Quella gran porca della porta accanto
La vita della gran porca scorreva tranquilla nel piccolo paesino sperduto nella pianura padana, si potrebbe dire che era il classico posto dove tutti si conoscono, tutti sanno tutto di tutti ma non succede mai niente. E anche per la giovane signora Antonella le giornate erano tutte uguali, da quando aveva lasciato il lavoro a Milano per crescere i nella comodità di casa e con la certezza dell’ottimo stipendio del marito. Però la noia era tanta e non c’era giorno che la giovane mamma, di appena 32 anni, non pensasse alla sua vecchia vita. Sembrava passato un secolo da quando, con le amiche, andavano in giro a fare nottata e a caricare maschi da fottersi.


Sapeva, Antonella, di essere stata una gran troia e una gran porcache se il suo passato fosse saltato fuori i cari compaesani non gliel’avrebbero fatta passar liscia e quindi faceva la brava. Non proprio casa e chiesa ma ormai il sesso acrobatico a cui era abituata era un lontano ricordo. Finchè non arrivò lui, il nuovo vicino della porta accanto. I giardini delle due case confinavano e lei lo squadrò dal primo momento che lo vide. Capelli neri corvini leggermente lunghi, occhi verdi e leggera barbetta. Un uomo sui quarant’anni dallo sguardo penetrante. Antonella non poteva fare a meno di immaginare il suo cazzo.


Voglia di milf
Anche lui squadrò lei, a fondo. Certo le tettone della donna non poteva non notarle ma anche il resto catturava completamente la sua attenzione. Aveva un culo da sballo e quei capelli biondi la facevano sembrare così svampita che, pensava, avrebbe certamente saputo fare dei bocchini indimenticabili. Aveva esattamente questa idea sulle bionde svampite. Il nostro caro Davide decise che quella puledra da monta doveva essere sua. Voleva fotterla e sborrarle in faccia tutta la sua crema bollente. L’uomo sapeva ormai che tutte le mattine il marito della donna usciva alle 7,30 con i due e che fino a pranzo lei sarebbe stata sola. Doveva trovare il modo per approcciarla.


Non sapeva, Davide, che anche lei stava studiando un piano per farsi trapanare la figa dal bel tenebroso. Per alcuni giorni i due, la gran porca e il bel tenebroso, si girarono banalmente intorno, lei prendeva il sole in giardino mostrando la merce in topless, lui bagnava troppo spesso il prato indossando solo i jeans. Alla povera Antonella colava la bava agli angoli della bocca a guardare quel petto scolpito attraverso le lenti scure degli occhiali e a Davide il cazzo restava durissimo fino a che non rientrava in casa per tirarsi un bel segone.


Un piano arguto per scoparsi il vicino
La mattina del fattaccio c’era uno splendido sole e una leggera brezza. Antonella uscì in giardino indossando una gonna leggera e uno striminzito top e ai suoi piedi degli improbabili tacchi a spillo…sull’erba. Finse di cadere e cacciò un urlo che ovviamente richiamò l’uomo intento a segarsi l’uccello sul divano. Quando uscì in giardino la vide li distesa che chiedeva il suo aiuto, era inciampata poverina e non riusciva a camminare e sicuramente lui, disse lei con voce suadente, l’avrebbe aiutata a rientrare in casa… Naturalmente Davide non se lo fece dire due volte e la raggiunse, la prese in braccio e la posò delicatamente sul largo divano in salone.


Quando lei lamentò un forte dolore alla caviglia lui si offrì di massaggiarglielo e lei sporse la gamba e nel farlo spalancò le cosce mostrando la figa nuda e bagnata. Davide sentì il cazzo diventare enorme nei pantaloni ma cominciò, sorridendo sornione, a far scorrere delicatamente le dita sulla caviglia e poi un po’ più su, sulla gamba. ”Povera cara” – disse lui- ”chissà come ti fa male! E sicuramente ti farà male tutto il corpo cn quella caduta”. Lei annuì con quell’aria da svampita e con una vocetta da rispose che si, le faceva male tutto…ora all’uomo era palese che lei fosse proprio una gran porca!


UNA BELLA LECCATA DI FIGA E UN POMPINO
” Anche qui?” e fece salire le dita lungo la coscia, fino all’attaccatura. ”si…devo essermi fatta proprio male li…forse mi serve un bel massaggio…” Davide le prese entrambe le gambe con le mani e guardò per un attimo quella figa aperta che grondava già umori e poi si fiondò tra quelle cosce per leccare quella figa succosa e bollente. La sua lingua roteava e scavava nella carne morbida di quel buchino voglioso mentre lei emetteva squittii come una topolina in calore. Antonella muoveva il bacino per spingere più a fondo la lingua del suo nuovo amante e colargli in bocca e sul mento tutto il suo piacere. Sentiva le ondate che stavano montando il primo orgasmo e iniziò a muoversi convulsamente contro la sua bocca, tenendolo per i capelli.


Lui sentiva l’odore di quella figa ed era inebriato. L’orgasmo arrivò violento e spruzzò su tutto il viso dell’uomo che, a quel punto, era talmente infoiato da perdere le buone maniere. Si mise in piedi davanti a lei e le sbattè il cazzo in gola. Giù fino in fondo, afferrando la base del cazzo e strizzando le palle sulle sue labbra. Antonella si sentiva soffocare da quel cazzo così grosso ma allo stesso tempo se lo voleva godere tutto. Sentiva la cappella sgocciolare e voleva leccarla. Lo fece uscire dalla bocca e prese a dare delle belle leccate a quella cappella gonfia per prenderne tutto il nettare. Pompava la punta del cazzo mentre si sditalinava la figa.


SCOPATA FORTE
A guardarla così lui perse la testa, voleva fotterla. Subito. La mise a pecora sul divano e le diede subito una sculacciata potente su quelle chiappe candide. ”L’ho capito subito che eri una gran troia e che ti avrei scopata…ora ti prendi tutto sto cazzo puttana!” Antonella si sentii portare indietro nel tempo, a quando la troia la faceva davvero e si allargò la figa con le dita mentre gli diceva ”si cazzo fottimi porco fottimi”. Il cazzo di lui si fiondò dentro quel buco fradicio e cominciò a darle dei gran colpi, uno dietro l’altro senza tregua.


Le prese i capelli e le tirò la testa all’indietro chiedendole con forza ”ti piace eh? Ti piace essere trattata come una vacca? Minchia ti scoperò tutti i giorni, ti farai una bella scorpacciata di sborra amica mia”. Ad Antonella piaceva e le piaceva ancora di più sentire quella cappella toccarle il fondo dell’utero e il pollice dell’uomo infilarsi nel suo culo. La giovane mammina godeva come una troia in calore e gli orgasmi si susseguirono senza sosta per la sua figa. Quando la figa fu sazia alla donna non rimase che fare la sua supplica ”sfondami il culo dai,ora, lo voglio…”. Davide non se lo fece dire due volte e piazzò la cappella nello stretto buchino, se lo sentiva strizzare forte tra quelle natiche e la voglia di sfondarla era tanta che diede una spinta forte e subito arrivò i fondo.


FIOTTI BOLLENTI SULLA TROIA
Era sicuro che la troia si scopasse regolarmente il culo con un dildo perchè non aveva fatto una piega a quella forte penetrazione. Le scopò il culo a lungo finchè lei non venne anche dal quel cazzo di buco e strinse così forte che lui si sentì risucchiare lo sperma. Fece appena in tempo ad uscire e sborrarle sulla faccia come aveva deciso tempo prima. Tre lunghi e bollenti fiotti di sborra che le colarono su tutto il viso. Poi, esausti, si sedettero uno accanto all’altra sul divano. Allora lui allungò una mano verso di lei e disse: ”beh, piacere io sono Davide”. Lei rise forte prima di dirgli il suo nome.

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