La mattina avevo fatto tardi ascoltando il giornale radio. Laura era uscita di corsa, avevo sentito il suo profumo allontanarsi ed il sottile rumore dei tacchi sul pavimento. Immaginavo i suoi piedi profumati fasciati dalle scarpe aperte e le sue dita strizzate dalla punta strettadelle scarpe eleganti. Mi ero leggermente eccitato al pensiero di lei. Prendeva l’autobus per arrivare in centro e certamente l’avrebbero notata e desiderata.
Spensi la radio e stavo per uscire dal bagno quando mi accorsi che aveva lasciato lo slip vicino alla doccia. Era un perizoma hot in pizzo bianco e il tessuto per intimo era traslucido e leggermente umido e striato dai suoi umori e dalla sua fica calda. Lo presi in mano e lo odorai con passione. Odorava di lei e leccandolo sentii il leggero salato della fica. Avevo il cazzo durissimo.
A quel punto mi accadde una cosa strana, mai provata prima. Infatti fui assalito dalla voglia di infilarmi gli slip di Laura. Così li presi e li tirai su lungo le mie gambe abbronzate. Il mio cazzo entrava appena e la cappella rossa, calda e leggermente umida in punta, usciva di lato e poi di sopra. Così presi una decisione assurda. Non mi tolsi i suoi slip e mi vestii, normalmente. Camicia, cravatta, giacca e pantaloni morbidi e sotto un perizoma di pizzo. Sapere che sotto avevo slip da donna mi rendeva stranamente eccitato e stordito.
Uscii dal portone e salii al volo sul solito autobus. A quell’ora era sempre un po’ pieno. Mentre pensavo alla strana situazione mi accorsi di quell’uomo vicino che guardava intensamente il bozzo dei pantaloni, dove il mio cazzo cercava di spingere. I pantaloni morbidi mostravano chiaramente la forma della mia verga e della mia cappella. Lui aveva capito che sotto portavo degli slip da donna? Ma come aveva fatto? Ero sempre più confuso. Era la prima volta che mi comportavo così.
Si avvicinò lentamente e approfittando di una improvvisa frenata mi venne vicino con la sua mano. L’aprì, lentamente, il suo palmo ormai era appoggiato sul mio cazzo che uscito dagli slip di Laura era ormai turgido e bagnato. La mano era calda. Sentivo il suo profumo e la pressione che faceva sulla cappella. Prese a massaggiarmi lentamente con il palmo aperto. Scorreva dalle mie palle alla punta del cazzo, lungo tutta l’asta dura e turgida. Alla fine mi strinse il cazzo forte e iniziò a segarmi. Ero confuso, impazzivo di piacere e voglia. Nessun uomo mi aveva mai toccato. Ero Alberto e Laura allo stesso momento.
Si avvicinò. Sentivo il calore del suo corpo. Mi sussurrò se volevo scendere alla fermata successiva. Lo seguii, confuso, bagnato, eccitato, duro da morire e decisamente troia. Entrammo nel portone di un palazzo disabitato. Lui non esitò un attimo. Con una masso rapida slacciò la cinta e tirò giù i pantaloni. Sorrise leggermente quando vide che indossavo slip da donna. Ma questa cosa gli piacque di sicuro. Mi disse “Sei una vera troia, lo sapevo”.
Iinziò a leccaremi il cazzo, prese in bocca la mia cappella calda che gocciva pre sborra come una fontana. Filamenti trasparenti e lunghi dal sapore squisito. Infilò la mia asta fino alla gola e succhiò così forte da farmi quasi svenire. A quel punto gli esplosi in bocca. Un breve fiotto di sborra calda, seguito da un fiume di sborra con uno, due, tre getti. Lunghi e caldi. Lui ingoiò tutto, fino all’ultima goccia. Mi diede appuntamento al giorno dopo. Mi avrebbe fatto sentire troia come mai. Io lo salutai e gli dissi di si. Ero perso… sognavo già il nuovo incontro. Desideravo il nuovo incntro.