Avventura 18.
Per chi avesse letto l’avventura 13 “Brescia. La sorellina della professoressa”, comprenderà il perché sono tornato all’attacco, contro ogni mia regola, quella di non tornare mai sul luogo del delitto quando vi sono di mezzo famiglie. Ma la bambolina Polly (preferisco usare nomi inventati) meritava veramente una ripassatina.
Ci eravamo lasciati con uno scambio di contatti e con qualcosa di più che una semplice scopata. Soprattutto per lei si era spalancato un mondo nuovo, quello di un sesso un poco più trasgressivo, almeno così pensavo e non mi sbagliavo. A me lei attizzava un casino. Con quella faccia da ragazzina e il fare sofisticato da donna, il suo corpo fanciullesco, le belle tettine, i suoi occhi chiari che si ribaltavano durante l’orgasmo e quel piccolo neo, un puntino chiaro sul suo labbro superiore che ricordo ancora con un rivolo di sperma appeso.
Volevo però incontrare ancora la sorella, la professoressa Alice. E’ vero che ero rimasto imbarazzato dal suo comportamento da innamorata e da alcune sue caratteristiche fisiche di non totale gradimento, ma il suo culo non era proprio male e forse avrei dovuto visitarlo approfonditamente con il mio cazzo come desiderava e non limitarmi a un ditalAno. Poi l’ingoio di sperma senza lasciar traccia…una bella sensazione. Così comincio con il cercare di rintracciare la professoressa. Alle telefonate non risponde, quindi provo con i messaggi e le mail. Risponde che non è interessata in maniera secca. Torno a scrivere ma ha cambiato il numero. Ahia, si mette male. Chiamo il mio amico bresciano che cerca di contattarla e trova un numero nuovo. Riproviamo! Anche con questo tentativo lei si nega e nel frattempo vengo a sapere che ha trovato un coglione che ci è cascato. Ora ha il cazzo per tutti i suoi momenti di piacere, che sicuramente alternerà con altri cazzi. Non gliene basta di sicuro uno solo ad una troia simile, ma noi uomini siamo fatti così, pensiamo sempre che la donna diventi fedele. Povero cornuto. Comunque metto da parte per il momento il pensiero, tornerò all’attacco prossimamente e intanto mi concentro sulla sua sorellina. Polly.
Dopo qualche messaggio (ci eravamo scritti spesso in quel mese) le dico che per motivi di lavoro sarò a Milano e Brescia è vicina. “Ti fa piacere trascorrere qualche momento insieme?”, “Sì, sono contenta che me lo hai chiesto”. Mi sorprende la risposta, come ogni sua risposta. Non so mai se le do fastidio o se la mia presenza l’è gradita. Ci accordiamo per un fine settimana. Sistemerà le figlie dal papà ma mi chiede di non restare a Brescia. Non vuole essere vista, penso dalla sorella o da colleghi che avevo già conosciuto.
Ci accordiamo per un fine settimana sul lago di Garda. Non posso credere a ciò che ci stiamo dicendo per telefono. Passerò una notte con lei. Non vi fate un’idea di quante seghe mi sono sparato in quei giorni d’attesa pensando a cosa avrei fatto e riguardando il filmato che avevo fatto durante la nostra prima (e unica) scopata a Brescia. Faccio scorta di pilloline blu, boxer nuovi, profumato ed elegante arrivo alla stazione di Brescia. Questa volta un’altra sorellina mi aspetta.
Scende dalla macchina. Il suo sorriso, un poco enigmatico, mi fa sussultare lo stomaco. Non mi sarò innamorato? Scaccio questo pensiero. E’ molto bella, capelli perfetti (dev’essere andata dalla parrucchiera per l’occasione), truccata con classe, indossa un vestito e non i jeans come la prima volta, smalto rosso. Il mio occhio cade subito su quel piccolo e leggero neo sul labbro, rivedo il rivolo di sperma, ma soprattutto ho una gran voglia di baciarla. Mi avvicino per accostare le mie labbra alle sue ma lei si scosta e mi chiede se voglio mettere la valigia dietro il bagagliaio o sul sedile. Ho un piccolo trolley e lo sistemo sul sedile. Saliamo.
Il vestito, prima nascosto dal cappotto ora si mostra generoso nella sua ridotta lunghezza. Le gambe sono velate da calze molto sottili. Ci avviamo verso Desenzano dove ho prenotato una stanza al Park Hotel. Spero sarà contenta, mi è costata un capitale. Parliamo del tempo e di cazzate, intanto appoggio una mano sulla sua gamba quasi certo che me l’avrebbe tolta entro pochi secondi. Invece no, percepisco all’inizio persino un piccolo brivido. L’accarezzo dolcemente per qualche minuto prima di risalire fino a sentire la pelle. Ha le autoreggenti. Mi rendo conto che le punte delle mie dita sono a pochi centimetri dal Paradiso. Quella sua meravigliosa fichetta con poco pelo sopra il clitoride che spunta come il ditino di un nella mano della mamma. Salgo ancora un po’ e sfioro il tanga. Lei emette un sospiro subito inghiottito e mi dice “sono di carne, stai buono!”. “Lo sento che sei fatta di carne. Il problema è che anche io sono di carne e tu sei irresistibile”.
Avanziamo ancora un po’ sulla strada finché con un movimento deciso accosta e a sorpresa viene verso di me e mi prende con forza baciandomi a bocca piena. La sua lingua cerca la mia, mentre la mia mano non resiste dal prendere in mano le sue chiappette e stringerle con forza. Lei geme, sembra venire. “Resisti fino all’albergo?” mi chiede. “Sì, spero di sì”. Con la sua manina stringe il mio cazzo e dice “buongiorno”. Non capisco più nulla. Alla stazione mi ha respinto per un bacio di benvenuto, ora mi ritrovo a slinguarla e a palparle il culo in mezzo alla strada e lei che saluta il mio cazzo. Forse aveva paura d’incontrare qualcuno.
Ripartiamo, mancano pochi minuti all’albergo. Check in, e saliamo in ascensore. Siamo affamati, ci baciamo, continuo a cercare con le mani il suo culo. Mi dice di stare buono. Cerca di aprire la porta della stanza con la chiave magnetica ma non riesce. Io intanto le palpo il culo. Ho sollevato il cappotto e l’ho scoperto. Mi abbasso e lo mordicchio. Lei sobbalza anche perché una coppia è uscita dall’ascensore e ci ha guardati. Ci passano dietro e Polly risponde con un timido buongiorno al loro saluto. Cerca di aprire la porta ed io le infilo di nuovo la mano sotto. “Dai, apri tu la porta che non riesco”. La ragazza della coppia che stanno proprio accanto a noi mi sorride in maniera parecchio maliziosa. Mi passa per la testa che non sarebbe male un giochino a 4.
Entriamo nella stanza, posiamo le valigie e ci ritroviamo sul letto ancora vestiti, con le scarpe. I baci sono caldissimi, lei sembra un’altra donna rispetto a Brescia. Molto passionale, erotica, senza freni. Mi chiede di poter andare in bagno. Non vorrei smettere, sono talmente eccitato, ma le dico di sì così riesco a sistemare la telecamerina e il telefono per riprendere la scopata.
Esce solo con l’intimo, un completino color borgogna, reggiseno trasparente non foderato e un tanga in rete. Io sono già in boxer. “Sei divina”. Non riesco a dire altro. Lei mi si stende sopra e riprende a baciarmi con passione. “C’è qualcosa da bere in frigobar?”. La sua domanda non mi sorprende. In famiglia ho capito che bevono tutte tanto prima di scopare. Chiamo e chiedo se ci possono portare due Aperol spritz con qualche stuzzichino su sua richiesta. “Sono le 17, a che ora hai prenotato la cena?”, “alle 20” le rispondo. Ho prenotato in un ristorantino, il Civico 7, che mi dice il mio amico essere molto buono e tranquillo. “Abbiamo un paio d’ore da dedicare alle coccole” mi dice. Madonna, il mio cazzo tira a 1000!!!! Infilo una vestaglia e vado ad aprire. Lei se ne sta sotto le lenzuola. Il cameriere posa gli aperitivi e lancia un occhio. Lo comprendo, farei lo stesso.
Beviamo l’aperitivo e parliamo, ma io ho fretta. Mentre beve, scendo a baciarle i piedini. Hanno lo smalto rosso come le unghie delle mani. Sono belli, piccoli. Li prendo in bocca e li succhio. Patisce il solletico. Salgo con la bocca.
Vedo chiaramente che il tanga è già bagnato. Il succo esce dalle sue labbra. Non resisto. Mi ci avvento. La mia bocca si riempie del suo intimo e della sua fica. Lei posa il bicchiere. Si stende con la testa giù dal materasso.
Le scosto il tanga, infilo prima la lingua e poi due dita. E’ inzuppata e geme forte. Le tolgo il tanga e comincio a scoparla forte con le due dita e poi a strofinare il clitoride con rapidissimi movimenti a mano aperta. Lei non si controlla questa volta. Gode con gemiti forti e penso alla coppia vicina che ci starà ascoltando. La cosa mi eccita ancora di più. Emette liquidi in abbondanza e la mia mano è totalmente bagnata. “Scusami, devo andare in bagno. Mi scappa la pipì”. Mi guarda imbarazzata. Il suo viso è stravolto. “No. Non è pipì quella che senti. Lasciati andare e lascia che esca”. “Mi vergogno”. “Non con me. Lasciati andare”.
Le faccio riprendere la posizione rilasciata e riprendo a scoparla con la mano. Prima 3 dita e poi tutte e 5. La fica si dilata. Lei urla tra il piacere e il dolore. Scendo dalla parte del suo letto, dove ha la testa reclinata, mi tolgo i boxer e le infilo in bocca il mio cazzo che sembra esplodere. Continuo intanto a scoparla e per la prima volta vedo una donna squirtare. Un piccolo spruzzo e poi cola tanto liquido lievemente denso. Mi butto in un 69 sfrenato. Lo bevo. Ha un sapore strano, non di pipì. Non saprei definirlo.
Lei mi succhia il cazzo ma non è concentrata. E’ troppo eccitata. Mi allontana perché vuole riposare. Vedo che ha le lacrime agli occhi. Mi abbraccia e mi bacia. “Sei un animale”, mi dice. La bacio. Non vorrei dirlo ma mi sto innamorando. Mi è sempre piaciuta perché ha la faccia dolce e da viziata, ma ora scoprirla troia e calda mi fa impazzire! Beve ancora il suo aperitivo.
“Stenditi che ora tocca a me”. Obbedisco. La sua bocca riprende quel meraviglioso lavoro che aveva iniziato solo un mese fa a Brescia. Succhia con arte la cappella passando la lingua ovunque. Le spingo la testa in giù, si lascia guidare. Ogni tanto scatta indietro con un rigurgito. “Questa volta dimmelo un po’ prima se stai per venire”. Promesso. Ma non ho nessuna intenzione di venire.
La faccio mettere sopra di me, la sua fica mi riempie la bocca. Lei si appoggia con le mani allo schienale del letto. La penetro con le dita e con la lingua. Lei viene di nuovo e si contorce. Mi sposto e la stendo a pancia in giù. Comincio a leccarle il buco del culetto e le chiappe. Le allargo bene con le mani. La prima volta le avevo fatto male e si era ritirata.
“Posso riprovare ad entrare?”, attendo per un attimo la risposta “Si, ma fai piano”. Prendo il gel dalla valigia e un piccolo vibratore. Ne metto in abbondanza e comincio con l’infilare il vibratore. Si rilascia facilmente questa volta e geme. Intanto comincia a masturbarsi. Brava , ci sa fare non le manca l’istinto. Tolgo il vibratore e mi ungo la cappella. Comincio lentamente soltanto spigendolo e ritirandolo subito. Aspetto di vedere che il buchino non sia troppo serrato. Le accarezzo il culo e le tette e scendo a baciarle il collo mentre la cappella comincia a indagare più approfonditamente.
Mi sollevo, lo prendo in mano e inizio a infilarlo. Sono entrati due cm. Lei ha il respiro affannoso ma non si lamenta e comincio a spingerlo più dentro. Ormai è fatta. Vedo il cazzo che entra di qualche cm. Lei geme. “E’ entrato?”. “Si amore, è entrato”.
L’ho chiamata amore e lei non ha reagito. Sto impazzendo? Comincio ad andare avanti e indietro molto lentamente e lei intanto continua a masturbarsi. La sposto su un fianco, le sollevo una gamba e lo infilo ancora di più. “Scopami”. La sua parola mi sorprende. Sento il cazzo che sta per esplodere. Devo cercare di pensare a qualcos’altro altrimenti rischio di venire subito.
Comincio a scoparla con più forza. Il cazzo in effetti scorre abbastanza tranquillamente. Il gel fa il suo lavoro e lei è particolarmente rilasciata. “Si, finalmente” mi dice con la voce spezzata. Le stringo forte un seno. Il capezzolo è dritto. Lei si volta e mi da la lingua. Ci baciamo mentre il cazzo arriva in fondo. La prendo sopra di me. Mi da la schiena. Il cazzo non è uscito. Ora lo vedo dentro di lei. Inarca la schiena, si masturba, gode forte dicendomi di non smettere.
Le prendo in mano il culo e lo sollevo e abbasso sul mio cazzo. Uno spettacolo incredibile. Lei è proprio difronte alla telecamera. Immagino che filmato incredibile ne uscirà. Si stende con la sua schiena sul mio petto. Lo sfilo. Ho paura che per essere la prima volta sia fin troppo. Scendo e le allargo le gambe e comincio a leccarla. “Non ce la faccio più, ho goduto troppo”. Io non l’ascolto.
Mi metto sopra di lei e infilo il mio cazzo nella sua fica inzuppata. La scopo con tutta la forza che ho. La stringo a me. Ci baciamo e ci mangiamo. Il letto sbatte contro la spalliera, i vicini si ecciteranno ad ascoltarci. Le sollevo le gambe in modo che il suo culo sia piatto alla mia visuale. La monto sopra dandole le spalle. Il cazzo entra e spinge sul suo clitoride e le palle lo percuotono. Che meraviglia di culo. Lo apro più che posso davanti alla telecamera. Mi sento un Dio mentre la monto.
Mi volto e le infilo il cazzo in bocca. Lei lo afferra con le mani e comincia a menarlo forte e a succhiarlo. Sono sopra di lei. Le metto in bocca le palline. Lei le succhia e le aspira forte. “godoooo” urlo. “Bevilo tutto!”. Lei mi guarda e le ripeto”Bevilo tutto!”. Comincia a succhiarlo e a menarlo più forte. Sento la sborra che sale. Provo persino un po’ di dolore e schizzo un fiotto nel profondo della sua gola. Lei cerca di divincolarsi ma engo ferma la sua testa e comincio a muovere il cazzo su e giù. “Puliscilo bene” le ordino con dolcezza e fermezza. Mi ricorda la professoressa, la sua sorella, così brava nell’ingoio. E’ un dono di famiglia.
Sono esausto e lei sembra essere appena stata investita da un tornado. Mi stendo accanto a lei. Polly appoggia la sua testa su il mio petto. Non parliamo per almeno 10 minuti. Poi mi dice “non avevo mai fatto l’amore così”. L’amore, lo chiama come sua sorella, ma nelle sue parole colgo un coinvolgimento che mi stordisce e nello stesso momento mi spaventa. Lei ha due figlie e un marito e io una moglie che se dovesse sapere dove sono mi taglierebbe i coglioni. Scaccio i pensieri. Godiamoci questi due giorni. Ora è abbandonata sul mio corpo. La sua gamba sulle mie, sento la sua fica appoggiata alla mia coscia. Accarezzo il suo seno e lei con la lingua gioca con i peli del mio petto.
Si sono fatte le 19. “Ci prepariamo e facciamo quattro passi?”. Le dico di sì e lei si ritira in bagno. Io stacco la telecamera e il cell. Do un’occhiata. Il video è un capolavoro. Ma devo stare attento.
La cena è veramente deliziosa. Parliamo e sembriamo una coppia di lunga data. Lei mi racconta delle figlie, mi fa vedere una loro foto. Due belle ragazzine, ancora troppo giovani, chissà fra qualche anno potrei completare la famiglia. Sono proprio malato ma mi piacerebbe scopare le figlie e la mamma insieme. Io le racconto dei miei due “finti” figli. E’ molto curiosa sul mio stato di vita. Capisco che lei è una che sta bene economicamente. Vede la foto della mia casa e mi chiede se sia mia. Curiosa la Polly. “Si è mia. Ti piacerebbe abitarci?”. “Forse sì”. “E mi daresti il culo ogni giorno?”. Diventa rossa e scuote la testa con un sorriso increspato. Sono sempre troppo diretto. “Tutti i giorni no, ma spesso”. Una bella risposta. Ci attende una bella notte.
Beve una bottiglia di vino e prende anche un digestivo della casa. Di alcool ne ha parecchio in corpo. Facciamo una passeggiata lungo il lago e incontriamo anche la coppia vicina di stanza. Uno scambio di sorrisi molto allusivi. Ritorniamo nella stanza. Vado in bagno e mi preparo per la notte. Poi entra lei e ne esce con un babydoll veramente erotico. In rete di pizzo sottilissimo che mostra il suo corpo. Una silhouette veramente affascinante. Chiuso da un fiocco in raso, sotto un leggerissimo perizoma. “Non oso toccarti, sei bellissima”. “Grazie, sono felice di piacerti”. Si stende accanto a me. Le ho preparato un whisky che era nel mobiletto bar. “Non bevo mai whisky” mi dice. “Prova, devi assaporarlo poco a poco”. Mentre parliamo lo beve senza battere ciglio.
E’ piuttosto alticcia. “Cosa sarà di noi due?”. La domanda mi lascia di stucco. “Cosa intendi?”. “Mi sembra che siamo piuttosto coinvolti o mi sbaglio?”. Devo ammetterlo, lo sono ma non voglio avere una storia anche se lei mi fa impazzire. Ma a letto, fuori è un’altra cosa. “Ok, vogliamo rimanere amanti?”. Tiro un respiro di sollievo. “Credo che siamo una bella coppia di amanti. Poi si vedrà”. Che cazzo di frase mi è venuta. Lei sorride e abbassa gli occhi.
“Ti va di scopare?” mi chiede. Le chiedo: “Vuoi fare un gioco?”. Mi guarda perplessa “Che tipo di gioco”. Di film ne abbiamo visti tutti tanti. “Posso bendarti?”. Mi guarda dritto negli occhi “Posso fidarmi?”. “Sì, puoi”. Si stende al centro del letto e allarga le braccia. Mi sembra di leggere un altro desiderio, quindi prendo la mia cravatta e le bendo gli occhi e con la camicia le lego le mani sopra la testa. Mi alzo a prendere alcuni oggetti e sistemo la telecamera puntata su di lei. Con il cellulare riprenderò da vicino.
Accendo un vibratore e comincio a giocare con il suo clitoride. Lei impazzisce. Si contorce. Fatico a tenerle ferme le gambe. “Lasciati andare, altrimenti dovrò legarti anche le gambe al letto”. “Va bene”. Uso il vibratore e contemporaneamente due dita nella fica. E’ incredibile quanto si bagna Polly. Sposto il vibratore nel buchino del culo. Metto un pochino di gel e intanto le succhio il clitoride. Lei geme e a un certo punto mi dice “Basta, aspetta un attimo”. E’ venuta. E’ un orgasmo unico questa donna. Mi chiedo se suo marito sia così coglione. A tavola me lo ha descritto con un buon orsetto, gentile e premuroso. Non hanno mai avuto una vita sessuale felice e lei ha avuto un’altra storia con un collega che la scopava un po’ meglio. Non so se sia vero quanto mi racconta ma questa volta ci credo. Mi dice che sono il primo uomo che l’ha fatta veramente godere.
Le inclino la testa sul cuscino e le infilo il cazzo in bocca. “Succhialo come se fossi una puttana”. Vedo che si offende. Le dico che è un gioco, che deve calarsi nella parte. Annuisce “ok”. Comincio a trattarla da puttana. Lei scherza e mi dice che costa 1000 euro. Sei economica, ti avrei dato molto di più. “Guadagnali!”. Le spingo il cazzo sempre più giù in gola e le faccio un bel soffocone stringendole il naso. “Cazzo, non respiro”. “Succhia puttana!”. Vedo che ci sta al gioco. Le allargo le gambe con violenza mentre schiaccio il suo viso con il mio culo. “Leccami il culo!”. Lei lo lecca ma capisco che non le piace molto la cosa. Non forzo.
Riprendo invece il movimento del pomeriggio. La mano aperta a ventaglio sulla sua figa. Strofino forte il clitoride e intanto infilo il vibratore nel culetto. Lei urla “siiii”. Non mi fermo più. Il mio cazzo è finito nella sua bocca. Muovo le mani ad una velocità incredibile e lei comincia a pisciare. Questa volta mi sembra proprio pipì. Urla forte e schizza verso il mobiletto del televisore. “dai puttana, continua” le ordino. Lei è totalmente in balia dei miei movimenti e sembra perdere i sensi. La volto a pancia in giù. Prendo il gel e gli infilo il cazzo in culo senza aspettare un attimo. Lancia un grido di dolore. La afferro per i capelli “adesso godi puttana come voglio io!”.
La scopo con forza. Il cazzo scorre nel culo, ormai la è abituata. Con una mano continuo a masturbarla poi le do in mano il vibratore e le dico di masturbarsi il clitoride. “Non ce la faccio più”. “Te lo ordino”. Si masturba, vedo che le energie le vengono a mancare.
Comincio a sculacciarla, prima piano poi sempre più forte. Le mie mani restano impresse sul suo culo prima rosse poi sempre più viola. Le scendono lacrime e mi dice “basta”. Io continuo e le chiedo “Ti piace, vero troia?” “Si mi piace ma mi fa male”. “Continuo allora se ti piace”. Le sollevo i fianchi e la metto a pecorina. Scendo in piedi dal letto e continuo a scoparla nel culo e a sculacciarla sempre più forte. Ora è talmente dilatato il buchino che non capisco quando lo infilo nel culo o nella fica.
Le tiro i capelli indietro, “apri la bocca”, le sputo in bocca e sulla faccia. “sei la mia porca”, lei sembra drogata ma in realtà è l’alcool e il sesso che la mandano in sballo. “Sono la tua porca” mi dice. E’ entrata nel gioco. “Adesso ti sfondo il culo”. Comincio a scoparla con tutta la forza che mi è rimasta. Il viagra aiuta ma fino ad un certo punto.
La volto e la trascino fino a che è seduta per terra con la schiena appoggiata al letto. Le riempio la bocca di cazzo. “Succhia puttana”. Le sciolgo le mani, mi piace quando mi afferra il culo e trascina il cazzo in gola. Lo fa istintivamente. Mi stringe le chiappe forte e sembra volermi mangiare tutto. Le tolgo anche la benda dagli occhi.
“Dove vuoi il mio sperma?”. “Dove vuoi tu”. “No, dimmelo tu dove lo vuoi”. “In faccia”. Woooow, certo che sì. Prendo in mano il mio cazzo e comincio a menarlo. Apri la bocca e guardami. I suoi occhi tendono a chiudersi. Già una volta lo sperma gli è entrato e bruciava. Si gonfia il cazzo, lei mi guarda stralunata e si sente un getto caldo invadere il viso. Glielo metto in bocca e lei lo succhia fino all’ultima goccia. Poi mi accascio davanti a lei e le lecco tutto lo sperma dalla faccia. Non l’avevo mai fatto ma con Polly tutto mi sembra naturale. Ci baciamo e ci passiamo i nostri liquidi.
“Ti amo”. Mi blocco. “Scusa, mi è scappato, non volevo dirlo. E’ un’emozione del momento, non lo penso”. La guardo con dolcezza e la bacio. Va bene così. Anche io provo la stessa cosa. Ci stendiamo nel letto. “Dovremmo pulire per terra e il mobiletto”, “tranquilla, lo facciamo dopo”. In effetti vi è pipì o quel che è un po’ ovunque. Restiamo così per parecchi minuti. Poche parole, baci e carezze. Lei si addormenta. Io mi alzo prendo degli asciugamani in bagno e pulisco meglio che posso.
Le faccio qualche foto. E’ bellissima, nuda con i capelli spettinati, le gambe raccolte e la fica che spunta nella sua dolcezza. Non me la sento di fare foto particolari con oggetti o altro. Mi basta riprenderla così nel sonno. Mi stendo anche io. Lei si risveglia e si appoggia al mio petto. Si riaddormenta. “Che ne sarà di noi due?” Le sue parole mi ronzano per la testa. E la celebre frase “domani è un altro giorno” mi sembra la più perfetta per concludere questo racconto.