Dopo la storia della sega al guardone in acqua, i dialoghi tra noi si sono molto aperti. Da parte sua di più, da parte mia sicuramente meno, mi credevo più coraggioso nell'affrontare alcuni argomenti con facilità e regolarità.


Fatto sta che, per un cambio di lavoro, la prossima stagione la vedrà impegnata in 6 trasferte in un anno, la prima dal 18 agosto, tutte all'estero.


Nel gioco, ci siamo "accordati" che potrebbero essere buone occasioni per dar spazio alle nostre fantasie: la mia quella di aver corna sempre più lunghe, la sua quella di sentirsi una donna amata ma libera.


Ieri siamo usciti a cena fuori, sempre un buon pretesto per bere (tanto) ed aprirci sulla voglia di peccare fuori dai canoni di coppia.


Volevo stuzzicarla, ma ho perso a man-basse.


Dopo il 2° spritz, le ho chiesto di poterla aiutare, tra pochi giorni, a preparare la valigia, così da accompagnarla a portare abiti non proprio da convento. Nel farlo, non ho mancato di ricordarle che aspetto impazientemente la sua partenza per provare quel profondo logorio che soltanto le corna possono dare.


E qui il gelo:



  • Perchè sei così sicuro di dover aspettare il 18 perchè le tue corna crescano? - mi fa lei con voce bassa ed un sorriso a metà.

  • mmm... devo pensare che possa succedere qualcosa prima? C'è qualcosa che non so? Mi sono perso qualcosa? Avrai giorni alternativi già prima di partire? - inizio io a subbissarla di domande, come un bimbo viziato ed impazienete.

  • Tu credi che io sia pronta a giocare soltanto quando mi vesto e trucco in una certa maniera ma non è così, oggi per esempio, sono uscita molto composta, ma ho scopato - ribatte lei girandosi dall'altra parte per cercare la cameriera con lo sguardo e chiedere ancora da bere.

  • Non farmi domande però, mi piace così - chiude il discorso lei.


Non so quanto io abbia trattenuto il respiro, a dire il vero non ricordo neanche gli argomenti che abbiamo toccato per il resto della cena.


Appena a casa le sono saltato addosso, senza far parola su quanto detto. Dopo, abbracciandola da dietro, non ho resistito ed ho fatto partire la domanda:



  • Mi stuzzicavi o oggi è successo veramente qualcosa? 

  • E' successo - risponde lei - è successo ma ti amo da matti, quando sarai più grande ti racconterò - e ridacchia.


Non ho dormito, ovviamente. 


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