Di notte
In questo scritto racconto quanto avvenne molti anni fa, quando ancora non esisteva il web.
A quei tempi convivevo con la mia futura moglie in un attico in una zona popolare di Roma ovest. Il quartiere Non era proprio malaccio, ma le palazzine erano costruite molto vicine tra loro.
Il nostro appartamento era piccolo ma aveva un gran terrazzo che avevamo reso un vero giardino pensile.
Abituati a vivere liberamente, con le siepi e varie piante avevamo una discreta privacy.
Un difetto purtroppo c’era, la casa era posizionata in una conca e d’estate non circolava molta aria e di notte la casa era molto afosa, di notte mantenevano sempre le finestre aperte sperando in un rinfrescante venticello notturno.
L’unica porta finestra non coperta agli sguardi esterni era quella del saloncino dove eravamo soliti vedere la televisione.
La mia compagna impegnata in un lavoro da turnista si assentava da casa diverse notti a settimana. Dopo cena ero solito guardare la televisione in sala a luci spente sdraiandomi comodamente sul tappeto posto proprio di fronte la portafinestra aperta. A quei tempi la TV era di una noia mortale e spesso mi guardavo un video porno, allora il web non esisteva.
Logicamente il video era la scusa per giocare col mio pisello. Cosa che avveniva regolarmente con una certa consuetudine e prassi. Pensavo che il buio totale mi oscurasse dai dirimpettai del terrazzo di fronte e fosse complice del mio autoerotismo.
Una sera sdraiato a gambe larghe con il cazzo in mano, mi accorsi di una puntina rossa nel terrazzo di fronte, tipico colore di una sigaretta accesa.
Nel buio non si individuava chi fosse, rimasi sorpreso e mi ritrassi sottraendomi alla vista del voyeur. Dopo pochi minuti cercai di scoprire chi fosse il mio ammiratore, ma lo sconosciuto fumatore aveva lasciato la postazione.
Dopo qualche giorno la situazione si è ripetuta, dopo un po’ che ero a cazzo dritto, tenuemente illuminato dalla tele, ho visto accendersi la sigaretta. Per la prima volta consapevole che il mio dirimpettaio era volutamente lì a guardare continuai a giocare col pisello , anzi mi misi in una posizione più esplicita a favorire lo sguardo interessato al mio cazzo. Questa chiara offerta non indusse il mio estimatore a muoversi, ma anche lui consapevole di essere stato scoperto rimase lì esposto ma celato dal buio della notte. Io allungai il gioco rallentando il movimento della mia mano aspettando una mossa del guardone per capire quando e fino a dove portasse questa situazione. In effetti speravo che la persona nel buio facesse qualcosa di simile a me, o mi si mostrasse per giocare vicendevolmente col proprio corpo, purtroppo rimase solo un guardone della mia masturbazione. Dopo essermi abbondantemente masturbato e aver palesemente eiaculato , una volta a pisello ammosciato vedevo la lucetta rossa volare via e lo spettatore svanire.
In realtà non sapevo chi abitasse in quell’appartamento e nei giorni seguenti cercai di scoprirlo. Con una certa difficoltà venni a conoscenza che nell’attico difronte abitava una famiglia con due figli piccoli. Era evidente che l’ammiratore del mio divertimento potesse essere solo uno dei due della coppia.
Ormai ci prendevo gusto a esibirmi e il mio guardone era puntuale, come si accendeva la tele si accendeva la sigaretta. Come si accendeva la sigaretta il mio cazzo era in visione riservata a lui.
Osai di più, una sera, senza avvertire la mia compagna della presenza di un ammiratore coinvolsi la mia compagna in giochi vari ma sempre esposti alla visione esterna . La luce rossa era sempre lì presente per tutta la durata del nostro amoreggiare. Esposi non solo il mio sesso, ma feci in modo che fosse da ammirare un sontuoso pompino ed anche una bella e pelosa figa aperta alle mie dita. La visione doveva essere piaciuta molto, perché nei giorni seguenti intravidi la solita luce rossa in attesa della spettacolo che io volutamente non facevo cercando di individuare e in qualche modo coinvolgere lo spettatore.
Studiai il modo di anticipare le mosse per scoprire chi fosse il guardone, da dietro la siepe al bordo del terrazzo una domenica vidi la coppia che abitava in quell’appartamento. Due persone di una semplice normalità, eppure uno dei due era un appassionato guardone del mio pisello e delle mie esposte eiaculazioni. Mi piaceva così tanto essere al centro dell’attenzione e avendo un interessato voyeur mi eccitava l’idea di non far terminare lo spettacolo serale.
L’ appetito vien mangiando, così decisi di provocare il notturno guardone e cominciai ad espormi volutamente a quella finestra anche durante il giorno, visto che di notte piacevo perché non testare cosa potesse succedere di giorno? Semplicemente nudo o a cazzo dritto e gonfio, alcune volte a masturbarmi come di notte durante il giorno mi esponevo per far cadere in trappola il guardone, e alla fine ci riuscii.
Una mattina, nudo col pisello bello gonfio, intravidi lei che mi guardava di sottecchi. Evidentemente aveva un po’ di vergogna a farsi riconoscere. Io le sorrisi allargando le braccia offrendo una totale visione del mio corpo e del mio eccitato sesso ai suoi occhi, come fosse una tacita accettazione dei nostri ruoli.
Lei imbarazzata per non essere oscurata dalle tenebre notturne, ma finalmente alla luce del sole sorrise e ricambiò il saluto allargando a sua volta le braccia.
Consapevoli del nostro piacere segreto, continuai a mostrarmi ai suoi occhi anche di giorno. Una sera ripetendo il nostro rituale, televisore acceso, sigaretta accesa, ed io esposto ai suoi occhi, intravidi che lei aveva una vestaglietta aperta davanti e che timidamente mi offriva di guardare il suo corpo. A dire il vero non era una bellezza da copertina, ma quello che mi colpiva ed eccitava era di averla psicologicamente coinvolta nel gioco.
Fu una estate piena di piacevoli serate…….
Leopil