Entro in casa e ti trovo vicino alla porta, hai la mini nera di pelle, stivali oltre il ginocchio con tacchi immensi, top nero, e i capelli raccolti in una coda altissima. Mi sovrasti di almeno 30 centimetri.


"Ti sembra questa l'ora di arrivare?"


Il tuo frustino sibila nell'aria per finire sulla tua mano con atteggiamento minaccioso.
Ora ricordo, mi avevi chiesto di arrivare prima per essere accompagnata al centro commerciale, sono in ritardo di almeno mezz'ora.


"Scusa Gattina c'era traffico e non c'era campo per telefonarti".
"Lo sai che le tue inutili scuse non fanno altro che peggiorare la situazione."


Mi leghi le mani dietro la schiena con la sciarpa di seta che ti ho regalato a Natale, mi fai mettere in ginocchio sul tappeto con la pancia sulla penisola del divano perché possa vedere bene l'orologio sul muro. Mi abbassi pantaloni e mutande in modo rude, sminuendo la mia mascolinità, con l'elastico dei capelli mi stringi i testicoli che iniziano a formicolare.


"Guarda bene l'orologio, ogni volta che la lancetta dei secondi passa su un numero riceverai una frustata, quando passa sul 12 la frustata è su quelle inutili palline che ti ritrovi."


Tremo perché non è una minaccia ma la dura realtà, spero che la tua punizione non sia troppo intensa, che ci sia un poco di gentilezza in te.
Inizia il supplizio e prosegue per tutti i 30 minuti che avevo di ritardo, mi obblighi a contare i colpi che ricevo scandendo ad alta voce il numero, va da se che i multipli di 12 sono i più difficili da dire, 330 frustate sul mio sedere anche se sodo per lo sport, lasciano il segno nella pelle e nell'anima ma soprattutto 30 sui testicoli ti provocano un dolore acuto e persistente che si irradia dall'inguine al cervello.


"La colpa è solo tua, se arrivavi in orario tutto questo non succedeva."


Il sedere mi brucia e le palle vanno a fuoco, tu presa a compassione mi spalmi una crema lenitiva massaggiando delicatamente le mie ferite e oltre, finito il massaggio aiutato dalla crema inserisci nel mio retto un plug di medie dimensioni e pretendi che ti ringrazi.


"Grazie Gattina, me lo sono meritato."


Mi permetti di andare a dormire ma non posso togliere l'ingombrante oggetto che mi hai messo dentro fino a domani mattina, se in un controllo a sorpresa mi trovassi senza raddoppieresti la punizione, mentre mi incammino verso il lettino degli ospiti vuoi puntualizzare la tua dominanza.


"Caro, domattina voglio la colazione a letto, servita in costume adamitico, otto e trenta puntuale, non un minuto prima non uno dopo."


Sotto le coperte penso,


"Quasi quasi domani le porto la colazione alle nove."


Un saggio diceva:
"Puniscine uno per educarne cento e incuriosirne mille."

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Categorie: Bondage e Sadomaso