Sto passando questi ultimi giorni di vacanza nella mia casa al mare in Calabria. Tutti i miei desideri si sono avverati e quella che sembrava inizialmente un’estate poco piacevole eroticamente si è dimostrata piena di stimoli e di godimento. Sorrido al pensiero della splendida intesa che Ukra, sua zia Toma e mia suocera hanno saputo trovare per godere del mio cazzo e farmi godere, inventando rimedi per farmi sborrare. L’ultimo week end di luglio passato da Svetlana mi aveva fatto innervosire molto perché la mia splendida cognatona Jana si è messa con un amico del marito di Svetlana, un dentista di nome Matteo, e ha deciso di andare a vivere con lui. Ukra era già scesa in Calabria con alcuni amici ucraini per sistemare tutto a casa, mentre io ho fatto il viaggio in macchina con mia suocera e con zia Toma che, sorprendentemente, ha scelto di lasciare la casa di Svetlana e venire ospite da noi. Zia Tanja o Toma da quando l’avevo vista la prima volta a casa di Svetlana mi aveva colpito moltissimo per il suo seno che dire enorme era poco. Avevo da subito ammirato quelle tettone smisurate e non erano da meno quei capezzoli grossi e duri quasi come batacchi di campane che immaginavo di leccare e succhiare avidamente. Devo dire che sia Ukra che mia suocera avevano capito che Toma aveva fatto colpo su di me e da grandissime porcone avevano fatto di tutto per convincere Toma a venire a stare da noi. Ukra, la mia compagna, sa di non poter essere in grado di soddisfare le mie voglie sessuali da sola, ci ha provato per diversi anni, ma poi da donna intelligente, sensuale ed erotica, ha accettato di condividermi con altre donne del suo gruppo familiare: sua sorella, la sua matrigna e infine sua zia Tanja, o anche alcune sue amiche e sua figlia. Mia suocera Olena e la zia Toma sono della stessa età e sono cresciute nello stesso villaggio ucraino, quindi sono amiche da sempre. Devo ammettere che se tutto funziona il merito è in buona parte anche di mia suocera che si è rivelata un demonio erotico da quando è venuta a vivere a casa nostra a Roma. Anche lei si è resa conto di non riuscire a soddisfarmi e così ha incoraggiato il mio desiderio verso la zia Toma, e a zia Toma ha fatto sapere che io desideravo fare sesso con lei e che sono uomo insaziabile. Mi aveva invogliato ancora di più, inoltre, sapere che zia Toma era sempre stata una porca senza limiti, quando sempre Olena mi aveva raccontato che in Ucraina faceva impazzire tutti gli uomini del paese e anche quelli dei paesi vicini… Mi aveva inoltre detto che a zia Toma il sesso non le bastava mai e che gli uomini del paese non erano mai stati in grado di soddisfarla in nessun modo, per cui aveva cornificato alla grande anche il marito, e solo dopo la sua morte, quando si era ritrovata vedova, si era totalmente bloccata, forse per un senso di colpa. Mia suocera mi aveva anche fatto sapere che al loro paese, in Ucraina, la morte del marito si era detto fosse stata provocata dallo sforzo continuo che il pover’uomo doveva compiere per cercare di soddisfare lei che era chiamata Tanya zhadibna (in italiano ingorda), o Tanja la vacca ma che era certamente morto felice, visto che Tanja non diceva mai no ad un buon cazzo. Dopo quello che mi aveva detto non avevo dubbi: Tanja era perfetta per me. Il mio unico interesse era quello di farla godere fino a saziare la sua ingordigia. Mia suocera raccontava a Zia Toma cosa le sapevo fare per farla godere ed era evidente che Zia Toma si eccitava moltissimo e io la vedevo toccarsi nel viaggio. Non posso dire che la vacanza con Ukra e Olena mia suocera, ma mi mancava una ciliegina sulla torta: zia Toma le sue tette, il suo corpo, i suoi capezzoloni giganti. Impazzivo dalla voglia di zia Toma e soddisfacevo mia suocera e Ukra in attesa che Toma facesse il primo passo o mi desse il via libera per farlo io. Non volevo prenderla di forza. Ne parlai con Ukra e lei parlò con la matrigna. Olena sorridendo disse in ucraino alcune cose che io non capii, ma che fecero sorridere molto Ukra. In Calabria tutto iniziò ad essere frenetico. Ukra e mia suocera chiedevano cazzo e prendevano cazzo più volte al giorno in tutti i modi, senza crearsi problemi. Una notte però mi resterà fissa nella mente per tutta la vita. Io avevo soddisfatto come ogni notte e in tutti i modi Ukra. Mi aspettavo come sempre di vedere spuntare mia suocera che veniva a prendersi la sua dose di cazzo notturno…ma ciò non accadde… in compenso Ukra  mi fece ascoltare che nella camera vicina, mia suocera e zia Tanja si stavano soddisfacendo. Fu Ukra a farmi segno di seguirla per vedere cosa e come facessero. La porta era aperta, accostata, la luce era soffusa e zia Toma era distesa supina mentre Olena da sopra, in una sorta di sessantanove rivisto le leccava la figa sditalinandola. Io vedevo i grossissimi seni di zia Toma e Ukra capì che ero eccitatissimo. Si mise a pecorina chiedendomi di entrare in lei e capii che anche Ukra si era eccitata nuovamente. Il suo culo era enorme e lei rise mentre glielo schiaffeggiavo dopo averla penetrata. Vedevo i volti di Olena e di zia Toma stravolti dal piacere, sensuale e carnalissimo e iniziai a inculare Ukra con colpi vigorosi mentre con le mani la fistavo in figa. Più sentivo i gemiti delle donne compresa Ukra, più godevo come una bestia. Le volevo tutte e tre le mie splendide ucrainotte e Ukra lo aveva compreso. In testa avevo oramai solo questo desiderio viscerale, carnale: mi facevano sangue e le volevo avere tutte, insieme, ma prima dovevo avere zia Toma da sola, dovevo misurare la sua ingordigia, il suo desiderio e lo dovevo soddisfare tutto. Olena e Zia Toma si erano fermate, ci avevano visto e restammo un po’ tutti imbarazzati. Io avevo tolto il cazzo dal buco del culo di Ukra e mia suocera e zia Toma mi accolsero nel loro letto, mentre Ukra era andata a fare una doccia. Sfiorai il seno di Toma, la toccai, la baciai e lei finalmente mi rispose calda, mentre mia suocera iniziò a farmi un pompino con una semplicità straordinaria. Rimasi colpito di come succhiava il cazzo pieno del sapore del culo di Ukra, ma lei succhiava e leccava con gusto e io certamente non la fermai, mentre le mie attenzioni erano rivolte tutte a zia Toma. Ukra ancora bagnata era entrata con il suo corpo possente in camera e sorridendo parlò con le due donne in ucraino…erano tutte e tre a proprio agio e Ukra avvicinatasi a Zia Toma le succhiò prima un capezzolo, e poi l’altro, mentre baciò in bocca Olena mia suocera, la fece sollevare dal letto nuda e la portò con sé. Ukra era una compagna di sesso fantastica, complice in ogni aspetto; aveva capito tutto e la mia lingua era già dentro la bocca di zia Toma. Sentivo che zia Toma mi toccava, mi stringeva, voleva essere presa, finalmente, e io mi diedi. Zia Toma ci stava, ansimava ma cercava anche di fermare la mia azione. Ad un certo punto mentre stava perdendo il respiro tra i miei assalti parlò in ucraino, disse delle cose che mi eccitavano, mentre io succhiavo i suoi capezzoli e la mungevo con forza, e lei era sempre più bagnata. Rise di un riso malizioso che non le conoscevo. Misi ancora maggiore irruenza nello spremerle le tettone e lei non si lamentò, anche più le strizzavo e le succhiavo le poppe e i capezzoloni mordendoli con tutta la forza, più lei gemeva e si muoveva in modo sincopato, come avesse una scossa continua. Andai a mettere le mani anche sulle cosce che lei difendeva strenuamente e le infilai con prepotenza la mano nella figa nonostante le proteste che feci tacere infilandole la lingua in bocca e costringendola a succhiarmela. Era già un mare, la zia Toma e aveva avuto una serie di orgasmi che l’avevano spossata. Più osavo più lei subiva ed era felice di subire. Mi ero infilato con la bocca, lingua e dita dentro di lei e lei mi accolse mentre la leccavo, la succhiavo e la facevo venire a ripetizione. Avevo preso il suo clitoride tra i denti e lei stringeva le sue mani sulla mia nuca per affondare il viso sempre più nella sua vagina urlando Tak, tak, Tak…. Si, si si,. Stringeva e io bevevo il suo nettare, il suo miele che scendeva, colava nella bocca, sulla mia lingua come una cascata. Dominavo la sua vagina e lei gemeva, urlava e godeva mentre infilavo le dita in figa titillandola senza tregua. La masturbavo in ogni modo possibile e più lei allargava le cosce, più io andavo a fondo nella mia opera. Volevo tutto di lei. La titillavo e lei cercava di togliermi le dita dalla figa. Voleva resistere la porcona ma io le succhiavo le labbra il collo e stavo assediando quelle sue magnifiche tettone. Zia Toma era arrivata con me che oramai accarezzavo clitoride e vagina zuppa di liquidi. La costrinsi a toccare e a prendere il cazzo, poi a masturbarlo e lei lo fece ed era talmente eccitata che stava andando da sola in una masturbazione frenetica. A quel punto mentre lei era ormai senza limiti nelle mie mani, io la baciai e la diressi per farmi un bel pompino e lei lo fece dimostrando di leccare e succhiare in modo superlativo. Toma gemeva e i suoi gemiti dovettero essere così forti che vidi con la coda dell’occhio Ukra che stava riprendendo la scena, mentre mia suocera si sditalinava e ridevano. Ormai ero protagonista, stavo fistando Toma con le mani alternativamente mentre succhiavo e leccavo le tettone, poi mi fermavo, Ukra e Olena mi facevano cenno che era tutto ok e allora mi rituffavo a capofitto sopra di Toma che godeva in continuazione e per me era un vero spettacolo della natura. Mi guardava implorante ma io continuai a prenderla. Ansimava con la voce era rotta dai gemiti… diceva che stava venendo in ucraino, continuava a dire: vengo vengo vengo vengo e gemeva. Dissi ad Ukra di continuare a fare il video mentre Olena la volli su zia Toma per aiutarla a squirtare, fistandola fin dentro la figa più profonda, mentre io le mungevo le tette. Ero eccitato e lei faceva qualsiasi cosa volessi. Bastava le chiedessi una cosa e la risposta erano gemiti e singhiozzi. Intanto urlava ripetutamente segno che era arrivata ancora mentre io la incitavo a ripartire e lei ripartiva ormai senza più vergogna di fronte a me, di fronte a Olena, ma soprattutto di fronte a sua nipote Ukra che faceva il video. Mi diceva che voleva sentire il mio cazzo e aspettava che io glielo mettessi dentro. Con calma chiesi a mia suocera di lavorarle il buco anale, inserendole le dita nel culo ma Toma disse no… nel culo no. Al no dissi a mia suocera di farlo lo stesso, baciandola come sapeva fare lei e Toma si sciolse. Olena era maestra nel fare questi ditalini anali, mentre Ukra ora era veramente eccitata. Toma sentendo quello che Olena le stava facendo iniziò a perdere la testa ancora di più su quel letto, guardando Ukra quasi a scusarsi. Prodigiosamente mia suocera aveva inserito tre dita nel bucotto di Toma e lei ora si sentiva presa d’assalto sia di figa che di culo. Mia suocera ci stava prendendo gusto mentre Toma era quasi arrivata all’ennesimo orgasmo senza neanche sentire dentro il mio cazzo. Passò qualche minuto e dopo il lavoro di mia suocera, zia Toma iniziò a cercare di baciare in tutti i modi Olena. Mia suocera diceva a gran voce che zia Toma oramai voleva avere dentro il mio cazzo duro. La sentii che iniziava ad ansimare…Olena sapeva sditalinare bene, mentre Toma si stava mungendo tutta, ancora e ancora, mentre io spietato la guardavo e la toccavo affascinato da quel suo modo animale di fare sesso. Stava strizzando le sue tettone e intanto mia suocera sgrillettava la vagina e il clitoride. Ero eccitato all’inverosimile e quando da sola Toma aveva infilato tre sue dita nel culo, Olena padrona della scena continuava a fistarla in figa. Avevo capito che eravamo riusciti ad ottenere ciò che volevamo. Ero famelico, esageratamente desideroso come poche volte mi era capitato. Il mio cazzo era duro come il marmo e a quel punto fui io a abbracciarla. Ukra si era fatta da parte e Toma rossa in viso guardava maliziosamente il mio bastone. La lasciai fare e dopo poco il mio cazzo era dentro la sua bocca e la sua lingua rimestava, mentre succhiava l’anima. Le sue mani si muovevano con abilità, continuando un pompino intervallato da strizzate delle tettone al mio pene. La spinsi quasi brutalmente…voleva essere mia? Io le misi le dita nel culo. La presi per le poppe ed ebbi la sensazione che sarebbe stata una lotta impari e questo mi eccitò ancora di più. Le infilai una mano in vagina e poi cercai di prenderla di culo con l’altra mano. Lasciai perdere per il momento il culo e mi concentrai sulle tettone, tuffandomi in quell’abbondanza della natura. Toma era un orgasmo non riusciva neanche a respirare. La sovrastavo strizzando il seno succhiandole quei capezzoli enormi. Era impazzita, godeva, urlava, gridava, mentre Olena e Ukra sorridevano felici. Parlava in ucraino e le altre due donne sorridevano e scherzavano incitandomi a penetrarla con forza, con passione. Fui brutale e la infilai spietatamente con tutte le mie dita in figa. Lei guaiva laida e soffriva le mie dita penetranti che entravano e uscivano in continuazione. La lasciai per un attimo accasciata sul letto mentre si sditalinava figa e clitoride. Ukra filmava ancora. La incitavo a masturbarsi e Toma lo fece masturbandosi ferocemente e strizzando con l’altra mano le sue enormi poppazze. Io mi tuffai nuovamente su di lei ciucciando voracemente la figa piena di umori e con i denti e la lingua titillavo il clitoride e nonostante cercasse di resistere era un lago di orgasmo e bramava di avere il cazzo dentro. Mi chiedeva di metterglielo ma io continuavo i miei preliminari in maniera interminabile, senza tregua con Toma che tuttavia dimostrava una forza fisica ed una resistenza veramente esagerata, direi brutale, assolutamente degna di me. Non ritenevo ancora il momento di soddisfare il suo desiderio di cazzo anche se la mia nerchia aveva raggiunto una dimensione incredibile e lei cercava in tutti i modi di toccarla, prenderla, averla. Era succube, era sottomessa era in mio potere, l’avevo dominata e ora era pronta per tutto. Rimontai su di lei e in men che non si dica mentre lei era supina ricominciai a baciarla in bocca e a violarle per l’ennesima volta i seni. La donna era incontenibile chiedeva il cazzo in figa ormai maniacalmente mentre io avevo già deciso di assestarglielo in bocca e poi tra quelle tettone enormi. Lei provò a bloccarmi mentre il cazzo sfiorava oramai le sue labbra e più glielo strofinavo sul viso più lei lo bramava. Fu la volta dei ceffoni ben assestati su entrambe le guance e poi sul muso, mentre il cazzo premeva per entrare in bocca ed entrò. Non appena la bocca si aprì le infilai di forza tutto quello che doveva entrare e feci pressione finché non vidi che iniziava a spompinare. Provò a recalcitrare ma questo mi eccitava ancora di più. Tra un conato di vomito ed un altro si dovette abituare e dopo poco prese il ritmo alternando succhiate e leccate. Con le mani sollecitava lo scroto e le palle gonfie, cercando la sborra. Era molto servizievole la zietta porno. Mentre Ukra filmava, mia suocera toccava da maestra Toma e lei guaiva, gemeva e ansimava contorcendosi sul letto. Aveva perso la voce e ora cercava solo di baciare la mia bocca il mio viso. Era in preda agli orgasmi ancora e ancora e ancora. Mi avvertiva in continuazione che stava venendo e io godevo del vederla così sfatta e arrendevole. Continuava a contorcersi nel letto con Olena che era padrona della sua figa sbrodolante mentre io ero ancora cazzo nella sua bocca. Dalla bocca a montarle le tettone per una spagnola perfetta il passo fu brevissimo e mi ritrovai il cazzo avvolto da quelle sue enormi montagne in cui il mio bastone di carne scintillante scomparve dentro. Ansimava la porca e stringeva le poppone con le sue mani, mentre orgasmava ancora. La cavalcata fu strabiliante e lunga anzi lunghissima. Toma non cedeva di un millimetro e neanche io che ormai ero grossissimo in quella valle e duro come un bastone. Spingevo e lei si limitava a gemere, a guaire come una troia, mentre lei godeva in ucraino. Ero furioso sempre più irruento e senza freni inibitori mentre lei chiamava il mio orgasmo; lo voleva in maniera spasmodica. Tuttavia non era ancora tempo non sentivo quella prorompente voglia di scaricare ma il perverso gusto di dominarla ancora mentre era ormai sfatta e ogni colpo in più superava abbondantemente le tette per arrivare ai confini con il suo collo. Se lei era ingorda io ero ancora più ingordo. Tracimavo, oltre le sue poppazze, e Toma non riusciva più a tenermi irreggimentato e io feci tutto sulle sue tettonazze. Non poteva fare nulla e io improvvisamente le venni dentro il seno con lei che urlò e si dibattè come fosse stata infilzata e lo stesso feci io in quel diluvio di sborra. Le inzuppai tutte le tettone il volto, la bocca, i capelli e lei istintivamente venne a succhiare e ripulire tutto chiedendomi se fosse stata brava. Si era stata veramente bravissima. Ricominciai quasi subito con un servizio di lingua in vagina e al clitoride con l’aiuto delle dita che l’aveva definitivamente sfiancata e ora collassata. Lei non si aspettava questa ripresa immediata e continuava a sbrodare succo squirtando mentre io le provocavo squirting sempre più violenti. La lavorai senza tregua in figa, e anche sfatta che più sfatta non si poteva continuai a massacrarle il clitoride succhiandolo e leccandolo in maniera intensissima. Toma gemeva, urlava, e per tante tantissime volte e bagnò tutto di umori effluvi schizzando da ogni parte e quando non ce la fece più a tenermi testa si arrese. Dopo averle aperto la bocca ben bene e aver visto che succhiava magnificamente le dita che le avevo infilato dentro decisi di metterle di nuovo il cazzo in bocca, e mentre le mie mani spadroneggiavano le tettone, lei succhiò come mai mi aveva fatto e io mi resi conto che era ripartita. Toma era come inebetita dagli orgasmi avuti; sembrava in trance ma succhiava divinamente e questo mi piaceva. La sua bocca era un mantice pompava a meraviglia e io iniziai ad avere il desiderio di penetrarla e iniziai a spingere per fotterle la bocca. La sentii in affanno, forse non respirava molto bene col naso ma la bocca era tutta piena della mia nerchia. Lasciò che continuasse non era in una posizione molto comoda ma il pistone andava e lei si faceva fottere anche in bocca. Dovevo ammettere che provavo piacere a domarla, il pene andava come una spada nel burro e allora continuai a spingere in quella bocca fino alla gola e se avessi potuto andare oltre la trachea sarei andato ancora di più, mentre le strizzavo le poppe che erano oraamai livide. Le tenevo bene la testa, mentre il collo si muoveva al ritmo giusto. Ebbi una sensazione di potere straordinario su di lei: la violavo in bocca con tutta la forza possibile e lei non poteva fare altro che succhiare. Fra l’altro era lei che adesso stava iniziando a dare man forte a me perché mentre io strizzavo possentemente le tettone lei si masturbava il clitoride. Ci provavo molto gusto a vederla toccarsi cosi e questo aumentò il mio desiderio. Una decina di possenti colpi di bacino e la inondai in quella bocca larga e capiente svuotando tutto quello che le potevo svuotare dentro. Il mio gusto fu farle inghiottire tutto il mio seme. Ora che la sua bocca era libera dal mio pene e aveva deglutito tutto, mi chiedeva finalmente che io le mettessi il cazzo in figa. Era una lamentela continua, ossessiva, ma io avevo già infilato le mie dita a titillarle la figa di nuovo. Io ero esaltato dal sentire le mani bagnate da tanto succo caldo. Era il suo sugo che mi esaltava. Zia Toma era sfinita non riusciva più a connettere. Non le ho fatto sconti di alcun genere, nonostante mia suocera e Ukra mi dicessero che ora poteva bastare. La figa era un lago gli umori avevano allagato tutto e il materasso era zuppo…Toma sbrodava senza tregua gemeva languida ad ogni mio attacco e nonostante fosse pesante come struttura fisica riuscii a farle fare tutto quello che volevo. Fui perverso quando le passai il pene in figa senza penetrarla, la accarezzai con la punta e gli e lo strofinai sopra le labbra della figona. In quel momento la sentii cedere ancora di più e sembrò impazzire finché non scoprì che stavo solo facendole sentire l’odore di cazzo ma nulla più. Continuava a chiedere e a contorcersi freneticamente ma io ero già risalito e avevo deciso che la mia erezione dovesse essere per le poppazze e così feci costringendola ad una selvaggia spagnolona, lunghissima e soprattutto a ritmo frenetico. Ho creduto di spappolarle il seno per quanta energia avevo in corpo e soprattutto la avevo zittita in tutti i modi poiché seguiva la spagnola urlando e dimenandosi. Le tettone sopportavano tutto e io le feci di tutto con lei che sperava che dopo aver scaricato anche nel seno avrei onorato la sua vagina. Fu esaltante la spagnola, anzi galvanizzante per me, e quando le irrigai le montagne di nuovo con il seme densissimo vedendola inerme e sottomessa fui ancora più infervorato. Sbottai tutto quello che avevo con un urlo e il seme la colpì sul naso e sugli occhi con lei che partecipava attivissima e negli attimi liberatori urlò come avesse raggiunto un orgasmo violentissimo. Controllai con le mie dita che il suo sfinimento fosse dovuto ad un nuovo orgasmo e mi resi conto che aveva appena finito di secernere. Fu bellissimo per me e quando le imposi di masturbarsi e concludere tutto scegliendo se avesse voluto masturbarmi o farmi un pompino, delusa fece per alzarsi dal letto per andare a farsi una doccia compiendo un atto che non mi piacque. La bloccai e la costrinsi a ritornare sul letto le diedi due ceffoni la presi dai capelli e le imposi il cazzo in bocca. Lo prese a forza, le strizzai le tette e finalmente iniziò a succhiare con me che questa volta le davo solo qualche colpetto, o piccolo ceffone se rallentava il tiraggio e quando fui maturo e grosso a dismisura la bloccai la feci scendere e la portai in bagno dove c’era la doccia la titillai, facemmo la doccia insieme, con me che la godevo inginocchiato in tutte le sue parti intime e quando finimmo le diedi il mio accappatoio e sollevandoglielo la posi a 90 gradi di fronte allo specchio. La presi da dietro e le infilai per più volte la figa di seguito e brutalmente, dopodiché senza parlarle le aprii il culo e senza che lei potesse dire nulla ero già dentro e la possedevo analmente in maniera accanita con entrambe le mani che sguazzavano fra la vagina e il clitoride, e con lei piegata che si disperava implorandomi di uscire dal culo. Ormai era fatta le stavo violando proprio il suo santuario più sacro. Lei tentò di tutto per disarcionarmi con me che nei momenti più difficili la colpivo ai fianchi e sulle natiche per farla cedere. Mi pregava di non incularla: ni, ni v dupu, ni, budʹ laska... ne klady tse v dupu (in Italiano no vi prego non mettetelo nel mio culo no); ma io lo feci e lo feci senza fermarmi mai, penetrando sempre più forte e più lei cercava di sfuggire più la mia nerchia la penetrava fino alle viscere ero dentro al buco e le facevo letteralmente il culo, gridando che glielo avrei rotto, spaccato, mentre lei piangeva e strepitava cercando di liberarsi. Gli avrei sfasciato, distrutto, sconquassato, le avrei demolito lo sfintere. Il gusto con Toma non finiva mai perché era una vacca che non voleva saperne di farsi domare, non lo accettava proprio di essere domata. Il mio cazzo scompariva in quel deretano e io la infilavo di continuo, infilzandola una volta dietro l’altra senza mai uscire. L’opera di demolizione si attuava a seguito dei miei violentissimi colpi che andavano tutti a segno con rapidità e violenza e ad un certo punto io che avevo preso gusto iniziai a montarla, quasi come se fosse il canale naturale e anche Toma si era stancata e aveva ceduto facendosi martirizzare analmente. Furono assalti lunghi possenti e ripetuti e mentre sentivo cedere il buco sempre più la donna iniziò a cedere sulle gambe, mentre aspettava i miei ultimi assalti: quelli per la sborra. Infatti sborrai, sborrai tanto dentro le sue viscere ma Toma era ormai talmente piegata sulle ginocchia che si reggeva solo con le braccia alla mensola in marmo del bagno. La portai di nuovo sul letto. Ormai Toma non sapeva cos’altro aspettarsi. Mi misi sotto, infilando il mio nerchione nella sua figona. Aveva provato ad urlare per la gioia di essere impalata in figa, ma non usciva più la voce mentre la invitavo a cavalcarmi con le sue tettone enormi che scampanellavano sopra di me in un oscillare magico. Mungevo, leccavo, succhiavo senza che ci fosse n domani e più il mio cazzo penetrava più zia Toma cavalcava veloce, e forte saltando sul cazzone. Seguivamo un ritmo intensissimo, forte, duro, ruvido. La figa rispondeva a tutti i miei colpi, nonostante Toma fosse una donna matura ma zia Toma era una donna ucraina e seguiva il mio ritmo. Toma mi piace è calda, sensuale. Il pistone andava avanti e i colpi erano senza tregua sempre più violenti. Godevo nel sentirla gemere e respirare affannosamente. La figa era un mantice oramai larga a dismisura. Eccola zia Toma, non resisteva più. Le feci cambiare posizione. Era di sopra ma di spalle. La figa grondava di umori ed era una fonte di liquidi, di miele denso. Urlava e io la fottevo come una troia… urlavo anche io: tʹotya Toma ya nareshti trakhayu tebe yak shlʹondru bery vse bo ty moya ( in Italiano Zia Toma ti sto scopando come una vacca prenditi tutto perché oramai sei mia). La costringevo a toccarsi il clitoride mentre cavalcava mungendosi le tette. Lei non ci riesciva più a resistere la sto sbattendo senza tregua finché arriva l’orgasmo suo ennesimo. Che brava sbrodolona che è. Il letto è zuppo come sono zuppe le sue cosce. Si ridesta dal piacere che ha avuto. Lei è un oceano. Tutta liquidi. Inizio a rovistarla con le dita la faccio felice ancora e cerco di arrivare con le labbra, scendo ma a questo punto zia Toma mi dirige. Finalmente lei mi prende il capo, la nuca, mi trattiene tra le cosce e mi sollecita. Lei detta il ritmo e adesso io posso godermela, la guardo, i suoi occhi sono ormai grati accondiscendenti. Lei partecipa alla scopata mi guida al suo piacere. Finalmente ansima, parla e dice: così, cosi, da, da, da, trakhny mene vazhko
( in italiano: fottimi molto forte). La lascio guidare. Mi chiede la lingua sul clitoride, la accontento subito la spennello, lei si dà con grande foga. La mia lingua sa cosa fare e anche le labbra sono in grado di succhiare tutto il suo sugo che zia Toma sa secernere. La lingua è appuntita. Sono dentro di lei e lei spurga sugo, tutto quel sugo vischioso che incontra la mia bocca e che bevo senza tregua. Adesso lei parla, ride, la porca ride. Riprendo l’iniziativa la voglio a pecorina. Lei è molto agile si posizione in maniera perfetta: deve essere un dono di famiglia. La figa sbroda, zia Toma si inarca e si scatena. Lei segue i miei colpi che non le danno tregua; urla strepita, si accanisce. Zia Toma è una donna che non si trattiene gode ancora. La tengo dalle tette che mungo voglio sfondarla. Mi fa scatenare e poi rallenta, riparte e rallenta, la sento impazzire. Lei ride, sa di essere una vacca da monta. La figa sta bollendo tanto è calda, e sul mio cazzo si sono mescolati liquidi continui ogni sali e scendi è un bagno di umori. Il mio cazzo annega nel suo mare. Lei tiene aperte le grandi labbra. Non c’è dubbio ci sa fare. Sono talmente preso che non penso ad altro. Punto solo a godere. Voglio sentirla arrivare in maniera straziante. Deve essere così. Solo così può essere. Il pennone è pronto lei entra ed esce e più esce più entra. La sento è pronta anche lei, si dibatte, inarca la schiena sta per cercare la posizione giusta deve arrivare. La voglio e le urlo il mio desiderio godendo in un modo pazzesco. Lei è una forza della natura mi sbatte selvaggia. Il ritmo diviene infernale fa di tutto mi vuole dentro ora la sento tutta, sento le sue vibrazioni. Non posso credere che mi sta facendo impazzire così. Arde, mi chiede di riempirla vuole sentirmi esplodere vuole lo sperma. Rallenta e riparte, poi rallenta ancora. Si alza e si riposiziona ancora meglio. Anche il suo culo fantastico e sodo mi arrapa. Sono pazzo e lei aumenta il ritmo sale e scende senza tregua regolare e rapidissima. Gioca con il mio cazzo, si blocca, rimane a mezza altezza, riparte. Non resisto io vengo urlando nella figa e lei con me gode gode la porca, ora fa uscire tutto. Sono sfatto ci abbracciamo e ci baciamo. Le palle mi fanno male sarà lo sforzo della posizione, la tensione e il dover resistere così a lungo. Riposo un pò mentre lei è una fonte inesauribile. Riparte succhiandomelo e leccandolo, mi mordicchia, gioca con i miei testicoli. Mi riempie di saliva poi poggiandoci le labbra, sono grosso e voglio lei. Gli e lo dico. Lei non parla è intenta a succhiare tutto e lecca in modo fantastico. Inizia a divenire frenetica e cerca il piacere sono io però che la voglio, non subisco più passivamente mi alzo e lei protesta, ho bisogno di nuove posizioni anche lei si alza. Andiamo insieme nel bagno. La posiziono bene di fronte allo specchio perché la voglio vedere. Lei capisce si apre la vagina in maniera oscena sorride è pronta. Mi posiziono scendendo con la bocca e slinguando tutto. Spennello la zona perianale le labbra e il clitoride. Toma adesso impazzisce. Prova a chiudere le cosce e si affloscia. Il clitoride è il mio obiettivo. Arrivo sul bottoncino anche con le dita. La lavoro benissimo. I frutti li sento oramai è liquida le labbra della fica sono un brodo fantastico. SbrodolaToma. La voglio forte e lei si accartoccia. La sento godermi e questo aumenta il mio desiderio. Sono avido di quella figa. Lei mi assapora sono gemiti che preludono il sugo che cola. Vado a tutta lingua oramai. Geme ancora e so che è pronta. Mi rialzo in piedi mi posiziono dietro mentre lei gronda ancora. La perlustro con il mio pene sulle parti sensibili. La sfioro e lei mi chiede di metterlo dentro sappiamo entrambi che lo vogliamo. Mi vuole dentro mentre io giro ancora sulla micia facendole sentire il contatto. Tocco il fiorellino dell’ano. E un bel buco voglioso. Finalmente decido, la penetro, la infilo con calma in modo che senta tutto il mio cazzo. La sua figa sa cosa fare con la mia asta, mi incita mi prende in un dai e vai di cui è protagonista. Se la gode ma dopo i primi momenti mi coinvolge. Il suo volto grintoso si vede dallo specchio. Le piace e io dimentico tutto mentre mungo le sue straordinarie tette. Non ho tempo di fare altro che la sento fremere. Vuole una scopata di passione. Me lo chiede senza ritegno mi implora di andare sempre più forte e io faccio quello che lei vuole sentire. La riempio. Il pistone tira a meraviglia e lei è abituata ad incitare. Parla molto ora e questo mi rende ancora più furioso. Quello che non fanno, urli e gemiti lo fa il volto. Zia Toma è una maschera di piacere e più la eccito più lei urla il suo piacere. Lei è a briglia sciolta, sento che è piena, la sento che può godere ma cerca di trattenersi. La possiedo in maniera forte. I miei colpi lasciano il segno forti e secchi. Il suo bacino si muove frenetico come il mio. Ormai è tutto un mare un oceano e sentiamo lo sciabordio del pene che consuma il suo buco. La voglio mangiare. La desidero da morire. Lei mugola, raglia, fa un sacco di strani rumori. Vuole essere scopata l’ucraina, sempre più forte, sbattuta ancora più forte e io sento il suo utero. Posiziono una mano sul seno a mungerla e lei si sditalina. Sento meglio il suo corpo. Lei viene in continuazione. Non ce la fa più si accartoccia. Cerca di fermare con la sua mano la frenesia della mia mano che eccita. Non riesce a frenarmi, non ci riesce ormai e riversata sulla mensola del bagno, il volto quasi sullo specchio. Orgasma in continuazione. Ha perso ogni contegno. Mi sorride ebete mentre io continuo implacabile a svaccarla. Mi implora di raggiungere l’orgasmo ma io non arrivo. Le mie dita sanno cosa fare del suo clitoride, so muoverle rapide. Prima è l’indice e poi il medio. Vado vorticosamente mentre lei è provata sfranta e allora io mi gioco la carta del sogno. Il mio cazzo grondante e pronto e mentre lei ancora e piena di succhi, e di miele vaginale, quasi un pò tramortita dal mio exploit la carico nel culo. Le apro il buco che non fa resistenza e sono dentro per l’ultima cavalcata, mentre continuo a domarla. Il mio cazzo sta bene dentro il suo buco, colpisco in maniera spietata dai e vai dai e vai entra ed esci con lei che sta crollando definitivamente. L’ho spossata finalmente. Zia Toma sconquassata ha aspettato solo che entrassi siringandole tutto il mio orgasmo si è limitata a sorridere e accasciarsi. L’ho portata a letto e adorata finché non ha preso sonno. L’ho lasciata riposare mentre io ho fatto una doccia con Ukra e mia suocera che l’hanno coccolata, finalmente siamo una nuova famiglia.