Scusate la lunga attesa. Mi sono preso una settimana di vacanze. Ecco l’ultimo capitolo della serie “Gli streamers”. Fatemi sapere se vi è piaciuta e vorreste un’altra serie di racconti. Scrivimi all’indirizzo email tivengo.inmente@gmail.com  
 
Le si contrassero tutti i muscoli facciali e scoppiò in una chiassosa risata liberatoria. Naomi era genuinamente compiaciuta perché stava ormai assistendo alla riuscita del piano. Insieme a Luca e Claudio non stava assistendo più, attraverso lo schermo di uno smartphone, a uno dei tanti preparativi: no, si poteva dire avesse vinto. Cosa aveva ottenuto? Per prima cosa l’umiliazione sessuale di una collega e “amica”; inoltre, dopo quel giorno si sarebbero di certo creati malintesi e inimicizie nella squadra avversaria aumentando così le probabilità per la sua squadra di trionfare nel primo torneo sportivo degli streamer italiani (significava soldi e reputazione).  La famosissima Capitan Mommy alias Vittoria Pannocchia, fra le prime streamer italiane in termini di followers, praticamente venerata all’interno del fandom di manga e anime a tema piratesco, era ammanettata e bendata su un sudicio materasso: oscenamente esposte le sue tettone e alla mercé di cinque uomini e una donna culo e figa. Si chiamava Michele il cinquantenne che stava trasmettendo quelle eccitanti immagini a Naomi.  



Era stata proprio la bionda a parlare di Michele a Naomi. C’era una ragione per cui il torneo sportivo era stato organizzato proprio nel resort pugliese: era stato raccomandato; due anni prima niente di meno che la Queen Vittoria vi aveva villeggiato d’estate e vi aveva conosciuto un affascinante lavapiatti barese. La streamer preferiva di norma rimorchiare per del sesso occasionale uomini di bassa estrazione sociale, a detta sua più facili da sottomettere; da quando aveva avuto memoria di un desiderio erotico aveva anche sviluppato un certo fascino per la dominazione femminile; solo che, come spesso accadeva, la ragazza aveva finito per accettare di essere la schiava sessuale e non la mistress nel rapporto. Di frequente capita che chi sia già frustrato per la propria condizione sociale o economica nella vita di tutti i giorni non voglia ricoprire di buon grado il ruolo del sottomesso anche a letto. Il porco aveva poi dimostrato di saperci fare e di tanto in tanto le aveva proposto giochi di ruolo e umiliazioni pubbliche. Vittoria non se l’era sentita di rinunciare in nome dell’orgoglio a un bel cazzo succulento e a degli orgasmi sicuri.  



Una volta Michele l’aveva convinta ad entrare in un Glory Hole Club, uno di quei locali dove la proprietà dispone una serie di bagni per vivere in anonimato un’esperienza sessuale intensa. Malgrado iniziali rimostranze e un carattere schizzinoso a fine serata la ragazza aveva accettato di entrare in uno dei bagni più lerci: delle mazze mezze mosce avevano fatto quindi capolino da buchi circolari sulle pareti e per non deludere l’amante aveva spompinato dei tipi ubriachi fradici e puzzolenti che a causa dell’alcol avevano impiegato una decina di minuti solo per arraparsi. 



Naomi non aveva dovuto far altro che avvicinare Michele, aveva tagliato corto ammettendo subito di sapere della loro speciale relazione: voleva suggerire all’uomo un’idea che di certo avrebbe apprezzato. Vlad il massaggiatore gli avrebbe fornito un luogo riservato per una gangbang, la sua schiava sessuale non si sarebbe tirata indietro di fronte a una appassionante e divertente gangbang. Come poteva tirarsi indietro? Avrebbe anteposto il suo orgoglio al piacere del master? Naomi gli aveva chiesto però due favori: alla gangbang avrebbero partecipato lo stesso Vlad, che doveva essere ripagato per aver offerto alla causa il magazzino della Spa, un ragazzo egiziano e una ragazza americana; a un certo punto poi, aveva spiegato Naomi, sarebbero stati sorpresi da Anna, una compagna di Vittoria, ma di questo Michele non doveva preoccuparsi. Claudio...O meglio, Vlad aveva dato appuntamento ad Anna all’ingresso del magazzino; non era necessario che Michele ne conoscesse la ragione, si sarebbe limitato a non fare assolutamente per nessuna ragione il nome di Naomi né ad Anna né a Vittoria.  
Forse vi chiederete se fosse Faiz il ragazzo egiziano che avrebbe dovuto partecipare alla gangbang. Sì, era lui. Vi chiederete anche come Naomi fosse riuscita a convincerlo a tradire la povera Carla per la seconda volta in meno di una settimana. Indovinate? L’aveva semplicemente tratto in inganno. Era riuscito a ottenere il suo numero di cellulare: quando il ragazzo aveva scoperto di aver ricevuto un messaggio proprio dalla ninfomane che gli era quasi saltato addosso, si poteva ben intuire, era sbiancato. Per poco non aveva neanche aperto il messaggio ma per fortuna l’aveva aperto. La streamer italo-giapponese aveva recitato quindi il ruolo dell’afflitta, della bimba pentita, gli aveva chiesto un incontro per rivolgergli le sue scuse di persona. Ovviamente Faiz si sarebbe dovuto presentare presso il magazzino della Spa un’ora prima di Anna; era in programma che lui si unisse alle danze... 



Il magazzino della Spa si presentava come un ampio garage. Umidità e disordine regnavano sovrani: macchie di muffa coloravano qua e là pareti grigiastre; cumuli di cose, accatastate su carelli metallici e armadi di legno, sembravano essere lì solo per prendere polvere. Però in un angolo, vicino al bagno di servizio, giaceva un vecchio materasso accanto a un termosifone, qualche sedia e un posacenere di quelli grandi da esterno: Vlad chiamava quest’angolo l’angolo di Vlad. Non si sa che altro utilizzo avesse oltre che a scopare. In effetti il massaggiatore l’aveva spesso utilizzato per potarci a fine turno qualche turista che aveva di giorno sedotto e consumare una o due sveltine nello squallore. Non si poteva certo dire che il vecchio e sudicio materasso non portasse i segni della sua gloriosa storia, come non si poteva certo dire che l’uomo svuotasse di frequente il posacenere. Aleggiava per tutto il magazzino un cattivo odore di muffa misto a un cattivo odore di fumo e di piscio. 



All’angolo di Vlad Vittoria era stata condotta già bendata, per la verità in quel momento avrebbe voluto avere anche le narici fuori uso. Michele aveva lasciato al padrone di casa l’onore di spogliare la ragazza e ammanettarla. Vlad non se l’era fatto ripetere: le aveva prontamente abbracciato con le mani grandi e nodose le enormi mammelle per poi quasi strapparle la maglietta di dosso; Vittoria si era lamentata per la rudezza e come risposta aveva ricevuto una pacca sul culo; Vlad si era limitato poi ad abbassarle la cerniera dei jeans e lasciar scivolare i jeans sotto le ginocchia insieme a un tenero slippino rosa per poi spingere la bionda violentemente giù pancia contro il materasso. 



Naomi rise quando vide Michele adagiare lo smartphone, da cui avrebbe seguito lo spettacolo insieme a Luca e Claudio, contro lo schienale di una sedia. Erano arrivati tutti i protagonisti di quella performance, si andava in scena... “Vicky, mettiti seduta!” intimò infatti Michele rivolgendosi alla bionda e alla compagnia, “Cominciamo con le presentazioni” aggiunse in tono perentorio “lui per primo”. Michele aveva deciso che dovesse essere proprio Faiz il primo a scopare la sua schiava, sarebbe stato più difficile tirarsi indietro in seguito. Sentitosi minacciato Faiz avanzò a passo svelto verso l’amica della fidanzata e riluttante tirò fuori il pisello moscio. Chiuse gli occhi, per farsi coraggio e per non dover incrociare gli sguardi degli altri. Le presentazioni sarebbero consistite in un rapporto orale. Vittoria aprì la bocca, tirò fuori la lingua e fece sparire come per magia il pisellino che a contatto con il suo palato assunse maggiore consistenza ma rimaneva comunque sempre piccolo. Per poco non fu sul punto di gridare “Datemi un cazzo degno di questo nome” ma così avrebbe peccato di inospitalità e Michele l’avrebbe degradata per punizione. In pochi secondi Faiz passò dal volersi aprire il cranio a martellate per il senso di colpa a volerne di più e quasi non si staccò quando Vlad lo spinse via. Era il turno di Vlad di presentarsi; dalla sua poteva vantare una verga di ragguardevoli dimensioni, adornata da diverse venuzze blu e una cappella rossa come una mela. Vicky, abituatasi ormai alle dimensioni modeste del ragazzo egiziano, quasi si strozzò cercando di ripetere lo stesso numero di magia: ne riuscì questa volta a far sparire solo metà dentro la bocca; come per chiedere scusa di non esserci riuscita, prese a leccare la grossa cappella con passione come si lecca un delizioso gelato; ci rimase male quando con la solita rudezza il massaggiatore slavo si ritrasse a un certo punto per far spazio a un terzo. Sarebbe toccato a Michele? Così sperò la ragazza per un istante. Furono i due amici del lavapiatti barese a farsi avanti, tutti e due insieme. Per la gangbang Michele aveva scelto e contattato gli amici che riteneva più adatti: Alfonso detto il Rocco di Bari Vecchia e Luigi detto Noci di cocco.  



Il Rocco di Bari Vecchia era un uomo calvo e glabro sui quarant’anni smilzo smilzo. Evidentemente orgoglioso del soprannome che gli avevano affibbiato gli amici e ancora più orgoglioso di ciò che rappresentasse si compiacque per l’espressione d’incredulità della streamer quando questa gli prese in mano l’attrezzo; cominciò a menarlo su e giù, lentamente, dolcemente, tirandogli un poco la pelle quando la mano spingeva verso la base e rivestendogli la capocchia quando la mano spingeva verso la punta. Il cazzo superava per lunghezza quello di Vlad e alla punta sembrò bagnarsi a causa del liquido pre-coito. Ci pensò Noci di Cocco a scopare la bocca di Vittoria, benché lo fece in un modo insolito. La ragazza si sentì tirata per i capelli e d’istinto aprì la bocca ma Luigi Noci di Cocco esordì con un tono di voce sornione: "Vediamo tesoro, se tu mi puoi aiutare”. Era un cinquantenne grassoccio e assai villoso (tutto l’opposto dell’amico): a ogni ragazza che conosceva domandava la stessa cosa, il suo sogno era trovarne una che riuscisse a prendergli in bocca anche una delle sue spropositate palle, da qui il suo soprannome. Per qualche minuto tirò in tutte le direzioni la testa della ragazza, strappandole anche un “ehii! Insomma?” e finendo per strusciarle su tutto il viso il cazzo, mentre cercava inutilmente di ficcarle dentro la bocca un testicolo. Troppo grosso. Mollò la presa insoddisfatto digrignando i denti.  



Finito il giro delle presentazioni Michele disse, non rinunciando a un tono perentorio e calmo: “Ora che ci conosciamo tutti, amici, servitevi liberamente. Come se la troia fosse di vostra proprietà!”. Se l’audio della chiamata non fosse stato disattivato a Vittoria sarebbe arrivata potente una risata di giubilo; Naomi aveva iniziato a fare il tifo da casa e s commentare ogni movimento; a Luca ricordava una matrona romana che assisteva divertita al massacro di una gladiatrice nell’arena.  



Ovviamente il primo ad avvicinarsi verso la gladiatrice fu il leone più impaziente, il leone slavo Vlad; già le aveva allargato le bianche e carnose cosce e si preparava a trapassarla da parte a parte con il suo grosso artiglio che Chloe gli gridò contro fermandolo “Wait, wait. I need her pussy”. Nel gruppo la più eccitata era Chloe. Le erano bastati un paio di colpi di lingua sulla fica per innamorarsi di Vittoria e ora voleva ricambiare il favore. Inoltre, l’americana sapeva che se non ci avesse pensato lei a lubrificarla per bene quei porci le avrebbero sfondato la fica a secco incuranti del dolore che avrebbe provato almeno all’inzio. Quindi Chloe si mise a carponi e cominciò meticolosamente un lavoro di lingua da 110 e lode: pulsava più intensamente ad ogni lappata e carezza il clitoride sotto di lei e la bionda emise gemiti sempre più forti di piacere. Ripresosi dal fatto di non averci capito granché Vlad scosse la testa in segno di disappunto ma non si diede per vinto: decise che avrebbe disperso il suo seme su quelle tette da vacca. 



Vittoria era sdraiata sul materasso, mani ammattate al termosifone dietro di lei e bendata, nuda, con le gambe larghe intorno al corpo di Chloe che le succhiava il clitoride. Lo slavo si inginocchiò premendo i glutei muscolosi contro la faccia, le afferrò e schiaffeggiò i seni e si preparò a spararsi una spagnola; Vlad strinse le mammelle intorno al suo membro e cominciò a muovere il bacino al ritmo della sua eccitazione. Ad ogni colpo il sedere si faceva più addosso al viso della bionda, il suo naso in mezzo alle chiappe venne invaso da un olezzo nauseabondo. Fu Michele a ordinare a Vittoria di leccare l’ano e lei passiva eseguì. Si sentiva umiliata ma quel che era peggio è che stava godendo, Il massaggiatore credendo che l’orgasmo fosse merito suo e non già di Chloe, che l’aveva sgrillettata e lappata per benino, intensificò il ritmo della spagnola e strinse con maggiore violenza i seni da vacca. L’uomo andò avanti per ancora qualche minuto prima di spegnersi in tre spruzzi che ricaddero sul triangolino di peli biondi sopra la fica, sulla pancia e infine perdendo potenza sul seno. 



Portato a termine il compito Chloe si buttò a sua volta sul materasso accanto all’altra ragazza e sfogò tutta la tensione accumulata in un forsennato ditalino. Si rifecero ora avanti puntando alla gladiatrice troia i due amici di Michele. Era un uomo semplice e corretto il Rocco di Bari Vecchia, aspettò che la ragazza si fosse ripresa dall’orgasmo per infilarsi un preservativo e accovacciarsi sul bellissimo corpo, madido di sudore e striato di sborra; cercò le sue morbidi labbra per baciarla e bussò due volte sul suo clitoride prima di penetrarla alla missionaria. Questa volta Vittoria era pronta alla penetrazione, o meglio la sua vagina lo era, e diede il benvenuto al nuovo arrivato con un gemito di piacere seguito da un “Si” smorzato dal piacere.  



Stavano appena cominciando ad accelerare la cavalcata che furono interrotti da Luigi Noci di Cocco. Se l’amico si stava prendendo la fica, lui si sarebbe preso il culo. Domandò a Michele: “La tua troia ha il culo ancora vergine?”. Quando Michele gli rispose di sì Luigi sorrise. Non voleva sentire una risposta diversa. Forse la ragazza provò a supplicare di avere il culo vergine ancora per un po’ ma non lo sapremo mai, le sue parole smorzate dai gemiti di piacere sempre più acuti. Vicky fu fatta alzare, per quanto permettessero le manette; nella nuova posizione fu fatta sdraiare sul corpo dello smilzo e glabro Alfonso mentre il gorilla dalle palle abnormi dietro di lei si preparò ad incularla senza vasellina e senza preservativo. Non solo stava per provare il sesso anale ma lo stava per provare in una doppia penetrazione. Il vantaggio della nuova posizione era semplicemente la possibilità di decidere lei quanto a fondo volesse il cazzo nella sua vagina ma sperò stringendo i denti che Palle Gonfie non si volesse vendicare per non avergli potuto prendere in bocca un testicolo. Luigi fu più gentile del previsto, si sputò su un dito e glielo infilò nel culo; solo dopo aver ripetuto l’operazione anche con indice e medio accostò all’ano il glande; fu come essere aperta verticalmente, Vittoria gridò e il suo culo aveva iniziato ad accogliere appena il glande; non poteva e non voleva però fermare il cazzo nella sua fica e sopportò. Pareva quell’estraneo volesse strapparle le viscere. Come se non bastasse sentì un terzo corpo sul suo viso, era Vlad; gli era tornato di marmo davanti a quella scena e aveva preso a segarsi a contatto con una delle guance rosse peperone della streamer.  
Potrebbe sembrare strano ma Luigi, Vittoria e Alfonso vennero quasi contemporaneamente; a iniziare la sequenza ad incastro fu Luigi; Vittoria fu sollevata dal sentirsi riempire di lava calda l’intestino perché poté liberarsi dall’uccello che le aveva sfondato malamente il culo e tornare a godersi l’altro uccello nella sua vagina; venne dopo pochi secondi di un orgasmo che animò tutti i muscoli del suo corpo in spasmi involontari; infine, il cazzo di Alfonso non resistette alle contrazioni di quella fica calda e sborrò. La ragazza si lasciò cadere sul materasso sporca di sborra dappertutto e dolorante, era sicura che non sarebbe riuscita a sedersi per almeno due giorni. Non fece nemmeno a tempo a sincerarsi se alla fine Vlad le avesse sborrato in faccia che fu trascinata ai bordi del materasso da altre due mani. Toccava ora al suo padrone godere, a Michele, Era stato ispirato da quella doppia penetrazione, ordinò a Faiz di toglierle le manette (anche in lui aveva fiutato un carattere passivo e docile). “Sandwich” disse in tono entusiasta prima di accompagnare i due compagni di gioco contro una parte, poi si rivolse a Faiz “sai come si fa, spero. Solleviamola”, Michele era un uomo abbastanza muscoloso e persino flessibile; Michele le afferrò le natiche, Faiz le gambe, insieme tirarono su la bionda.  



Vittoria s’impalò con il culo sul cazzo di Michele, accolse nella fica il pisellino di Faiz. Ora era già più abituata all’anale e la maggior parte del dolore che sentiva se lo trascinava dietro dalla prima inculata. Provò persino piacere ma più all’idea di essere trattata come un pezzo di carne, come una cagna senza voce in capitolo. Michele gli dava ciò di cui aveva bisogno e in cambio avrebbe munto tutti i cazzi che voleva; non sapeva, certo, che il ragazzo che le stava per lavare l’utero di calda sborra era il fidanzato della sua amica e compagna di squadra. Faiz la farcì per bene e lo seguì poco dopo Michele. La bionda ebbe il terzo orgasmo della giornata solo quando si riversò esausta sul materasso, questa volta poteva dire concluso il suo gangbang. Si portò le mani sul seno e sul viso, lo sperma si era indurito sopra la sua pelle; si portò una mano sul clitoride e con le ultime energie venne. Prima di addormentarsi pensò “spero mi sia rimasta una pillola anticoncezionale in valigia”, 
 
Michele chiuse la chiamata con Naomi. Naomi aveva già distolto lo sguardo dallo schermo. Aveva sognato l’umiliazione di Vittoria ma vederla era stata altra cosa. Trasalì Luca nel sentirsi toccare prima di realizzare che Naomi si trovata ai piedi del divano e gli stava sbottonando i pantaloni, “Dai, unisciti anche tu Claudio. Per oggi puoi svuotarti nella mia fica. Oggi si festeggia”.