Capitolo 3
Luca e Claudio si fecero trovare nel luogo stabilito alle ore 17:00 in punto. Si sarebbe presentata Naomi? Magari li aveva solo presi in giro. Probabilmente tutta la storia del piano era stata messa in piedi per punirli a causa del loro voyeurismo. Luca cominciava a vergognarsi un po’ per essere stato così credulone. Però non poteva essere! La ragazza era parsa così seria e sincera.
Infatti, Naomi sbucò poco dopo da dietro fugando ogni dubbio. “Eccovi qui” disse sorridendo appoggiando le mani sulle spalle dei due ragazzi. Indossava un largo vestito bianco, due ballerine rosse dello stesso colore del rossetto; al collo una collana di perle. In realtà quello stile di vestiario insolito stonava un poco con la sua persona. Claudio continuava a fissarle l’Ammazzadraghi di Gatsu che aveva tatuato sull’avambraccio muscoloso.
“Quindi oggi metteremo giù il primo tassello del nostro piano” aggiunse ora abbassando leggermente la voce in modo che non fosse udita d’altri che dai due ragazzi.
“Da quando è diventato il nostro piano?” provò ad interrompere Luca. Però Naomi aveva già cominciato a spiegare cosa avrebbero dovuto fare alla SPA: “Vi ricordate quanto ha detto ieri Anna in merito al massaggiatore? L’ho convinta a prenotare per quest’ora un massaggio e a richiedere espressamente di lui per la...diciamo, eccezionale bravura. In questo momento lei sarà già nuda distesa sul lettino e con gli occhi chiusi in attesa di un caldo massaggio”.
“E cosa c’entriamo noi?” proruppe confuso Claudio.
“Ho poi convinto Vlad a prendersi una breve pausa. Ovviamente senza avvertire i suoi superiori. Lo sostituirete voi, stando attenti questa volta a non farvi scoprire. Il primo ad entrare in sala sarà Luca, avrà premura di spegnere tutte le candele e donerà ad Anna un emozionante massaggio. Anna farà di tutto per farsi mettere le mani ovunque, questo è chiaro. Si precipiterà quindi anche Claudio. Il suo compito è duplice: voglio che sborri sulle mutandine di Anna. Sono sicura che gradirà e sarà un piacere per lei tenerle tutta la sua sera. Claudio dovrà anche segnare su un foglietto il suo numero di cellulare. Fingeremo sia Vlad. Lei non ha il suo numero. Questo ci tornerà utile”.
In tutta onestà sia a Luca che a Claudio cominciava a piacere il cosiddetto piano. Non avevano capito bene dove Naomi volesse andare a parare ma si sarebbero limitati a ignorare il problema. Si infilarono nella SPA con la velocità di due gazzelle e grazie alle indicazioni di Naomi raggiunsero la porta di legno dietro la quale Anna aspettava con gli occhi chiusi. Entrò per primo Luca come pattuito; soffiò le candele in modo che la sala fosse più buia possibile e s’applicò sulle mani un olio caldo.
La ragazza era distesa a testa in giù sul lettino, braccia inerti lungo i fianchi e gambe leggermente divaricate; come prescritto dal regolamento e dal buon senso Anna aveva levato la sua biancheria e indossava unicamente un perizomino di plastica monouso. Se avesse potuto farsi luce con una candela si sarebbe goduto un bello spettacolo. Ad ogni modo, già così se la poteva immaginare bagnata e bellissima. Un profumo di donna misto al profumo dell’olio riempiva stanza e narici.
“Abbiamo un’ora, giusto?” domandò con voce rilassata Anna.
Istanti di panico. Se Luca avesse risposto avrebbe di certo tradito la sua identità. Per la ragazza lui doveva rimanere Vlad il massaggiatore professionista. Non rispose sperando che non fosse necessario, iniziò subito il massaggio. Pose tutta la sua attenzione sulle mani che calò a palmi aperti sulle scapole di Anna; come aveva visto in qualche film applicò una leggera pressione con i pollici e sempre con i pollici prese a delineare immaginarie onde concentriche. Le spalle della donna erano fredde e poté notare un iniziale e quasi impercettibile sussulto ma il corpo sembrò poi abbandonare ogni rigidità. Anna sembrò gradire. A testimonianza di ciò vibrò nell’aria un mugugno di piacere, il primo di una lunga serie.
Dalle spalle Luca risalì verso la nuca, con una mano afferrò e strinse delicatamente il collo di Anna mentre con l’altra mano le raccolse i capelli e li scostò di lato. Altro mugugno di piacere! Chissà quale immagine aveva proiettato sulla scena la mente della giovane. L’improvvisato massaggiatore dovette ritrarre per un momento le mani che iniziavano a sudare. Riprese immediatamente l’attività, questa volta facendo scivolare le abili mani dalla schiena al fondoschiena. Un terzo mugugno gli dava il permesso di inoltrarsi ancora più giù ma Luca desistette. Non era ancora il momento. Era trascorsa mezz’ora. Decise di continuare il trattamento sui polpacci di Anna; erano polpacci allenati e duri; si dedicò poi a caviglie e piedi. Luca non era mai stato un feticista; eppure, ricavò un raro senso di appagamento dall’accarezzare le piante dei piedi. I piedi di Anna erano lunghi per essere femminili, ad occhio poteva calzare un 38 o anche un 39; doveva essersi infortunata diverse volte a causa dello sport perché un paio di dita sembravano essersi rotte in passato,
Il ragazzo prese lentamente coscienza che il corpo sotto di sé non era più un mero oggetto di desiderio sessuale e non era mai stato solo il primo tassello del piano, se ne stava prendendo cura. Voleva baciare quelle cosce, mordere quelle chiappe... Però i pensieri vennero bruscamente interrotti dalla stessa Anna; si era girata su un fianco ed ora era posizionata sul lettino pancia in su. Giusto...Anna aveva richiesto un massaggio completo. Ora da Vlad si sarebbe aspettata anche un happy ending. Per fortuna era buio pesto e Anna manteneva gli occhi chiusi come ebbe modo di verificare. Infatti, il ragazzo cominciò la seconda parte del massaggio toccandole il viso; dopo aver controllato che gli occhi fossero chiusi indugiò con il pollice destro sulle labbra; di tutta risposta Anna aprì la bocca, glielo baciò e glielo succhiò. Ora la ragazza s’era fatta più audace e sapeva di poter prendere l’iniziativa. Sollevò le sue braccia dal lettino e con le sue mani intrecciò le mani del sedicente massaggiatore accompagnandole sul seno.
Istintivamente Luca prese come ad impastare quelle piccole e morbide tette, i capezzoli turgidi. Ora i versi di piacere di Anna s’erano trasformati in gridolini. Luca realizzò che però i gridolini potevano essere uditi fuori dalla porta e avrebbero potuto insospettire qualcuno: così impiegò una mano per tappare la bocca dell’amante mentre con l’altra ancora una volta cambiò obiettivo. Era il momento. Scivolò con la mano destra sul pube dell’amante, giocò per qualche secondo con le grandi labbra e inserì prima l’indice e poi anche il medio nella fica fradicia.
Alle sue spalle Claudio si era già fatto strada come un agile ninja fino alle mutandine di Anna. Non sapeva quando questo fosse successo, non se n’era accorto. L’amico si stava facendo luce con la torcia del telefono; mentre si godeva il bollente massaggio si stava masturbando. I due amici volevano entrambi prendersi del tempo, Luca per il ditalino e Claudio per la sega. Tuttavia, grazie proprio alla torcia di Claudio i ragazzi realizzarono che l’ora a loro disposizione si stava esaurendo. Dovevano affrettarsi a portare a termine i rispettivi compiti.
Alla luce il corpo di Anna risplendeva di una sua bellezza sacra e profana, osservandola chiunque non avrebbe chiesto altro che di poter estinguere il proprio desiderio in lei; i pantaloni di Luca sembravano fare una gran fatica ormai a contenere il drago, se liberato avrebbe potuto finalmente riversare fuoco a volontà sul folto cespuglietto di pelo rosso. Non potendo cedere Luca intensificò il ritmo della penetrazione con indice e medio. L’asciugami sotto Anna zuppo del suo succo. Infine, venne. Pochi secondi e Claudio sborrò sulle sue mutandine una quantità esagerata di sperma. Era chiaro perché il Riccio si segava tre volte al giorno, le sue palle contenevano un torrente in piena.
In un batter di ciglia i due impostori si precipitarono fuori dalla stanza e dalla SPA. Noemi era lì ad attenderli. Evidentemente la diavolessa aveva calcolato le tempistiche. Li abbracciò come se si trattasse di amici di lunga data:
“Dai, su. Aperitivo al bar, offro io. Mi racconterete com’è andata...”
CONTINUA
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