Era passato più di un anno da quella sera in cui i miei cari amici, mi avevano usata come premio per una scommessa a biliardo. Mi chiama in tarda mattinata uno dei tre amici, che mi racconta che da quella sera le cose in quel locale erano cambiate, perché il proprietario venuto a sapere di quei fatti era rimasto colpito dalla storia, e incoraggiato da i clienti fedeli che dal passa parola, desideravano un certo clima potendo passate una bella serata trasgressiva ed eccitante; mi disse che si era deciso negli ultimi mesi a creare un locale più riservato pronto a offrire un certo intrattenimento molto coinvolgente.


Al quel punto gli dissi che l'idea mi sembrava molto buona, ma che non capivo per quale motivo doveva importarmene qualcosa; mi disse che il proprietario era veramente interessato a conoscermi per quello che aveva sentito su di me, e per la mia grande disponibilità, e che gli sarebbe piaciuto offrirmi un lavoro; chiesi di cosa si trattava, ma non mi venne detto nulla, solo che se mi fossi presentata al locale il posto sarebbe stato mio. Così accettai perché mi sembrava una buona occasione, e comunque andando a parlare direttamente con il proprietario avrei saputo di cosa mi sarei occupata.


Il discorso continuò in macchina quando i tre miei amici mi vennero a prendere per accompagnarmi. Arrivati al locale entrammo; dentro stentavo a riconoscerlo, c'era una luce soffusa e una riservatezza creata da divisori e vetri satinati a porte e finestre. Mi venne incontro quasi subito il proprietario, che ringrazio i miei amici per avermi portata, e li pregò di sedersi mentre io sarei andata a parlare in ufficio con lui. Mi fece accomodare, e dopo una serie di complimenti, me lo trovai in piedi dietro di me con le sue mani sulle mie spalle che mi incoraggiava ad accettare quello che sembra essere un normalissimo lavoro da cameriera, e che se volevo era mio e che potevo iniziare anche subito. Quindi accettai, infondo ero già lì; mi disse di andare nello spogliatoio per cambiarmi dove avrei trovato tutto il necessario per lavorare.


Entrata mi spogliai, cerco nello stanzino una divisa o qualcosa del genere, ma trovo solo un collarino, e un paio di zoccoletti con tacchi a spillo; a quel punto perplessa chiamo il mio amico con il cellulare, che mi raggiunge nello spogliatoio, e gli spiego la situazione, e lo mando a chiamare il proprietario, il quale mi spiega che era tutta lì la mia divisa: un collarino, e un paio di zoccoletti, e niente altro; ne vestiti, ne biancheria intima, ne grembiule. Rimasi un po' stupita dalla richiesta, e non sapevo che fare, il lavoro mi interessava, ma servire ai tavoli completamente nuda, e il locale era pieno, ed ero l'unica cameriera in un locale di soli uomini; accettai a patto che per la prima sera mi avrebbe fatto indossare almeno un grembiulino. Fui accontentata, ma il grembiulino era così piccolo che mi copriva solo la fica; ma ormai non potevo tirarmi più indietro, e così usci in sala girando fra i tavoli per prendere le ordinazioni.


Commenti, complimenti e pacche sul sedere non tardarono ad arrivare. Devo dire che l'eccitazione di quella situazione mi trasmetteva un energia e un orgasmo che rendeva quel lavoro appagante. La serata continuava e i clienti si facevano sempre più interessanti a me, e prendendo sempre più confidenza; mentre i miei amici si godevano lo spettacolo, a un tavolo con tre uomini, mi ordinano oltre ai drink, il servizio particolare; andai al bancone per prendere i drink, e chiesi cos'era il servizio particolare, il capo mi rispose di non preoccuparmi e di soddisfare il cliente, e mise tra i drink tre preservativi e un guinzaglio, e mi ordino di portarli al tavolo. Ancora non mi era chiaro, ma sospettavo: ecco i drink dissi io posando anche il vassoio sul tavolino, poi uno prese un preservativo e si mise in piedi accanto a me, un altro il guinzaglio che aggancio' al mio collare, e tirandomi verso di se mi ritrovai a novanta con la faccia sul tavolino, e legato il guinzaglio alla gamba del tavolino stesso mi ritrovai bloccata e indifesa mentre mi slacciavano il grembiulino, e infilavano i preservativi per scoparmi a turno, mentre clienti passavano e il mio capo si godeva lo spettacolo. 


Ormai indossare il grembiule era inutile e il mio lavoro sapevo in cosa consisteva, gli altri clienti che pretenderono lo stesso servizio, li servi' in ogni posizione essi desiderassero, compresi i miei amici che si tolsero la soddisfazione di scoparmi in quel locale dove erono usciti da perdenti, ora si divertivano ad umiliarmi scopandomi di prepotenza eccitati dalla situazione. Infondo quel lavoro non mi dispiaceva, anzi era proprio una goduria.


La serata era finita, ma non per me, provata da tutti quei maschi, il capo mi teneva a riordinare e pulire i tavoli, soprattutto per sfogare su di me l'eccitazione che aveva accumulato guardandomi essere scopata per ore; mi ordinava di pulire i tavolini, e mentre ero piegata in avanti, approfittava di me tenendomi per il guinzaglio; sapeva che il suo, dopo tutta una serata lo avrei sentito di più, e portandomi da un tavolino all'altro per pulirli, continuava a scoparmi sussurandomi frasi umilianti. Quando ebbe fatto il suo comodo mi avvicinò a lui con il guinzaglio, e mi disse che il lavoro era mio se mi comportavo sempre così. Sapevo che era vero, e che se volevo tenermelo avrei dovuto lasciarlo fare, anche se oltretutto volevo un passaggio da lui per essere riaccompagnata a casa.


 

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Categorie: Sesso di gruppo