Salve a tutti i miei lettori... Con questo racconto ho provato a cimentarmi in un genere erotico diverso dai miei preferiti, e anche i protagonisti faranno qui il loro esordio. 
Vediamo come e se riuscirò a trasmettere quelle emozioni che alcuni di voi hanno percepito nelle mie storie precedenti, se avete dei consigli sono sempre ben accetti. Grazie in anticipo...



1. Da dove tutto ebbe inizio.


Francesco si era appena svegliato nel suo letto, cullato dal tepore "animale" emesso per tutta la notte dal suo corpo nudo.
E sì, perché il nostro protagonista aveva da tempo abbandonato l'uso del pigiama e della biancheria intima, e se fosse stato per lui anche di giorno si sarebbe liberato di ogni indumento.
Per il resto, in casa non c'era nessun problema poiché la sua vita sociale era ridotta pressoché all'ambito lavorativo e a poche altre occasioni che si concedeva.


Ebbene, Francesco – così si chiamava – era un uomo sui 55 anni, alto più o meno 1 metro e 65 per 65 chilogrammi, occhi e capelli castani lunghi fino a toccare le scatole, e barba incolta.
Per ciò che riguardava gli altri dettagli fisici, era di carnagione abbastanza chiara, ed aveva un torace ampio su cui si stagliavano pettorali che potevano benissimo richiamare quelli di una donna – valutabile in una prima misura –, con delle piccole areole e dei capezzoli bruniti che bastava un niente per farli diventare turgidi e suscitare in lui una forte eccitazione.
Scendendo oltre, aveva dei fianchi piuttosto tondeggianti e delle maniglie dell'amore che erano un tutt'uno con il ventre: in esso, spesso era difficile distinguere lo stomaco (che "saliva” fin sotto le mammelle) da quell'area dell'addome situata sotto l'ombelico, anche a causa di una costipazione cronica di cui Francesco soffriva...
E lì sotto, ecco ciò che lo faceva soffrire non poco. In mezzo a una fitta boscaglia fatta di pelo riccio e irsuto, giaceva nascosto un pene che al massimo dell'erezione non superava i 15 centimetri...
Cosce piuttosto grosse e polpacci forti conducevano giù sino a dei piedi che calzavano un "40".
Per finire, il "lato b" era alquanto informe...


2. Un fortuito incontro.


Così, una domenica pomeriggio, Francesco decise di andare al cinema. Al suo paese, c'era una prima visione di un film poco conosciuto, "Coming out", ma pur di uscire di casa tutto andava bene.
Fece il biglietto e si accomodò nella sua poltroncina, in una sala mezza vuota. A un certo punto, andò a sedersi accanto a lui un uomo che ad occhio e croce doveva avere più o meno la sua età.
Alto sul metro e 70 centimetri, una folta chioma bianca, barba e baffi sale e pepe, anch'esso non proprio palestrato.
Ben presto le luci si spensero e la pellicola iniziò a portare sullo schermo immagini inequivocabili. Francesco si era sbagliato di grosso, poiché il film aveva una chiara connotazione a cui lui non aveva mai pensato. 
Ad ogni modo, decise di vedere come andava a finire, ma prima dell'intervallo si sentì uno strano "peso" gravare sul suo pacco... Abbassò lo sguardo, e si avvide che la mano del suo vicino gli stava stringendo i genitali da sopra i pantaloni. Quell’uomo, era talmente preso dal film che aveva sentito il bisogno di tramutare la finzione in realtà...
Francesco era imbarazzato, ma riuscì lo stesso a scrollarsi di dosso quell'intruso per poi alzare gli occhi e voltare la testa.
L'altro, sorpreso dalla reazione, non trovò di meglio che fargli un sorriso ammiccante; quindi, prese da una tasca un pezzo di carta e si mise a scriverci sopra con una penna, e infine si concentrò nuovamente sulla pellicola.
All'intervallo, gli passò davanti per uscire, e lasciò cadere quel bigliettino tra le gambe di Francesco, il quale lo raccolse e tentò di richiamarlo ma inutilmente.


Tutto questo gli sembrò tanto assurdo che se lo girò e rigirò tra le mani per tutto il secondo tempo, e solo alla fine trovò il coraggio di leggerlo...
Su quel ritaglio di giornale tutto stropicciato c'era scritto:


"MI CHIAMO ALESSANDRO. VAI SUL FORUM “COMING OUT” E CERCAMI... SO CHE CI SEI PURE TU...".


In effetti, da un po' di tempo Francesco si era iscritto a quel forum che l'altro aveva citato neppure in modo così sibillino per passare il tempo, e in uno slancio di trasgressione aveva inserito anche una sua foto nuda a figura intera.
Doveva essere davvero qualcosa di coinvolgente, tanto che lo stesso Francesco – guardando la sua immagine sullo schermo come se si trattasse di un'altra persona – aveva provato un'eccitazione incontenibile...
Evidentemente Alessandro – giunto lì per caso – lo aveva riconosciuto subito, e non voleva lasciarsi scappare quel bocconcino di maschio così appetitoso.


Giunto a casa, Francesco come al solito sentì dentro di sé una voglia sfrenata  di stare nudo, integralmente, e spogliatosi di ogni cosa accese il computer.
Febbrilmente, cercò il sito "incriminato" e vide lampeggiare il logo delle chat private. Ci cliccò sopra, e notò un messaggio non letto di un certo "ventrefelice".
Egli, non sapeva ancora chi fosse, ma un sesto senso lo spinse ad aprire quel messaggio...
Erano le 16:39, la sua foto in accappatoio aperto e nulla più campeggiava ancora al centro dello schermo, e sotto c'era scritto:
- "Ciao bello! Mi piace molto il tuo corpo maschio ma con un bel ventre rotondo e teso. Io adoro il ventre maschile. Ovviamente non dimentico il resto, il sesso dà felicità e benessere. Se ti va potremmo conoscerci meglio qui in chat e scambiare qualche altra immagine stimolante. Io sono Alessandro...". 


Francesco cominciò a toccarsi tra le gambe, e benché il testimone della sua virilità fosse ancora pressoché dormiente si sentì lusingato da quelle parole. Cercò nella confusione che regnava nella sua testa le parole più appropriate per rispondere, non volendo gettarsi subito nelle braccia di quell'uomo ma nemmeno far morire sul nascere un possibile approccio.
Perciò, presa la tastiera, rispose:
- "Ciao Alessandro, mi chiamo Francesco e un bel ventre non mi lascia indifferente. Il tuo poi... SLURP! Sono contento di piacerti, perchè fino a poco tempo fa non avevo un buon rapporto con il mio corpo, forse anche perchè il mio pisello a riposo è davvero da ridere. Comunque si, mi farebbe molto piacere scambiare due chiacchiere, allora aspetto tue notizie...".


Il ghiaccio era stato rotto, ormai i due si stavano avviando verso una relazione digital-epistolare molto confidenziale, direi intima.


Francesco era impaziente e attese la risposta dell'altro per più di due ore… Aveva quasi perso ogni speranza e stava per spegnere il PC e andarsene a dormire quando la solita lucina tornò a lampeggiare... Aprì frettolosamente la cartellina… Era Alessandro, il quale gli disse:
- "Ciao Francesco e grazie per avermi risposto. Dalle immagini mi sembra che abbiamo un pisello piuttosto simile. Mi piacerebbe vedere anche il tuo lato B che deve essere molto interessante. Grazie di cuore per aver apprezzato il mio  ventre,  fulcro del mio desiderio. Ti invio queste mie immagini. Quando hai tempo se ti va potremmo commentarle insieme per stimolarci un po'...".
Francesco era così eccitato dalle frasi di quel nuovo amico che quasi non si era accorto degli allegati.
Ma quando andò ad aprirli, uno dopo l'altro, ebbe un sussulto e sentì come se i suoi testicoli stessero “facendo festa” nello scroto teso come la pelle di un tamburo.
Per prima, gli apparve la foto di un uomo con il viso contratto nell'estremo momento del piacere. Con entrambe le mani si "avvolgeva" la prominente pancia, mentre più giù c'era in libertà cinque dita del suo cazzo, né completamente flaccido né in totale erezione.
Quell'uomo maturo apparve a Francesco, anche nelle movenze, come un moderno satiro. Era splendido, che dire di più? Fisso con lo sguardo su quel corpo, esaminò poi il suo lato posteriore, e notò uno sfintere già abbondantemente provato. 
Oh, come avrebbe voluto avvicinarsi a quel "santuario" di emozioni e leccare ogni grinza, introdurre la lingua al suo interno per sentirlo ululare di gioia! Ma, purtroppo, poté soltanto leccare un freddo schermo, e per la stizza diede un forte pugno sul tavolo...


Avrebbe voluto anche usufruire del pendaglio di carne che scendeva tra le cosce di Alessandro, e mungerlo con le labbra, per ricavarne quel "latte" denso e cremoso che sarebbe potuto essere il suo cibo per quella sera.


Fantasticava, Francesco, ed iniziò ad essere colto da una libidine irrefrenabile, tanto che – senza accorgersene lucidamente – si prese tra le mani il suo piccolo pisellino, stringendolo con forza appena sotto le due sfere di carne che si stavano facendo viola scuro da quella innaturale costrizione...
Si, tutto ciò gli faceva male e bene allo stesso tempo, soprattutto quando giunse all'ultima foto: Alessandro, con entrambe le mani aperte, si conteneva il ventre, e sembrava essere felice di ciò che percepiva sotto i polpastrelli, così come dimostrava un bel cazzo eretto.


Francesco era al culmine del godimento pure lui, e dopo essere venuto copiosamente senza masturbarsi si addormentò con il petto riverso sulla scrivania...


La mattina seguente, il sorgere del sole lo colse in quella medesima posizione.
Impiegò solo pochi istanti a ricordare ogni cosa, e trovandosi ancora nel forum pensò bene di dare un saluto ad Alessandro. 
Con la sinistra giocava con il suo abbondante prepuzio, ma riuscì lo stesso a battere a una sola mano i tasti del computer per scrivere al suo compagno di seghe:
- "Buongiorno e buona domenica, amico mio! Sono giunto alla conclusione che i nostri organi genitali si assomigliano, direi che sono “gemelli”. E anche i nostri corpi nel complesso lo sono: pube e cosce pelose, VENTRE (quello è l’importante) e resto molto meno… Che dire? Anche per me il ventre è la prima cosa che guardo. E l’ombelico? Proprio il ventre prominente lo fa essere bello “profondo” come il mio. Ora ti invio qualcosa di me, e soprattutto quanto richiesto. A dire il vero, devo dirti che ho molte immagini del mio ventre, chiedi pure spiegazioni, certo che mi piace discuterne, dei dettagli e tutto ciò che vuoi, fammi sapere... A presto, spero di piacerti...".


Eh sì, Francesco – così come era ormai morbosamente sicuro di volere l'altro tutto per sé – aveva ancora dei dubbi su se stesso... Si piaceva poco, ma prese coraggio ed allegò alcune immagini del suo corpo in costume adamitico...
Fu un vero successo, poiché Alessandro rispose immediatamente:
- "Grazie di cuore caro Francesco per le tue belle foto. Confermo, hai un corpo appetitoso. E un bel culo sodo. Mi hanno eccitato in particolare le due immagini dove ti premi le mani sul basso ventre e dove circondi il tuo ombelico con le dita, quasi ad offrire la pancia a chi guarda".


Se solo ce ne fosse stato bisogno, quelle ultime parole furono come lo stimolo decisivo per Francesco.
D'impeto, gli rispose:
- "Sei un maschio fantastico, Alessandro. Ti voglio. Basta parole, ci dobbiamo incontrare... Quando vieni su da me?".
E l'altro:
- "Aspettavo questo invito, anch'io ho bisogno di unirmi a te. Sabato ti raggiungerò, e trascorreremo insieme un intero weekend. Non è meraviglioso?".


3. L'incontro.


Gli accordi erano stati chiari. Francesco, di buon mattino, si recò alla stazione ferroviaria, al binario 12. Era il giorno di San Valentino, e lì doveva arrivare il suo "regalino". Era impaziente, e tremante dall'eccitazione.
Finalmente, il treno giunse lento e si fermò proprio dinanzi a lui... Il portellone si aprì, e una folla vociante si accalcò per scendere.
Il nostro uomo rimase in disparte, ma non distolse nemmeno per un istante lo sguardo da quella carrozza.
- "Eccolo!".
Non riuscì a non sussurrare a mezza voce tutta la sua emozione.
E poi, cercando di attirare l'attenzione:
- "Aleee... Sono qui!, sono io...".
Attese ancora un pò, giusto il tempo che l'altro si facesse faticosamente largo, e infine gli corse incontro.
L'uno di fronte all'altro, si scrutarono dalla testa ai piedi senza dire una parola, attimi interminabili, finché lentamente si avvicinarono e le loro labbra si unirono...
Alessandro prese l'iniziativa, lo abbracciò con forza e gli cacciò la lingua dentro la bocca.
Francesco, dal canto suo, era un po' scioccato, ma si disse:
- "Beh, che c'è di male? Siamo qui proprio per questo… Non si può tornare indietro... Ora o mai più...".
Ricambiò con trasporto quell'entusiasmo, la sua lingua andò ad assaggiare l'amico e i due furono una cosa sola, dinanzi ad una giovane famigliola che si affrettò a scappare via lontano dallo "scandalo" che i due stavano offrendo senza nemmeno rendersene conto.


La loro gioia era alle stelle quando si riebbero. Francesco prese le valigie di Alessandro ed entrambi si incamminarono verso l'auto che li avrebbe condotti a casa.
Salirono a bordo, mise in moto, e a un certo punto l'ospite si rabbuiò e disse, a bruciapelo:
- "Francy... Oh, scusa, posso chiamarti così? Insomma, tu hai una donna? Guarda che mica sono geloso, eh...".
Un'altro silenzio, durante il quale Francesco decise di essere franco con l'amico. E preso coraggio dichiarò:
- "Si, ho una relazione con una femmina... Ma è una cosa aperta... Le ho detto tutto, e lei non ha nessun problema... D'altronde una volta mi disse che aveva amoreggiato con una sua collega...".
Poi, dopo un altro respiro, riprese:
- "Tranquillo, questi due giorni non ci disturberà nes-su-no!!!".


4. In camera da letto.


Nel frattempo, erano giunti davanti al cancello della villetta dove Francesco abitava, con un colpo di telecomando lo aprì, e finalmente si trovarono in casa...
Alessandro era stupefatto per quel posto bellissimo, ma ancora di più era elettrizzato per ciò che di lì a poco sarebbe accaduto...


Non persero tempo, e quando salirono in camera da letto l’ospite – senza attendere in "via libera del suo uomo – iniziò a spogliarsi.
Via il bel maglione in cachemire e la camicia di seta bianca, e sotto apparve agli occhi estasiati di Francesco uno splendido torace di maschio.
Era già nudo fino alla cintola, e il padrone di casa lo prese per entrambe le mani...
Dopodiché Francesco ebbe un nuovo fremito in mezzo alle gambe, e non riuscì a trattenersi. Si divincolò, e appoggiò le sue palme sulle spalle di lui, ne saggiò la bellezza e le forme, e quindi prese a scendere costeggiando i fianchi ampi.
L'uomo, anch'esso non più giovane, era una via di mezzo tra l'essere flaccido e mostrare una certa residua tonicità.
Francesco tornò ad immergere il suo sguardo amorevole in quello di lui, e riabbassando la vista un poco notò che Alessandro si era preso tra le mani i seni in un atteggiamento di offerta.
Incoraggiato da una simile postura, il nostro esitante gli appoggiò le mani sul ventre in un atteggiamento simile a quello di un prete quando a messa consacra l'ostia. E in effetti per lui il ventre gonfio del sodale era davvero sacro, quasi il "contenitore" di sensazioni che nessuna parola avrebbe potuto descrivere...
Alessandro, allora, gli disse:
- "Vedi, la mia pancia ha diverse cause: la postura – come puoi ben osservare, sono curvo e tendo a stare con il ventre in avanti –, i muscoli addominali che sono poco tonici, un corpo da sempre longilineo che contrasta con la pancia "da birra" che negli ultimi otto anni si è fatta evidente. Non soffro, per mia fortuna, di disturbi alimentari o gastrointestinali. Ci vorrebbe molta palestra e dieta, ma alla mia età non vale la pena e poi mi piace esibire un ventre così. Agli intenditori piace...".


Così affascinato, Francesco si riebbe solo quando Alessandro lo pregò:
- "Adesso tocca a te... Dammi ciò che è mio... Fammi vedere, fammi toccare il tuo bel corpo!".
E senza attendere il consenso di Francesco prese a togliergli gli indumenti.
- "Uaoooo... Tu sei davvero figo!", esclamò.
Eh sì, perché Francesco aveva predisposto tutto per un vero e proprio "coup de théâtre",  e tolto il maglione di lana a losanghe multicolori non aveva più nulla sotto...


Alessandro rimase a bocca aperta quando i suoi polpastrelli caddero sui capezzoli turgidi di Francesco, con cui giocherellò come un bimbo, ma soprattutto quando scese a palpeggiargli la pancia.
Quest'ultima, era davvero gonfia, altro che quella di Alessandro, il quale interrogò con lo sguardo il padrone di casa. Non ricordava, infatti, di aver visto nelle foto una cosa del genere...
E Francesco spiegò con molta semplicità l'arcano:
- "Caro, ho voluto farti una sorpresa... Spero ti sia piaciuta! In effetti sono un po' costipato, ho cercato di non andare di corpo per farti provare la sensazione di un ventre enorme... Allora, che ne dici??".
Alessandro era sempre più eccitato, e constatò che quel ventre era davvero enorme. Non smise mai di saggiarlo, e ciò trasmetteva al suo cervello delle scariche di adrenalina che si riflettevano nel basso ventre.
Perciò gli rispose:
- "Mio dio che meraviglia che sei! Non credevo che si potesse indurre uno stato così innaturale... Mamma mia che bello, è come se lo stomaco ti arrivasse in gola".
E continuò a massaggiare quell'enorme mole di carne e pelle tesa...


I due avevano perso la cognizione del tempo, ma dopo un po' Francesco decise che era giunto il momento di un'esplorazione più approfondita.
Tenendolo per i fianchi nel punto in cui le maniglie dell'amore si facevano sentire meglio, si inginocchiò dinanzi all'amico e prese a slacciargli la cintura dei pantaloni. Poi, liberò anche il bottone ed aprì la zip...
Gli tremavano le mani dalla voglia di avere il contatto diretto con il calore di quel corpo che tanto lo aveva incantato attraverso un monitor, ma l'esitazione ormai era una parola a lui sconosciuta e priva di senso.
Perciò, come fosse posseduto da una forza demoniaca, abbassò deciso i calzoni – afferrandoli insieme ai boxer – privandolo della pur minima vergogna.
Alessandro era completamente nudo, di una nudità assoluta che si rifletteva anche nell'anima.
Così Francesco approfittò di quello stato per mettere le mani sul sesso del suo partner. Lo accolse tra le sue mani messe a conca, e lo soppesò più volte con una soddisfazione via via crescente.
Lo scroto presentava come una marcata "cucitura" nel mezzo e i testicoli si vedevano ondeggiare quasi spasmodicamente al suo interno, benché fossero talmente gonfi da rendere il tutto un blocco unico.
A Francesco piacque divertirsi a fare una certa pressione su quelle sfere informi, finché la sua libidine – sottolineata da mugolii continui – non lo condusse ad avvicinarvi la bocca.
Sempre tremante, alzò gli occhi ed andò ad incontrare quelli di Alessandro, il quale – incapace di parlare – fece segno di si con la testa.
Francesco non aspettava altro, e socchiudendo le labbra con esse andò a ingurgitare le palle, prima l'una e poi l'altra.
Era troppo questo per Alessandro, che esclamò sottovoce con voce rotta:
- "Ohhhhh... Siiii... È bellissimo. Avanti, così".
E nello stesso istante, l'asta schizzò verso l'alto, si fece turgida e  produsse un immediato scappellamento del glande.
L'uomo si era dimenticato del suo piccolo "problemino" che consisteva in una leggera fimosi. Ma proprio allora sentì il prepuzio strozzare il cazzo e il filetto tirare come se stesse per spezzarsi da un momento all'altro.
Perciò, fece un salto indietro e urlò:
- "Cavolo, è tutto bloccato!".
Francesco non se ne curò, e riprese i testicoli in bocca, quasi ciancicandoli. Finché non percepì quel tremore tipico che precede l'eiaculazione...
Allora, si interruppe pur continuando ad ammirare il corpo dell'amico e rispose al suo timore:
- "Qui ci vuole una manovra adatta... Ma stai tranquillo, ci penso io...".
Afferrò la pelle da entrambi i lati e tirò sù con un colpo secco, e "magicamente" tutto tornò a posto.
Si sorrisero entrambi, soddisfatti per quella emozione, e infine Alessandro aiutò Francesco a rialzarsi in piedi.
Lo baciò "alla francese", e gli disse:
- "Voglio provare anch'io...".


Come in un sensuale balletto di saliscendi, fu lui, adesso, ad inginocchiarsi, mentre Francesco si calò da solo ogni indumento.
Guardò il suo "attrezzo" commiserandosi, e parlò più a se stesso che ad Alessandro:
- "Toh che roba... Che figura che mi fai fare!".
Ma l'ospite quasi non lo ascoltò, preso com'era ad osservare la situazione. Finalmente, dopo tante ore in chat con gli occhi fissi su quel ben di dio, lo aveva dinanzi a sé, tutta carne...
Lo esaminò come fosse un andrologo, lo voltò e rivoltò a suo piacimento, e alla fine prese a "giocare".
Francesco aveva due palle che gli pendevano da sotto veramente potenti, enormi, e Alessandro quasi non riuscì ad identificare separatamente i due testicoli all'interno della sacca 
Provò a spalancare le mascelle, e solo con uno sforzo tremendo poté accoglierle dentro di sé.
Rischiò di vomitare, ma non volle perdersi tanta bontà, e per sbaglio affondò i suoi denti nello scroto...
Umiliato e pieno di vergogna, lo "sputò" fuori, ma Francesco lo rincuorò:
- "Guarda che non è successo niente, non avevo mai vissuto un'esperienza del genere, credo che dovremmo ripeterla...".
Intanto, Alessandro si concentrò sul pene dell'amico: non era, era vero, molto sviluppato in lunghezza, ma era un bel salsicciotto largo...
Scappucciò il glande a mano dovendo forzare un poco, al che gli domandò timoroso di doversi arrendere:
- "Credo che non vada oltre... Vedo che pure tu hai una bella fimosi...".
Francesco, un po' stizzito, glielo tolse di mano e con un gesto secco portò la pelle abbondantemente dietro alla corona del glande. Soddisfatto, precisò:
- "Ecco... Come vedi la mia fimosi è decisamente più seria della tua, ma io mi ci diverto lo stesso... Che ne dici di restare con le teste di fuori per questi due giorni? Nessuno dei due dovrà reincappucciare il suo fino a domani sera!".
Immediatamente Alessandro arretrò il suo prepuzio, e i due, questa volta, furono veramente nudi... Nudi loro e nudi i loro giocattoli più preziosi...


5. In casa, come nell’Eden.


Francesco ed Alessandro non erano stati mai così felici. Si erano denudati, ed ora non c'era tra loro un freddo monitor di computer. Giravano dalla camera da letto alla cucina, alla sala da pranzo mostrandosi così com'erano veramente, liberi, e un sottile piacere di "proibito" li pervase. Con le chiappe al vento, si divertirono come bimbi a sculacciarsi a vicenda...


Finché Alessandro si fece ancora una volta audace ed immobilizzò Francesco contro la parete. Si passò la lingua sulle labbra ad indicare il suo stato di febbrile turbamento, e poi cominciò a fare la cosa che ad entrambi piaceva di più.
Aprì le dita di entrambe le mani a raggiera posandole dolcemente sul ventre dell'altro, il quale di riflesso buttò la testa all'indietro spalancando la bocca.
Erano soli, ma temeva che quell'estremo piacere lo avrebbe condotto ad urlare a squarciagola per un tempo infinito.
Alessandro descriveva come dei semicerchi con i polpastrelli, andando dall'alto verso il basso e viceversa, senza interrompersi, e Francesco – costipato – sentì le viscere rivoltarsi con tutto il loro instabile contenuto. Poi, prendendo fiato, annunciò:
- "Ale, voglio di più, molto di più... Libera tutta la tua fantasia!".
Così incitato l'ospite centrò i suoi arti superiori alla bocca dello stomaco di Francesco e prese a spingere verso il basso e verso l'interno della cavità pelvica.
La pelle tesa di quella bella protuberanza addominale suscitò nella "vittima" una sensazione al contempo celestiale ma anche molto "pericolosa": Francesco, allargò le cosce e piegò le ginocchia, rischiando di "liberarsi" immediatamente poiché era allo stremo.
Implorò Alessandro:
- "Vacci piano, così il divertimento finisce... Interrompi e poi ricomincia, così sì che darai al mio corpo ciò di cui ha bisogno...".
Il suggerimento fu accolto subito, ma in quel frangente ad Alessandro balenò in mente un'altra idea.
Staccò una mano dal ventre di Francesco e la portò più in basso, fino a serrare con forza lo scroto appena sotto l'attaccatura dell'asta del pene.
Quella "tortura" durò veramente a lungo, fino al momento in cui – sentendo sotto le mani il contrarsi dei testicoli – liberò i genitali dalla stretta.
Una potente sborrata si riversò diretta sul dorso delle mani di Alessandro, il quale lesto si affrettò infine a leccarsele per non far disperdere nemmeno una goccia...
Poco dopo, a Francesco tremarono le gambe, e stava quasi per accasciarsi al suolo quando l'altro lo sostenne con vigore e gli stampò un bacio interminabile in bocca. Le lingue si attorcigliarono come alla stazione, lubrificate dalle salive dei due amici amanti...


Un'altra volta, invece, fu Francesco ad essere preda di una libidine irrefrenabile.
Erano a letto, e mentre Alessandro sonnecchiava il nostro era incantato ad ammirare quel maschio che aveva accanto.
Anche stavolta "giocare" con il ventre fu immediato, allungò un pò le mani e si diede da fare...
Il cazzo di Alessandro era ancora piuttosto piccolo dato che non era perfettamente eretto. Lo prese in mano, cominciò un bellissimo pompino, e dopo un pò vide la cappella sgusciare fuori. 
Era tanta la voglia che approssimò le labbra alla capocchia umida e si mise a leccarla finché il tutto non si irrigidì.
La cappella era sempre più bagnata, e quando Francesco alzò lo sguardo verso Alessandro per vedere se dormisse ancora, si avvide che invece lui aveva gli occhi ben spalancati.
Gli disse, con un sorriso largo e un sospiro pieno di soddisfazione:
- "Continua... Ma se vuoi...".


Era evidente il significato di quelle ultime parole, e allora il padrone di casa gli salì sopra. 
Anche il cazzo di Francesco era turgido, gli sollevò le gambe e palesò subito uno sfintere così appetitoso che si chinò e cominciò a pennellare il rosone con la lingua. E più leccava e più quel "muscolo" si contraeva, come volesse risucchiare al suo interno ciò di cui aveva bisogno...
Francesco sputò su quelle grinze, e poi con il polpastrello del pollice della mano destra sparse la saliva... E all'improvviso caccio il dito medio dentro l'intestino di Alessandro, fino alle nocche.
L'uomo, che si stava masturbando, preso alla sprovvista, gridò:
- "È entrato tutto?".
E Francesco:
- "Sì amore... È stato facile... Il tuo ventre sembra chiamarmi...".
Ci fu un attimo di silenzio, poi Alessandro riprese, senza esitazione:
- "E allora sù, entra con il pisello, mi serve un cazzo che mi sfondi... Voglio essere la tua troietta docile e vogliosa, oggi...".
Per Francesco era la prima volta. Si masturbò rapidamente e poi –  appoggiandosi al buco che aveva già ceduto sotto le sue mani – spinse. 
Senza fermarsi. Lentamente ma progressivamente scese nelle budella di Alessandro. 
Quando giunse a toccare con le palle il culo della "troia", lo avvertì:
- "È tutto dentro!".
E prese a scoparlo con colpi decisi, con tutta la forza dei suoi reni, lo tirava fuori e poi lo rimetteva dentro. Sempre fino in fondo. Sentiva il suo frenulo teso da morire, ma non se ne curò.


Era un animale in calore, Francesco, e non gli bastò più il ventre caldo dell’amico, percui – con una botta decisa – gli spostò la mano dall'uccello e cominciò a segnarglielo lui...
L'altro, aveva il cuore che quasi gli schizzava fuori dal petto, ma era in un mare di godimento. E implorò:
- "Ancora... Ancora... Ancoraaaaa!".
Andava a mille Francesco, ed era uno spettacolo vederlo in azione, e vedere quei due corpi compenetrati come e meglio di un uomo e una donna...
Andarono avanti per un tempo infinito, fino a quando Francesco percepì che l'amico era prossimo al godimento, e così si lasciò andare anch'esso... Dentro l'intestino di Alessandro...


La sborra correva a fiumi, e i due conclusero quella stupenda galoppata spargendosi i rispettivi succhi sul ventre dell'altro.
Erano spossati, e quando Francesco uscì dal retto di Alessandro, indicò con un cenno del capo il suo filetto arrossato e disse:
- "Per poco, e si rompeva!".


6. L’ospite è sacro.


Che weekend che era stato! I due avevano "giocato" come se non ci fosse stato un domani, ma c'era ancora qualcosa che entrambi avrebbero voluto sperimentare...


Così, alla sera della domenica, rientrati in casa dalla cena al ristorante, Francesco e Alessandro, ancora vestiti, cominciarono a scherzare.
L'ospite, mise una mano sopra i jeans ad accarezzare il pacco del padrone di casa, con leggerezza, quando gli balenò un'idea.
Piegò le ginocchia, alzò gli occhi accesi di voglia ad incontrare quelli languidi di Francesco, e gli disse:
- "Ora, chissà quando ci rivedremo... Prima di andarmene, però, voglio assaporarti ancora, e lasciarti un ricordo indimenticabile!".
A quel punto, il ventre sempre più costipato di Francesco ebbe delle contrazioni come se dovesse partorire, ma in realtà erano fitte dovute all'immaginazione di ciò che sarebbe accaduto.
Con due dita, Alessandro gli fece scendere la zip fino in fondo. Poi, afferrò lo slip per l'elastico sotto l'ombelico e lo abbassò senza togliere i pantaloni dell'amico fino ad "incastrarlo" oltre le sue palle che erano tese come tamburi... Infine, con un gesto rapido che dimostrò la sua perizia in quel "giochetto", estrasse a fatica i grossi testicoli e il  pene, che invece stentava a crescere.
Alessandro, per nulla deluso, si dedicò a sollazzarsi con la stretta "bocca" del prepuzio che pareva un bellissimo "ricamo" tessuto da un misterioso artigiano. 
Poi, provò a retrarre l'abbondante pelle e a scappucciare il glande, ma questa sembrava sgusciargli via delle dita come una piccola anguilla.
Ci provò più e più volte con una sola mano, e alla fine riuscì a scoprire la capocchia bella umida.


Nonostante quelle "manovre" che avrebbero dovuto favorire l'eccitazione di Francesco e quindi la crescita del suo organo sessuale, ad eccezione delle palle tutto il resto pareva morto...


Cosa fare? Quell'incontro non poteva certo terminare così, e allora - di scatto - il "colpevole" scattò indietro, si voltò, e dando le spalle ad Alessandro si denudò completamente dalla cintola in giù. In un attimo. Stessa cosa fece anche per la parte di sopra, mettendo in bella mostra un ventre che pareva diventato incontenibile.
Tornò a guardare in faccia l'altro maschio, incrociando le mani sotto la pancia come volesse sostenerla.
Il cazzo sembrava essere ancora più piccino, e sottovoce sussurrò:
- "Lascia fare a me, e vedrai...".


Francesco, infatti, si ricordò improvvisamente che durante i loro "tete-a-tete" al computer, una delle foto che aveva impressionato Alessandro era stata quella del suo "lato b" ostentato in una posizione ben particolare.
Riprese a parlare, e disse:
- "Ti darò il meglio di me".
Fece un altro mezzo giro su se stesso, si piegò a terra "a quattro zampe" e si sedette sui suoi talloni, indietreggiando per ultimo fino a portare il suo torace a contatto con il freddo marmo del pavimento...
Che visione che ebbe Alessandro, e immediatamente si ricordò ogni cosa. Fece:
- "Uaoooo... Ora sì che mi ricordo! Quando ti vidi in foto così, non resisti e dovrei farmi una sega... Ora sei qui...".
Ma non riuscì a dire altro, perché Francesco replicò:
- "Non sono mai stato inculato, ma era un desiderio che avevo da sempre... Sono tuo, fai di me ciò che vuoi... Invece che farti una sega, possiedimi e godiamo come maiali!".
Si allargò le natiche con le mani più che poté, mettendo in bella evidenza - proprio nel bel mezzo - un pertugio di tutto rispetto.
Allora Alessandro, titubante, gli domandò, per sincerarsi:
- "Ma non hai detto che non l'avevi mai preso? Qui mi pare che sei già abbastanza aperto...".
E Francesco, lasciando la presa sulle chiappe e voltandosi verso l'amico rispose, con un sorrisino sarcastico:
- "Tranquillo, è la prima volta che mi faccio sfondare da un cazzo, ma ricordi che mi piace sentirmi costipato per avere questo ventre così grosso? Ebbene, cosa credi che poi sia facile tornare ad una situazione normale?".
E giù una risata...
Così Alessandro, che già stava per essere preso da un accesso di gelosia, capì cosa Francesco intendesse con quelle parole e che la promessa sibillina di poco prima era intatta...
I due "amanti" tornarono nelle loro rispettive posizioni, e l'ospite prese il padrone di casa per i fianchi, appoggiò la cappella priva di qualsiasi lubrificante allo sfintere di Francesco, ed iniziò a spingere.
Il budello, benché vergine, cedette quasi subito, e permise ad Alessandro di farsi strada senza ostacolo alcuno, fino alle palle, per poi lasciarsi uscire un sospiro e con esso una parola di soddisfazione:
- "Aaahhhhh... che goduria! Caro, finalmente ho trovato quello giusto...".


Dopo un istante di adattamento reciproco, il sodomizzatore iniziò a pompare, incurante della sua fimosi.
Iniziò piano, e poi prese a spingere con i suoi lombi sempre più forte, mentre Francesco si sentì l'ano bruciare. Voleva strillare dal dolore, ma "sublimò" quella sensazione in piacere, ed esclamò con voce roca:
- "Mmmm... Siii... Bravo, così... Mi sembra di sentirmelo fino allo stomaco...".
All’inizio, nonostante tutto, gli fece molto male, ma ben presto Francesco si abituo' a quel movimento che gli stava scopando duramente il culo, andando avanti per un tempo che il nostro non riuscì a quantificare con precisione.
Finalmente, l'ospite del suo intestino cominciò a dare dei colpi tremendi, finché non si irrigidì e rimase come "agganciato" all'amico.
Francesco sentì che quel cazzo che lo stava spaccando cominciava a pulsare con una frequenza inaudita, bloccato e incapace di muoversi come aveva fatto finora. 
In pratica, Alessandro gli stava venendo nella pancia, e il suo seme - impossibilitato ad uscire da quel pisello turgido che gli faceva da tappo - entrava sempre più in profondità nell’intestino...
Gemettero forte i due maschi, e quando il membro si rilassò e uscì da quelle viscere lasciò lo sfintere completamente aperto e devastato, e ci volle qualche ora per farlo tornare alle sue dimensioni fisiologiche. Ma a Francesco andava bene così...
Allo stesso modo, il prepuzio stretto di Alessandro aveva fatto sì che il glande rimanesse scoperto e strozzato, mentre il frenulo risultava fortemente stirato e arrossato.
Francesco guardò l'organo genitale del compagno e con fare interrogativo gli chiese:
- "E ora che si fa? Vuoi che ti accompagni in ospedale?".
Ma l'altro, poiché non era la prima volta che gli accadeva quell'incidente, replicò sicuro:
- "Macché, ora si risolve tutto!".
Prese con due dita la pelle del prepuzio e con un gesto secco la tiro' verso l'alto, ricoprendo completamente la cappella...


7. Epilogo.


Stremati entrambi, si addormentarono nudi, a terra, nel corridoio.
Si risvegliarono che era l'alba del lunedì mattina, e Alessandro doveva ripartire per tornare a casa, alle sue occupazioni.
Francesco, così come aveva fatto due giorni prima, lo accompagnò alla stazione. Anche questa volta restarono in silenzio durante tutto il tragitto, ma non per l'imbarazzo bensì per una sorta di malinconia che li avvolgeva.
Si lasciarono così, senza drammi e senza promesse di nuovi appuntamenti, grati al destino di avergli fatto trascorrere un weekend da sogno, che forse mai più si sarebbe ripetuto...


FINE.

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