Il racconto dell'iniziazione al sesso di mia moglie. Scritto da lei, incitata da me a farlo, visto che non le piace molto scrivere. 


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Era l'estate del 95, in vacanza al paesetto dalla nonna, come ogni anno. Mi annoiavo. Fino all'anno prima ero una ragazzina scalmanata che faceva i giochi dei maschi. Ma quell'estate era tutto diverso, avevo "sviluppato", come diceva mia nonna. E quindi non dovevo più fare il maschiaccio. Ero una signorina. 
Mi erano cresciute le tette, poco. E avevo avuto le prime mestruazioni durante l'inverno. Insomma ero una donna. 
La cosa mi inorgogliva e mi faceva sentire grande, eppure gli adulti continuavano a trattarmi da ragazzina. 


Qualche ragazzo più grande iniziava però a guardarmi in modo diverso. Io controllavo gli sguardi di tutti quelli che incrociavo, e mi accorgevo se mi guardavano. Anche i vecchi mi guardavano. Poi distoglievano lo sguardo. Magari avevano trentanni, non so, per me se non avevano la mia età o quasi erano tutti vecchi. 


Avevo una cugina più grande, Alessia. Non eravamo mai state amiche. Lei era "grande". Erano solo tre anni, ma faceva la differenza. Quell'anno però mi prendeva più in considerazione e la cosa mi faceva enormemente piacere. Avrei fatto qualsiasi cosa per la sua amicizia.


Mi disse che mi ero fatta proprio carina e i suoi amici mi chiedevano di portare anche me quando andavano a ballare. Ovviamente la cosa mi emozionava e non vedevo l'ora, ma mia nonna negava il permesso.


Alessia mi raccontava quando usciva con gli amici, quasi tutte le sere, di quello che faceva e io stavo lì a pendere dalle sue labbra. Io avevo del sesso un'idea confusa. Quando lei mi diceva che in realtà non andava a ballare così spesso come raccontava, ma invece andava con il suo ragazzo che aveva la macchina da qualche parte in campagna, non è che capissi bene cosa andassero a fare. 


Per me un uomo e una donna si baciavano e il resto non era molto chiaro. I disegni che avevo visto, il pene, la vagina, uno dentro l'altra per far nascere i ... era diverso dall'amore. 


Alessia un giorno, eravamo a casa sua e eravamo sole, mi disse: vieni. Andò nella camera dei suoi genitori e da un cassetto, sotto la biancheria, tirò fuori delle riviste. 
"hai mai visto queste cose?" mi chiese. Io non capivo e scossi la testa. 


"guarda" e iniziò a sfogliare.
Un fotoromanzo. C'era un ragazzo in un parco che parlava con una ragazza con un cane, andavano in un bar e ridevano. Poi salivano su casa di lei. Era un paese del nord europa. Lei era mora, i capelli con la frangetta e era bella. Lui biondo quasi rosso, magro, non mi piaceva molto.  Si baciavano e iniziavano a spogliarsi. Lei rimaneva in mutandine, le sue tette erano pù grandi delle mie, il suo corpo morbido. Guardavo molto più lei che lui, anche lui in slip, il corpo spigoloso. 


Ricordo la sensazione di calore improvviso, una specie di tuffo al cuore, quando nelle pagine successive da quegli slip lei tirò fuori un pisello grosso, gonfio, pieno di vene, dritto e duro. C'erano foto in primo piano e ero affascinata da quell'anatomia. Ero come ipnotizzata. Un misto di schifo e di attrazione, avrei voluto distogliere lo sguardo ma non ci riuscivo. 


Lei si mise in ginocchio davanti a lui e iniziò a leccare quel grosso arnese paonazzo. 


Alessia disse "mica male eh? " ma non sapevo cosa rispondere perché a cosa si riferiva? Restai in silenzio. 


"Ti piace?" 
"mi fa un po' schifo..." dissi. 


"ehhh schifo... la prima volta forse, poi ti abitui e ti piace..."


Provai a immaginare cosa si provasse a leccare il pisello di un uomo. Mi vene in mente, forse perché un po' come tipo gli somigliava, uno zio. Scacciai il pensiero.


Le foto continuavano. Ora era lui che allargava le gambe a lei e la leccava. Questo mi faceva ancora più schifo. Vederne il volto e la limgua immerso nella sua vagina aperta! io mi ero guardata, anche allo specchio, ma mai avevo visto l'anatomia femminile così da vicino. 


Poi lui l'aveva messo dentro e si erano girati in varie posizioni sul divano, per terra, poggiati a un tavolino... lei poi lo aveva di nuovo preso in bocca e a un certo punto lei aveva il viso pieno di una crema bianca, mentre il pene era gonfio e rosso al massimo.


Sconvolgente. Mi ricordo perfettamente la sensazione di vedere lei che con la lingua raccoglieva delle gocce di seme e le gustava. La sua espressione almeno era quella di una che assaggiasse una cosa prelibata. 


Alessia: " quanta sborra..." Era la prima volta che sentivo quella parola. O meglio, l'avevo sentita ma non sapevo cosa fosse. Ora capivo. 


Dissi: "che sapore ha?"


Alessia fece la grande, esperta:" mmmm dipende... a volte è dolce, a volte amaro... dipende dagli uomini"


"Tu lo hai fatto?" chiesi.
"beh ovvio... a loro piace ... e mica puoi scopare con tutti..."


"io non ho mai fatto niente..."


"si lo avevo capito... per questo ti sto facendo vedere queste cose... perché se esci con un ragazzo che figura ci fai? e mi fai fare pure a me... "


"non so se sarei capace... non so come si fa..."


"ma è facilissimo... cosa credi... guarda..." andò in cucina e tornò con un cetriolo... "vedi? lo prendi con la mano e poi giri intorno con la lingua... poi lo avvolgi con la bocca e succhi, ma continui a girare la lingua... così..." e mi faceva vedere.


"Prova tu"


Il cetriolo era tutto bagnato della sua saliva ma non mi andava di farle capire che un po' mi faceva schifo e quindi appoggiai la punta della lingua così bagnato com'era. Poi iniziai a succhiare. Ma mi sentivo un po' ridicola.


"no, così non va bene" disse lei "bisogna essere più naturali. Allora facciamo che siamo in macchina, tiriamo giù i sedili, ci baciamo un po' e allora lui lo tira fuori e tu gli fai una sega"


Inutile dire che non sapevo nemmeno cosa fosse una sega.


Alessia si sedette sul divano e si mise il cetriolo nell'attaccatura delle cosce strette, portava i jeans, in modo che stesse verso l'alto, come un cazzo dritto. Prese la mia mano e la fece chiudere a anello intorno al cetriolo. 


"ecco, fai così, vai su e giù, inizi piano poi quando vedi che è duro puoi anche fare più forte...capito?"


Ero turbata. Imparavo cose nuove. Sentivo un calore che mi veniva dalla patata. Anche Alessia era rossa in volto e le brillavano gli occhi.  Mi impegnai in quel movimento.  Poi Alessia mi prese la nuca e mi spinse verso il cetriolo/cazzo. 
"Se non lo fa lui, ma lo fanno sempre, puoi farlo da sola... lecchi e succhi... se lui ti spinge troppo e ti arriva in gola glielo dici..."


Sentivo la mano di Alessia sulla mia nuca che mi spingeva e mi accarezzava mentre china su di lei baciavo e succhiavo quell'ortaggio. In realtà ero a pochi centrimetri dal suo ventre e ne sentivo il calore sul viso.


"questo si chiama bocchino, o pompino, è lo stesso... ma ora mi è venuta una voglia... a te no? vorrei proprio un bel cazzo vero ... mmmhhh "


Continuammo a guardare le riviste. Le altre non erano fotoromanzi ma c'erano scene di sesso. Ero frastornata. Guardavo avidamente tutto. Non mi ero accorta che Alessia aveva slacciato i jeans e con la mano era entrata sotto e si stava toccando mentre guardava le immagini.


"tu non ti tocchi mai?" mi chiese a bruciapelo.
In effetti mi era capitato di provare belle sensazioni stringendo le cosce forte, credo qualcosa simile allorgasmo, ma no, non mi ero mai toccata. Glielo dissi.


"Ti devo insegnare proprio tutto... " guardò l'ora, forse temeva che tornassero i suoi. Andò in un'altra stanza e tornò senza jeans ma con un vestititino scamiciato, leggero, che le arrivava al ginocchio. 


"così sono più libera..." si sedette di nuovo sul divano con la rivista in mano... "anzi no... tienila tu, sfogliala piano " 


Io ero seduta accanto a lei e sfogliavo la rivista, mentre lei si toccava con entrambe le mani fra le cosce. Io con la rivista non vedevo ma sentivo i suoi movimenti e i suoi sospiri. 


"dai toccati anche tu... da sola non ci riesco,,," disse. A me pareva che ci riuscisse benissimo. Lei intendeva che non riusciva a venire, ma io non lo sapevo.  


"Guarda" mi disse. E alzò la gonna, aprendo le gambe. Vedevo che si toccava e si accarezzava. Ero seduta vicino a lei e non davanti quindi vedevo poco, e poi allora nessuna si depilava e lei era molto pelosa. Mi arrivava il suo odore però e ero completamente nel pallone. Stavamo facendo una cosa proibita. Eccitante. 


Misi la mia mano nei pantaloni e scoprii che ero tutta bagnata. Era bellissimo. Ebbi quasi subito il primo orgasmo, cercando di trattenere i gemiti che mi venivano, ma Alessia venne insieme a me, quasi. 


"E' stato bellissimo" disse "a te è piaciuto?"  Io mi sentivo in paradiso, avrei voluto abbracciarla.


Tornai a casa che volavo. In poche ore avevo scoperto il sesso.  Non vedevo l'ora di farlo di nuovo. La sera nel letto lo feci due volte. 


Non vedevo l'ora di rivedere Alessia, ma passarono due giorni. Due giorni in cui mi masturbai decine di volte. Si era scoperchiato un vulcano. 


Quando rividi Alessia lei non disse nulla, parlava di altro. Io invece non vedevo l'ora di parlarne di nuovo e avrei voluto vedere quei giornali.  Alla fine mi feci forza e glielo chiesi, se poteva prestarmene uno. 
"non posso, sono dei miei, non sanno che li guardo... se se ne accorgono chissà che casino... però possiamo tornare a vederli insieme quando non ci sono. Domani pomeriggio, per esempio."


Attesi contando i minuti. Mi masturbai una decina di volte, credo.


Il giorno dopo andai a casa sua che non stavo nella pelle. Anche li però, perché non appena entrati mi disse "vieni" e mi portò in quella camera a prendere i giornali.


Iniziammo a sfogliarli avidamente. Stavolta entrambe avevamo la gonna e quasi subito prendemmo a toccarci.  A un certo punto, la folgorazione: c'erano le immagini di due donne che facevano sesso fra loro. Giuro che non lo sapevo che si potesse fare. 


"guarda queste due lesbicone..." disse Alessia "non capisco come fanno, senza un cazzo vero... tu lo faresti?" 


Mi prese alla sprovvista. Non sapevo cosa rispondere. Io non sapevo nemmeno come fosse, un cazzo vero. Dissi di no, boh, non so... 


"Proviamo" disse Alessia "tocchiamoci una con l'altra come se ci toccassimo noi... io tocco te e tu tocchi me..."


Eravamo seduteuna vicina all'altra, attaccate, la sua mano destra fra le mie gambe e la mia sinistra fra le sue. La sensazione di essere toccate da un'altra mano era elettrizzante, perché non sapevi mai cosa avrebbe fatto. Io ripetevo quello che faceva lei. Ci piaceva a entrambe, perché allargavamo le cosce e lei a un certo punto la mise sopra la mia. La sua pelle bruciava. Mi disse quello che le piaceva. 


"ma tu sei vergine, no?" mi chiese. E ovviamente lo ero. 
"io no" disse "quindi mi puoi infilare un dito dentro? per favore..." Lo feci e era bollente. Bagnata. Mi disse come le piaceva e la feci venire. Ero molto soddisfatta di me. Perché lei mi ringraziò e però disse" noi però non siamo lesbiche... è solo per imparare..."


Quando era girata portai il dito al naso, volevo sentire il suo odore, e senza nemmeno rendermene conto mi ritrovai a succhiarlo. Per la prima volta in vita mia mi sentii porca. Quella sensazione di fare una cosa sporca, sconveniente, e che ti piace. 


Avevo masturbato mia cugina, le avevo infilato un dito nella fica e lo avevo leccato. Ero lesbica? No. Non sentivo voglia di baciarla, o accarezzarla, di tenerezza. Avevo solo voglia di sesso. 


Dopo un paio di giorni finalmente mi mandarono a una festa a casa di altri amici. C'era Alessia e c'erano dei ragazzi. A uno piacevo. 


Io ero solo galvanizzata dal fatto che piacessi a un ragazzo. Non importava chi e come. Se io piacevo a lui allora lui piaceva a me. In realtà non era granché. Un tontolone, figlio di certi contadini del posto. Sicuramente più avvezzo a trattare con gli animali da cortile che con le ragazze.


A un certo punto Alessia mi disse: "andiamo in macchina alla panoramica..." Guidava il suo ragazzo e lei stava davanti con lui, io dietro con il tontolone.


In realtà andammo a una casa vuota che loro conoscevano. C'erano dei materassi. Una situazione squallidissima a ripensarci. Alessia e il suo ragazzo si chiusero in una stanza. Io e l'altro rimanemmo da soli. Lui non si decideva e non sapevo cosa fare. Alla fine mi diedi aria di esperta e spregiudicata e gli dissi, a bruciapelo" ti faccio un bocchino?"


Lui, me lo ricordo benissimo, arrossì violentemente, diventò paonazzo. Balbettò: "beh se vuoi..."


"allora siediti gli dissi... "mi ricordavo le tante immagini viste insieme a Alessia... "slacciati i pantaloni... se no come faccio?" 


Lui si tirò giù la zip e i pantaloni al ginocchio, ma senza togliersi le mutande.


"anche quelle... giù..." 


Lo fece. Ma invece del cazzo duro e grosso che mi aspettavo c'era una cosa che quasi scompariva fra i peli. Questo a ripensarci mi fa ridere, perché con la lezione del cetriolo, era stato facile: lo prendi in mano, fai su e giù, poi ti chini e lo prendi in bocca e succhi. Ma con questo coso come faccio?
Lo toccai timidamente con le dita. Non sapevo se dirgli di farlo drizzare? I maschi lo fanno a comando? non lo sapevo. Ci giocherellai con le dita e vidi che iniziava, a scatti, a crescere. Continuai a giocherellarci e diventò abbastanza grosso da poterlo stringere nela mano, ma era ancora mollo, non era certo come il cetriolo. Non potevo fare su e giù.


Ma continuò a crescere. Quel miracolo mi affascinava. Diventava sempre più grosso. Se prima lo tenevo fra le dita ora quasi non chiudevo la mano intorno. Mi trovai la mano tutta bagnata, facevo su e giù e la mano era lucida di quel liquido appiccicoso come la bava delle lumache. Ora era diventato duro e grosso. Ora si che era un cazzo.  L'odore che mi arrivava addosso era forte. Mi venne in mente l'odore dei bagni della stazione.  Mi disgustava e mi attraeva nello stesso tempo. Era una cosa sporca. Stavo facendo una "sega" e avevo un cazzo in mano come nelle riviste porno.  Mi misi più comoda e mi chinai verso quel cazzo. Lui non diceva niente. Non ricordo nemmeno che faccia avesse ma ricordo il cazzo. Allora non lo sapevo ma ero stata fortunata: il tontolone aveva un signor cazzo. Scuro, venoso, dalla cappella larga, non troppo lungo ma grosso. 


Insomma è stato il mio imprinting. Il suo odore mi avvolgeva. Sicuramente non si era aspettato che la giornata andasse in quel modo, e i ragazzi si sa, non sono molto puliti.  Dal suo pene mi arrivava il suo odore, misto a urina, in qualche modo mi ha marchiata. Sarà per questo che sono diventata una porca. Mi piacciono gli odori del sesso, mi eccito quando passo davanti ai cessi degli uomini. Un bel tronchetto di cazzo odoroso... è questo quello che mi ha "battezzata", capisci?


Mi sono chinata su di lui e ho preso a leccarlo. Un po' pensavo a cosa fare, ma penso che leccassi come un cane, impiastricciandomi tutta la faccia del suo liquido salato. Ma stavo scomoda e non riuscivo. Avrei dovuto mettermi in ginocchio ma non mi venne in mente. Così tutta storta riuscivo solo a leccarlo e succhiare la punta.


Allora finalmente il tontolone prese in mano la situazione. Si alzò in piedi e mi venne davanti. Io ero seduta su questo materasso per terra e finalmente, stando più comoda, appoggiai le spalle al muro, mentre lui era in piedi davanti a me, in una posizione a gambe aperte, per abbassarsi e stare a livello della mia bocca, come se pisciasse mi venne in mente.


Lo avevo davanti alla bocca tutto duro e bagnato. Aprii la bocca e lui iniziò a muoversi dentro di me. Non dovevo fare altro che tenere la bocca aperta e muovere la lingua. 


A un certo punto mi sentii scoppiare. Mi inondava di sborra, non finiva più di schizzare. Deglutire a bocca aperta è difficile ma lui non si tolse e ero come inchiodata al muro. MI veniva da vomitare con quella roba densa e bollente ma da brava mandai giù tutto come se fosse una cosa che facevo normalmente.


"scusa " mi disse "nn mi sono trattenuto" 


"e di che? buono..." risposi, come una esperta puttana.


Uscimmo dalla stanza e fumammo una sigaretta. Lui voleva abbracciarmi, goffamente. Ma ero piuttosto fredda. Avevo avuto quello che volevo. NOn era lui a interessarmi ma il sesso.


Quando uscì Alessia,con la scusa di andare a fare pipì ci appartammo. I maschi nel frattempo si raccontavano quello che avevano fatto, ma io non lo sapevo.


"allora ? come è andata? "mi chiese. 


"gli ho fatto un bocchino" dissi. Orgogliosa.


"così??? senza nemmeno conoscerlo? ma vi siete messi insieme?"


"eeh? no... lui non faceva niente e allora gliel'ho detto io..."


"ma sei matta? ahahhah sei una forza... non devi fare così però... devi tirarli un po' più a lungo... se gli fai un serivizietto mezzora dopo che l'hai conosciuto la prossima volta che gli dai, il culo?" 


Il culo? in che senso, pensai.


Ma va beh, ormai la cosa era andata. Il tipo ovviamente lo raccontò a tutti gli amici e in breve ero diventata "la bocchinara". C'era la fila per uscire con me. Anche gli sposati mi facevano il filo... diventai molto popolare in paese. 


Insomma... il mio primo bacio è venuto dopo il mio primo bocchino. Con ingoio. E questo fa di me un caso un po' particolare, no?


.......


Questa è l'iniziazione di mia moglie. Molto più giovane di me. Porca, perversa. E grandissima bocchinara. Oggi come allora.


Me lo sono scelta bene.