Stavo con Emma da tre mesi, e facevo di tutto per compiacere suo figlio Marco, in modo che accettasse di buon grado la relazione che avevo con sua madre. E così, spesso in una discussione tra madre e figlio prendevo puntualmente le difese del ragazzo. Proprio come quella sera …
Al rientro da una passeggiata, io Emma avevamo beccato Marco e Lisa la sua ragazza, diciottenne come lui, fumare erba in camera di Marco.
All’istante Emma era andata in escandescenza, io, invece, prontamente a difendere i due ragazzi sminuendo il tutto.
-Ma sì, che vuoi che sia!- ripetevo. -Tutti da giovani ci siamo fumati un po’ d’erba,- e andando avanti così che afferrai la canna da tra le dita del ragazzo e ne feci un primo tiro, poi un secondo, un terzo.
-Cazzo, è proprio buona quest’erba,- ripetevo ridendo, tanto da attirare la curiosità di Emma stessa.
-Fammi fare un tiro,- mi bisbigliò perciò ad un certo punto incuriosita, sfilandomela via dalle labbra.
Se alle nove di quella sera dentro quella stanza era scoppiata una vera discussione, alle dieci pareva quasi una sagra di paese.
Tutti e quattro: io, Emma, Marco e Lisa, ridavamo come pazzi, passandosi amichevolmente quell’erba fumante … e poi …
Poi giuro non ricordo un granché.
Ciò che ricordo e di essermi ritrovato ad un certo punto completamente nudo ai piedi del letto, con i polpacci di Lisa appoggiati sulle mie spalle.
Pure la ragazza era nuda: vedevo le sue cosce, quella fica che stavo scopando, l’ombelico, le sode tettine. Ciò che non vedevo era il suo bel visetto, coperto da Emma, che ci era seduta praticamente sopra.
Anche Emma era nuda, mi abbracciava mi baciava sussurrando cose sconce sia a me, che alla fidanzata di suo figlio
-Scopatela questa puttanella! Scopatela per bene!- ripeteva ridendo.-E tu lì sotto, leccamela a dovere. Hai capito!?-
Anche Marco, il figlio di Emma era completamente nudo ed eccitato, ma per volontà di Emma stessa era stato chiuso fuori in terrazzo, e da fuori continuava a spiarci dalla portafinestra, masturbandosi.
-Facciamolo entrare, facciamolo partecipare,- sussurravo io alla mia compagna, come se in me volessi rendere quella situazione ancora spinta e perversa.
-No,- mi rispondeva puntualmente lei. -Va bene che sono fatta, ma non così fatta da far partecipare a quest’orgia persino mio figlio.-sosteneva. - … E poi, e pure eccitante che qualcuno ci guardi.- mi sussurrava alla fine.
Quando di colpo la porta di quella camera da letto si spalancò, e comparve l’ex marito di Emma, padre di Marco, seguito dalla sua compagna, giuro ho pensato che quella serata sarebbe finita al pronto soccorso, soprattutto per me.
-Ma cosa sta succedendo!!! Ma che state facendo???- gridò l’uomo sconvolto, e come non capirlo. Diego era un ex marito, un padre di famiglia, ma da sempre era stato pure un uomo vizioso, e proprio per questo le sue ultime parole furono:
-Ma sì, chi se ne frega!- prima di iniziarsi a sbottonarsi i jeans, e in quanto alla sua compagna, Sonia, da sempre ha la fama di essere un gran troione, dunque se ci stava lui, figuriamoci lei.
-Abbassa almeno le tapparelle!- gli sussurrò la sua ex moglie, spinta forse dal risveglio della sua coscienza materna. -Direi che nostro figlio ha già visto abbastanza,- aggiunse, e Diego parve dare ragione, se non fosse intervenuta Sonia.
-Il ragazzo merita di vedere,- obbiettò lei. -In fondo è la sua ragazza,- aggiunse ridendo.
E così quelle tapparelle non furono abbassate.
E così, Marco, poté assistere a tutti i modi possibili e immaginabili in cui io, sua madre, suo padre e la compagna di suo padre, ci scopammo la sua dolce tenera ragazza.