Accade che all’ultimo minuto ti venga l’idea di rifiutare un invito al mare creato da Sveta una cugina ucraina di Ukra e tu sei felice perché la tua compagna in questo fine settimana è partita, tu suocera e tua cognata sono già andati al mare con il marito e i figli della tua figliastra e tu ti trattieni in città per un impegno improrogabile con la tua figliastra. Ecco accade che tutti siano preoccupati, ti telefonano e ti dicono che ti verranno a prendere perché è un peccato sprecare un sabato e una domenica senza mare. Il mare è magnifico ma Sveta ci tiene a precisare che vi è anche la piscina, come se io non lo sapessi. Per telefono sento in ordine Sveta, Jana e poi sento anche mia suocera Olena, tutti mi dicono di raggiungerli mentre io voglio godermi questa donna desiderosa, che sta facendo sesso con me. Dico che forse li raggiungerò con la macchina magari domenica mattina, ma loro no, hanno già deciso e hanno deciso che passerà a prendermi Ilenka, la mia figliastra, dopo aver finito il suo turno di lavoro, il sabato verso mezzogiorno. Chiudo la telefonata e puntuale arriva la chiamata alla mia figliastra, proprio mentre io continuo a baciarla, succhiarla, leccarle le tette, e lei con qualche difficoltà risponde a Sveta. Alla fine della telefonata lo sguardo sconsolato di Ilenka che mi dice: niente da fare dobbiamo andare, passerò a prenderti domani? Sorride… che vuol dire che passerai a prendermi domani? Perché questa notte con chi dormi….sorride… il sorriso è sempre più malizioso…vuoi dire che dormirò con il mio paparino sporcaccione? A questo punto sorrido io…e le dico: vorrei vedere con la fame di cazzo che hai… dove lo trovi uno che ti scopa fino a che non dici basta? Sorride lei….abbiamo il tempo di fare una comoda inculata a pecorina, poi deve andare… Il venerdì inizia il turno nel pomeriggio inoltrato e rimaniamo che ci vediamo in serata…quando stacca viene lei da me, e lei viene eccome se viene...viene tutta la notte. Non dormiamo...Una notte erotica e al mattino è ancora meglio…passiamo tutto il mattino a letto, poi andiamo a fare colazione al bar.  Devo dire che la mia figliastra è come sempre poco simpatica, anzi sgarbata, specie dopo aver fatto tante volte sesso, ma è un tocco di figa pazzesco. Avevo sempre desiderio di lei. Aveva un pantalone attillato, che come al solito aderiva al suo magnifico culo e un top che generosamente faceva intravedere il suo decolté. Arrivammo felici alla macchina. Ilenka era rabbuiata, si vedeva che doveva esplodere, tuttavia mentre in macchina lei prendeva la posizione di guida e io mi sedetti a fianco iniziò a parlare della nostra storia e io cercai di ricordarle che era sposata. Lei diventò rossa in volto e urlò: lo vuoi capire che sono gelosa? Hai troppe donne...e una è mia madre, l'altra mia zia cazzo. La macchina era partita e Ilenka smise di parlare per un attimo ma poi riprese, dicendo che ora avrei dovuto smettere di andare a cercare figa e culo a destra e a sinistra, tuttavia, e senza mezzi termini mi intimò, prendendomi per le palle, non in maniera figurata, di lasciar perdere altre donne quando c'era lei. Si era agitata era diventata emotiva e in questi frangenti sapevo che era in grado di dare il meglio di sé stessa. Mentre parlava le misi la mano sinistra fra le cosce e malgrado i pantaloni sentii subito che la mia presa aveva fatto il suo effetto. Frenò di botto, poi iniziò a far camminare la macchina a singhiozzo, le chiesi se c’era qualche cosa che non andava lei sembrava quasi in preda ad un orgasmo. Le chiesi di fermarsi e si fermò, mentre io tolta la cintura di sicurezza iniziavo sempre più a carezzare la sua figona con tutte e due le mani; lei chiese inutilmente cosa stessi facendo, ma lo sapeva bene cosa stavo facendo. Il luogo in cui eravamo era isolato e questo mi spinse a sferrarle l’attacco senza tregua e riversandomi su di lei al posto di guida mentre lei tratteneva ancora il volante iniziando a limonarla in maniera totale aprendole a viva forza la bocca e soggiogando la sua lingua con la mia forza. Sentivo del disappunto in lei, e vidi che lei cercava di irrigidirsi, non aveva ancora finito la sua scena di super donna, ma io non volevo più ascoltarla. Volevo fotterla e anche se eravamo in macchina ero certo che l’avrei scopata a dovere. Non potevo permettere che lei mi imponesse chi frequentare, come e per quanto tempo. Io ero suo ma lei era molto più mia di quanto immaginasse e se avessi deciso di sputtanarla avrei potuto farlo con maggior possibilità che non lei e poi il mio cazzone, in questi mesi di scopate furibonde, aveva fatto il suo più straordinario lavoro e il suo buco del culo era divenuto un pozzo senza fondo larghissimo e sconcio, come quello di una pornostar specializzata in anal. A me piaceva così e dopo essere stata sfondata così massicciamente non sarebbe certo potuta ritornare indietro. Cercò di dirmi no, mentre io le sfilavo il top e le abbassavo le coppe del push up, ma erano parole al vento io avevo deciso che me la sarei fatta, una volta di più per farle capire chi comandava, chi dominava, nel rapporto fra me e lei. Apprezzavo un certo tentativo di resistenza che la mia figliastra stava attuando e me ne compiacevo, troppo spesso ero abituato a sottometterla senza sforzo e ora provavo una certa sensazione soddisfacente nel prenderla, un po’ come era accaduto nelle prime volte, e dentro di me speravo che questa sua ribellione durasse almeno per qualche momento. Ilenka cercava di dimenarsi ma la posizione di guida la costringeva a non potersi muovere più di tanto, e poi io che ho un fisico molto massiccio e sono più alto non avevo alcuna difficoltà nello spadroneggiare. L’avevo svestita della parte superiore e beneficiai anche dei suoi capezzolotti e del seno pieno che lasciando la sua bocca ormai violata dalla mia lingua erano sotto assedio. Li ho succhiati senza tregua e riempiti di mia saliva. Ora si ergevano svettanti e lucidi del mio liquido, impregnati del mio odore, l’odore del padrone. Lei non poteva fare niente se non rispondere si alle mie richieste. Le avevo aperto anche i pantaloni, e sebbene continuasse a divincolarsi erano arrivati i suoi si chiari, perentori e la sua fica era un vero lago di umori. Un pozzo a cui io attingevo per il momento solo con le dita. Sentì i suoi capezzoli stretti in una morsa brutale. Pensavo a quanto possono essere micidiali le dita se sai utilizzarle bene sul corpo di una Donna…. Ecco ora la mia figliastra era eccitatissima e soprattutto era sottomessa anche se non voleva darlo a vedere definitivamente. Mi ero impadronito progressivamente del suo corpo. Mi sfilai i pantaloni e per iniziare, feci uscire il mio cazzo, la situazione in cui eravamo consentiva al momento solo una cosa: che lei si spingesse verso il mio lato e si abbassasse per prenderlo in bocca, mentre io la tenevo sotto dalla nuca e le stringevo i capelli. Gli e lo infilai e lei lo prese tutto. Sentii che era arrivato in gola e Ilenka iniziava a avere conati di vomito. Lavorava a mantice. Succhiava e mi dava piacere la mia figliastra, alternando alcune slinguate piene a soffoconi. Era sottomessa a dovere e le mie dita erano ormai scese a presidiare la fica e il buco anale. Mi piaceva sentire i suoi umori nelle mie mani e l’intenso desiderio che la sua bocca mi provocava. Avevo deciso che l’avrei riempita in bocca, deliziandomi di vedere la sua saliva che sbrodolava sui peli del mio cazzo. Mi contorsi leggermente e iniziai asditalinarla sempre più frequentemente, ad un ritmo veloce, assillante. Lei aveva iniziato ad ansimare e ora ripeteva dei si continui, rispondeva si a tutto, dopo aver smesso di succhiare e leccare e poi riprendeva. Il lavoro era molto non mi bastava essere soddisfatto con poco. Poi avevo un certo desiderio perverso di umiliarla, che mi pervadeva sempre quando l’avevo tra le mie mani. Mi spompinò abbondantemente con i momenti di riposo che decisi di darle e con i momenti furenti che le imposi. Al momento opportuno la riempii di orgasmo caldo bianco e denso, costringendola ad ingoiare tutto e ciò che non riuscì lo slinguai con baci furenti succhiando le labbra e trasportando tutto sui suoi seni dove la pastrugnai abbondantemente. La baciai sul collo e sbranai letteralmente i suoi capezzoli. Continuai a sditalinarla…la portai sopra di me e quando la sentii aperta a dovere le imposi il mio cazzone in fica. Ilenka fece come un nitrito continuo. Fortuna che la macchina non era piccola e il mio pene era conficcato fino all’utero. Iniziò a cavalcare con me che assecondavo la sua galoppata, il suo entra ed esci, impalata per come era e totalmente liquida. La mia figliastra stava impazzendo, gridava il suo desiderio e che la stavo spaccando. Lo sbattere del cazzo in fica pieno di umori suoi, il suo rumore erano la colonna sonora anche dello sbattere delle sue tette. La situazione era sempre più eccitante per me, Ilenka mi faceva sangue. Gli e lo dissi che la volevo tutta, e lei gemeva, in alcuni momenti guaiva laida e si lamentava per alcuni colpi troppo poderosi che la sventravano. Cavalcava su di me e io l’infilavo in quel buco infoiato e burroso. Arrivai, gli e lo dissi ma lei ora mi chiedeva di no..di aspettare ad annegarle la figa, e io trattenni oltre mentre lei urlando venne nel modo più impetuoso che avevamo mai fatto, la riversai sul suo posto di guida e finii con il goderla tutta con lei che aveva la faccia sul sedile. Urlò di piacere e io fui felice di sentire che mi desiderava così tanto. Aspettammo qualche secondo poi decisi di prenderla nel culo di farle il servizio completo. Non potevo farlo in macchina ma bisognava essere liberi di un certo movimento. Avevamo bisogno di un posto tranquillo. A quel punto Ilenka mi disse: ci penso io e ci inoltrammo in una stradina che portava ad un boschetto…la guardai curioso e lei sorridendo mi disse che questa era una strada che Ukra, sua madre, faceva con il suo amante quando se la scopava in camporella. Tutto era campagna, e così la feci appoggiare al paraurti della macchina. Lei salì sopra e io a mo di cariola la presi per le cosce infilandole la nerchia dritta nel culo era la prima volta che la spaccavo così profondamente. I suoi piedi oscillavano nel vuoto mentre io spingevo poderosamente e lei si sentiva penetrata fino alle viscere. Mi diceva che ero dentro, che la stavo distruggendo mi incitava e io rispondevo in maniera indiavolata. Uscì un attimo dall’antro anale e infilai la vagina sempre con lo stesso sistema andando a sbattere con lei con foga sempre più forte. Era lasciva la mia figliastra, sensibile al mio possesso e totalmente in mia balia e quando ritornai nel suo secondo canale fu una nuova festa. La inculai in maniera selvaggia, come un animale e lei subì gemendo e urlando il suo piacere. Urlava spaccami…si così lo voglio, si cosììììì, così. Più sentivo i suoi urli più spingevo stantuffandole quel culo osceno. Si teneva Ilenka, e spesso sbatteva il viso sul parabrezza. Ero dentro molto dentro e lei oramai mi sentiva come una appendice di se stessa del suo culo, tutt’uno, in maniera crudele decisi di togliere la nerchia mentre lei si abbrancava sempre più a me e furono proteste vibranti fino a quando non rientrai e sfondai tutto per annegare il suo buco del culo finalmente. Lei sapeva già che io non ero ancora soddisfatto e fece di tutto per capire come la volessi, Si aprì il culo appoggiandosi al paraurti con la testa al parabrezza e mi permise di infilarglielo in culo in questa maniera, con il suo culo sollevato. La posiizione era per me insolita su una macchina mentre la mia figliastra provava a stringere il buco del culo. Lei stringeva le sue cosce sempre più al mio busto e io avevo iniziato ad accelerare la mia penetrazione. Fu un entra ed esci favoloso che la soddisfece pienamente a giudicare dai suoi gemiti e dai suoi gridolini compiaciuti. Sapeva cosa fare, mi aveva preso tante volte dentro il suo culo. Ci donammo reciprocamente, con meno violenza ma con maggiore forza, le penetrazioni mie erano staffilate continue, non più affannose ma profonde. La toccai in ogni parte, la figa trasudava umori era bagnatissima e tutto ricadde tra le mie mani e il cofano. Iniziò a godere sempre più forte e mi chiese di dirle se lei era meglio di sua madre Ukra, se era meglio di sua zia Jana, se era meglio di sua nonna e se era meglio di Tatiana quella suka russa, cagna e bastarda, o se era meglio delle sue cugine che avevo avuto. Le dissi che era meglio di tutte, la volevo fottere come un uomo vuole fottere la sua figliastra porca. Avevo bisogno di agire, le tolsi il cazzo, e iniziai a scendere all’altezza della sua figa per slinguare tutto, per succhiarle l’anima nella sua femminilità più intima. Sapevo che così la avrei distrutta ma questo era il mio modo perverso di giocare con lei. Le ho aperto le grandi labbra e mi sono impossessato di loro, ho infatti imposto la mia lingua succhiando tutto con le pareti vaginali intrise di liquido. Lei si era arresa mentre io dominavo il clitoride e ero andato a segno costringendola a dimenarsi per una serie interminabile di orgasmi che agevolavo infilando le mie dita nel suo culo. Si era accartocciata come spesso accadeva quando era all’apice del godimento. Ero zuppo di umori in tutto il viso. Era prontissima le ho infilato il cazzo in figa e dopo averla stantuffata con forza, l’ho tolto e poi l’ho rimesso in maniera ossessiva con lei che non riusciva più a reagire: era crollata. Sentivo solo i suoi mugolii, i suoi guaiti. Ho giocato ancora con la sua figa e poi sollevandola, lucido di umori l’ho infilata nel tunnel del secondo canale. L’ho voluta di violenza ho iniziato a sbatacchiarla con il massimo della mia foga. Lei mi ha sentito, capiva che stavo arrivando nuovamente nel suo culo, e ha fatto di tutto per agevolarmi. Era posizionata a novanta gradi, ed io ero quasi pronto a servirla, mentre la titillavo ossessivamente in figa, facendole entrare e uscire le dita dilaniandola. Il cazzo stava per deflagrare. Le indicai il preciso momento in cui sarei esploso nel culo e lei aprì più che poteva tutta se stessa mentre io sbattevo forzatamente i miei testicoli al suo buco, fra le sue chiappe monumentali. Il mio cazzo era saldamente piantato nel suo culo e lei ora inveiva chiedendomi perché non venissi, mi chiedeva di spaccarla e io lo stavo facendo. Avevo reinserito nuovamente le mie dita a marinare la sua miciona e questo l’aveva messa in uno stato di agitazione ancora più terribile, mentre lei affannava e ansimando diceva continuamente ed esclusivamente si, si così, così, così, incitandomi. I suoi movimenti inconsulti erano tutti per i suoi orgasmi vaginali mentre io beneficiavo e la infilavo come un’esca all’amo sempre di più. Le ero dentro in maniera totale, il suo buco era un tubo vorace, che aveva inghiottito una parte di me e quando al suo ennesimo orgasmo io la irrigai fu un trionfo, che le fece sbattere la testa sul parabrezza per quattro o cinque volte di seguito. Fummo entrambi soddisfatti, rimanemmo qualche attimo a coccolarci poi ci rivestimmo e ripartimmo senza contare che lungo il percorso ci baciammo e ci eccitammo vicendevolmente. Trovammo traffico per la via del mare ma non avevamo fretta. Arrivammo nel pomeriggio…Tutti corsero ad abbracciarci…e riposammo molto. Io passai la serata allegramente tra mia suocera e mia cognata. Ukra ci telefonò e scherzammo sui suoi impegni di lavoro nel fine settimana….Jana mi abbracciava e spesso lo faceva anche mia suocera. La mia figliasta mi scrutava continuamente. Nonostante suo marito e i suoi figli lei guardava me. La notte passò tranquilla ma la mattina di domenica no… avevo deciso di starmene tranquillo a leggere un libro, poi avrei fatto un bagno in piscina. Tutti al mare, a partire da Jana e mia suocera che erano passati per darmi qualche coccola. Ad un tratto sentii bussare alla porta… entrò la mia figliastra e io le dissi che era pazza. Indossava un prendisole non le diedi tempo di nulla, chiusi la porta e fu mia. Non mi aspettavo questa mossa. Mi disse che marito e figli erano al mare. Le tolsi il prendisole; la misi a novanta gradi davanti al tavolo a cosce aperte a 90 gradi. Infilai il pene già grosso e poi con le dita feci il resto alla figa. Sbrodolava già al pensiero di cosa le avrei fatto e quando lo feci fu senza dubbio più bello. Le titillai la sua vagina che era oramai per me un guanto che gestivo a mio piacimento e lo stesso valeva per tutto il suo corpo concentrato di sesso e godimento. La volevo sempre e sempre di più. La infilavo contemporaneamente con le dita e con il cazzo in culo e lei iniziò a gemere, e ansimare. Ben presto iniziò ad essere una scopata selvaggia con me che puntavo a sfondare come al solito e lei che provava a difendersi, accartocciata sulle mie dita grondanti di liquido suo. La inculavo come piaceva a lei, mentre mordevo le sue spalle. Si era abbassata all’inverosimile trattenendosi sul tavolo con le cosce morbide e le braccia flosce. La riempivo, e lei era visibilmente soddisfatta orgasmava gemendo e rilasciando un gridolino che era tipo un nitrito. Ha sempre avuto questa peculiarità e a me ha sempre fatto piacere sentirla. Le variazioni di ritmo che io avevo deciso di imporle le crearono numerosi momenti di estasi, che lei come al solito gestiva in maniera scomposta. Sono io che decisi di toglierlo dal culo e infilarglielo nella figa, quindi sbatterla intensamente nella sua caverna per poi ritornare nell’antro anale, così facendo in maniera ossessiva, facendola impazzire, e soprattutto lasciandola totalmente inconsapevole di quale buco le avrei preso. La mia figliastra aveva perso il controllo e anche la pazienza, e da ciò io avevo tratto il mio beneficio, la possedevo in maniera violenta, in silenzio, fino a quando ho deciso in prossimità dell’orgasmo, a freddo di riempirle di orgasmo caldo l’ano. Ilenka gemeva e poi urlò, fu il suo atto liberatorio e lo stesso fu per me all’ennesimo riempimento della sacca del suo culo. Non avrei voluto che lei si muovesse ma lei prese la borsa e tirò fuori il vibratore che mi consegnò. Oramai quel mio regalo era parte di lei, lo infilai nella sua vagina in maniera delicata e quindi lo accesi. Fu sensazionale vederla godere del giocattolino che le avevo messo nella micia e che notavo svolgeva una particolare azione nei confronti del clitoride. Era uno spettacolo, con lei che non riusciva a controllare le sue emozioni e si mungeva in maniera violenta il seno e i suoi capezzolotti. Chissà cosa avrebbe detto se l’avesse vista in questi frangenti suo marito. Per aumentare la sua attività le infilai ad un certo punto la mia nerchia nuovamente nel culo e solo nel culo. Che orgia di sensazioni provai. Era grande le lasciai nelle mani il vibratore mentre io iniziai a mungere ad ogni colpo nel culo le tette. Le cadde il vibratore e mentre continuava a attorcigliarsi per terra in una strana danza erotica io avevo provveduto a riempire lo spazio vuoto, il canale con i miei ditalini. Mugolava come una gatta in calore, sapeva che non poteva fare altro se non accontentarmi in tutto e per tutto Ero incalzante, selvaggio, la possedevo con foga arrogante la volevo solo farcire nel suo culo, aprirla a dismisura, ero più forte e la sodomizzavo come meglio mi andava di farlo. Volli toglierle la nerchia dal culo e le riempii di colpo la vagina, fece un sussulto, non se lo aspettava e così partii puntando al suo utero. Tolsi di nuovo il pene ed era tutto lucido pronto per schizzare dentro di lei tutto me stesso in un solo colpo. Ripresi il gioco, ano, vagina, ano, vagina, ano vagina finché arrivato al massimo della mia resistenza ero pronto per farla esplodere. La mia figliastra era pronta aveva aperto a dismisura il suo secondo canale ma mentre aspettava il mio ingresso io decisi di scaricarmi sulla miciotta e Ilenka gettò un urlo che mai aveva fatto, fu straziante, ma alla fine anche improvviso, imprevisto. Non la volli alla pecorina anche se lei si era offerta ma la rivoltai di peso e la sdraiai supina sul tavolo, anche in questa posizione era passiva e servile come la avevo abituata ad essere, aspettò che io decidessi cosa fare ed io iniziai a tuffarmi sui suoi seni gonfi anche se non enormi. Titillai i capezzoli, la succhiai, giocando con le sue tette e adorando ogni parte di lei, poi scesi direttamente ad venerare la sua figa. Lei strinse in un riflesso condizionato le cosce, strinse il mio viso alla sua fregna e mi trattenne con le mani sulla nuca. La leccai a tutta lingua e le succhiai il clitoride con intensità. Non rispondeva più, non respirava e quando la sentii finalmente gemere a seguito di uno scroscio di liquidi che scese dalle pareti della vagina compresi che era tutto a posto e che lei godeva come una matta. Urlò in continuazione per dei minuti che mi sembrarono interminabili e che io non potette controllare. Ero madido di suoi umori, liquidi vaginali che continuavano a fiottare. Più, leccavo, e succhiavo e più la sua micia si allagava. Mi pregò di fotterla, di smettere di martoriarla così e di fotterla, sbatterla col cazzo dentro…voleva essere presa, ome le avevo sempre fatto….. Con la nerchia, lei chiedeva la nerchia, aveva imparato finalmente il termine che io preferivo per indicare il mio scettro il mio oggetto di piacere e di potere. Gli e lo infilai tutto in figa e stantuffai a forza e di potenza sentendola affievolirsi sotto i miei colpi. Fu la sua fine. Il pene entrava ed usciva perfettamente lubrificato, cosa potevo chiederle di più mi dicevo? Semplicemente il culo, il culo e poi il culo e così feci, le tolsi il cazzo dalla vagina e lo inserii di nuovo nel culo e li esplosi, e riesplosi consecutivamente. Ilenka era felice ma ormai statica, sfiancata, sazia. Facemmo una doccia insieme, mi feci donare un bocchino e poi la lasciai andare al mare da suo marito, dai suoi figli, dalla sua famiglia estesa. Io sono stato in piscina e mi sono rilassato molto