Quel sabato sera Raul arrivò verso le 19.30.
Suonò al citofono e risposi io. "Dì a tua moglie di scendere" mi disse, senza neanche salutarmi. Andai a chiamare Barbara che era in bagno a finire di prepararsi, uscì di corsa e si sedette sul letto a infilarsi gli stivali. Aveva scelto una camicetta bianca e una minigonna rossa. La camicetta era slacciata fino al terzo bottone e lasciava intravedere il reggiseno di pizzo color crema. Alle gambe aveva calze color carne. Quando si sedette sul letto la gonna si sollevò lasciando scoperto il bordo di pizzo delle calze. Erano autoreggenti, per me non le aveva mai messe.
Si infilò gli stivali, si mise la giacca di pelle e mi disse "Ciao amore, ti ho lasciato della pasta da scaldare in frigo. Io e Raul andiamo in un ristorante brasiliano in centro. Buona serata". Poi mi diede un bacio sulla guancia e uscì.
La guardai dalla finestra arrivare accanto alla moto di Raul, dargli un bacio sulla bocca e montare dietro di lui. Poi partirono.
Mi scaldai la pasta e la mangiai guardando la tv. Verso le 23.30 sentii la porta che si apriva. Erano Raul e Barbara che erano tornati dal ristorante. Appena entrati lui la sbatté contro il muro dell'atrio e la baciò. Io li guardavo dalla porta della sala. Lei ricambiava il bacio con passione.
Poi Raul la trascinò in camera da letto tenendola per la vita, e mi disse "Cornuto, vieni a guardare".
La fece sdraiare sul letto e le disse "Stasera facciamo un gioco." Poi tirò fuori dalla tasca della giacca due paia di manette e le fece tintinnare nella mano." Me le passò dicendo "Spoglia questa troia e ammanettala alla testata del letto".
Io guardai Barbara. Era stranita ma anche eccitata. Si tolse stivali, camicia, gonna e reggiseno, rimanendo nuda se non per le autoreggenti, poi mi porse le mani. Feci scattare le manette intorno ai polsi e poi intorno ai montanti della testata del letto.
Raul si spogliò nudo anche lui e salì sul letto fra le gambe di Barbara.
Il cazzone semiduro penzolava tra le sue gambe. Si posizionò a cavalcioni di Barbara mettendo il cazzo tra le sue tette e cominciò a farsi una spagnola premendo i seni intorno all'asta e muovendosi avanti e indietro. Barbara aveva tirato fuori la lingua e ogni volta che il cazzo avanzava la ruotava sulla cappella. Raul mi disse "Dai, leccale la figa, preparala per il mio cazzo". 
Io non vedevo l'ora. Mi lanciai tra le gambe di Barbara e cominciai a leccarla. Naturalmente la trovai già bagnata.
Barbara cominciò a gemere forte. La testata del letto, legata ai suoi polsi, batteva ritmicamente contro il muro al ritmo della spagnola di Raul.
Dopo un paio di minuti Raul si spostò, si rannicchiò accanto a Barbara con il cazzo all'altezza della faccia, glielo infilò in bocca e cominciò a scoparsi la bocca di Barbara tenendola per i capelli.
Io continuavo a leccarla e mi gustavo la scena. Dopo un paio di minuti suonarono alla porta.
Raul disse "Chi cazzo è a quest' ora? Vai ad aprire cornuto."
Io andai ad aprire nascondendomi dietro la porta, visto che ero completamente nudo. Era Mauro, il nostro vicino, in boxer e maglietta. Mauro era un allenatore di calcio cinquantenne, divorziato, che abitava nell'appartamento accanto. Più di una volta quando lo avevamo incrociato aveva fatto il brillante con Barbara, evidentemente gli piaceva e sono certo che se non fosse stata sposata con me ci avrebbe già provato. Anche Barbara, che lo incrociava spesso in ascensore, si era accorta del suo atteggiamento.
Mauro mi disse "Claudio, scusami ma non resisto più. La settimana scorsa ho lasciato stare ma adesso devo dirtelo. Tu e Barbara non potete fare tutto questo casino quando fate sesso. Sono contento per voi ma gli altri hanno bisogno di dormire." Non fece in tempo a finire di parlare che sentimmo i gemiti di Raul provenire dalla camera da letto. "Ma c''è un uomo di là?" mi chiese perplesso. "No, nessuno" mentii, "solo Barbara". Fui subito smentito da Raul che urlò "Allora, chi era alla porta?". Mauro mi guardò con aria interrogativa. Ero imbarazzatissimo. "È il mio vicino" risposi. "Fallo entrare, fallo venire qui" disse Raul. Sentii qualche obiezione di Barbara, spenta sul nascere. "Ma..." obiettai io. "Niente storie" urlò Raul, "fai come ti ho detto, e subito". Mi spostai dalla porta, tenendo gli occhi bassi, e dissi a Mauro "Entra...". Lui entrò e vide che ero completamente nudo. "Ma che cazzo sta succedendo?" disse, sorridendo per la situazione paradossale. Poi Raul continuò "Vieni qua in camera da letto". Mauro mi guardò come a chiedermi il permesso, e io riluttante gli feci cenno di procedere. Camminammo entrambi fino alla camera da letto ed entrammo. Barbara era ammanettata al letto e appoggiata alla testata, le gambe avvolte dalle autoreggenti leggermente piegate in fuori e divaricate per sostenere il suo peso. Raul accanto a lei se la stava ancora scopando in bocca. Il suo cazzone era diventato completamente duro. Mauro disse ridendo "Porca troia che spettacolo!" fissando il corpo di Barbara. Quando Barbara lo vide, ritrasse le gambe e le richiuse per pudore, per quanto la posizione le consentiva. "Io sono Mauro" disse rivolto a Raul. "Raul, piacere. Sono l'amante di Barbara." Mauro mi fissò, sconvolto e divertito. Disse a Raul "Sono confuso. Di solito gli amanti arrivano quando i mariti non sono in casa...". Raul rispose "Di solito sì. Ma in questo caso il marito qui presente è un povero cornuto a cui piace guardare altri uomini che si scopano questa gran vacca di sua moglie".
Intanto che parlava, Mauro continuava a fissare Barbara che succhiava il cazzo di Raul, e la vista doveva piacergli parecchio perché gli si cominciarono a gonfiare i boxer sul davanti.
Raul se ne accorse. Gli disse "Da quanto non vai con una donna, Mauro?". "Ormai sono mesi" rispose lui "seghe tante, ma donne poche".
"Ti piace Barbara?" continuò Raul. Mauro era imbarazzato. "Beh, sì.." farfugliò. "Parla chiaro," disse Raul "ti piace o no?". Mauro si fece coraggio e rispose "Ho sempre pensato fosse una gran figa e che Claudio fosse molto fortunato...adesso che la vedo nuda non ho più nessun dubbio."
Raul mi guardò divertito e disse "Piace a tutti tua moglie, eh?" Poi disse a Mauro "È la tua serata fortunata. Spogliati e vieni qui che ce la scopiamo insieme."
Mauro rimase a bocca aperta. Barbara obiettò "Raul ma mi conosce, sa chi sono, abita qui accanto...". Lui rispose solo "Zitta troia e continua a succhiare, decido io chi ti scopa, ricordati".
Mauro mi fissò con sguardo incerto "Non preoccuparti di lui" lo rassicurò Raul "Non conta un cazzo e comunque è d'accordo. Vero che ti fa piacere se Mauro si scopa tua moglie?" Non sapevo cosa dire. Fissai Raul inebetito per qualche istante. Mi fissava con aria severa. La mia sottomissione vinse ancora una volta sulla mia dignità. "Sì Mauro" risposi a occhi bassi, "nessun problema."
"Beh, se le cose stanno così..." disse Mauro facendo un sorriso a trentadue denti. Si levò la maglietta e si sfilò i boxer. Aveva il petto abbastanza peloso e un po' di pancetta, ma le gambe e il culo erano muscolosi visto che aveva sempre fatto calcio. Aveva un bel cazzo, sui 20 centimetri abbondanti e parecchio grosso in diametro, già completamente duro. 
Si avvicinò al letto ma era ancora perplesso. Disse a Raul "prima Barbara obiettava e tu l'hai zittita, non è che lei non è d'accordo?". Raul rise, sfilò il cazzo di bocca a Barbara e disse "fai vedere al nostro ospite quanto sei puttana e quanto vuoi il suo cazzo".  Lei guardò Raul imbronciata. "Ricordati i nostri accordi" disse lui. Barbara sospirò sconfitta. Poi si voltò verso Mauro, passandosi la lingua sulle labbra e allargando le gambe. "Forza Mauro," disse con tono sensuale, "fammi sentire quanto sei maschio..." Mauro ruppe ogni indugio. Si gettò sul letto fra le gambe di Barbara, allineò il cazzo alla sua figa luccicante di umori, e afferrandole i fianchi glielo piantò dentro fino alle palle con un colpo di reni. Barbara lanciò un gridolino e ricominciò a succhiare il cazzo di Raul. 
Mauro le afferrò un seno con una mano e il fianco opposto con l'altra e cominciò a pompare come un forsennato. Il letto cigolava e la testata sbatteva forte contro il muro.
Pensai "brutto bastardo, adesso non rompi più il cazzo per i cigolii, eh?"
Barbara aveva avvinghiato le gambe intorno alla schiena di Mauro, per sostenere il suo peso e non scivolare. Mauro grugniva come un animale. "Cazzo quanto sei bagnata Barbara, e che buon odore che hai. Non sai quanto avrei voluto scoparti tutte le volte che ti incontravo in ascensore, e quante seghe mi sono fatto pensando a te. E adesso finalmente posso fotterti."
Raul disse "Bravo, scopatela senza ritegno, preparala per il mio cazzo". E poi a Barbara "Sto per venirti in bocca zoccola, mi raccomando ingoia tutto. Poi grugnì e spinse il suo cazzo gigantesco in gola a mia moglie. Le palle cominciarono a pulsare svuotandosi. Barbara strabuzzò gli occhi per la quantità di sborra che le stava arrivando in bocca. Non poteva neanche muovere le braccia perché erano legate, e Raul la teneva per i capelli contro il suo cazzo. Un rivolo le colò al lato della bocca, ma poi riuscì a deglutire più volte ingoiando tutto. "Brava troia, lasciami riposare un po' che tra poco ti do una bella ripassata. Intanto goditi il cazzo del tuo vicino".
Barbara, con la bocca sporca di sperma, cominciò a gemere più forte. La figa le colava dal piacere. Stava per venire sul cazzo di Mauro, che non aveva smesso un secondo di stantuffarla. Mauro disse "Chi avrebbe mai immaginato che fossi così troia...".
Raul gli disse "Non farti problemi, vienile in figa se vuoi, tanto è già gravida. L'ho messa incinta io due settimane fa." Mauro mi guardò sorridendo e disse "Ma questo è un sogno...", poi si riconcentrò su Barbara aumentando il ritmo delle spinte. Era fradicio di sudore. Dopo un minuto Barbara venne travolta dall'orgasmo, puntò i talloni sul culo di Mauro e cominciò a gemere al ritmo delle contrazioni dei suoi muscoli vaginali. Al sentire la figa di Barbara mungergli il cazzo, Mauro la afferrò per i fianchi, la tirò contro fino a che le palle non toccarono le grandi labbra e se le svuotò grugnendo nella figa di mia moglie. Rimase così a guardare Barbara riprendersi dall'orgasmo, inorgoglito dall'aver fatto godere così tanto la mia donna. Poi sfilò il cazzo semiduro dalla figa e un rivolo di sperma colò sul lenzuolo.
Raul era rimasto appoggiato al muro a godersi la scena.
Quando Mauro fu sceso dal letto, Raul mi disse "Portaci due birre ghiacciate cornuto, che dobbiamo riprendere energie, poi slega tua moglie e puliscile la figa". Mauro mi fissava, divertito e allibito, prendere ordini da Raul.
Andai in cucina a prendere due birre, le versai nei bicchieri e preparai anche delle patatine. Le portai su un vassoio in camera, lo appoggiai sulla cassettiera e porsi i bicchieri ai due uomini. Raul mi diede le chiavi delle manette e mi disse "Bravo, vai a leccare tua moglie adesso".
Andai a slegare Barbara. Lei si stirò un po' i polsi, mi accarezzò il viso e mi fece sdraiare a pancia in su sul letto. Poi si accovacciò sopra di me portando la figa sopra la mia bocca. Io aprii la bocca. Lei cominciò a spingere con i muscoli del perineo allargandosi le grandi labbra con le dita. Dopo un paio di secondi due fiotti abbondanti della sborra di Mauro, caldi e densi, mi colarono in bocca. Aveva un sapore più acre e più sgradevole dello sperma di Raul. Deglutii e poi mi misi a leccare quello che rimaneva direttamente dalla figa di Barbara. Mauro dietro di me rideva sguaiatamente mentre si beveva la birra. "Non solo mi ha fatto scopare sua moglie, si mangia anche la mia sborra...". Raul ci guardava divertito, godendosi lo spettacolo. I cazzi dei due uomini stavano tornando duri.
Quando ebbi finito con Barbara, Mauro mi guardò con un ghigno divertito e mi disse "Vieni qui. Puliscimi il cazzo con la lingua mentre finisco la mia birra." Io rimasi impietrito. Anche quel bastardo di Mauro adesso mi dava ordini? Esitai finché Raul mi disse "Hai sentito cornuto? Fai come ti ha detto!"
Abbassai gli occhi e mi inginocchiai davanti a Mauro. Gli presi il cazzo con la mano sinistra e me lo infilai in bocca, passandoci la lingua intorno per leccare via i residui di sborra. Dopo circa un minuto Mauro mi disse "Adesso spostati frocio. Lo so che ti piace, ma facciamo continuare tua moglie." Barbara si avvicinò ai due uomini sorridendo, si inginocchiò in mezzo a loro e cominciò ad alternare i due cazzi nella sua bocca. Non posso negare la mia eccitazione nel vedere i due uomini bersi le birre che avevo preparato per loro mentre mia moglie succhiava i loro cazzi, ormai tornati duri.
Mauro mi disse ridendo "Tua moglie é davvero una pompinara eccezionale. Che giochetti di lingua che fa. Adesso so cosa farle fare la prossima volta che la incontro in ascensore...". 
Poi Raul disse "Ci siamo riposati abbastanza, non facciamola aspettare ancora. Adesso ce la scopiamo in doppia. Ti va di farle il culo?".
"Cazzo, sì!" rispose Mauro elettrizzato.
"Insalivagli bene il cazzo puttana" disse Raul a Barbara. Barbara prese il cazzo di Mauro lo leccò per bene e ci sputò sopra diverse volte, finché non fu gocciolante della sua saliva.
Poi Raul disse a Mauro di sdraiarsi sul letto e fece salire Barbara su di lui a smorzacandela. Barbara disse a Mauro "fai piano che sono vergine là dietro". Mauro rispose "Che delitto un culo così bello ancora vergine... Ma ci penso io, non preoccuparti che ti piacerà...". Poi con la mano guidò la cappella contro il buchino dell'ano di Barbara e disse "cornuto, vieni a leccare il culo di tua moglie mentre glielo svergino. Mi avvicinai e cominciai a passare la lingua intorno all'ano di Barbara e sulla cappella di Mauro. Barbara gemeva. Mauro la afferrò per i fianchi e la tirò lentamente verso il basso. Sentii con la lingua lo sfintere di Barbara rilassarsi e allargarsi quasi fino ad abbracciare la cappella di Mauro. Barbara fece una smorfia di dolore sibilando "Cazzo, quanto è grosso..." La cappella di Mauro entrò e mi ritrovai con la lingua sull'asta, che era scivolata dentro anch'essa di un bel pezzo. Barbara inizialmente sentì dolore, ma poi cominciò a oscillare su e giù sui polpacci gemendo di piacere. Mauro le disse "Ti piace eh, troia rotta in culo?". Lei rispose "Sì porco, mi piace il tuo cazzo nel culo, fammi godere".
A quel punto Raul mi spostò in malo modo e disse "Adesso ti sfondo la figa puttana".
Così dicendo prese i suoi 26 centimetri e li infilò nella figa fradicia di Barbara.
Lei si adagiò su Mauro, sollevò le gambe, le strinse intorno a Raul e cominciò a mugolare come una cagna. 
Mauro le afferrava i seni da dietro tenendola contro di sé e sollevava il bacino spingendole il cazzo nel culo. Raul la teneva per i fianchi e spingeva con i glutei stantuffandole la vagina con la foga di uno stallone.
Barbara gridava "Sì così! Cazzo quanto godo, siete due animali! Mi state spaccando in due!"
Dopo qualche minuto di questo trattamento Barbara ebbe un altro orgasmo. I due uomini volevano andare avanti e cercarono di resistere stringendo i denti, ma quando sentirono la vagina di mia moglie infradiciarsi e fremere per l'orgasmo vennero entrambi dentro di lei.
Raul rimase a limonarsi Barbara per un paio di minuti, mentre Mauro da sotto le massaggiava i seni e le cosce a piene mani. Poi uscirono e si stesero a fianco a Barbara sul letto.
Raul mi disse "Vieni cornuto, adesso ti abbiamo preparato noi da bere". Mi inginocchiai ai piedi del letto, Barbara si mise sopra di me e mi fece colare in bocca lo sperma di Raul e di Mauro. Poi tornò a sdraiarsi in mezzo ai due maschi, a gambe aperte, con le mani appoggiate sui loro cazzi ormai spompati. Io le leccai la figa e il culo finché non furono puliti.
Mentre la leccavo Mauro disse a Raul "Che scopata fantastica, sarebbe bello rifarlo. Da quando sono divorziato di figa non ne vedo molta perché finisco sempre tardi di lavorare, e le puttane costano...". Raul gli rispose "Io questa troia me la scopo nei week-end. Ma in settimana è libera, quindi puoi scopartela quando vuoi."
Mauro mi guardò con un ghigno divertito. "Sentito cornuto" mi disse, "Raul ha detto che in settimana tua moglie é a mia disposizione."
Quella notte i due rimasero a dormire con Barbara nel letto matrimoniale, io fui mandato su un divano in sala. La mattina dopo mi fecero preparare la colazione per loro tre, dopodiché I due uomini se ne andarono e Barbara tornò a dormire.
Il mercoledì della settimana seguente Mauro mi scrisse che sarebbe venuto a cena da noi.
Per tutta la cena si comportò come se fosse a casa sua, trattandomi come un servo e non perdendo occasione di palpare Barbara ogni volta che si avvicinava a servire o a ritirare i piatti.
Alla fine della cena le disse "Troia, mettiti un completino ed autoreggenti e vieni di là a casa mia che ho bisogno di svuotarmi per bene le palle". E a me "Te la riporto domani mattina, cornuto. Stanotte tocca a me tenerti sveglio."
Se ne andò ridendo.
Barbara andò in camera a prepararsi e dopo qualche minuto venne a salutarmi. Aveva indosso una vestaglia lunga fino al ginocchio. La aprì per mostrarmi che sotto indossava solo un reggiseno e un tanga di pizzo bianchi, oltre alle autoreggenti. "Che dici, gli piacerò?" mi disse con aria un po' sadica. Non risposi. Lei sorrise, mi diede un bacio sulle labbra e mi disse "Ci vediamo domani, sogni d'oro". Poi uscì e richiuse la porta dietro di sé.
Quella notte fui tenuto sveglio fino alle due dai cigoli del letto di quel bastardo di Mauro e dai gemiti di quella gran troia di mia moglie.

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