Attenzione!!! Racconto per stomaci FORTI, di pura fantasia.
Lei era la fidanzata di tuo figlio. Lui, il suo migliore amico.
Li hai beccati sul letto, dove tuo figlio dorme la notte, ubriachi, fumati, che scopavano come bestie.
Dalla rabbia sei esplosa, ti sei ritrovata una furia sputando addosso a entrambi parole di fuoco, e più loro ti ridevano in faccia, più la tua collera tuonava.
Poi, lui ti ha zittita, e in un niente ha tirato fuori quella vecchia storia di te e suo zio, l’idraulico, morto tre anni fai in un incidente con la moto, e del fatto che Marco sia proprio figlio dell’idraulico, e non dell’ingegnere che hai come marito e che Marco chiama papà.
-Ho le prove, credimi!- ti ripeteva lui.
-Ha le prove, credigli!- ti faceva eco lei, sussurrandoti all’orecchio, e tu ti sei ritrovata di sasso.
-Che volete per tenere la bocca chiusa?- hai domandato poi, con coraggio. -Marco non lo deve sapere! E manco Giorgio!
-Primo,- ti ha sussurrato lei all’orecchio. -Proprio come hai detto tu, Marco non lo deve sapere … manco di me e Manuel.
-Secondo!- ti ha detto lui in faccia. -Visto che sei sposata con un ricco ingegnere, una generosa offerta da parte tua non sarebbe male.
-Terzo,- ti ha bisbigliato sempre lei all’orecchio. -Ogni volta che Marco sarà via, e in casa non ci sarà tuo marito, dovrai lasciarci a disposizione la stanza di Marco per scopare!
-Quarto!- ha concluso lui, -oltre a metterci a disposizione la stanza per scopare, alle nostre scopate dovrai partecipare pure tu! In fondo, nel suo diario, lo zio ti descrive come una gran scopatrice!
-QUESTO ASSOLUTAMENTE NO!!!- hai gridato, e loro si sono messi a ridere, e mentre un brivido freddo ti attraversava la colonna vertebrale, ti rendevi conto che non avevi altra scelta.
E così su loro richiesta davanti a loro ti sei spogliata e ti sei messa in ginocchio, tu, donna di trentotto anni ti sei ritrovata ad essere il giocattolo di due ragazzi appena maggiorenni.
Sul loro richiesta hai iniziano a succhiare il cazzo di lui, poi sei passata a leccare la fica di lei.
-Lecca meglio del figlio!- ti derideva la troietta.
Poi, sbattuta sul letto, a pecora, con la testa tra le cosce di lei, mentre lui ti teneva per i fianchi e dentro te si spingeva.
Ad un certo punto lei è scesa dal letto, ha raggiunto l’armadio di Marco, ha aperto un cassetto.
-E quello cos’è?- hai gridato.
-Lo strapon con cui mi inculo tuo figlio!- ti ha risposto lei. -Non lo sapevi che a tuo figlio piace prenderlo nel culo?- ti ha deriso, e tu un’altra volta sei esplosa, dandole della puttana bugiarda.
Lei al letto si è avvicinata, ti ha preso per i capelli, trascinandoti di fronte il portatile di Marco. Lei non ti è mai piaciuta, e a lei non sei mai piaciuta.
A computer avviato, ha fatto partire quel video.
-Guarda, guarda, cosa eccita tuo figlio!- ti ha sussurrato sempre deridendoti. E davanti ai tuoi occhi quel video è partito.
Lei e Marco che si spogliano. Lei, Annalisa, che si concia come una vera mistress, e poi invita tuo figlio a indossare corpetto, autoreggenti, una parrucca bionda, e poi persino lo trucca, rendendolo praticamente una donna. Poi si infila quell’enorme strapon e lo incula, insultandolo, obbligandolo a masturbarsi, finché lui viene sul pavimento. Poi con un calcio lo fa rigirare disteso a terra, su di lui di china a gambe aperte e sul cazzetto defeca, invitandolo a masturbarsi.
Tu avresti voluto voltarti, ma lei continuava a tenerti per i capelli.
-Che penserebbe tuo maritino.- ti sussurrava intanto lui, -se sapesse che gli hai dato un figlio che oltre a non essere suo figlio, gli piace farsi inculare come una troietta, e si eccita masturbandosi con la merda della sua ragazza?
Tu non hai risposto, loro ti hanno preso con forza e riportata sul letto, e li ti sei lasciata scopare da lui e inculare da lei. Lui sotto, lei dietro. Disperata e scossa ti sei pure abbandonata al piacere.
Una volta venuto, lui è sgusciato fuori dal letto.
-Vieni Annalisa,- ha chiamato lei, e lei è scesa dal letto, ma poi presa dall’incertezza sul letto dove ora eri distesa è risalita e su di te si è chinata.
-No Annalisa, ti prego non farlo.- le ha sussurrato lui schifato, mentre tu ti tappavi naso e bocca con entrambe le mani. Annalisa non gli ha risposto.
-Be’, allora io me ne vado- le ha detto lui, ed è sparito. Lei manco gliene fregava.
-Se piace a Marco, forse piace anche a te!- ti ha sussurrato dolcemente e poi l’ha fatta, tra le tue cosce, sulla tua fica, e mentre tu combattevi contro un conato di vomito, lei tra le tue cosce si è distesa e iniziando a strofinare la sua fica sulla tua, ha iniziato a scoparti, in quel modo così disgustoso e perverso.
Ti veniva da vomitare, l’avresti voluta strozzare, ma un improvviso inaspettato piacere è scoppiato tra le tue cosce, dato da quel persistente strofinio di fiche, lubrificato dai vostri uomori e dalla sua merda.
-Ti piace, lo so che ti piace,- ti sussurrava lei, mentre tu trattenevi i gemiti e continuavi a scuotere il capo, ma poi alla fine ti sei lasciata andare, le mani sulla sua schiena, e poi giù a palparle quel bel culetto sodo.
-Puttana pervertita!- le hai gridato in faccia eccitata, e lei ti ha baciata.
-Ti amo!- ti ha sussurrato poi.
-Non dirlo neanche per scherzo!- le hai risposto tu, e lei di nuovo ti ha baciata.
E’ passato un anno ormai, il tuo ex marito ti ha già dimenticata, e comunque ha accettato di liquidarti molto generosamente.
Con il tuo nuovo amore ti sei trasferita a Parigi, la città dei vostri sogni.
Marco dal trauma di essere lasciato da madre e ragazza è finito in terapia, ma piano piano ne sta uscendo.
Quando viene a trovarvi a Parigi, dorme nel vostro letto. Annalisa ti ha detto che l’incesto non è peccato e manco defecargli addosso entrambe, e quello che dice Annalisa per te è legge.
Manuel, proprio come suo zio, è morto schiantandosi contro un frassino con la moto. Ma ora a te non importa più di nessuno, oltre al tuo amore, e vuoi dimenticare tutto, il tuo ex amante, il tuo ex marito, persino tuo figlio … anzi, no, lui fa ancora comodo, giusto e soltanto per i giochetti perversi tuoi e della donna della tua vita, poi, semmai, Annalisa ti ha parlato di un veleno estratto da un serpente colombiano, a sentire lei da la morte in pochi secondi. Marco manco se ne accorgerebbe.
«Ottimo ritmo dalla prima parola all'ultima, per me troppo corto, potrebbe descrivere di più come si arriva alle situazioni più "forti" ma è solo un'opinione personale, quasi sicuramente incontra il modo di leggere dei lettori, molto di più di tanti di noi che si sforzano a scrivere , descrivere, preparare le parti più eccitanti .»
«Geniale perché è osceno, perché tiene il lettore incollato fino alla fine, risucchiandolo in un vortice di perversione assoluta. Veramente geniale.»
«bellissimo racconto»