Quando l’ho incontrata la prima volta aveva 17 anni. Alta 1.70 circa, capelli biondo fulvo, un viso e un sorriso solari, qualche lentiggine sulle guance. Un paio di tette non enormi, ma tenere e sode allo stesso tempo, un culo, gambe e piedi perfetti. Un fisico eccezionale, o comunque un tipo che mi piace molto. Portava dei jeans molto attillati, un dolcevita nero, giubbotto di cuio nero, ma senza borchie e ammennicoli vari, scarponi punk neri. Aveva l’aria da studentessa apparentemente innocente, un po' confusa e timida, ma con uno sguardo già malizioso. Certo, da quella prima impressione, non immaginavo come mi avrebbe ridotto. Eravamo in un mall, reparto articoli sportivi. Io cercavo delle scarpe da running, lei da trekking. Dopo aver trovato il tipo che mi andava bene, per andare alla cassa passai distrattamente davanti all’angolo in cui si stava provando le sue. La vidi armeggiare con un calzascarpe, faticando e sbuffando.


-Vuoi una mano?   - le chiesi


-Ehm…no, sì cioè, grazie – mi rispose arrossendo. Mi inchinai per aiutarla a infilarle. “Ho un po' i piedi sudati…” mi disse arrossendo ancora di più.


-Non c’è problema – risposi sorridendo. Fu allora che scoprii due aspetti di lei: l’attitudine a dire quello che pensava, senza quasi filtri, e i suoi magnifici piedi. La loro fragranza, fatta di un misto di leggero sudore, nylon e cuoio, mi eccitò da impazzire. E lei se ne accorse.


-Prova a sfilarmi completamente il piede destro e a rimetterlo nella scarpa, mi disse con un sorriso soddisfatto.


Glielo sfilai completamente, lo massaggiai e non resistetti all’impulso di baciarlo. Rimase un po' a bocca aperta, ma notai che era molto compiaciuta. - Se vuoi puoi continuare – aggiunse ridendo un po' nervosamente – non ci vede nessuno…Sei un feticista dei piedi? – mi chiese improvvisamente. Poi, alzando goffamente la mano mi disse: “Scusa, non sono affari miei”


-Cosa ne sai tu di feticismo? – le chiesi, cercando per gioco di metterla un po' in difficoltà


-Niente…poco. So che alcuni uomini sono attratti dai piedi femminili. Tutto qui. È vero?


-Sì, è vero e ce ne sono molti di più di quanti tu pensi. Come li consideri?


-Cioè?


-Che parere ne hai? Sono persone normali, dei pervertiti, o cosa?


-Non so, non ho mai avuto un uomo così.


-Quanti anni hai?


-17. Tu?


-35


-Sei sposato? mi chiese e mentre lo chiedeva vedevo che già si era pentita di averlo fatto.


-No, assolutamente – risposi in modo categorico e non so perché usai quel tono. Forse perché iniziavo ad essere attratto da lei e volevo sgombrare il campo da eventuali equivoci?


-Ah...bene...cioè...sì, comunque sono fatti tuoi...


Ci guardammo per un attimo e poi cominciammo a ridere di gusto. Scoprii in quel momento un’altra sua caratteristica che mi affascinò subito: saper ridere sinceramente di tutto.


 


 


-Che scuola fai?


-Il penultimo anno di liceo…e nel tempo libero la escort.


-La escort? – la mia domanda rimbombò nel vuoto del locale.


-Sì. La puttana, se preferisci... – mi rispose con uno sguardo di sfida.


-Beh, però adesso esageri…- e sbuffai un po' infastidito.


-Hai ragione…- disse divertita, come se fossi caduto nel suo tranello - Però nella mia classe ci sono due ragazze che lo fanno.


-Sono carine?


-Molto…mi dicono che guadagnano un mucchio di soldi


-Buono a sapersi…allora ti chiederò il loro numero…


-Ok…e il mio non lo vuoi?


-Certo che sì, uscire con una simpatica e bella ragazza fa sempre piacere. Se non sono troppo adulto per te.


-No, mi piacciono gli uomini maturi…scop…


-Scopano meglio, volevi dire? Ma non mi avevi detto che non hai ancora avuto un uomo?


-Sì infatti…comunque non sono solo carina, ho anche un po' di cervello, tanto per chiarire.


-Volevo solo farti un complimento…non volevo offenderti


-Tanto lo so che voi uomini pensate solo a quello…


-Adesso sei ingiusta… - risposi un po' irritato


-Sì, scusami…adesso devo andare, ti saluto.


-Non mi hai detto il tuo nome, però


-Helen.


-Helen? Cioè Elena…


-No Helen, con l’acca inziale, rispose un po' seccata


-Ok


-E tu come ti chiami?


-Matteo


-Matteo…bello…


-Grazie. E le scarpe non le compri?


-Tornerò quando avrò i piedi meno sudati – rispose con una sonora risata


-Posso avere il tuo numero di cellulare?


-Ti do la mail, va bene?


-La mail? – chiesi un po' deluso.


-Sì, al primo incontro non puoi pretendere di più.


-Allora vuol dire che ce ne saranno altri?


-Vedremo…non ti montare la testa – mi rispose facendo schioccare la lingua in bocca. E mi diede la mail.