Melania era moglie e complice della sua vita da vent’ anni, se quella cosa non aveva uno scopo, voleva dire che doveva preoccuparsi, non per le corna, ma perché sua moglie era completamente impazzita.
Sbuffando di rabbia repressa si mise più a suo agio per seguire quello spettacolo che sembrava più un film che la realtà.
Melania intanto aveva tolto del tutto la camicetta e l’ aveva riposta su una panchetta del giardino. Quanto era bella!
Adesso più di prima, con il solo reggipetto e la gonna stretta e fasciante, si stagliava alta e statuaria, mentre i seni cercavano di esplodere dalle coppe che li serravano a malapena.
Osservando attentamente, Osvaldo si rese conto che l’ altro uomo era eccitatissimo e sbavava letteralmente a vedersela vicino, però non si muoveva di un centimetro, probabilmente era stato ammaestrato a restare immobile se non voleva che il sogno svanisse.
Ora Melania, sempre con movimenti molto fluidi e un po’ da zoccola, si stava facendo scendere la gonna, lentamente, giù giù liberando pian piano lo spettacolo delle mutandine chiare, modello perizoma, il reggicalze semplice e le calze eleganti.
Osvaldo non potè trattenersi dall’ intostare lentamente il cazzo nei pantaloni, e sbirciando con attenzione si rese conto che anche l’ uomo grasso, bloccato alla sua macchina, aveva un bitorzolo gonfio, che si notava di sopra i calzoni.
Melania continuava ad esibirsi per quel coso … quel grosso coglione, ma, finalmente gli venne in mente … probabilmente anche per suo marito.
Passato il primo scatto rabbioso lui non poteva che ammettere che in altro caso, se lei voleva davvero scoparsi l’ altro, avrebbe potuto farlo dove meglio le pareva e quando le faceva più comodo.
Il marito non l’ aveva mai controllata, né seguita, né bloccate nelle sue iniziative personali.
Oppure, per assurdo, era stata talmente furba da pensare di farsi quell’ uomo in modo facile e poterla fare franca, che lui la scoprisse o no.
Ecco: se lui non c’ era e non si accorgeva di nulla, lei poteva nascondere comodamente l’ accaduto, mentre in caso contrario, poteva sempre raccontare che aveva fatto sesso col grassone, per far avverare i desideri reconditi di suo marito.
Pensieri da troia … e che fosse una troia lo dimostrava quello spettacolo stupendo che aveva appena inscenato per l’ uomo e per suo marito, nascosto sul tetto.
Melania languidamente, con le mani a coppa si raccolse i grossi seni e li fece trasbordare dal reggipetto, uno dopo l’ altro. I capezzoli erano rigidi e turgidi, si vedeva che era molto eccitata.
Ancora e piano, si tolse le piccole mutandine … era tanto appetitosa con quella fighetta piatta e piccina, con solo uno sbaffo di peli scuri al centro, come una virgola che volesse indicare dove voleva ricevere il cazzo.
Si girò più volte su se stessa, languida e sorniona, con un sorriso abbozzato e libidinoso, che Osvaldo non le conosceva.
L’ altro voleva morire, era evidente. Si contorceva continuamente, obbligato al suo posto, e dallo sguardo ottuso e attonito, sembrava quasi in ‘trance’.
Non sentì le parole, perchè Melania parlò a voce bassa, ma probabilmente dovette impartirgli qualche ordine preciso … o un permesso: dato che, immediatamente, l’ uomo incurante di trovarsi all’ aperto e in un luogo a lui estraneo, con gesti grossolani si liberò dei pantaloni, incespicando sulla ghiaia col rischio di cadere.
Lo stesso fece con la camicia, restando vestito in modo squallido, con le scarpe e i calzini bianchi, uno slip bianco che si fermava sotto il pancione e la canottiera di cotone, che ne copriva il fisico osceno.
Non aveva fianchi, il petto era grosso e ricordava quello di una matrona, il culo stretto e piatto, evidentemente peloso, a completare il quadro un paio di brutti occhiali da miope si perdevano sul faccione rasato.
Osvaldo rise tra se, ripensando a una battuta che aveva pronunciato molte volte: ‘La bella e la Bestia, insomma!’
Unica nota eccitante in quel quadro disperato era lo slip, che non riusciva a stare al suo posto perché veniva spalancato sul davanti da qualcosa di grosso che desiderava di esplodere, evidentemente.
Era il membro di quell’ uomo, eccitato all’ inverosimile da sua moglie e che tra poco lei stessa avrebbe visto dal vivo, per forza di cose.
Questo pensiero fece rimescolare la pancia di Osvaldo, si sentiva male e si eccitava allo stesso modo, dovendo accettare l’ ineluttabile destino che stava per compiersi.
Era certo che sarebbero accadute una serie terribile di cose davanti ai suoi occhi e che lui non sarebbe intervenuto, restando impietrito da un piacere doloroso, viscerale, che lo bloccava come fosse legato. Destinato ad assistere alla scena di un altro, e ‘quale’ altro poi, che si sarebbe goduta sua moglie e che le avrebbe provocato il piacere, esplorandola in tutto il corpo, toccando le parti più intime e segrete, sporcando le sue parti più recondite con la sua bava eccitata e, magari, con il suo sperma.
Quell’ energumeno scacciato dalla sua vita come un cane bastonato più di venti anni fa, adesso, grasso, brutto, e più osceno di prima, si sarebbe preso la sua vendetta e nel peggiore dei modi, ne era certo.
Era evidente che non era stato lui a cercare Melania, ma che la sua stessa moglie lo aveva contattato per donargli tutta se stessa e tutto il piacere che lui non poteva nemmeno permettersi di sognare.
Era come se quell’ uomo fosse stato baciato dalla sorte, come se avesse vinto al gioco …
Per anni aveva desiderato Melania e chissà quante seghe si era tirato pensando alla figa di sua moglie, senza poterla neppure accostare, ed ora, improvvisamente, lei era li, nuda e disponibile, pronta a prendere piacere dal suo membro e a donargli il suo corpo per fargli sfogare la sua voglia di farsela.
Osvaldo intanto ipnotizzato da quella situazione, non poteva farci niente e desiderava solo aspettare che tutto si compisse dinanzi ai suoi occhi per soffrirne, godendo.
Melania adesso si era abbassata in avanti, a novanta gradi, voltando le natiche verso Nicola, si aprì con le mani la vulva per fargliela vedere, lui si contorceva in modo pietoso, era vulnerabile e osceno in quella squallida tenuta, seminudo in quel giardino estraneo, come se anche lui fosse sottoposto dalla donna ad una irrinunciabile, eccitante, tortura.
Il marito credette di non farcela quando vide Melania accostarsi a Nicola e parlargli sorridendo, capì subito cosa si erano detti, perché la donna gli permise di lasciare il posto che gli aveva riservato e, portandolo, per mano, lo condusse, poco più in là, presso l’ albero di noci che svettava sul sentiero.
La posizione era proprio di fronte a Osvaldo, che pensò che fosse stato fatto apposta, infatti si vedeva benissimo ciò che accadde: Nicola aveva le mani sui fianchi e, di sicuro, l’ ordine di non toccarsi, Melania invece si chinò con disinvoltura e gli cercò il membro nello slip, per poi tirarlo fuori e raccogliere il bordo dello slippino dietro la sacca delle palle, in questo modo tutto il pacco di Nicola era in piena evidenza.
Osvaldo si sentiva morire: Nicola aveva un bestione tra le cosce, un bitorzolo grosso e nodoso, che sembrava l’ apice di un randello.
Non era lunghissimo, anche a causa del pancione che lo opprimeva di sopra, ma era veramente grosso, infatti Melania, che subito lo prese in mano, non sarebbe mai riuscita a chiuderne la circonferenza con le dita.
La donna, come trattasse con un bambino, gli teneva il cazzo puntato in avanti, standogli a fianco, e con l’ altra mano gli carezzava il culo peloso. Sapientemente non gli dava fretta, sembrava una mammina che fa fare la piscia al suo piccolo.
Aspettava, senza emozione, che Nicola trovasse la concentrazione necessaria per pisciare, Osvaldo pensò addolorato alla sicurezza con cui si era mossa; conosceva bene il cazzone di quell’ uomo e chissà quante altre volte lo aveva già fatto.
Nel silenzio della sera che incombeva, tutto tacque per un paio di minuti poi, finalmente, un filo di orina sgorgò dal buchetto di quel pene e lo liberò in una lunga e copiosa pisciata.
L’ eccitazione aveva ormai avuto effetto anche su Melania, la donna si sentì ‘padrona’ del suo schiavo, come ai vecchi tempi. Era abituata a castigarlo, comandarlo, ma anche a coccolarlo amorevolmente come un bambino disubbidiente.
Si abbassò con la bocca per raggiungere il pene, che ancora gocciolava, e iniziò a leccarselo, per pulirlo accuratamente da ogni residuo di pipì: Con la lingua scavava intorno al prepuzio, penetrando ogni interstizio tra la pelle e la testa del cazzone di Nicola.
Poi, ritornò verso l’ auto e ordinò a Nicola di levarsi anche le mutande.
Osvaldo guardava e arrapava, sorpreso dallo spirito di iniziativa di sua moglie, quasi involontariamente si ritrovò col pene fuori dalla patta e cominciò a carezzarselo, mentre fissava quelle scene raccapriccianti.
Inaspettatamente Melania entrò nell’ auto dalla porta posteriore e armeggiò all’ interno per aprire il vetro dello sportello. Nicola, come un povero burattino, ma col cazzo sempre tosto, se ne stava li, in attesa di capire cosa avrebbe potuto aspettarsi da quella donna meravigliosa … che, ne era certo, sarebbe stata ancora una volta tutta sua.
Gli girava la testa per la gioia e l’ emozione, pensò disgustato a sua moglie, la donna scialba e insignificante che lo aspettava a casa.
Melania si rivolse ancora al grassone, ma Osvaldo non poteva sentire, quindi spiò la scena con attenzione, stranamente Melania era salita nella macchina … ma da sola.
Vide Nicola avvicinarsi allo sportello inferiore, da quella posizione gli voltava le spalle: era orrendo con le sue esagerate maniglie dell’ amore, le spalle pelose sotto la canottiera bianca, di sotto indossava solo i calzini e aveva ancora le scarpe ai piedi.
Vide che una volta arrivato presso lo sportello, si posizionava rispetto all’ auto in maniera strana e scomoda, come se volesse accostarsi più del necessario. Si sollevava lievemente sulle punte e si vedeva che le due chiappe pelose si muovevano, come a cercare una posizione comoda …. ogni tanto stringeva il culo come per aiutarsi a spingersi in avanti.
Che cazzo accadeva?
Si chiese Osvaldo, vedendo che l’ omaccione semi nudo non trovava pace, sembrava volesse entrare nello sportello e si agitava; poi, guardando meglio, capì.
Melania era comodamente seduta come una passeggera, ma da dentro la macchina gli stava facendo ...
lex-la-spacca-da-dietro
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Aggiunto: 9 mesi fa
Utente:
«eccitante»