Me lo son gustato fino a farmi sborrare in bocca.»
Lui mi guarda con un’aria di finto rimprovero.
«Ma è possibile che non posso lasciarti un momento da sola? Mi stai facendo cornuto in continuazione: sei diventata insaziabile!»
Gli sorrido.
«Tesoro, non preoccuparti che poi lo succhio anche a te! Non puoi ancora scoparmi, perché ho i buchi spanati da quei due di ieri, ma direi che è convenuto, no? In fondo il contratto ci farà guadagnare tanti soldi, quindi, che differenza fa se faccio una scopata in più o in meno? Tanto, sempre a cosce aperte sto?!»
Lui ha sorriso ed ha dovuto riconoscere che era tutto vero.


 

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