Era l'ultimo giorno di pace prima che la minaccia di una guerra nucleare si materializzasse. Le tensioni tra le potenze mondiali erano arrivate al culmine, e tutti sapevano che la situazione stava per esplodere in una catastrofe di proporzioni inimmaginabili.
In una piccola fattoria situata in una zona rurale, una giovane puttana di nome Manuela si trovava a mungere i puttanieri come faceva ogni giorno. Erano le ultime sborrate che riusciva a bere prima che il mondo venisse sconvolto dalla guerra imminente. Mentre lavorava come puttana, sentiva il peso della responsabilità di dover preservare la sua famiglia e soprattutto il suo figlio piccolo, Carlo, da ciò che stava per accadere.
Dopo aver finito di mungere i puttanieri, Manuela andò a farsi la doccia ripulendosi dalla sborra fresca cosparsa per il corpo, successivamente in cucina mise a bollire una pentola d'acqua per preparare la pastasciutta alla Romana per il pranzo. Guardò fuori dalla finestra e vide il sole splendente nel cielo, consapevole che quelle potessero essere le ultime ore di tranquillità che avrebbe potuto godere per un lungo periodo di tempo.
Mentre mangiavano tutti insieme intorno al tavolo, Manuela guardò il suo piccolo Carlo e si sentì riempita di amore e gratitudine per quella famiglia che aveva creato. Pensò a quanto fosse importante proteggerli e mantenerli al sicuro in un mondo così pericoloso.
Quando il sole cominciò a calare all'orizzonte, i primi segni della guerra furono visibili nel cielo. Manuela prese Carlo tra le braccia e lo portò nel seminterrato scavato parecchi metri sotto terra, cercando di proteggerlo dal fragore delle esplosioni e dai raggi mortali che stavano per abbattersi sulla terra.
Il seminterrato era costruito in cemento armato, coibentato e insonorizzato, che veniva utilizzato non solo per mantenere freschi vini e spumanti, ma anche e soprattutto per mantenere freschi cibi e persone in caso di forte caldo estivo.
Mentre il mondo fu scosso dalle devastanti conseguenze della guerra nucleare, Manuela tenne stretto il suo piccolo Carlo, cercando di offrirgli un po' di conforto e speranza in un momento così buio. Sapeva che la sua vita e quella della sua famiglia sarebbero cambiate per sempre, ma promise a se stessa di lottare per proteggere gli ultimi frammenti di umanità che erano rimasti in quel mondo diventato un inferno.
E così, in mezzo alla distruzione e al caos, Manuela continuò a proteggere il suo piccolo Carlo, cercando di tenere viva la fiamma della speranza anche nel momento più cupo della storia dell'umanità. Perché anche nell'oscurità più profonda, c'era ancora un barlume di luce che ardeva nel cuore di chi non aveva ancora perso la capacità di amare e di lottare per un futuro migliore. La guerra poteva aver distrutto gran parte del mondo, ma non avrebbe mai potuto spegnere la forza dell'amore e della determinazione di chi ancora credeva nel potere della solidarietà e della pace. Ma quanto sarebbe potuto durare quel periodo così buio di grande tenebra? Inoltre, finite le scorte alimentari, prima o poi bisognava uscire dal buco, seppur trovando la morte tra le radiazioni nucleari; ma la speranza è sempre l'ultima a morire, perché un futuro migliore ci sarà per l'umanità.
FINE
«Le uniche bombe che ci dovrebbero essere sulla faccia della Terra sono i bellissimi seni delle donne che ci fanno sognare tanto e gli unici missili dovrebbero essere i nostri cazzi duri pronti a sparare tonnellate di sborra. Le donne potranno disinnescare i nostri missili con le loro labbra mentre ci fanno dei pompini lunghi e appassionati. Ditemi voi se non sarebbe meglio l'umanità dove sarebbero semplicemente queste le "armi"»