La fine di Giugno si avvicinava, mi incontrai col mio amico Enzo al solito Pub che frequentavamo e mi disse: “Siediti, ti devo chiedere un favore”. Enzo da anni aveva trasformato la villa al mare dei genitori in un bellissimo B&B,  a due passi dalla spiaggia e con tutte le comodità di un vero albergo, con tanto di cucine e piscina. Capitava di tanto in tanto che gli dessi una mano nei periodi di maggiore affluenza, che da noi sostanzialmente significa Agosto, ma quello che stava per chiedermi era una assoluta novità: “Guarda, il prossimo week end vado a trovare Monica, ma mi sono dimenticato di bloccare le prenotazioni del B&B ed ho una stanza occupata, te ne potresti occupare tu?”. Non era mai successo che mi lasciasse tutto in mano, anche se ero stato da lui tantissime volte.


Ero perplesso, avrei dovuto occuparmi delle colazioni la mattina e restare a disposizione per ogni necessità degli ospiti, molto più impegnativo di dargli una mano, ma alla fine pensai che per un paio di persone non sarebbe stato un problema.


“Almeno sono italiani?” gli chiesi.


“Si si, la persona che ha fatto la prenotazione si chiama Alessandra”.


“Ok – dissi – sono una coppia?”


“Non so, sono tre, forse una coppia col figlio.”


Mi pentii subito di aver accettato, se c’era un potevano esserci rotture impreviste, ma ormai avevo detto di si. Passammo la serata insieme, mi ricordò di cosa avrei dovuto occuparmi e ci salutammo.


Il venerdì pomeriggio alle 16 mi presentai al suo B&B per accogliere gli ospiti. A un certo punto arrivò un taxi, scelta inconsueta per chi sceglie la struttura di Enzo perché nei dintorni c’è solo qualche chiosco e un mini market e non è collegato benissimo col paese. Il taxi superò il cancello e scesero tre ragazze, una più carina dell’altra. Le aiutai coi bagagli e quando entrammo nella stanza che Enzo le aveva riservato pensai che ci potesse essere un problema col letto. Non gli aveva dato la tripla classica ma aveva fatto preparare una matrimoniale. Pensai ad un errore e mi scusai con loro, ma mi dissero che nella prenotazione avevano chiesto una matrimoniale, era tutto ok. Mi lasciarono i documenti e scesi nella hall a fare la registrazione. Erano tutte del ’91, due di Venezia e una abruzzese. Non feci in tempo a risalire per portarle i documenti che scesero loro, pronte per andare in piscina. In costume erano ancora più intriganti, avevano fisici perfetti, soprattutto la più piccoletta delle tre, Giorgia. Tutte e tre con lunghi capelli ricci, a una prima occhiata potevano sembrare sorelle, ma in viso erano diversissime, sebbene ognuna avesse un qualcosa di diverso che la rendeva istantaneamente attraente.


Le riconsegnai i documenti, presi indicazioni per la colazione su cosa preferissero e per che ora e le accompagnai in piscina. Mostrai loro dove potevano trovare i teli puliti e dov’era il bagno. Giorgia mi chiese dove potessero andare a fare “il pieno di alcool”, disse proprio così. Spiegai che li in zona c’era poco, i chioschi e un mini market, se volevano fare una spesa più ampia dovevano andare in paese. Ovviamente, visto com’erano carine, mi misi a disposizione nel caso volessero un passaggio o le potesse servire qualcosa. “No vogliamo farci una full immersion tra mare e piscina” - mi disse – “vediamo domani sera magari se vogliono fare un giro in paese”. Annuii, le lasciai la busta che solitamente Enzo da ai clienti, con gli orari delle pulizie e della colazione, password wi-fi, delivery di zona, i numeri utili e aggiunsi a penna sulla busta il mio numero “per qualsiasi necessità” aggiunsi. Mi sorrise, mi ringraziò e si diresse in piscina dove le altre due ragazze, Alessandra e Daniela, si erano già tuffate. Andai via e tornai a casa. Durante la strada ripensai al fatto che avevano chiesto una semplice matrimoniale, sebbene fossero tre. Forse volevano risparmiare, pensai, magari Enzo gli ha fatto un prezzo più basso visto che impegnano una sola camera.


L’indomani mattina alle 9 ero già li, mi avevano chiesto di poter fare colazione per le 9:30. Preparai la tavola con i cornetti ritirati al solito bar, le fette biscottate, marmellatine  e nutella, come mi avevano chiesto e mi misi dietro al bancone pronto per prepararle cappuccini e caffè. Pochi minuti dopo le 9:30 scesero, erano stupende anche struccate, anzi, forse così al naturale erano ancora più carine. Due di loro erano già in costume con prendisole sopra, Giorgia aveva una canottiera bianca che lasciava chiaramente intuire che non indossasse il reggiseno sotto. Era stupenda, con i capelli raccolti e il viso riposato. Le lasciai sedere, dopo un paio di minuti chiesi cosa preferivano dal bar. Ordinarono succhi e caffè e li andai a preparare. Le servii senza togliere gli occhi di dosso a Giorgia che sembrava ricambiare, Alessandra e Daniela erano invece sempre intente a discutere tra loro, non sembravano nemmeno accorgersi di me. Dopo aver fatto colazione risalirono in camera. Rassettai la sala colazioni, controllai che tutto fosse in ordine e aspettai che arrivasse la signora che si occupava delle pulizie. Diedi una controllata in piscina e vidi che le ragazze stavano uscendo per andare in spiaggia. Un po' deluso di non poterle riammirare le seguii con lo sguardo oltrepassare la hall ed uscire. Sistemai i lettini, controllai che ci fossero abbastanza teli a disposizione e me ne andai.


Verso le 19, mentre ero a casa, mi arrivò una telefonata da un numero che non conoscevo:


“Pronto”


“Ciao, sono Giorgia”


“Oh ciao – dissi – tutto bene?”


“Si si tutto bene, volevo chiederti una cosa”


Pensai volessero andare in paese, forse lo speravo addirittura, invece.


“Ci servirebbe un po' di ghiaccio, qui in struttura ce n’è? Posso trovarlo da qualche parte?”.


“Che tipo di ghiaccio – risposi – è successo qualcosa?”


“No no, ghiaccio per farci i cocktail. Sai è la nostra ultima sera, vorremmo festeggiare un po', domattina andiamo via”.


“No mi dispiace – dissi”.


“Ok, fa nulla disse lei, grazie lo stesso”.


Salutò e mise giù


Restai un attimo a pensare, poi la richiamai.


“Hey – rispose lei”


“Ciao, senti, pensavo, se volete però ve lo posso portare io. Passo da un supermercato più grande e ve lo porto”.


“Davvero? Wow sarebbe fantastico, ma non vorremmo disturbarti”.


“Nessun disturbo – le dissi – tra una mezz’ora sono li”.


“Grazie davvero, sei un tesoro, allora ti aspettiamo dai”.


Ti aspettiamo….quel “ti aspettiamo” dilatò un po' i tempi previsti. Andai a casa, feci una doccia al volo. Mi cambiai e poi scesi a prendere il ghiaccio. Ne presi tre sacchi da 5 Kg, sicuramente erano troppi, ma dissi che comunque potevano servire in struttura e in ogni caso volevo farmi vedere efficiente.


Arrivai che erano le 20 passate, in giro le ragazze non c’erano. Sistemai il ghiaccio in freezer e tirai fuori il portaghiaccio. Dopo una mezz’ora le sentii rientrare, evidentemente stavano tornando dalla spiaggia, ed abbastanza evidentemente avevano già dato inizio ai festeggiamenti perché parlavano ad alta voce, ridevano e sembravano un po' brille.


Entrarono nella hall, Giorgia mi salutò e si avvicinò al bancone mentre le altre due si diressero verso la piscina.


“Allora ti sei disturbato per portarci il ghiaccio, sei stato davvero carino”.


“Ma figurati – le risposi – è stato un piacere. Ve lo salgo in camera?”


“Ah no – disse lei – se non è un problema noi pensavamo di passare la serata a bordo piscina, c’è così caldo stasera”.


In effetti era stata una giornata tremenda, benchè fosse appena il primo week end di Luglio l’estate aveva già bussato alle porte. Erano le 21 ed il termometro della hall segnava 32°, effettivamente ci stava.


Risposi che non c’era problema: ”anzi – aggiunsi – vi porto fuori tutto il necessario, bicchieri, cannucce, cucchiaini e vi porto fuori il ghiaccio”.


“Sei gentilissimo” rispose lei.


Sistemai tutto fuori, mentre Alessandra e Daniela si facevano un altro bagno, Giorgia salì in camera e scese con due buste della spesa piene di superalcolici.


“Caspita – mi scappò – stasera avete intenzioni serie”. Dissi sorridendo.


“Eh, io e Daniela siamo venete, ci andiamo giù pesante, ma anche Antonella non scherza”.


La guardai sistemare le bottiglie con cura, cominciavo a chiedermi se non fossi di troppo quando all’improvviso vidi Antonella e Daniela in piscina che si baciavano. Giorgia notò che il mio sguardo si era soffermato su di loro e quando incrociai il suo mi sentii in imbarazzo. Lei sorrise altrettanto, poi disse: “Eh in spiaggia abbiamo già fatto qualche giro, sono già belle andate”.


Annuii come un idiota, non sapendo che dire mentre i miei occhi non sapevano se indugiare sulle due ragazze che si baciavano, sulle tette di Giorgia o sui suoi occhi nocciola.


“Ok, tolgo il disturbo dai, vi lascio sole”. Dissi, pentendomi amaramente di quello che stavo dicendo, ma cos’altro avrei potuto fare?


“Ok – disse Giorgia – grazie ancora per il ghiaccio eeee...”


Vidi che si girò a guardare le sue amiche che ormai erano incollate labbra sulle labbra da qualche minuto.


“Senti – aggiunse – ma posso offrirti un paio di cocktail per sdebitarmi? Certo non è come al bar, ma sono brava a fare i cocktail eh”.


Non sapevo che dire, ma onestamente non desideravo altro.


“Sempre se non hai da fare eh” – aggiunse con uno sguardo a metà tra il deluso e il civettuolo.


“Beh – bofonchiai – perché no, grazie”.


“Oh fantastico – aggiunse lei – allora che ti preparo?”


“Un gin tonic”.


“Un gin tonic – ripete – prego si accomodi dove vuole, disse sorridendo”.


Mi accomodai su una sdraio, gli occhi indugiavano sempre un po' sulla dolcissima Giorgia, un po' sulle altre due che ormai si erano lasciate andare. Mi chiedevo se si fossero accorte di me e non gliene importasse nulla o se prese dalla passione nemmeno mi avessero notato. E poi cominciai a pensare: un letto solo in tre, quelle due sono lesbiche, cazzo, lo sarà anche Giorgia, o no? Forse non voleva che restassi davvero, era solamente gentile. Probabilmente bevuto il gin tonic era meglio se andavo.


“Ragazze che volete voi?” – Urlò Giorgia.


Finalmente si staccarono, finalmente si resero conto che c’ero anche io. Una delle due mi salutò.


“Abbiamo ospiti vedo”.


“Si, ci ha portato il ghiaccio – disse Giorgia”.


Uscirono dall’acqua, Alessandra aveva il costume tutto storto e un seno era praticamente uscito di fuori.


“Eh sistemati un po' – fece Giorgia mettendole a posto il costume.


“Pardon – rispose lei alzando le mani e rivolgendosi verso di me. Poi si voltò e diede un bacio a stampo anche a Giorgia.


La situazione si stava facendo sicuramente calda.


Giorgia preparò due Spritz alle sue amiche e due gin tonic per me e lei.  Brindammo e si misero sedute a bordo piscina con le gambe in acqua.


“Ho dimenticato le cose da mangiare sopra – aggiunse Giorgia – che palle”.


“nooo dai valle a prendere – disse Alessandra – o altrimenti ci ubriachiamo davvero” e si misero a ridere, poi si girò verso di me e mi disse “ti spiace salire un attimo tu, tanto non c’è rischio che ti perdi”. E rise.


“Certo” – posai il bicchiere e salii. La camera era un casino, ma riconobbi subito il sacchetto del market con dentro patatine e altri stuzzichini.


Scesi, presi un paio di ciotole dalla sala Bar e buttai un occhio alla piscina. Le tre ragazze stavano parlando fitto fitto tra loro e sembravano sorridere.


Quando uscii fuori Alessandra e Daniela si immersero, lasciando i bicchieri sul bordo, mentre Giorgia si alzò in piedi e mi aiutò. Sistemammo tutto sul bordo della piscina e anche lei si infilò nell’acqua. Io feci per prendere una sedia ed avvicinarmi ma Giorgia mi disse: “dai vieni in acqua anche tu”.


Cazzo, questa proprio non me la aspettavo. Restai un secondo bloccato, mentre Alessandra e Daniela stavano riprendendo le loro effusioni. La frase più intelligente che mi uscì fuori fu uno scontatissimo: “Ma non ho il costume”. Che imbecille, mi sarei volentieri mangiato la lingua. Ma Giorgia mi sorprese di nuovo.


“Capirai, tra 5 minuti credi che loro ce lo avranno ancora?” ed indicò le sue amiche.


Ecco, un petardo esploso a un centimetro dal mio orecchio forse avrebbe rimbombato meno nel mio cervello.


Indugiai un attimo, poi la camicia volò via ed anche i jeans, feci per infilarmi in acqua coi boxer.


Giorgia mi stava fissando, appena misi un piede in acqua mi disse: “e poi te ne vai via con le mutande bagnate? Contento tu e abbassò gli occhi sul bicchiere”. Le altre due si misero a ridere, adesso tutte e tre mi fissavano, sentivo crescere l’eccitazione, ma in fin dei conti loro erano ancora col costume, era opportuno spogliarmi nudo e infilarmi in acqua? Fanculo. Mi tolsi i boxer e mi infilai in acqua come mamma mi ha fatto.


Giorgia mi sorrise e si avvicinò. Prese il mio bicchiere, me lo porse e disse “Ri salute” e brindammo di nuovo.


Ero in imbarazzo, inutile dirlo, non sapevo che passo fare adesso. Diedi una lunga sorsata al cocktail e sentii il rumore della cannuccia che va a vuoto. Anche Giorgia vuotò il suo bicchiere con una sorsata, posò il bicchiere, si sciolse il reggiseno lasciando finalmente libere due tette perfette come me le ero immaginate. Mi si buttò tra le braccia e disse: “almeno stasera mi diverto un po' anche io”.


Ci baciammo a lungo, poi mentre io con la lingua assaggiavo il suo seno, la sentii scendere con le mani tra le mie gambe a saggiare la mia eccitazione, cominciò una sega lenta mentre io mi lasciavo completamente andare finalmente. Mi accorsi che le altre due si erano avvicinate a noi, erano nude anche loro. Daniela si mise a sedere sul bordo della piscina, allargò le gambe ed accolse tra le sue cosce la testa di Alessandra che si lasciava guidare dalle sue mani. Giorgia mi invitò a sedermi accanto a lei. Così feci, mi misi a sedere sul bordo piscina e Giorgia cominciò a farmi un pompino stupendo. Daniela mi prese una mano e se la poggiò sul suo seno, poi si sporse verso di me e cominciò a baciarmi. Sentivo la sua lingua ispezionare la mia bocca, mentre quella di Giorgia sembrava non voler lasciare nemmeno un millimetro del mio cazzo inesplorato. Ci demmo il cambio, Giorgia e Alessandra adesso stavano a gambe divaricate sedute a bordo piscina e noi ci prendevamo cura delle loro fiche succulente. Andammo avanti per alcuni minuti, poi vidi che Alessandra tirò a se Giorgia e cominciò a baciarla con passione. Mi eccitai da morire ad essere il quarto incomodo di questo splendido terzetto. Ci spostammo sulle sdraio, Daniela ed Alessandra continuarono un lungo 69, mentre Giorgia si sdraiò di pancia e mi lasciò godere del suo fondoschiena. Cominciai a penetrarla da dietro affondando in una fighetta splendidamente lubrificata, mentre sentivo i gemiti di tutte e tre le ragazze.


Cercai di rallentare il ritmo, ma Giorgia mi incalzò. Poi Daniela, che stava sopra Alessandra, si staccò da lei e si infilò sotto la fighetta di Giorgia leccandogliela, mentre io la penetravo Alessandra mi si avvicinò, provai a baciarla ma si ritirò indietro, mi sfilò il cazzo dalla fighetta della sua amica e con la lingua prese il posto del mio cazzo. Cominciò a leccarla anche lei, Giorgia si contorceva dal piacere. Io restai un attimo a fissarle, era uno spettacolo bellissimo. Poi Daniela si sfilò da sotto e si stese sul lettino accanto, mi fece cenno di avvicinarmi e in un attimo si infilò dentro il mio cazzo e mi implorò di scoparla. La scopai, per alcuni minuti mentre Giorgia e Alessandra si misero di nuovo a 69. Daniela non era bella come Giorgia, ora che ce l’avevo davanti potevo ammirarla: aveva i capelli neri, a differenza delle altre due amiche che erano castane; la bocca era piccola ma carnosa ed aveva due tette non paragonabili a quelle di Giorgia ma con dei capezzoli durissimi. Vidi che Giorgia e Alessandra si staccarono, provai a prendere l’iniziativa e puntai Alessandra, la abbracciai da dietro ed afferrai le sue tette enormi, ma mi spinse via. Giorgia capì la situazione e mi si concesse di nuovo. Questa volta mi lasciò cadere sul lettino e mi cavalcò a lungo. Quando sentii che stavo per venire lei lo capì, si alzò e mi offrì di nuovo la sua bocca. Mi guardava negli occhi come volesse chiedermi quanto mi stava piacendo. Sentii che stavo per riempirle la bocca di sperma, quando si fermò, mi salì sulla faccia e mi sbattè la sua fica in bocca, mentre sentivo che un’altra bocca si stava prendendo cura del mio cazzo. Aprì gli occhi e vidi Alessandra che giocava con le tette di Giorgia e la baciava con avidità. Mi lasciai andare e sborrai nella bocca di Daniela che non battè ciglio, continuò a spompinarmi finchè non fu sicura di aver succhiato ogni singola goccia del mio sperma. Si tirò su, andò da Giorgia e le vuotò il contenuto della sua bocca tra le labbra. Qualche goccia cadde fuori e mi scivolò sul viso. Vidi Giorgia ingoiare e poi calarsi su di me e leccare le gocce di sperma che mi erano cadute sul viso. “Che buon sapore hai” – mi sussurrò in un orecchio. Poi mi rimise la fica in bocca e si strusciò sul mio mento fino a che non venne anche lei. Poi mi scivolò addosso e mi abbracciò. Ci baciammo ancora, con la mia bocca che sapeva dei suoi umori e la sua che sapeva del mio succo. Osservammo Daniela e Antonella finire di darsi piacere a vicenda e venire anche loro soddisfatte. Restammo così qualche minuto. Poi ci ributtammo tutti in piscina, mentre Giorgia preparava un altro giro. In acqua mi avvicinai ad Antonella, l’unica che non mi si era concessa. Mi guardò con aria severa. Poi all’orecchio mi disse: “Adesso ti bevi un’altra cosa e te ne vai, chiaro? Per il resto della notte loro sono mie”. Era lei la donna alfa, era lei che comandava il terzetto.


Giorgia ci servì i cocktail, sgranocchiammo qualcosa, poi Antonella prese l’iniziativa vedendo che io tergiversavo: “Forse è ora che vai”.


“Già”, annuii. Giorgia mi prese per mano mi tirò a se e mi chiese di restare. Le dissi che sarei rimasto volentieri, ma non mi sembrava che tutte fossero d’accordo. Mi baciò. Mi prese a lungo il viso tra le sue mani, poi disse: “Ragazze allora lo accompagno”.


Uscimmo, presi i vestiti e lei mi accompagnò, nuda e bagnata. Appena entrammo nella hall si girò verso la piscina, vide che Daniela e Antonella erano già indaffarate e mi disse: “Prendi le chiavi di un’altra camera”.


Non me lo lasciai dire due volte: presi la prima chiave che mi capitò a tiro e ci andammo a rinchiudere. Facemmo l’amore un’altra volta, senza interruzioni ne intrusi. Poi restammo sdraiati sul letto. Mi guardò, sapeva che volevo capirne di più. Mi sorrise e mi disse: “Su, forza, cosa vuoi sapere?”.


“Vorrei chiederti tante cose – le risposi – ma l’unica che mi viene in mente adesso è: ti rivedrò?”.


“Impossibile” – disse alzandosi.


Uscì dalla stanza e ritornò dopo un paio di minuti con una sigaretta accesa e il portacenere, evidentemente veniva dalla loro camera. Teoricamente non si poteva fumare, ma che diavolo di senso aveva dirglielo adesso? Si sedette accanto a me e cominciò a raccontarmi di loro: “eravamo compagne di università, abbiamo preso casa insieme e l’amicizia col tempo si è trasformata in qualcosa di più. Qualcosa di più per Antonella, che è lesbica. Si è innamorata di noi due praticamente. Ma io non sono lesbica, o almeno non credo e non credo lo sia del tutto neanche Daniela, ai tempi dell’università portava ragazzi a casa, non ragazze. Ma l’hai vista Ale che tipa è, non le si può dire di no”.


Spense la sigaretta e mi guardò. Riprese a raccontare: “E’ cominciato tutto all’ultimo anno, abitavamo a Milano e una sera tornammo ubriache a casa, ci scambiammo qualche bacio, niente di che, ma quella notte uscì fuori la vera anima di Antonella. E’ bella ed ha un carattere fortissimo. E’ carismatica, affascinante, intriga chiunque la conosca”.


“E’ vero dissi, è magnetica”.


“Bravo – disse lei – è magnetica. E il suo magnetismo si è impossessato di noi quella notte. Ci siamo ritrovate a fare l’amore. Daniela si lasciò andare, io forse ero più sorpresa che altro. Diciamo che non volevo rovinare il gioco, ma non mi sentivo molto a mio agio. Non mi era mai successo”.


Andò di nuovo in camera e tornò con tutto il pacchetto, si accese una sigaretta e me ne offrì una anche a me.


“Ti è mai sembrato di sentirti obbligato a fare qualcosa che non vuoi”? Non mi diede il tempo di rispondere che andò avanti: “Io mi sono sentita obbligata quella notte e le notti a venire ed ancora adesso mi sento obbligata a farlo. Non dico che non mi piace, adoro l’intimità con loro, ma non è quello che voglio”.


“E allora perché continua questa storia?” chiesi.


“Eh, in realtà non continua più. Abbiamo finito l’università da anni, ognuna di noi ha la sua vita, io sono anche tornata a Venezia e loro due non abitano più insieme, ma almeno una volta all’anno ci rivediamo e passiamo 2/3 giorni così, a fare festa di giorno e sesso di notte, solo che questa volta si è aggiunto qualcun altro”. E mi sorrise. Ma era un sorriso amaro, un sorriso pudico, quasi carico di vergogna.


“Tu non puoi capire ovviamente – disse sorridendomi – Alessandra è lesbica, diciamo che vorrebbe stare con Daniela ma Daniela vuole farlo anche con gli uomini e Alessandra non ama intrusioni. Ancora adesso mi chiedo come sia stato possibile farlo insieme a te”.


“E tu?” le chiesi.


Si accese un’altra sigaretta: “io ho sempre amato gli uomini, le uniche donne con cui l’ho fatto solo con loro due, ma non mi sento nemmeno bisex, mi sento solo costretta a non rompere questo legame tra di noi. Sai che al mio matrimonio Alessandra non è venuta?”


“Sei sposata? Le chiesi.


“Già, e se è per questo ho anche una di un anno”. Fece un lungo tiro e sparse il fumo per tutta la camera. “E sai una cosa, mi sono sempre sentita in colpa, sporca, per questi week end passati con loro all’oscuro di mio marito, ma stasera che mi sono fatta scopare come una troia qualunque, stasera che dovrei vergognarmi per averti succhiato il cazzo, per aver ingoiato il tuo sperma, mi sento serena. Non c’è alcun rimorso dentro di me, perché ho fatto quello che mi andava di fare, non quello che mi sono sempre sentita obbligata a fare”.


Sentii che un po' di commozione le stava scendendo, la abbracciai a lungo. Ci demmo ancora un lungo bacio, poi ci addormentammo li.


L’indomani mattina andai in paese per i cornetti, feci colazione con loro, ma il clima era decisamente cambiato. C’erano silenzio e tensione. Così le lasciai e feci finta di avere un milione di cose da fare. Al momento di andare via ci fu un po' di sincera commozione. Daniela mi venne a salutare con un abbraccio sincero, poi fu la volta di Giorgia. Ci baciammo ancora, c’era stato qualcosa davvero tra noi, non era stata solo una scopata, ma sapevo che sarebbe finito nel momento in cui avrebbe varcato quel cancello. Alessandra mi ignorò, ma sistemati i bagagli sul taxi tornò indietro, credevo volesse picchiarmi invece mi baciò. Restai sorpreso della passione con cui si avventò sulla mia bocca. Poi si staccò, fece un piccolo gesto di disgusto, scosse la testa. Si girò verso Giorgia e disse: “Contenta?”


Salirono sul taxi e sparirono, io restai diversi minuti li, immobile a pensare a cosa erano state le ultime 12 ore. La sera mi arrivò un messaggio, era Giorgia: “Mi sa che finalmente qualcuno è riuscito a spezzare il nostro trio. Mi hai salvata, vorrei scriverti tante cose carine ma l’unica parola giusta è ADDIO.


E poi aggiunse anche: “e grazie”.


Ogni tanto la cerco sui social, guardo le sue foto con la bimba, suo marito e mi sembra così diversa dalla donna che ho conosciuto. Ma devo accettare che sia stata solo una parentesi, una bella avventura estiva come ce ne sono centinaia, eppure…

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