“il cornuto” parte 2


Come promesso racconto il seguito de “il cornuto”


Arrivò il giorno in cui terminarono le ferie e rientrammo  tutti in città. Dopo aver sistemato i rispettivi bagagli nelle macchine ci salutammo. La zia mi abbracciò  e nel dirci arrivederci mi strizzò l’occhio sussurrandomi che mi avrebbe mandato un messaggio wapp. 


Durante il viaggio di ritorno non pensai ad altro se non il momento in cui mi avrebbe contattato ricordando con piacere la scopata.


Dopo un paio di giorni, era un mercoledì, verso le 9.00 del mattino mi arrivò un messaggio sul cellulare che diceva: “se sei libero, per le 10.00 di oggi, passa da me”. Ero felice e non vedevo l’ora di rivederla.


Ero in casa perché i miei erano andati al lavoro e cosi feci una doccia, mi cambiai d’abito indossando un paio di jeans e una camicia. Presi la mia autovettura e mi recai dalla zia. Avevo un misto di sensazioni perché avevo ancora nelle orecchie le parole quando disse: “Quando torneremo in città avrò modo di insegnarti altre cose e su come far godere una donna”.


Giunto sotto il portone di ingresso citofonai e subito rispose aprendomi il cancelletto pedonale. Salii le scale velocemente e giunto al piano vidi che la porta di ingresso era semi aperta  e la voce della zia che diceva” Entra Luigi”. Entrai e subito richiusi la porta dietro di me.


Ero eccitatissimo ma anche pensieroso. La zia mi si avvicinò in vestaglia; era bellissima. Intravedi le cosce con dei collant nero fumé velatissimi.  Mi abbracciò e disse: “sei pensieroso?” Risposi di si. Come mai? disse lei. Risposi che temevo che lo zio arrivasse improvvisamente e poteva scoprirci. Lei mi rassicurò dicendo che era andato fuori regione per lavoro e che sarebbe ritornato in serata per la stipula di un contratto d’affari. 


Disse: “Luigi stai sereno, ti ho promesso che sarei stata la tua maestra e che ti avrei insegnato come far godere una donna” Certo, si che  ricordo e devo confessarti zia che non ho dormito pensando a quelle parole.


Luigi, ora accomodati che ti faccio un caffè, nel frattempo togliti la camicia perché voglio farti un massaggio alla schiena; vedrai ti piacerà. Iniziò ad accarezzarmi il capo per poi scivolare verso il collo, sulle spalle per poi massaggiarmi il petto. Chiusi gli occhi per godermi quel momento. Mentre mi massaggiava il petto mi baciava sul capo dicendomi: Luigi, ti desidero”.


“Luigi vedo che il tuo cazzo si è indurito mentre io mi sono già bagnata per il desiderio; stringimi il seno e succhiami i capezzoli … vedi sono già inturgiditi per te”.


Vieni in camera da letto che ora ti svelerò qualcosa che tu non immagini neanche. Quella frase mi fece capire che mi aspettava una sorpresa davvero eccitante. Lei apri un cassetto del comò e tirò fuori un succhia clitoride. Era un toys per adulti consistente in un fessura, tipo bocca al cui centro vi era posizionata un forellino che aspirava muovendosi vibrando. “Sai Luigi, questo giocattolo mi ha tenuto compagnia tutte le volte che lo zio, ora cornuto grazie a te, non mi degnava delle sue attenzioni”. Pensai tra me medesimo: “Che sciocco lo zio, non capisce un cazzo, a tra le mani una donna davvero sensuale e disponibile e non le degna di niente; che coglione”.


Ma ora ci sei tu e desidero che tu mi succhi il clitoride  fino all’orgasmo. Feci quello che mi disse e sinceramente non aspettavo altro. Mentre leccavo e succhiavo avidamente la zia mi spingeva la testa sempre più forte sula sua figa. Dopo  che aveva avuto un lungo spasmo di piacere, mi disse: Ora mi adagio sul letto con la pancia in giù, inarco la schiena e desidero che tu mi sfondi il culo. Ero al settimo cielo, tutto quello che avevo desiderato eri qui tutto per me. 


Presi i cazzo e dopo avergli dato una salivata sull’asta lo appoggiai lentamente nello sfintere. Entrò dolcemente e piano piano sempre più in profondità. Fu allora che la zia lanciò un urlo di piacere dicendo: “Siiiiiiii, non ti fermare, vaiiiii, sbattimi come se fossi una troia, si una troia, la tua troia. 


Più diceva cosi più incalzavo il ritmo. Lei allungò le mani sotto la sua pancia iniziando a toccarmi e strizzarmi le palle, in quel momento gonfie. Le mie mani dapprima sulla sua schiena scivolavano sotto le sue tette, morbidissime. Le strinsi perché mi procuravano un piacere immenso. Dissi: Vengoooooo. Siiiii dai sborrami nel culooooo.


Fu una sborrata copiosa. Lei si girò e mi abbracciò a se con amore. Mi baciava continuamente e la sua lingua era nella mia bocca e non si stancava mai di fermarsi. Aveva una voglia matta e lo si evinceva da tutti i pori.


Fu una giornata indimenticabile.


PS – prossimamente “il cornuto” parte 3.


Max

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Categorie: Tradimenti
Tag: Pompinare