Speravo di trovare nella mia vita una Dalila prima o poi, una donna così non ti fa stancare mai di vivere con lei. Scendo dal piano di sopra, dove si trovano le camere da letto e raggiungo la cucina giù al pianterreno; il pigiama ancora spiegazzato dalla lunga notte di folle sesso che abbiamo trascorso, scendo affamato e la trovo indaffarata a lavare i suoi piatti della colazione. Anche lei con il pigiama, magliettina maniche corte e pantaloncino. L’abbraccio da dietro e ci baciamo con passione. Le mie braccia avvolgono quel seno sodo e prosperoso che la notte prima avevo visitato in lungo ed in largo con la mia lingua. Il mio ventre si poggia delicatamente al suo culo bellissimo, quasi marmoreo. Non sono mai sazio di fare sesso con Dalila e lei lo sa bene. Sembra disegnata da un fumettista di manga giapponesi. Si libera dal mio abbraccio e si gira, abbracciandomi a sua volta. Il nostro bacio diventa sempre più caldo, le nostre lingue si inseguono vorticosamente, le nostre bocche sono sempre più umide della saliva dell’altro. Di colpo si ferma e la sua bocca si stacca: lei sa cosa voglio, io so cosa mi aspetto: si mette in ginocchio, mi abbassa i pantaloni del pigiama, gli slip e prende in mano il mio cazzo, che inizia ad indurirsi. Lo prende in bocca, a lei piace sentire la mia erezione crescere dentro di sé, così inizia a spompinarlo fino a fargli raggiungere le massime dimensioni. Il mio cazzo non le entra più in bocca per intero, così è costretta a lasciarne una parte fuori ed inizia a lavorare di lingua delicatamente sulla mia punta, con i suoi occhi spalancati e dritti verso i miei. Godo, mi fa godere tanto, il mio respiro è sempre più frequente. Con una mano mi tocca delicatamente le palle, con l’altra mi sega mentre la sua lingua lavora per bene il mio glande, che sembra dover esplodere da un momento all’altro. Dopo qualche minuto non sono più in grado di resistere, mi scoppiano le palle, le dico che sto per venire, dandole la possibilità di allontanarsi e lavorare solo di mano, ma lei imperterrita continua ed anzi aumenta la frequenza del suo pompino fino a quando le svuoto tutto il contenuto dei miei testicoli dritto dentro la sua bocca. Dalila non accenna ad allontanarsi, smette di menarmi il cazzo ma resta con la sua bocca avvinghiata al mio glande, continuando a succhiarlo. Infine, quando sente che l’ultima goccia del mio seme è uscito dal mio corpo e che il mio membro inizia a perdere turgidità, delicatamente apre la bocca, mi fa vedere il suo contenuto e poi lo tira giù tutto, regalandomi il piacere degli occhi dopo avermi concesso quello della sua bocca.

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Categorie: Confessioni Etero
Tag: pompino