Prima e ultima volta. Era settembre, iniziava la scuola ed io, appena sedicenne, approdavo al primo anno di ITIS . Marco lo incontrai alla fermata del bus, ci conoscevamo di vista e non eravamo proprio amici anzi…avevamo spesso “combattuto” battaglie con le cerbottane, era con una mia compagna di classe…unica ragazza su 28 allievi, loro due si conoscevano, così iniziammo a parlare tutti e tre, ironizzando sulla coincidenza appena scoperta. Salimmo tutti sullo stesso autobus ma Valeria scese molto prima di noi, così continuammo a chiacchierare, ricordando tra l’altro le feroci battaglie via contro via. Prima di prendere direzioni diverse mi disse che quel sabato al campetto di calcio non lontano, la squadra di quartiere avrebbe effettuato dei provini e se mi andava di andarci con lui, ci pensai un attimo poi accettai. Il sabato ci incontrammo direttamente al campo, lui era in tuta e senza borsa, portava gli scarpini a tracolla…mentre io, avendo già fatto parte di piccole squadre di quartiere, ero in jeans e maglietta ma con tutto l’occorrente nel borsone. Appena finita la partitella scelsero coloro che potevano presentarsi agli allenamenti, gli esclusi potevano cambiare sport…io fui tra gli esclusi, in effetti giocai di merda, era troppo tempo che non toccavo un pallone… stesso destino, però, toccò a Marco…mal comune mezzo gaudio mi dissi. A quel punto non restava che farsi una doccia e leccarsi le ferite così mi diressi negli spogliatoi mentre Marco, che non aveva il necessario per docciarsi, mi seguì per farmi compagnia. Lo spogliatoio, se così possiamo chiamare un capannone pieno di spifferi con docce senza acqua calda, era alla mercé di chiunque, tant’è che mentre mi asciugavo notai due ragazzine, non avevano più di dieci anni, sghignazzare guardandomi…concentrandosi sulle parti basse. Ci incamminammo con Marco in direzione casa, abitava nella via parallela alla mia, e gli chiesi perché non si era portato l’occorrente per la doccia… M- Credevo non ci fossero le docce…e pensare che a casa stiamo rifacendo il bagno e mi tocca lavarmi a pezzi I- Ma se vuoi puoi venire a casa mia a fare una doccia M- Noo grazie, non voglio disturbare. I- Ma non disturbi, i miei sono fuori per il fine settimana e mio fratello lavora. M- Non so…va bene, sono troppo impolverato. Ci dirigemmo verso casa mia commentando ironicamente le rispettive prestazioni sul campo. Entrammo in casa, posai la borsa e gli mostrai il bagno… I- Puoi usare il mio accappatoio, è pulito M- Ma tu non fai la doccia? I- L’ho già fatta al campo….anche se l’acqua proprio pulita non era.. M- Vabbhè allora rifalla…mica ti vergognerai? I- Ma no…figurati…al campo anche due ragazzine m’hanno visto nudo…scoppiai in una risata Lui, parlando, si era tolto la tuta e i calzoncini ed aveva aperto l’acqua perché venisse calda, così cominciai anch’io a togliermi i jeans, quando mi voltai vidi che si era tolto anche gli slip…mi soffermai a guardargli il pene…era strano…floscio ma con una cappella molto grossa…i testicoli calanti…lui notò che lo stavo osservando e si voltò. Mi tolsi i boxer ma con imbarazzo…avevo il sesso irrigidito, non eretto ma eccitato….Marco sicuramente notò la cosa ma non mostrò alcuna reazione. Entrammo nella vasca e ognuno cominciò a docciarsi, scambiandoci il braccio doccia di volta in volta…poi… M- Vuoi una mano per lavarti la schiena? Cominciai ad avvertire un disagio…ma anche curiosità I- Ma no, non preoccuparti, ci riesco… M- Figurati… Riempì di sapone il palmo del guanto di spugna e cominciò a strofinarmi la schiena…muoveva la mano circolarmente inizialmente sulle spalle ma scendendo lentamente verso i lombi…fino a massaggiare i glutei… avevamo corpi completamente privi di peli...se escludiamo il pube ove vi era qualche piccolo ciuffo. Per un attimo smise…ma capii perché…si era tolto il guanto e con la mano nuda passava all’interno dei glutei, sfiorando ripetutamente il buco del culo...soffermandosi prima con il polpastrello per poi andare oltre massaggiandomi i testicoli…il mio pene era ormai duro...la pelle, arretrata, aveva scoperto completamente il glande...mi voltai leggermente e notai che anche il suo cazzo era turgido, la cappella enorme...con un gesto che non avrei mai immaginato di poter fare spostai la mia mano sinistra su suo pene...lo sentii caldo, strinsi quell’enorme cappella...cominciando un movimento verso la base sentivo scorrere le vene e il glande tra le dita. Preso dall’emozione mista a disagio non mi ero reso conto che il suo carezzare intorno al mio culo in senso rotatorio si era interrotto...e che un dito era penetrato per almeno un centimetro...stavo provando un piacere inaspettato...che aumentò di colpo quando il dito penetrò fino in fondo iniziando un movimento ritmico... Lentamente mi chinai voltandomi verso il bacino di marco...ora potevo osservare quella enorme cappella turgida da vicinissimo...il pene non era grande e il glande risultava decisamente sproporzionato...spostai con le dita della mano destra la pelle tutta indietro mentre con la sinistra ero finito a massaggiare le palle che ora erano salite...non più flosce e cadenti...mi avvicinai con le labbra a quella testa turgida e la feci scivolare in bocca sentendo il glande riempirmi...cominciai un lento movimento avanti ed indietro avvertendone grandezza e sapore...non sapevo cosa fare con la lingua. Ero durissimo, e desideravo con forza toccarmi...ma le mie mani erano impegnate...la destra, con pollice, indice e medio, stringevano la base del pene spingendola verso il pube...con la sinistra avevo preso a massaggiare le sue palle spostando le dita verso il perineo, sfiorando anche il buco del culo...sentendo sotto le dita le grinze della pelle... Sentivo il suo pene duro e teso...temevo mi venisse in bocca di li a poco e l’idea del suo liquido in bocca non mi piaceva, così arretrai lentamente la testa e estrassi la cappella dalla bocca... Marco capì...lentamente mi alzai...lui tentò di baciarmi ma mi scostai...paradossalmente pur avendo tenuto il suo membro in bocca, baciarlo non mi piaceva... Si spostò...si mise alle mie spalle...con la mano sinistra mi poggiai alla parete e con la destra cinsi il mio pene spostando la pelle fino a scoprire ancora completamente il glande...ero durissimo...la cappella era gonfia e sensibilissima...Marco era poggiato con tutto il corpo dietro di me...sentivo il suo membro tra le natiche...mi inchinai, volevo sentire l’enorme cappella sfiorare il culo ed il retro dei testicoli...la mano che prima si muoveva sul mio cazzo la portai nell’inguine e poi, scostando i testicoli, afferrai con le dita la testa del pene che avevo tra le cosce...volevo il suo sperma...mossi la cappella verso il mio buco...lui, lentamente, iniziò ad affondare l’asta...l’enorme cappella si faceva strada tra le piccole pieghe del mio ano...cercai di rilassarlo il più possibile ma era la prima volta che un pene mi penetrava...il dolore ora era più forte del piacere...di quel piacere provato in solitaria con il mio dito...poi solo poco prima con il suo... La cappella penetrò...la sentii tutta dentro di me...Marco affondò i cazzo fino al pube...iniziando un movimento che mi dava un piacere inaspettato...il dolore sembrava essere sparito...ero certo che quel movimento, lui, lo avesse già fatto molte altre volte nonostante i suoi sedici anni...mi afferrò per i fianchi e cominciò a spingere più forte e più velocemente...sentivo che stava per venire...provai a stringere il culo sul suo pene...lo sentivo durissimo...mi penetrava con forza e con un ritmo crescente poi...diede due forse tre spinte fermandosi...sentii il pene contrarsi...era venuto dentro me... Mi scostai voltandomi...mi chinai su quella cappella umida...lo presi tra le dita, lo strinsi muovendo la pelle dalla base alla cappella per far uscire le ultime gocce ma lui...sborrò ancora...lo schizzo mi finì tra naso e labbra...non ebbi il coraggio di assaggiarlo anzi mi pulii. Lui si voltò...poggiandosi alla parete mise la mano sul gluteo desto e lo allargò chinandosi leggermente in avanti...ero ancora chinato, portai il volto verso le sue natiche...poggiai la lingua sul buco leggermente divaricato...lo inumidii...passai più volte l’indice della mano destra sulle piegoline affondando leggermente il polpastrello...ero così eccitato che avevo paura di venire senza toccarmi...mossi la mano verso le sue palle, le presi in mano, le carezzai, passai le dita sul suo cazzo umido ma non ancora floscio... Mi alzai...lentamente aprii il suo gluteo sinistro, tirai tutta la pelle del mio membro indietro fino a scoprire completamente la cappella e poggiai il pene sul suo culo umido della mia saliva...Marco inarcò la schiena e sposto il bacino verso me penetrandosi senza che io mi fossi mosso...aveva il culo stretto...cominciò un lento movimento ficcandosì tutto il mio membro dentro, fino alla base...ci vollero solo pochi colpi prima che io sentissi l’orgasmo pervadermi...lui capì, estrasse il pene dal culo e, chinandosi verso di me, lo prese tra le labbra...succhiò e mosse la lingua portandomi all’apice del piacere...sborrai dentro la sua bocca...Marco non si staccò...assaporò il mio sperma...le sue dita scorrevano su e giù sull’asta...voleva fino all’ultima goccia. Il piacere, di li a poco, ci abbandonò riportandoci alla “realtà”...mi pervase una stranissima sensazione mista tra piacere, vergogna e senso di colpa. Ci rivestimmo...guardai ancora il suo pene floscio con quella enorme cappella... Lo salutai imbarazzato...lui, senza voltarsi se ne andò e fu l’ultima volta che lo vidi e la prima e ultima volta di un rapporto con un ragazzo. Storia vera di Anonimus.
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Aggiunto: 5 anni fa
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«Se gli piaceva tanto quella grossa cappella, perché ha smesso di rivederlo? Ma , non credo in tutto!!!»
«Racconto eccitante»
«Bellissimo racconto.....mi ha ricordato un esperienza simile....»
«Grazie giovannastory, mi è accaduto davvero.»
«Frumos»
«Bel racconto, molto eccitante e realistico.»