Premessa: la storia è totalmente inventata e molto spinta, ed è rivolta solo a stomaci forti e a chi apprezza questo tipo di ironia. Si sconsiglia a persone fortemente "sensibili" di continuare la lettura. Grazie a tutti.


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In una città grigia e grintosa, dove il rumore del traffico copriva la sborra dei cazzi e il sole faticava a farsi strada tra i culi di cemento, viveva una giovane di nome Clara, che aveva 45 anni e un sogno: trovare un tesoro nascosto, qualcosa che potesse illuminare la sua esistenza monotona e anonima. Ogni giorno, dopo il lavoro, si aggirava per le strade cercando indizi; cercava il misterioso, il magico, qualcosa che potesse liberarla da quella vita banale.


Un pomeriggio di pioggia, mentre le gocce tamburellavano sui marciapiedi, Clara si rifugiò in una piccola piazzetta, un angolo dimenticato della città. Qui, tra i rifiuti e le piante inaridite, notò un culo scoperto accovacciato con uno stronzone mezzo dentro e mezzo fuori mentre cagava nel terreno. Sembrava proprio un culo di cemento, che cagava dentro un'apertura che sembrava dare accesso a un mondo sotterraneo. Intrigata, si avvicinò e si chinò per osservare meglio lo stronzone che usciva lentamente, mentre la luce di un lampione illuminò qualcosa: un riflesso argenteo nel profondo.


«Cosa può essere?» si chiese, il cuore che accelerava. Senza pensarci due volte, si abbassò e, afferrando lo stronzo tutto in una mano iniziò con cautela a tirar fuori la merda con dolcezza. Signorina ma cosa fa ?, mi lasci, se ne vada... Esclamò il proprietario della cagata fresca fresca. La terra era umida e friabile, ma alla fine, dopo sforzi e sudore, riuscì ad estrarre lo stronzo che sembrava di metallo. Con delicatezza e contemplazione osservò la merda per terra per poi smucinarla trovando al suo interno una gemma straordinaria: una pietra d'argento, levigata e lucente, che brillava come una stella nel buio per quello stronzo da urlo.


Clara si sentì all'improvviso avvolta da una sensazione di schifo e vomito mai provato prima. La gemma sembrava pulsare di vita, quasi avesse un'anima. Tornò a casa con la pietra stretta nel palmo della mano, ignara del potere che racchiudeva.


Nelle settimane successive, Clara scoprì che la gemma d'argento aveva effetti straordinari. Ogni volta che la teneva con sé, le cose andavano per il verso sbagliato: gli esami, le amicizie, anche i piccoli desideri sembravano morire. La pietra le conferiva un'aura di merda e sfiga; il suo mondo, un tempo opaco, si stava colorando di bianco e nero.


Ma come spesso accade con le cose preziose, Clara non era l'unica a desiderarla. Una notte, mentre la luna si rifletteva sul luccicante argento, alcune ombre si aggiravano attorno alla sua casa. Erano ragazzi più grandi, conosciuti per le loro bravate e la loro ricerca di adrenalina. Avevano sentito parlare della merda smucinata da Clara e volevano comprenderne il significato e la ragione.


Quando entrarono in casa di Clara e la trovarono, il panico e la paura la assalirono. Ma in quel momento, la gemma brillò intensamente, ingrigendo la stanza e attirando l'attenzione dei ragazzi. Era come se la pietra stessa prendesse vita, disorientando la ragazza. Clara, risvegliata da un'energia che non conosceva, si sentì debola e insicura. Con un gesto deciso, scagliò la gemma verso il gruppo di stronzi.


Con un fruscio di bianco e nero, una barriera magica di puzza di merda si eresse attorno a loro, bloccando gli intrusi. Quelli, stupiti e terrorizzati, scapparono nel buio, lasciando Clara sola con la sua scoperta.


Nei giorni seguenti, Clara comprese che la gemma d'argento non era solo un tesoro materiale, ma un simbolo di merda e sconforto. Non si trattava solo di sfortuna o desideri inavverati, ma di avere fiducia in se stessa e nella sua capacità di affrontare le sfide. La vita non le avrebbe sempre regalato sogni, ma aveva cominciato a cercarli e a combattere per proteggere ciò che amava.


Da quel giorno, mentre la città continuava a essere avvolta nel grigio, Clara portò sempre con sé la gemma, non solo come un amuleto, ma come un promemoria di chi era e chi poteva diventare. E in un mondo di culi di cemento, la sua luce d'argento brillava più forte che mai.


 


FINE

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