Mamma faceva l'indossatrice, non di quelle che lavorano per prestigiose case di moda, lei più alla buona indossava abiti per un laboratorio di sartoria gestito da due ragazzi Ezio e Roberto. Questi confezionavano abiti, venivano a casa per farli provare a mamma. Non erano famosi ma già avevano diversi negozi che facevano sempre più richieste. Solitamente veniva Roberto, si chiudevano in camera, facevano le prove che potevano durare anche due o tre ore. Dopo le prove uscivano, Roberto e mamma preparavano le confezioni ed era lo stesso Roberto a consegnarle ad i negozi che ne avevano fatto richiesta. Papà era operaio presso una fabbrica di infissi che aveva sede nel paese vicino. La sua retribuzione non era elevata, anzi, quindi era stato d'accordissimo che mamma prestasse la sua opera per Ezio e Roberto. Non aveva un fisso mamma, era in base alle richieste che aveva il laboratorio. Veniva sempre Roberto a casa, a volte veniva anche Ezio ed allora i tempi si protraevano , stavano tutto il pomeriggio, anche se portavano un solo abito. Quando andavano via li baciava sulle e labbra ed usciva seminuda.Mi rendevo perfettamente conto di quello che avveniva in quella camera, spesso mi mettevo dietro la porta ad ascoltarli, gemiti soffocati ed incitamenti, mi facevo seghe a iosa. Sapevano l'orario in cui papà rientrava, smettevano poco prima, spesso aspettavano per salutarlo. Lui quasi si genufletteva per ringraziarli del lavoro che davano a mamma. Quando andavano via mamma, come se papà non ci fosse, usava lo stesso metodo per salutarli, li baciava sulle labbra. Quasi mi ero convinto che papà sapesse quello che faceva mamma, per forza di cose gli stava anche bene. Forse l'unico ostacolo ero io, anche se sapevo meglio di tutti come funzionavano le cose. Una volta però mentre ero dietro la porta a segarmi, hanno aperto sorprendendomi col cazzo in mano. Volevo sprofondare, invece è stata mamma a dirmi di entrare. Quella situazione ha liberalizzato i costumi, potevo diventare uno di loro se lei non fosse stata mia madre, per Roberto ed Ezio potevo stare tranquillamente, non ero io il fastidio. Una volta hanno fatto gli straordinari, sono venuti la domenica pomeriggio, come al solito, si sono chiusi in camera. Io e papà confinati sul mio lettino. Un caldo atroce quel giorno, siamo rimaste prima in mutande io e papà, poi abbiamo tolto anche quelli. I nostri cazzi svettavano. Non è stata una sorpresa, sapevamo cosa dovevamo fare. Quando sono usciti ci hanno visto come eravamo messi, hanno proseguito. Non avevamo alternative sapendo che una moglie ed una mamma, che poi era la stessa persona, si facesse scopare da sempre da due ragazzi, che altro non erano che i datori di lavoro.