Però Francesco, ormai al settimo cielo, ci sorprende con un ardito colpo di mano, anzi... di bocca: volta la testa dall’altra parte e, restando con le mani sulle mie cosce, approfitta del cazzo di Dario che, in realtà, si trova vicinissimo alla sua testa.
Il grosso pene di mio marito, spunta tra le gambe, nulla lo trattiene, ballonzola nel vuoto a ogni movimento del corpo, come una canna da pesca...
Francesco lo rintraccia mentre sciabola nel vuoto e lo agguanta con le labbra. Senza vergogna, senza preliminari, come un coccodrillo assalta la preda, aggancia il glande e se lo piazza in bocca. Dario, impreparato si blocca per un attimo; siamo sorpresi ma non lo tira fuori.
Nei contatti Francesco aveva fatto molti apprezzamenti, tali da farci capire che non aveva remore riguardo ad una certa bisessualità, ma vedergli prendere in bocca il “coso”, all’improvviso, sortisce un bell’effetto sorpresa...
Intuisco la perplessità di Dario: teme che la cosa, fuori dagli schemi che avevamo preso in esame, possa crearmi un certo fastidio...
Godendo del mio ruolo di “Regina”, percepisco di nuovo l’importanza del mio ruolo. Devo essere io a decidere!
Quei corpi sudati coi loro cazzi infervorati sono li, al mio completo servizio, felici di servire e di soddisfare i miei desideri di primadonna.
Allungo una mano verso il membro di Dario, lo prendo dalle palle e lo tengo fermo, con l’altra mano concedo una carezza al viso rasato del signor Francesco, poi con delicatezza ma con fermezza, raggiungo con le dita la sua nuca e lo spingo verso il bacino di Dario, Francesco non oppone resistenza e con voluttà inaudita, cede spazio fino alla gola al membro maschile.
Dario apprezza la mia concessione e se la gode, preme in bocca all’estraneo, che non si arrende e non si tira indietro.
E’ molto abile, e nonostante le dimensioni e la durezza, gestisce con maestria la penetrazione, facendosi entrare il pene tutto quanto. Dario esagera, è troppo arrapato, preme senza ritegno... si sente molto maschio, lo immagino. Francesco resiste bene alle spinte senza perdono ma quando Dario si ferma dentro, bloccandogli il respiro, cerca di resistere fino allo spasmo, poi con un sussulto, deve arretrare... rischia di soffocare e tossisce disperato
Ormai non ci sono più regole tra di noi.
Francesco affonda la bocca che gronda liquido, sulle mie mutande che sono altrettanto bagnate, mi morde il monte di venere senza farmi male, Dario gli preme il cazzo sulla nuca, mentre se lo masturba.
- Aspetta, - gli dice – ora ti faccio leccare la figa di mia moglie... – Facendosi spazio con le mani, mi toglie le mutandine, lasciandomi completamente esposta, a pochi centimetri da quell’uomo che quasi non conosco.
Mi piace! Divarico le gambe in maniera oscena, voglia che veda quanto è liquido il mio spacco in questo momento. Francesco comincia a bermi. Prende a succhiare con le labbra, mescolando la sua saliva al mio liquido trasparente e profumato.
Dario, senza ipocrisie, fa un favore a quel porco che pasteggia sulla mia figa e la spadroneggia con la lingua, gli apre la cintura e gli toglie i calzoni. Francesco lascia fare, gli apre lo spacco dei boxer; il pene di Francesco è a tre quarti, gonfio e rosso, non enorme ma gradevole.
Dopo che Francesco gli ha fatto il pompino, mio marito si sente più libero di agire, senza problemi glielo prende in mano, tirando fuori anche la grossa sacca coi coglioni.
Guardo la scena eccitata, ecco... ora i “miei” cazzi sono due...
Vedo che Dario: nel manipolare il maschio, finge un certo distacco, ma io so che anche lui non disdegna il rapporto con un altro uomo. Allungo la mano, voglio conoscere anch’io la “consistenza” di Francesco. Nonostante sia anziano, sentendo tante sollecitazioni, continua ad inturgidire l’erezione finché, in mano, mi ritrovo una verga notevole. Decido: voglio che Dario lo assapori.
- Prendilo in bocca – intimo a mio marito – dai...  – lo incito.
Dario ne ha una voglia matta, ora che può fare ciò che desidera, ne approfitta... Siede sul divano, al mio fianco, e fa in modo che Francesco, molli la figa e si metta dritto in piedi.
Rispetto a Dario, sono molto più in basso, sono poggiata sulla schiena col sedere quasi fuori, resto là, languida... mi concedo una pausa contemplativa.
Ora l’uomo è davanti a noi, mio marito gli toglie le mutande.
Il prepuzio, anche se parzialmente, copre ancora il glande; sulla testina una gocciolina trasparente, di piacere. Dario si avvicina delicatamente, lecca, poi succhia...
- Umh! – ho un sussulto violento appena vedo mio marito fare il “bocchino”: uno spettacolo terribile e affascinante al tempo stesso.
Dario tende la mano, cerca la mia, poi si avventura oltre, arriva alla vulva. Me la spalanca con le dita, mi tira verso l’alto. Capisco il messaggio, vuole che ci dividiamo, da bravi amanti, il pompino.
Francesco non chiede di meglio che passarci il cazzo, da una bocca all’altra.
- Siete fantastici – sussurra, mentre tiene gli occhi chiusi con espressione estasiata.
Quando decido che tocca a me godere della situazione, fermo il gioco: Dario deve ritornare un maschio pieno di desiderio, lo invito con le mani e lo faccio alzare.
Ora i miei due uomini sono in piedi, addosso hanno soltanto le canottiere e i cosi di fuori... i “pesciolini”, mi eccita ricordare i termini dialettali della mia gioventù... quante volte durante le sere d’estate, nei vicoletti, l’amichetto di turno mi aveva oltraggiata, chiedendomi spudoratamente di fargli “il pesce in mano”, presto, presto... per paura di essere scoperti.
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