Guardavo Cinzia farsi la doccia, il suo corpo tonico e magro, il seno piccolo e sodo aveva capezzoli turgidi puntati verso l’alto. Lei mi vide e sorridendo si passò due dita tra le labbra della fica rasata, le allargò piano  e quando raggiunse il suo buchetto umido e caldo mi mostrò il suo clitoride duro. Le piaceva vedermi eccitato e guardarmi mentre il mio cazzo iniziava a diventare duro, gonfiando le vene della verga che irroravano la cappella. Mi scappellai davanti a lei e il viola scuro del mio cazzo duro la fece bagnare. Vidi i capezzoli indurirsi ancora di più mentre lei scorreva le dita della mano destra lungo i bordi della fica mentre con la sinistra si penetrava a fondo. Non ci si mise molto a farsi colare il liquido caldo della fica lungo le cosce mentre mugolava di piacere.


Contenta del primo impatto con il sesso della giornata Cinzia rapidamente finì di vestirsi e visto che la giornata primaverile invitava a iniziare a scoprirsi decise di non mettere i suoi collant a rete, che lasciò sul letto, e si infilò direttamente delle scarpe aperte che mostravano le unghie rosso vivo dei suoi stupendi piedini. Erano scarpe che esaltavano il suo arco e che alla fine della giornata amavo annusare a fondo per il profumo che i suoi piedi lasciavano sul cuoio. Uscì come al solito a furia.


A quel punto rimasi solo. Pensavo all’incontro del giorno prima con l’uomo che mi aveva masturbato sul bus e poi pompato il cazzo fino a farlo esplodere. Mi colava liquido pre-sborra solo all’idea di incontrarlo di nuovo. Allora presi la decisione. Decisi quel giorno che lo avrei fatto impazzire vestendomi come una puttana sotto i vestiti d’ufficio. Volevo mostragli di quanto potessi essere troia.


Presi lo smalto di Cinzia e mi feci le unghie dei piedi rosso fuoco, mentre aspettavo che si asciugasse lo smalto inizia a depilarmi intorno al cazzo e mentre il mio cazzo tornava libero di peli come quello di un adolescente mi eccitavo. Quando lo smalto fu asciutto mi depilai anche le gambe e misi della crema di Cinzia sui piedi, lungo le gambe e intorno al cazzo e alle palle. Decisi anche di rasarmi il buco del culo e profumarmi anche lì. A quel punto mi infilai i suoi slip e sopra il collant a rete. Mi guardavo allo specchio e mi sentivo puttana, quanto avrei voluto uscire con della scarpe con tacchi alti, ma proprio non se ne parlava. A mezzogiorno dovevo essere in ufficio per una riunione di lavoro. Mi vestii come sempre, ma questa volta sotto i pantaloni c’era una troia in calore che aspettava il suo primo cazzo.


Sull’autobus ci vedemmo subito. Lui mi aspettava di sicuro. Questa volta non ci dicemmo nulla, scendemmo al solito posto e ci infilammo nel portone. Ma non rimanemmo lì, scendemmo verso le cantine, dove non passava quasi mai nessuno.


Lui mi venne incontro e iniziò a slacciarmi i pantaloni, quando mi vide in calze a rete e con i piedi profumati e smaltati si tolse di corsa i pantaloni e fece uscire un bellissimo cazzo duro e caldo.  Mi disse che le puttane come me lo facevano impazzire e iniziò ad accarezzarmi il cazzo e le palle, mentre mi mordeva i capezzoli. Mi fece girare lentamente, con dolcezza, accarezzando il mio corpo, mi allargò leggermente le gambe e appoggiò la punta del suo cazzo sul buchetto umido e depilato del mio culo. Aveva con sé dell’olio con il quale si bagnò la sua verga venata e calda. Con cura iniziò a infilarmi il cazzo nel culo da vergine e puttana. Inizialmente provai dolore, ma subito dopo, quando la cappella si spinse e sentii il suo cazzo invadere il mio corpo, iniziai a muovermi piano. Le sue mani mi stringevano il cazzo e mi masturbavano mentre il suo cazzo duro sbatteva in un fantastico massaggio prostatico. MI possedeva con tenerezza e passione allo stesso tempo, mentre io gli dicevo, dai, spingi, sono la tua troia. Venimmo insieme in un mare di sborra. Io la sentii  invadermi dentro e riempirmi, mentre la mia gli inondò le mani. 


Ci rivestimmo con calma e in silenzio, felici di un segreto che rimaneva nascosto alle nostre donne, ancora eccitati dai nostri corpi e dalla certezza che avremmo avuto altre stupende avventure.