Suona la sveglia cavolo è tardi, doccia rinfrescante, trucco mi vesto, calze a rete con giarrettiera, cosa cavolo metto ah si minigonna a ventaglio camicetta bianca scollata, tacchi neri a spillo, rossetto, corsa alle chiavi della macchina e via.
Cavolo è tardissimo, rimango inbottigliata nel traffico per un po, mio marito chiama rispondo dicendo che sono in ritardo e ci sentiamo dopo, arrivo in prossimità dell'ufficio svolto al garge delle auto scendo di sotto dei cartelli mi dicono di andare in fondo e non al miosolito posto, cavolo penso farò ancora più tardi, considerando che il mio posto è quasi affianco all'ascensore. Trovo un posto parcheggio, scendo e sculettando veloce sui tacchi mi avvio verso l'ascensore, si sentono rumori di ferri, martelli pneumatici, ma cosa sta succedendo oggi? una giornata storta, nervosa mi affretto a raggiungere l'ascensore, non rendendomi conto che sto passando nel mezzo del cantiere dove svolgono i lavori, ad un tratto sento un fischio di approvazione e un "wow", continuo a camminare veloce facendo finta di nulla
"Anto guarda che tette e che culo"
"mammamì che cavalla"
"ragazzi non distraetevi, signora facci presto a passare le passerelle non si fanno stiamo lavorando"
mi giro guardo il capo cantiere che aveva fatto l 'ultima affermazione dico mi scusi tanto e prendo l'ascensore, arrivo in ufficio e parlo con la collega, mi spiega che ci saranno dei lavori per i prossimi giorni e che dovremo parcheggiare su altre postazioni libere, la giornata procede senza intoppi, finisco alle 19 e mi avvio alla macchina. Arivata alla macchina mi accorgo di scritte sui finestrini, mi avvicino per leggere "troia ti sborrerei sulle tette", "voglio spaccarti il culo","con quegli occhiali ha propriouna faccia da troia", "ti sborriamo ovunque".
Senza pensarci più di tanto capii che erano stati i ragazzi dei lavori a farle che ricordando nella velocità erano belli grossi con bei fisici e tornando a casa rileggendo quelle frasi mentre guidavo mi bagnai, iniziai a masturbarmi e venni forte al rosso di un semaforo. Salutai mio marito cucinai e passai una serata piacevole, andai a dormire presto e gli ultimi pensieri furono rivolti aquei ragazzoni. L'indomani mi sveglio molto prima e inizio a prepararmi, solite calze a rete con giarrettiera, niente perizoma, mini gonna gessata blu scuro cortissima sopra gilet con bottoni avanti stessa fantasia giacca blu scuro a tajeur e trucco pesante.
Il viaggio in macchina passa tra pensieri osceni e dita nella fica, in lontanaza vedo l'ufficio giro e già so cosa devo fare, avrò il riscatto di quelle scritte, gliela faccio vedere io a quei muratori.
«belllissimo che lascia al lettore del racconto sul finale...............»